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20 giugno 2011

1)Interrompere ... i sussidi ai carburanti fossili.2)Ambiente: il 90% dei cittadini Ue chiede più risorse per tutela


Tratto da "La Repubblica"

Mountford (OCSE): Interrompere ora i sussidi ai carburanti fossili.

Scommettere sulle rinnovabili per liberarsi dalla dipendenza delle fonti inquinanti: il leitmotiv del pensiero green tiene banco a Seoul dove si è aperto oggi il Global Green Growth Summit 2011

(Rinnovabili.it) – La produzione energetica mondiale è ancora saldamente ancorata alle fonti fossili, dalla cui dipendenza il mondo sembrerebbe non poter fare a meno nei tempi brevi. Eppure, mentre molti governi si trovano a dover tagliare o rimodulare gli incentivi alle rinnovabili (fotovoltaico in primis), petrolio, carbone e gas possono continuare, indisturbati, a contare su ingenti sussidi. Nel solo 2008 i governi mondiali hanno elargito al settore ben 557 miliardi di dollari secondo quanto ha riferito l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie). Per Helen Mountford, vice direttore per l'Ambiente presso l'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE) è arrivato il momento che gli aiuti ai combustibili fossili vengano “riformati” in quanto tra i fattori determinati del cambiamento climatico.

I governi dei paesi emergenti, spiega Mountford dal forum dell’Energia di Seoul, hanno sborsato nel 2009 312 miliardi per queste fonti, interrompendo la crescita dell’industria dell’energie rinnovabili. Sospendere completamente l’elargizione dei sussidi avrebbe i suoi innegabili benefici sul clima, riferisce il funzionario OCSE, dal momento che porterebbe a una riduzione delle emissioni di gas serra totali del 10% entro il 2050.

E il summit coreano è stato il palco anche per un grande intervento, quello del presidente Lee Myung-bak che ha annunciato che la Corea del Sud è pronta a realizzare un centro internazionale di ricerca dedicato allo sviluppo di tecnologie verdi ecocompatibili, in collaborazioni con i principi pali enti e d istituti scientifici a livello internazionale. L'istituzione del “Centro di tecnologia verde” è l'ultimo di una serie di progetti che la nazione asiatica sta portando avanti all’interno della campagna “Green Growth” voluta dallo stesso presidente e provvederà tra le altre cose ad aumentare l'assistenza finanziaria alle nazioni in via di sviluppo per aiutarli sul fronte delle rinnovabili e dello sviluppo sostenibile .

“Se uniamo gli sforzi,
– ha commentato Lee – possiamo realizzare un grande cambiamento. Possiamo porre la pietra angolare di una civiltà seriamente responsabile per il Pianeta”.
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Tratto da Zeroemission

Ambiente: il 90% dei cittadini Ue chiede più risorse per tutela

L’ambiente è un tema che sta molto a cuore alla stragrande maggioranza dei cittadini europei. Al punto che oltre il 90% si dichiara molto preoccupato del suo stato di salute e chiede interventi urgenti per la sua tutela attraverso la creazione di fondi ad hoc per finanziare interventi e attività ritenuti indispensabili a questo scopo. Questo il principale risultato di un recente sondaggio condotto dalla Commissione europea, da cui emerge inoltre che per più di 8 cittadini europei su 10 per proteggere l’ambiente nel loro paese è necessaria una normativa a livello Ue.
I dati sono il frutto di un’indagine effettuata nei 27 Stati membri dell'Unione europea tra il 13 aprile e l'8 maggio 2011: sono stati intervistati 26.825 cittadini provenienti da diverse fasce sociali e demografiche.


L’indagine evidenzia una crescente presa di coscienza delle pressioni esercitate sulle risorse naturali. Invitati a indicare i primi cinque problemi ambientali più urgenti, più di 3 europei su 10 si dichiarano preoccupati per l’esaurimento delle risorse naturali (dal 26% del 2007 si è saliti nell’ultima indagine al 33%), il 41% indica l’inquinamento dell’acqua, il 33% l’aumento dei rifiuti (dal 24%) e il 19% i consumi (dall’11%). Rimane invece bassa la preoccupazione per la perdita di biodiversità (solo il 22% pensa alla perdita di specie e habitat). Ma dal sondaggio emergono anche le possibili soluzioni alle varie questioni ambientali, che potrebbero diventare altrettanti orientamenti per future politiche ambientali europee: 8 intervistati su 10 propongono ad esempio che le imprese usino in maniera più efficiente le risorse naturali, più di 7 su 10 auspicano un maggiore impegno dei governi nazionali e quasi 7 su 10 pensano che i cittadini stessi dovrebbero fare di più.

