COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

10 dicembre 2010

Qualità della vita Si Può migliorare........e" Deve Migliorare"

Tratto da Uomini liberi ,Pubblicato su "La Stampa"
Di Antonia Briuglia

Qualità della vita Si Può migliorare........e" Deve Migliorare"

Riflettendo sui risultati emersi dalle inchieste dell'Università La Sapienza e del Sole24 ore sulla qualità della vita,che fanno emergere la crescente insoddisfazione dei savonesi su indicatori come salute, ambiente e tenore di vita, non ho potuto fare ameno di ricordare l'analisi che la Camera di Commercio savonese faceva, non molto tempo fa, sul suo periodico, proprio sul significato di qualità della vita per i savonesi.
La preoccupazione mostrata dall'Ente che, con una certa banalizzazione,sosteneva che " I savonesi di ieri, che avevano conosciuto la fame, guardavano con sollievo le ciminiere che sbuffavano, perché il fumo indicava che là c'erano lavoro e salari per tirare avanti,mentre quelli di oggi, più appagati e sensibili, quando vedono il fumo che esce dalle ciminiere si preoccupano per l'ambiente.", fa pensare su quale sia la percezione di chi amministra il territorio e le reali aspettative di chi lo abita.
In una provincia dove i posti di lavoro diminuiscono, la cassa
integrazione aumenta in modo considerevole, grandi e piccole aziende si trasferiscono o chiudono per un'oggettiva mancanza di trasformazione, d'investimenti personali, di affidabilità sul mercato, si riesce a dichiarare che " le aziende non riescono a trovare diplomati per sostituire chi va in pensione perché a Savona si preferirebbe studiare nei licei invece che negli istituti industriali".
Tutto per biasimare cittadini,vecchi e giovani,che si scoprono interessati ad avere acqua e aria pulita, che desidererebbero non ammalarsi più di polveri sottili,sia che vengano dal traffico, da ciminiere di carbone o da eventuali inceneritori.
Che non considerano il lavoro un accessorio della vita (come potrebbe chi ha figli?), ma non sono più disposti a barattarlo con scelte che non ritengono più indicatrici di sviluppo.
I savonesi cominciano a comprendere che la qualità della vita non deve essere un lusso per pochi ma un diritto di tutti, in nome del quale hanno già pagato un duro prezzo sulla loro pelle e di non essere più disposti a legittimare l'incrollabile fede sviluppista che mistifica le cose e che induce addirittura un sindacato ad indire scioperi contro la gente.
I cittadini savonesi che non sono mai stati responsabili dell'abbattimento di ciminiere o della chiusura di fabbriche, stanno comprendendo che dietro il fumo di ciminiere non c'è sempre benessere per tutti.
Per questo, è ingeneroso liquidarli come Popolo del no ma come popolo che ha preso coscienza , che ha deciso di pretendere da chi lo amministra il vero cambiamento epocale : quello che non preveda né ulteriori ampliamenti di centrali a carbone , né conservazione di vecchi gruppi dove poter eventualmente bruciare rifiuti.
Che non preveda ancora cemento negli ultimi tratti di costa, per porticcioli, residente omega piattaforme o tanto più nelle fragili colline dissestate.

I savonesi cominciano a essere un popolo del SI.

Si a una vera politica di raccolta differenziata, di riduzione e di riciclo dei rifiuti, che possa dare vantaggi economici, sociali, ambientali ed occupazionali enormi, eliminando il bisogno di discariche e futuri inceneritori.

Si ad un uso del territorio più virtuoso, dove la cementificazione a tutti i costi non sia più saccheggio dell'ambiente per l' appetibile occasione di entrate comunali

al mutamento di una politica energetica che privilegi e premi di fatto le vere energie alternative e rinnovabili.

a una diversa politica della viabilità che premi e favorisca il mezzo pubblico e dissuada chi
usa, inmodo indiscriminato, l'automobile intasando l'Aurelia , i parcheggi e le strade del centro
rendendo impossibili gli spostamentiper e dentro la città
Solo attraverso questa strada si può costruire un miglioramento della qualità della vita e della sostenibilità sociale ed ambientale. Attraverso una forte volontà politica, determinazione, partecipazione e sensibilizzazione della cittadinanza.

