Dal nostro precedente Post
Vado: ampliamento Tirreno Power, in campo anche Striscia la Notizia
Striscia ha incentrato le domande sulla mancanza di potere e di diritti della comunità savonese, messa nelle condizioni di non poter decidere sul proprio futuro
GUARDA IL VIDEO.. del tg3 del 15 marzo alle ore 14
Leggi
Oggi Striscia la Notizia a Vado per l'ampliamento Tirreno Power
_____________________
Tratto da Savona News
Il MODA: potenziamento Tirreno Power, un tradimento verso gli elettori
140 milioni di euro annui di costi sociali, tra danni alla salute e all'ambiente: gli Enti locali favorevoli al potenziamento dovranno renderne conto ai cittadini
La Giunta Regionale, con il totale assenso della Provincia di Savona, ha deliberato in via definitiva la posizione che il Presidente Burlando porterà alla Conferenza dei Servizi riguardo il progetto di potenziamento a carbone della centrale di Vado proposto da T.Power: sì alla realizzazione di un nuovo gruppo a carbone da 460 MW e fermo dei 2 gruppi obsoleti attuali da 660 MW al momento che entrerà in funzione il nuovo (nel 2016). A quella data verranno abbattuti i 2 gruppi obsoleti (660 MW) che potranno essere sostituiti da un ulteriore nuovo gruppo a carbone da 460 MW. (vedi La Stampa del 15/03/2011)
Queste le nostre considerazioni:
1. Tradimento della posizione sostenuta fino a ieri dalla Regione (NO al potenziamento a carbone) perché in realtà la proposta di Burlando è un POTENZIAMENTO A CARBONE
Queste le nostre considerazioni:
1. Tradimento della posizione sostenuta fino a ieri dalla Regione (NO al potenziamento a carbone) perché in realtà la proposta di Burlando è un POTENZIAMENTO A CARBONE
( dai 660 MW attuali si passerà a 920 MW di 2 nuovi gruppi)
2. Violazione delle normative della Unione Europea (Direttive AIA IPPC- 2005) e della normativa italiana (Dlgl. 128/2010) in quanto si accetta che i vecchi gruppi a carbone possano continuare a inquinare da oggi almeno fino al 2016 con emissioni inquinanti ben al di sopra dei limiti AIA come ammesso dalla Regione stessa e come riconosciuto anche dal Ministero dell’Ambiente.
3. Mantenimento della possibilità di bruciare il CDR (combustibile da rifiuti) nella centrale a carbone come previsto nel Piano Provinciale Rifiuti a pa g. 170 approvato dalla Giunta regionalecon aggravamento dell’inquinamento per la produzione massiva di diossine e metalli pesanti cancerogeni e genotossici.
4. Accettazione supina delle condizioni imposte da un’ azienda privata (T. Power) senza tenere in alcuna considerazione i risvolti sanitari per le malattie e le mortalità precoci indotte dall’inquinamento come relazionato dall’Ordine dei Medici della Provincia di Savona e come documentato ormai da più di 40 annni dalle Associazioni presenti sul territorio (costi esterni stimati di almeno 140 milioni euro/anno)
5. Decisione della Regione di chiudere la piccola centrale di Stato (ENEL) a Genova per motivi di obsolescenza e di emissioni inquinanti, mentre nello stesso tempo si decide di promuovere il potenziamento a carbone a Savona-Vado di una grande centrale a carbone privata in pieno centro abitato (centrale in città)
6. Posizione ambigua dei sindacati che condividono totalmente le richieste dell’industria privata di T. Power in quanto per una manciata di posti di lavoro, accettando il potenziamento a carbone, accettano il peggioramento dell’inquinamento contro il diritto alla salute dei cittadini e degli stessi lavoratori della centrale.
Perché allora i Sindacati hanno taciuto di fronte al drammatico crollo occupazionale quando nel passaggio da ENEL(anno 1985) ai privati di T. Power (anno 2006) l’occupazione in centrale si è dimezzata da 556 a 224 unità?
Ribadiamo ancora una volta l’unica posizione eticamente accettabile (votata da molti Comuni e dalla Provincia di Savona nel 1995 e nel 1998 e sostenuta da ACLI, ARCI, Ordine deiMedici ecc.) nei confronti di un territorio che da più di 40 anni è stato massacrato dall’inquinamento del carbone:
DEPOTENZIAMENTO E METANIZZAZIONE O ALMENO METANIZZARE COMPLETAMENTE LA CENTRALE T. POWER SOSTITUENDO GLI OBSOLETI VECCHI GRUPPI A CARBONE (CHE VANNO IMMEDIATAMENTE CHIUSI) CON MODERNI GRUPPI A METANO (CCGT) DI UGUALE POTENZA VISTO L’INGENTE INVESTIMENTO DI CIRCA 1 MILIARDO DI EURO CHE T. POWER PREVEDE DI SPENDERE PER L’IMPIANTO.
CONCLUDENDO vogliamo sottolineare che gli Enti Locali come Regione, Provincia, Sindacati e Ministeri che sono a favore del potenziamento a carbone si prendono tutte le responsabilità politiche, morali e legali per tutte le mortalità precoci ed i danni economici che si produrrano a seguito di questo scellerato utilizzo del carbone nella locale centrale T. Power di Vado.
A tal proposito attendiamo ancora il rimborso alla popolazione da parte di Tirreno Power dei costi esterni (140 milioni di €/anno) per tutti questi anni di funzionamento a carbone.
2. Violazione delle normative della Unione Europea (Direttive AIA IPPC- 2005) e della normativa italiana (Dlgl. 128/2010) in quanto si accetta che i vecchi gruppi a carbone possano continuare a inquinare da oggi almeno fino al 2016 con emissioni inquinanti ben al di sopra dei limiti AIA come ammesso dalla Regione stessa e come riconosciuto anche dal Ministero dell’Ambiente.