Tra le altre proposte di intervento, come detto, l’89% degli europei ritiene che la Ue debba stanziare più fondi a favore della tutela dell’ambiente, nonostante la crisi economica....
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“Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso”. (Capo Seattle)
Tratto da Informareperexistere

Tutela ambientale

....Uno degli aspetti principali del TESTO UNICO AMBIENTALE è rappresentato dal ruolo centrale che viene conferito al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, soprattutto in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale (come recepimento della Direttiva 2004/35/CE). Spetta infatti al dicastero esigere dai soggetti responsabili di minaccia di danno ambientale l’adozione di misure preventive, mentre in caso di danno avvenuto, sarà sempre compito del ministero imporre ai soggetti stessi l’adozione di misure di ripristino e il risarcimento del danno ambientale.
La valutazione di impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica

.....In Italia l’autorità sulle procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica di competenza dello Stato è stata conferita al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare che a sua volta è chiamato a conferire le funzioni istruttorie a una Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale – VIA e VAS. Per i progetti di carattere regionale, invece, la competenza spetta agli enti locali e ai loro organismi preposti alla salvaguardia ambientale.

Per quanto riguarda la VIA, la Commissione ha il compito di esaminare l’esattezza e la completezza della documentazione presentata, verificare che i dati prodotti sui rifiuti e le emissioni inquinanti rientrino all’intero delle prescrizioni indicate dalla normativa di settore, individuare e descrivere l’impatto complessivo del progetto sull’ambiente. Terminata la fase istruttoria la Commissione deve esprimere un provvedimento, ampiamente motivato, che deve essere pubblicato sia sulla Gazzetta Ufficiale (della Repubblica se si tratta di una competenza statale o Regionale se la competenza è a livello di ente locale) che sul sito web dell’autorità competente, in modo che le informazioni in merito al progetto esaminato e la valutazione di impatto ambientale effettuata siano fruibili da tutti i cittadini.
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Savona News

Italiana Coke di Cairo: il 29 Giugno discussione del ricorso sull'Autorizzazione Integrata Ambientale

Il giorno Mercoledì 29 giugno 2011, presso il Tribunale Amministrativo di Genova, si discuterà il ricorso presentato dal Comitato Ambiente Salute Valbormida di Cairo Montenotte (CASV), dal WWf Italia, dal Circolo Legambiente di Cairo Montenotte, dall' Are Vallebormida di Cairo Montenotte, dall'Associazione Rinascita Vallebormida di Camerana (Cn) e da privati cittadini, inerente l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata, nel gennaio 2010, dalla Provincia di Savona all'Italiana Coke, per le attività produttive dello stabilimento di Cairo Montenotte (Sv). Continua su Savona News

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Tratto da Greenreport

Il record dei tetti fotovoltaici? E’ del Bangladesh

E il Tamil Nadu ci prova con incentivi per 25 anni

La green economy fa dei "salti" inattesi in posti inaspettati: il numero di famiglie alimentato da energia solare in Bangladesh ha superato il milione, si tratta della più veloce crescita del fotovoltaico in tutto il mondo.
Nel poverissimo e sovrappopolato Bangladesh, aiutato da organizzazioni non governative che offrono prestiti a basso costo per l'installazione di pannelli solari, le famiglie rurali, la maggior parte delle quali non hanno accesso alla rete elettricità, negli ultimi anni sono state le protagoniste di questa espansione vertiginosa dell'energia solare.
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Tratto da La Voce dell'emergenza

Nucleare, il referendum italiano fa scuola: raccolta firme in Francia

In Francia l’associazione Agir pour l’environnement ha lanciato una petizione per chiedere un referendum contro il nucleare che ha già raccolto decine di migliaia di firme.
«Il Giappone, dopo l’Ucraina e gli Stati Uniti, subisce nel più profondo della sua carne la follia nucleare.
Per non aver creduto, o saputo voler pensare l’impensabile, le nostra umanità è ancora una volta di fronte ad una catastrofe nucleare
si legge nell’appello – Malgrado questa constatazione senza appello, i responsabili politici francesi affermano dottamente che l’opzione nucleare non può essere sottoposta né ad un dibattito pubblico né ad una validazione democratica attraverso un referendum.
Mentre la maggior parte dei Paesi europei si interrogano nell’urgenza sulla pertinenza della loro strategia nucleare, la Francia resta ferma nei suoi stivali.
Il capo dello Stato si è impegnato solo a prendere in considerazione, a lungo termine, un dibattito tra esperti, a livello europeo…

Il popolo è una volta ancora escluso delle grandi decisioni che lo riguardano.

Noi non accettiamo più la morsa dell’oligarchia eco-predatrice. Noi non accettiamo più una tecnologia nucleare pericolosa ed antidemocratica
. Noi reclamiamo un referendum per uscire dal nucleare».
Il governo dopo la catastrofe nucleare di Fukushima è accusato di continuare a fare il cavaliere solitario del nucleare, «Prigioniero di una tecnologia che non ha scelto, il popolo francese non può più essere condannato ad assistere passivamente alla moltiplicazione delle catastrofi.
Senza presentare opzioni alternative».

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