Non è Utopia questa. I savonesi cominciano a credere che non è un mero sogno di pochi idealisti ma che, com'è successo in altri Comuni, può essere declinata in scelte quotidiane e di responsabilità che coinvolgono e aggregano le comunità locali nella costruzione di un migliore futuro possibile.
ARCH.ANTONIA BRIUGLIA




Tratto da Uomini Liberi

Lettera aperta sulle posizioni politiche del Pd a livello locale sui temi dello sviluppo e del lavoro

Ho avuto modo di leggere sui quotidiani ed ascoltare nella prima direzione provinciale del PD le prese di posizione e la linea politica che s’intenderebbe dare al Partito Democratico savonese sui temi dello sviluppo e del lavoro.

Vorrei fare, inoltre, riferimento alla volontà d’adesione, preannunciata dal segretario provinciale del PD agli organi d’informazione locale, alla manifestazione per il lavoro, lanciata dalla CGIL, legittima provocazione che si pone l'obiettivo di sbloccare un presunto immobilismo (da parte di chi? E perché? Non sarebbe giusto esplicitarlo?) sui temi quali piattaforma containers di Vado Ligure, il potenziamento a carbone della centrale Tirreno Power, la realizzazione del porto turistico della Margonara “stoppata” dalla Regione Liguria.

Si tratta di progetti molto diversi, con obiettivi, mi pare, addirittura in contrasto tra loro, in una visione complessiva di sviluppo economico di un comprensorio ampio e articolato.

L’affermazione “siamo il Partito del lavoro” mi pare, sinceramente, di stampo propagandistico, come a far intendere chiaramente che chi pone perplessità o dubbi, o proposte alternative, sia contro il lavoro e i lavoratori, ponendo, dunque, i lavoratori contro i cittadini che chiedono certezza sulla propria salute.


Mi sembra un grave errore porre le questioni in questi termini, ed un arretramento, a mio avviso, trentennale sul piano culturale prima che politico da parte di un partito che ha come finalità quelle di interpretare e governare le complessità e la modernità della società, assumendo, purtroppo e senza ragionevoli dubbi posizioni produttivistiche ad ogni costo, posizioni che vengono riviste criticamente oggi in tutto il mondo liberale e capitalistico.

La grave crisi economica, finanziaria ed industriale a livello globale pone giustamente il tema centrale dello sviluppo e del lavoro. Nella nostra provincia da oltre un ventennio è venuto colpevolmente a mancare un ruolo di governance forte e soprattutto condivisa dalle comunità e dai cittadini.
I megaprogetti in campo appaiono slegati da un’idea portante di identità sociale, economica e produttiva, spinti solo da evidenti interessi di parte.

Appaiono a molti, moltissimi cittadini, operazioni di forte impatto sulla qualità della vita delle nostre comunità, che provocano e provocheranno danni alla salute, in cambio di posti di lavoro, nemmeno tanti e a lungo termine, incerti e di non altissima qualità.


Spostare containers su tir, trasportati da navi enormi che solcheranno il mare davanti a coste a vocazione turistica, tir che invaderanno le strade già pesantemente saturate, ci pare in contrasto con l’economia di un territorio dove contestualmente si andranno ad investire risorse ingenti per un turismo che dovrebbe essere di qualità, come ad esempio il porto della Margonara.

Il turismo, nella nostra provincia, rimane una risorsa fondamentale sulla quale sarebbe necessario investire risorse umane, progettualità, infrastrutture, risorse economiche.
Il turismo offre migliaia di posti di lavoro nelle nostre comunità.

Ci si è mai chiesto, aldilà delle valutazioni d’impatto ambientale, quali ripercussioni avranno progetti come il potenziamento a carbone della centrale Tirreno Power e l’enorme piattaforma Maersk?

Per quei posti di lavoro che verranno creati tra 5-10 anni, quanti se ne perderanno da subito ed in futuro?

Il turismo moderno è complesso, basato sull’immaginario collettivo, sulla qualità del territorio, sulle bellezze naturali ed architettoniche, sulla qualità dei servizi, sulla salubrità e sobrietà del territorio e dell’ambiente.

Si può ragionevolmente escludere che le grandi ed impattanti operazioni su Vado Ligure non abbiano ripercussioni su un territorio vasto che parte da Varazze e arriva almeno a Finale Ligure?