3. Mantenimento della possibilità di bruciare il CDR (combustibile da rifiuti) nella centrale a carbone come previsto nel Piano Provinciale Rifiuti a pa g. 170 approvato dalla Giunta regionalecon aggravamento dell’inquinamento per la produzione massiva di diossine e metalli pesanti cancerogeni e genotossici.
4. Accettazione supina delle condizioni imposte da un’ azienda privata (T. Power) senza tenere in alcuna considerazione i risvolti sanitari per le malattie e le mortalità precoci indotte dall’inquinamento come relazionato dall’Ordine dei Medici della Provincia di Savona e come documentato ormai da più di 40 annni dalle Associazioni presenti sul territorio (costi esterni stimati di almeno 140 milioni euro/anno)
5. Decisione della Regione di chiudere la piccola centrale di Stato (ENEL) a Genova per motivi di obsolescenza e di emissioni inquinanti, mentre nello stesso tempo si decide di promuovere il potenziamento a carbone a Savona-Vado di una grande centrale a carbone privata in pieno centro abitato (centrale in città)
6. Posizione ambigua dei sindacati che condividono totalmente le richieste dell’industria privata di T. Power in quanto per una manciata di posti di lavoro, accettando il potenziamento a carbone, accettano il peggioramento dell’inquinamento contro il diritto alla salute dei cittadini e degli stessi lavoratori della centrale.
Perché allora i Sindacati hanno taciuto di fronte al drammatico crollo occupazionale quando nel passaggio da ENEL(anno 1985) ai privati di T. Power (anno 2006) l’occupazione in centrale si è dimezzata da 556 a 224 unità?
Ribadiamo ancora una volta l’unica posizione eticamente accettabile (votata da molti Comuni e dalla Provincia di Savona nel 1995 e nel 1998 e sostenuta da ACLI, ARCI, Ordine deiMedici ecc.) nei confronti di un territorio che da più di 40 anni è stato massacrato dall’inquinamento del carbone:
DEPOTENZIAMENTO E METANIZZAZIONE O ALMENO METANIZZARE COMPLETAMENTE LA CENTRALE T. POWER SOSTITUENDO GLI OBSOLETI VECCHI GRUPPI A CARBONE (CHE VANNO IMMEDIATAMENTE CHIUSI) CON MODERNI GRUPPI A METANO (CCGT) DI UGUALE POTENZA VISTO L’INGENTE INVESTIMENTO DI CIRCA 1 MILIARDO DI EURO CHE T. POWER PREVEDE DI SPENDERE PER L’IMPIANTO.
CONCLUDENDO vogliamo sottolineare che gli Enti Locali come Regione, Provincia, Sindacati e Ministeri che sono a favore del potenziamento a carbone si prendono tutte le responsabilità politiche, morali e legali per tutte le mortalità precoci ed i danni economici che si produrrano a seguito di questo scellerato utilizzo del carbone nella locale centrale T. Power di Vado.
A tal proposito attendiamo ancora il rimborso alla popolazione da parte di Tirreno Power dei costi esterni (140 milioni di €/anno) per tutti questi anni di funzionamento a carbone.
_________________________________________
Tratto da ZEROEMISSION TV
Il messaggio del Capo dello Stato
Napolitano: “Puntare sullo sviluppo delle energie rinnovabili”Acqua ed energia pulita. Su questo binomio, sul quale era incentrato il convegno organizzato per oggi dall’Accademia nazionale dei Lincei, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, ha insistito il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel messaggio inviato a partecipanti e a relatori
“Il tema del convegno ‘Acqua ed energia’ (organizzato per oggi dall’Accademia nazionale dei Lincei, ndr) conferma la necessità di sviluppare, anche attraverso un costruttivo confronto e una rinnovata collaborazione tra la comunità scientifica e il mondo produttivo, nuovi indirizzi di ricerca sui futuri scenari dell’uso delle risorse idriche e delle altre fonti alternative e rinnovabili. E' infatti indispensabile individuare nuovi modelli e strumenti capaci di coniugare lo sviluppo economico con la rigorosa salvaguardia del pianeta e dei suoi equilibri ambientali.” Lo ha scritto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato a partecipanti e a relatori dell’incontro.
Se nell’economica del convegno scientifico dei Lincei, il messaggio di Napolitano contribuisce a valorizzare la relazione tra la risorsa acqua, fondamentale per la vita sul pianeta, e la produzione di energia, che lo è altrettanto per il benessere degli esseri umani, nel contesto più ampio caratterizzato dal dibattito in corso sui sistemi futuri di approvvigionamento energetico nel nostro paese e in tutto il mondo, acquista un significato importante. La pausa di riflessione sul nucleare, annunciata dal governo in seguito al disastro di Fukushima, coincide infatti con il delicatissimo passaggio normativo aperto dal decreto legislativo sulle energie rinnovabili del 3 marzo che deciderà del futuro del settore in questo paese.
Salvaguardare il pianeta e i suoi equilibri ambientali, come ha detto Napolitano, non significa, alla luce del dramma giapponese, rinunciare al nucleare e alle fonti fossili che hanno contribuito a innescare l’effetto serra?
Non bisogna poi dimenticare che alla vigilia dell’incontro di venerdì scorso al ministero dello Sviluppo economico tra governo, banche e operatori del settore sul dlgs ‘ammazza rinnovabili’, lo stesso Capo dello Stato, pur avendo firmato il provvedimento, ''non ha mancato di richiamare l'attenzione del...
Nessun commento:
Posta un commento