«Veleni nel torrente Quiliano»
L’Arpal ha rilevato presenze di arsenico superiori ai limiti e altre sostanze tossicheSavona - Veleni e sostanze tossiche abbondano sui fondali alla foce del torrente Quiliano, al confine tra Vado e Savona. Un inquietante cocktail di arsenico, idrocarburi, metalli pesanti, quasi sicuramente residui delle lavorazioni industriali. Il dubbio è se la loro presenza sia imputabile alle attività odierne delle aziende o se si tratti di una pesante eredità del boom del secolo scorso.
Sul fondale davanti alla foce del torrente sono state riscontrate concentrazioni di sostanze pericolose per la salute e cancerogene in molti casi superiori ai limiti di legge. E, nei grafici di raffronto con altri torrenti della Liguria, alcuni valori vanno addirittura fuori scala.
Il dato più eclatante riguarda la presenza degli Ipa totali, gli idrocarburi policiclici aromatici, dei quali è stata calcolata nei sedimenti una concentrazione di 53,7 milligrammi per chilo, quando il limite di legge è di quasi cento volte inferiore.
Consistente anche la presenza di metalli pesanti, in particolare mercurio, piombo e cadmio, per i quali i grafici evidenziano valori molto superiori ai limiti e, in molti casi, addirittura superiori ai valori riscontrati alla foce del torrente Lerone di Cogoleto, tristemente famoso per la presenza dello stabilimento Stoppani. Il piombo riscontrato in profondità nei sedimenti alla foce del Quiliano supera i 150 mg/kg, quando il limite di legge si avvicina ai 30 mg/kg e nel Lerone (in un quadro già fortemente inquinato) non oltrepassa i 100. Notevolmente superiore ai limiti anche il mercurio, di cui sono stati trovati 3,5 mg/kg in profondità e 1,6 in superficie, quando il limite è 0,3.
Va addirittura fuori scala il benzo(a)pirene, un idrocarburo (Ipa) di cui è stata accertata da tempo la cancerogenicità. Il limite è inferiore a 0,1 mg/kg, tra Vado e Savona ne sono stati trovati 4,56 mg/kg. Proporzioni simili anche per le diverse varianti di benzoforantene. Gli Ipa sono prodotti della combustione di fonti fossili e per questo i Comuni di Vado, Quiliano e Savona vogliono vederci chiaro. Il sospetto dei comitati di cittadini è che la presenza di queste sostanze possa essere ricondotta all’attività della centrale termoelettrica di Tirreno Power, l’industria più grande del comprensorio ed anche quella che brucia più combustibile.
Ma spetterà alla magistratura, che ha aperto un fascicolo contro ignoti, accertare l’origine delle sostanze inquinanti e in quali termini la salute della popolazione ne abbia risentito. L’Arpal, nella sua relazione, sottolinea infatti che i dati rilevati potrebbero derivare da attività industriali, ma non esclude la possibilità che si tratti di sostanze presenti storicamente sul fondale, ossia depositatesi nel corso dei decenni.
Giovanni VaccaroLeggi anche sul nostro BLOG IL POST DEL 4 DICEMBRE 2010 con l'articolo tratto dal Blog di Valeria Rossi:
Com’è profondo il (livello di inquinamento) del Nostro mare Ligure
Ne riportiamo uno stralcioUn altro po’ di “terrorismo ambientalista”? Eh, sì. Ci tocca.
Non riusciamo proprio a farne a meno, dopo aver visto la relazione dell’ARPAL sul monitoraggio effettuato nel 2008-2009 lungo le coste liguri allo scopo di rilevare il livello di inquinamento delle acque.
La relazione è del gennaio di quest’anno, ma come al solito nessuno ne ha parlato, nessuno ce l’ha mostrata, i giornali hanno bellamente taciuto: quindi arriviamo con molto ritardo (e solo grazie all’Associazione Uniti per la Salute Onlus, che ci ha fornito i dati ufficiali) a presentarli anche a voi. Ma in fondo non è mai troppo tardi.
Più semplice ancora identificare il LIMITE DI LEGGE, rappresentato dall’unica linea orizzontale rossa presente nel diagramma.
Lo so che stenterete un po’ a trovarla: dovete guardare in basso. A volte molto in basso.
Ma per quanto possa sembrare incredibile, il limite di legge sta proprio lì.
Dove stiano i livelli di inquinamento, invece, lo lasciamo osservare a voi.
Anche con tutte le modifiche salva-industriali di questa terra, però, è difficile credere che livelli come quelli sotto riportati possano essere accettati in tutta serenità.
Basta così: la parola alle immagini(il documento è consultabile nella sua interezza cliccando qui):
Noi riportiamo ancora un solo diagramma, questo, che riguarda le IPA totali:
Lo riportiamo perché è particolarmente interessante quel numerino (53,7) in alto, accanto alla linea rossa: significa che, se questa linea fosse stata riprodotta interamente per il valore riportato, sarebbe occorso un foglio TRE VOLTE PIU’ GRANDE di quello previsto per il diagramma.
E naturalmente vi invitiamo ancora una volta ad osservare dove sta la linea orizzontale, quella dei limiti previsti dalla legge. E anche dove stanno i valori relativi al torrente Lerone, quello dell’”inquinamento da record”.
Ma se qualcuno tenta di aprir bocca (ovviamente i soliti “terroristi ambientalisti”, i pazzi fanatici........), le istituzioni li prendono per i fondelli.
Se si parla di aria, ti rispondono che stanno"predisponendo le zonizzazioni per prevedere la localizzazione di nuove centraline"; se si parla di acqua, ti dicono che devono ancora capire bene se i termini di legge sono riferiti all’acqua di fiume o a quella di mare, perché ovviamente una foce è al confine tra i due e quindi ci vuole un po’ di tempo per chiarirsi le idee.
E se non hai le idee chiare non puoi neppure pensare SE e COME (eventualmente, MOLTO eventualmente) intervenire, dicendo magari qualcosina a chi scarica in quelle zone........
Ci devono pensare su.
Poi ci daranno una risposta, eh… ma con calma.Bene: sono trent’anni che ci pensano su.
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Tratto da Agi.it
AMBIENTE: UE BACCHETTA ITALIA E ALTRI STATI SU "INQUINAMENTO MARI"
Una direttiva del 2009 stabilisce l'imposizione di severe sanzioni penali contro lo scarico illegale di sostanze inquinanti da parte di imbarcazioni. Anche in questo caso l'Italia non ha tradotto la normativa Ue in leggi nazionali.
Altri sette stati Ue riceveranno oggi lo stesso richiamo.
(AGI)
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