A questo punto vorrei sciogliere subito una possibile fonte di equivoco. Sono convintamente dalla parte del lavoro e dei i lavoratori, ma di tutti i lavoratori… e magari per un lavoro di qualità che non contrasti con le altre vocazioni produttive, come quelle turistiche, di un territorio complesso, fragile, fortemente antropizzato e sfruttato.

In altre realtà simili alla nostra, come la Costa Azzurra e Nizza non si è rinunciato alla vocazione produttiva-giustamente non si può vivere di solo turismo-ma si è tuttavia operato in un'altra direzione.
In quei territori si è puntato sulle produzioni ad alto valore aggiunto, sulla ricerca, sull’innovazione. Mettendo a disposizione infrastrutture software prima che hardware.

Per economia produttiva, normalmente, si dovrebbe intendere quando si lavora per creare alimenti, prodotti elettronici od elettrici, artigianato, prodotti per la moda, automobili, mezzi collettivi come treni e bus, quando si stampano libri o pubblicazioni, quando hanno spazio nuove aziende impegnate nelle nanotecnologie, nelle biotecnologie, nel sapere, nella cultura, nell’innovazione scientifica.

Noi invece rischiamo di scegliere di far spostare centinaia di migliaia di cassoni di ferro pieni, semivuoti e naturalmente anche vuoti, ogni anno, che andranno altrove, ingolfando le già deboli vie di comunicazione verso l’interno e che attraverseranno la Valbormida senza lasciar nulla, e scegliamo, inoltre, di bruciare carbon fossile per i prossimi 50 anni per produrre energia, in ragione di una grande sovraproduzione rispetto al nostro fabbisogno locale.

Vorrei anche far notare che solo in Cina, nel 2006, sono stati dichiarati ufficialmente 4.749 minatori uccisi da incidenti nelle miniere estraenti carbone, saranno lavoratori anche questi o no?

Ebbene, non vi sembra dunque una scelta davvero arretrata?

Con le scelte che il Partito Democratico savonese si appresterebbe ad avvallare si comprometterebbe ulteriormente e questa volta definitivamente una zona di oltre 130.000 abitanti, con un evidente peggioramento della qualità della vita di tutti i cittadini, e probabilmente affossando definitivamente quella vocazione turistica già in difficoltà dell’intero comprensorio, in primis quella della città di Savona, che infatti si è giustamente schierata come precedentemente il PD stesso contro l’ipotesi di potenziamento e produzione a carbone della centrale di Vado.

Penso che un altro sviluppo sia possibile, e se un partito nuovo come il PD, che a livello nazionale mi pare, fortunatamente, su altre posizioni, rinuncia ad una visione moderna dello sviluppo, appunto basato sulla qualità della produzione, sul governo della complessità, sulla qualità della vita e del lavoro, allora temo che i cittadini non crederanno più in questo progetto politico.

Non sfuggirà il fatto che in Provincia di Savona, nelle ultime elezioni, 4 cittadini su 10 non abbiano votato.
E non sfuggirà nemmeno che anche per questo motivo abbiamo perso la Provincia, comuni tradizionalmente di sinistra come Vado Ligure, Carcare, Albisola Superiore, e che la Regione Liguria è stata mantenuta dal Centrosinistra grazie a Genova e alla provincia della Spezia, mentre noi abbiamo perso piuttosto nettamente.

Non credo che improvvisamente gli elettori di sinistra abbiano votato a destra, semplicemente non credono nelle proposte che il PD promuove e non votano, infatti continua l’emoraggia elettorale, che sta prosciugando il partito e l’intero centro sinistra.

Le proposte appaiono infatti contraddittorie, soprattutto sul tema della centrale Tirreno Power.
Per comodità allego a questa lettera-documento solo alcuni dei volantini e documenti prodotti dal PD fino a poco tempo fa.
Il contenuto è chiaro, il PD ha raccolto migliaia di firme contro l’ipotesi di ampliamento a carbone, non solo, il PD savonese, fino a pochi mesi fa, era per l’adozione di politiche energetiche che privilegiassero l’uso delle rinnovabili, e comunque per una ulteriore metanizzazione della centrale, questo anche sulla base storica di accordi tra Enel ed enti locali del territorio assunti 20 anni fa e disattesi dalle aziende che si sono succedute ad Enel.

