Tratto da Greenreport
Il pericolo “mortale” delle fonti rinnovabili
Francesco Meneguzzo, ASPO Italia Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biometeorologia
Come molte delle storie di successo nel percorso innovativo dell'umanità, anche quella delle fonti energetiche rinnovabili - per dirlo con il notissimo motto di Gandhi - è stata dapprima ignorata, poi derisa, quindi combattuta. Quello che ancora le manca è la vittoria finale, almeno in Italia.
Qualcuno si sarà forse meravigliato dell'attacco forsennato alle fonti rinnovabili condotto dal Governo e magari perfino sorpreso dalla straordinaria risposta della società civile (qui e qui); tuttavia, mentre quest'ultima può essere facilmente motivata sulla base delle dimensioni economiche del settore (decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di occupati tra diretti e indotto) e da una diffusa coscienza ambientale, rimane più arduo comprendere come l'Esecutivo abbia potuto esporre un fianco tanto vulnerabile a un'opinione pubblica del tutto prevedibilmente molto critica in materia.
Emerge, in altre parole, il sospetto che sussistano motivazioni profonde e più sottili, un vero "pericolo mortale" rappresentato dalle fonti rinnovabili: non solo per il dissennato programma di rinascita nucleare, non solo per il volume delle incentivazioni concesse, per altro percentuale minima di quelle concesse alle fonti fossili sia a livello globale che italiano, ma per lo stesso "core-business" dei maggiori player energetici operativi nel nostro Paese: le centrali termoelettriche alimentate a gas e a carbone.
Proprio la continua martellante demagogica insistenza sui presunti impatti devastanti delle incentivazioni concesse al fotovoltaico sulle bollette elettriche dei consumatori italiani, condotta instancabilmente dai massimi livelli della politica energetica nazionale - tra tutti, ilMinistro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e l'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas - ha contribuito a trasformare il sospetto in certezza: il fotovoltaico e le connesse incentivazioni non solo non aggravano le bollette elettriche degli italiani ma le riducono, e con queste i profitti degli operatori delle centrali termoelettriche!
Questa "sconvolgente" e - per i suddetti operatori e i loro eroici pretoriani - assai sconveniente verità, ammettiamolo, cominciava a emergere anche prima sulla scorta della meravigliosa esperienza tedesca, ma dimostrarlo direttamente per l'Italia... questo si che fa impressione!
L'articolo linkato di seguito esplora i meccanismi e dimostra, preliminarmente e con le inevitabili approssimazioni connesse a una storia tutto sommato ancora all'inizio, le conclusioni che possono riassumersi in questo modo:
Anche limitando l'analisi al solo impatto della generazione fotovoltaica incentivata sulle bollette elettriche degli utenti finali, l'effetto netto è sicuramente non negativo e molto verosimilmente positivo in termini di economicità delle bollette!
Qualora si includano tutti gli altri benefici rappresentati dal lavoro, dall'occupazione, dalle entrate fiscali e dagli introiti per gli Enti Locali, e non ultimo dal contributo alla riduzione delle emissioni clima-alteranti, investire nel fotovoltaico mediante il sistema di incentivazioni applicato finora produce soltanto marcati effetti positivi per l'intero sistema nazionale.
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