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10 novembre 2010

Europarlamento:Industria......norme più restrittive per le emissioni

Tratto da Europarlamento24.eu

Industria: norme più restrittive per le emissioni

Le norme più severe in materia di emissioni industriali approvate anche dal Consiglio erano state votate dal Parlamento a luglio. Con le best practice si punta anche a generare risparmi, con riduzione degli oneri amministrativi e condizioni più eque per il settore.

08 Novembre 2010

Per il commissario europeo responsabile dell'ambiente, Janez Potočnik, il voto con cui il Consiglio ha adottato la nuova direttiva sulle emissioni industriali è una pietra miliare nella lotta contro l'inquinamento da fonti industriali nell'Ue.

La nuova normativa rafforzerà il quadro giuridico vigente, consentirà di ridurre ulteriormente l'inquinamento dell'aria e altre forme di inquinamento ambientale e darà un impulso importante all'ecoinnovazione.

La direttiva sulle emissioni industriali adottata dal Consiglio era stata approvata dal Parlamento europeo nello scorso luglio. Riunisce e aggiorna sette atti normativi vigenti. Entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, prevista entro la fine del 2010. Al solito, gli Stati membri avranno poi due anni di tempo per recepire la direttiva nella legislazione nazionale e dare inizio all'attuazione.

Arrivano le best practice
Il testo è incentrato sull'applicazione più rigorosa delle migliori tecniche disponibili Bat (Best available technique): le conclusioni relative alle Bat diventano il punto di riferimento del processo di autorizzazione.

La proposta rivede i limiti minimi di emissione applicabili ai grandi impianti di combustione in tutta l'Ue per renderli conformi alle Bat.
Queste disposizioni dovrebbero garantire che i gestori degli impianti industriali applichino le Bat in modo più uniforme, in modo da creare condizioni più eque nel settore.

La maggiore importanza attribuita alle Bat sarà una chiara indicazione per il settore industriale affinché si impegni a conseguire l'elevato rendimento ambientale descritto nelle conclusioni relative alle Bat al minor costo possibile.

La direttiva stabilisce inoltre che gli Stati membri devono promuovere attivamente le tecniche emergenti, favorendo un circolo virtuoso di costante miglioramento del rendimento ambientale delle industrie nell'Ue.

Quali risparmi
Riconoscendo che gli oneri amministrativi superflui sono dannosi per l'industria europea e la sua competitività sul mercato mondiale, la direttiv
a li riduce in misura di 32 milioni di euro l'anno a livello di Ue.

Nonostante il calo delle emissioni ottenuto negli ultimi vent'anni, gli impianti a combustibile fossile impiegati nel settore energetico costituiscono ancora una delle fonti principali di emissioni di inquinanti atmosferici.

La direttiva stabilisce limiti più severi per le emissioni dei maggiori impianti dell'Ue al fine di garantire che questi applichino le Bat. I vantaggi derivanti dalla riduzione delle emissioni sono quantificabili tra 7 e 28 miliardi di euro l'anno, compreso il calo dei decessi prematuri stimato in 13 000 casi l'anno.

I risparmi deriveranno dalle minori ripercussioni dei grandi impianti di combustione sulla salute dei cittadini dell'Ue, tenendo conto dei costi di attuazione a carico dei gestori (ad esempio per l'installazione degli impianti di abbattimento).

Necessari i controlli

La direttiva garantisce che gli impianti riducano in maniera considerevole le emissioni dannose e nel contempo assicura la flessibilità necessaria per garantire la sicurezza della fornitura di energia a breve e lungo termine nell'Ue.
Sono stati ottimizzati meccanismi di cui gli Stati membri possono avvalersi per verificare e garantire il rispetto della normativa. Sono state potenziate le disposizioni relative al monitoraggio e alla comunicazione delle emissioni e alle ispezioni ambientali ed è stata migliorata anche la possibilità di accesso alle informazioni da parte del pubblico

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Tratto da.cn24.tv/news

Tripodi: la centrale a carbone a Saline è solo una scelta politica

9 novembre 2010,

E' molto strano che i promotori della centrale a carbone, siano tornati alla carica a distanza di poco tempo. Nulla è cambiato sotto il profilo tecnico, urbanistico, scientifico ed ambientale. L'attrazione evidentemente è suscitata da una sola cosa: il cambio della classe dirigente regionale. Riproporre ostinatamente il carbone a Saline, risponde soltanto ad una scelta politica ben precisa, che guarda alla Calabria come ad un territorio passivo dove può accadere di tutto persino clamorose decisioni prese altrove che finiranno per danneggiare la salute delle persone e l'ambiente. Non si spiega infatti come mai a distanza di un anno dalla Conferenza dei Servizi svoltasi presso il Ministero delle Attività Produttive, che segnava la bocciatura del progetto della centrale a carbone di Saline Joniche, oggi molte opinioni siano cambiate. .......

Abbiamo contribuito alla bocciatura dell'ipotesi carbone, quando proprio durante la Conferenza dei Servizi, la Provincia rappresentata dal sottoscritto, ha esposto le ragioni di uno sviluppo sostenibile, diametralmente opposto alle mire espansionistiche del carbone, anche sulla base di una storia vissuta a Saline, fatta di mancati insediamenti produttivi e di falliti progetti di sviluppo dell'industria pesante. La Provincia di Reggio per tali ragioni, non può che ribadire la propria netta contrarietà alla centrale a carbone, scelta già sconfitta negli anni ottanta nella Piana di Gioia Tauro, dove il movimento del NO AL CARBONE ad un certo momento coincise con l'impegno per la legalità, ed equivalse ad un NO ALLA MAFIA ed al malaffare.

Auspichiamo in vista del Consiglio Provinciale di venerdì prossimo, che vi sia la massima convergenza di tutte le forze politiche, di fronte all'ennesima tragedia calata dall'alto, la più devastante per la popolazione calabrese.

A fronte di un territorio ormai in preda al dissesto idrogeologico, l'unica risorsa vera che rimane alla Calabria è l'aria buona, ovvero la natura che circonda i nostri meravigliosi paesaggi. Al pericolo della centrale a carbone bisogna dunque rispondere con uno scatto di dignità affinchè ognuno si schieri dalla parte giusta, cioè della Calabria e dei calabresi.

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