Dunque il documento, criticato in direzione, chissà perché-come se non ci fossero opposizioni ben più radicali e di massa-dal segretario provinciale del PD, promosso da ACLI e ARCI provinciali, sarebbe a rafforzamento delle posizioni originarie del PD savonese, che, grottescamente, non sarebbe più in linea con se stesso medesimo.

Questo cambio repentino di posizione mi sembra ingiusto ed incomprensibile nei confronti dei cittadini che hanno creduto in quelle proposte del partito, ingiusto nei confronti dei tanti consigli comunali della nostra provincia che si sono espressi, spesso all’unanimità, contro la produzione energetica con il carbone.

E veniamo al tema della democrazia e della rappresentanza.
Appunto molte amministrazioni comunali elette democraticamente si sono schierate contro il potenziamento a carbone e alcune anche contro la realizzazione degli oltre 2,5 km quadrati di piattaforma sul mare a Vado.

Al nostro partito questo non interessa? Sbagliano i cittadini che non capiscono?
Sono i cittadini ad essere egoisti perché pensano che la salute sia un bene primario? Sono conservatori perché temono che il valore della loro, magari, unica casa (acquistata dopo decenni di lavoro e sacrifici), venga svalutato da operazioni che evidentemente depauperano il territorio?

Il tema del valore della qualità della democrazia non può riguardare solo quello che fa Berlusconi, dobbiamo essere i primi a dare l’esempio, a rispettare il voto democratico.

A Vado i cittadini si sono espressi chiaramente con un referendum contro la piattaforma, convalidato dall’esito delle successive elezioni amministrative.

Le amministrazioni comunali costiere e dell’entroterra si sono espresse chiaramente contro l’ampliamento a carbone della centrale.

In primis la Città di Savona.

Purtroppo temo che le sconfitte elettorali non si siano ancora esaurite.

Abbiamo da recuperare decine di migliaia di voti al centrosinistra che mancano da tempo nella nostra Provincia, e con queste posizioni da PCI anni sessanta (ma erano ovviamente altri tempi e dunque lo scrivo con il massimo rispetto..) ci attendono, a mio modesto parere, tempi di sconfitte elettorali pesanti, come quelle subite in questi ultimi anni.
Sono consapevole che le idee che vi propongo saranno probabilmente minoritarie nel PD, e forse persino derise.

Ma penso, tuttavia, che siano maggioritarie tra i cittadini, e per questo, se si andrà avanti su questa idea di sviluppo, ci sarà un prezzo molto alto da pagare, sia per la speranza di futuro delle prossime generazioni, sia sul piano elettorale per il PD e il centro sinistra.


Possiamo ancora fermarci, possiamo ancora progettare un futuro migliore, questo sarebbe il ruolo di un partito nuovo, democratico, innovatore.


Un fraterno saluto


Giovanni Durante


Leggi anche su UOMINI LIBERI

LAVORO E SALUTE

di Giampiero Aschiero

Intervento sul dibattito interno al PD savonese sull’ampliamento della Centrale di Vado

di cui riportiamo sullo il finale

Il lavoro non può essere barattato con la salute, con l'inquinamento e con gli scempi ambientali.

L'elevata peculiarità del nostro territorio che per posizione, clima, organizzazione sociale, infrastrutture e qualità territoriale può attrarre attività produttive innovative deve essere sfruttata per creare importanti opportunità di lavoro qualificato come è il Polo dell'Eccellenza voluto dall'Amministrazione Comunale di Savona e dall'Università.

Il Sindacato si ribelli al ricatto occupazionale che baratta lavoro con salute, traguardi prospettive di più ampio respiro che permettano un futuro occupazionale anche per i nostri figli.

Proponga uno sciopero generale affinchè Tirreno Power incrementi la produzione di energia utilizzando fonti rinnovabili, rendendo più efficienti e meno inquinanti i 4 gruppi esistenti, realizzando il teleriscaldamento ed incrementando l'occupazione. Credo che su ciò il Sindacato troverà la partecipazione e la coesione della gran parte dei cittadini del Comprensorio Savonese.

Potrà dare un segnale forte a livello nazionale, obbligando Tirreno Power a presentare una proposta accettabile, e potrà aumentare il proprio consenso tra tutti i lavoratori.

Come PD facciamoci promotori e sostenitori di questa iniziativa e faremo sentire a lavoratori e cittadini di essere vicino ai loro bisogni e alle loro necessità.


Nessun commento: