COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

26 giugno 2011

Il grido delle associazioni ambientaliste di La Spezia in un incontro: "Basta Enel e carbone"2)A quando una politica energetica responsabile?.

Tratto da Città di LaSpezia

Il grido delle associazioni ambientaliste in un incontro: "Basta Enel e carbone".

La Spezia. "Pur consapevoli che le richieste di integrazioni per l’Aia perseguono per loro natura obbiettivi inerenti la compatibilità ambientale delle emissioni prodotte e delle possibili mitigazioni di carattere impiantistico ad opera di Enel, non sviluppando alcuna valutazione circa la stima dei possibili danni sanitari per i nostri concittadini dovuti all’attività della centrale; preso atto che la politica degli enti territoriali presenti sia quella di ottenere un contenimento delle emissioni entro gli orientamenti ed i limiti di legge, non possiamo non sottolineare l’assoluta incongruità delle integrazioni prodotte da Enel e delle prescrizioni richieste laddove si vogliano rispettare gli impegni presi in passato da Enel e dal Comune nei confronti della città e laddove si pensi a tutelare la salute pubblica".
Così le
Associazione Comitati Spezzini, Associazione Medici per l’Ambiente – Isde La Spezia, Italia Nostra La Spezia, Lipu La Spezia, Legambiente La Spezia, Wwf La Spezia, a seguito dell’incontro informativo del comune con le associazioni ambientaliste circa l’Autorizzazione Integrata Ambientale richiesta da Enel al vaglio della Commissione ministeriale. "Ricordiamo infatti le garanzie che erano state date in campagna elettorale circa la dismissione della centrale, al massimo entro il 2015, da parte del sindaco Federici.
Niente di tutto questo nelle richieste dell’amministrazione in sede di commissione IPPC. Dimenticandosi forse che negli ultimi anni la nostra centrale risulta ancora essere tra le più inquinanti a livello nazionale, con un ulteriore incremento rispetto al passato dell’esercizio della sezione a carbone rispetto a quelle a turbogas, con regimi transitori che comportano un peggioramento ulteriore dei picchi di inquinanti emessi. Ancor peggio quando si consideri che la nostra città ha incidenze di diverse malattie legate all’inquinamento assai maggiori rispetto alle altre province liguri e alle medie nazionali.
Considerando che nella fase conclusiva dell’iter autorizzatorio il Sindaco, rivestendo il ruolo di massima autorità sanitaria del territorio, è tenuto ad emettere un parere sanitario e considerando che, al di là della concessione dell’AIA, il sindaco stesso può richiedere il riesame dell’autorizzazione stessa, le nostre associazioni concordano nel richiedere il mantenimento delle promesse fatte a suo tempo iniziando dall' abbandono dell’uso di carbone ed oli quali combustibili.
Sottolineiamo che in termini di esigenze produttive questa richiesta è oltremodo solvibile visto che la produzione di energia elettrica è assolutamente eccedente le richieste sia a livello regionale che nazionale e considerando che la nostra centrale ha funzione puramente strategica nelle situazioni “di punta”. Le nostre associazioni si impegnano quindi, in queste ultime battute dell’iter autorizzatorio, a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla chiara esigenza di dire
Basta Enel, basta carbone!"
_____________________________________

A questo proposito si terrà Martedì 28 Giugno alle 17 presso la Sala della Provincia, un incontro dal tema "Verso l' Autorizzazione Integrata Ambientale per la Centrale Enel della Spezia: ancora carbone per il nostro territorio?".
Interverranno
Massimo Scalia, docente di Fisica dell' Universita' di Roma,
Giovanni Ghirga, resp. U.O. Pediatrica di Civitavecchia, coord. naz. Medici per l’Ambiente,
Marco Grondacci,
esperto di diritto ambientale,
presente anche la delegazione di Uniti per la Salute – associazione Onlus di Savona.
______________________

Tratto da Rovigo oggi

CENTRALE ENEL PORTO TOLLE (RO) La modifica dell'articolo 30 della legge regionale del Parco del Delta potrebbe non bastare.

A quando una politica energetica responsabile?


La “notizia bomba”, come direbbe Biscardi, si risolve nel fatto che Zaia ha semplicemente dato mandato ad un pool di tecnici di studiare la possibilità di modificare la legge istitutiva del Parco nel solo articolo 30; questo si evince dalla lettura dei quotidiani, e ne dà approvazione in giunta regionale oltre che chiederne la ratifica in consiglio.

Ovviamente serve a lui per prendere tempo con politici locali, imprese e lavoratori Enel che tanto lo stanno incalzando negli ultimi tempi.

Tralasciando le considerazioni che potrebbero essere tacciate di “ambientalismo estremo” sul fatto che nel 2010 al mondo le emissioni per le attività umane di Co2, gas serra responsabile del global warming e che provengono per un buon 60 % dalla produzione energetica, hanno segnato il record di 30,6 miliardi di tonnellate e altre 10, 5 milioni di tonnellate in capo alla centrale Enel di Polesine Camerini riconvertita a carbone non sarebbero certo le benvenute per l’ecosistema planetario ragioniamo su altro.

Come chiaramente afferma l’avvocato Matteo Ceruti, pur eliminando l'art. 30 della legge 36/97 veneta, istitutiva del Parco del Delta, rimane l'obbligo imposto dalle leggi europee e nazionali di operare in sede di Via la valutazione delle alternative al progetto sottoposto alla procedura.

Per cui permane per i presentatori il problema di dimostrare che quella del carbone è la migliore soluzione sotto il profilo ambientale tra le alternative ipotizzabili, compreso il gas.
In secondo luogo il Consiglio regionale veneto non può abrogare la normativa europea sulle migliori tecnologie disponibili, la cui violazione, come ricordato, è alla base della seconda censura accolta dal Consiglio di Stato.

Nella diatriba tra Terna (gestore nazionale delle infrastrutture elettriche), che vorrebbe creare in proprio impianti di pompaggio e sistemi di accumulo contro le attuali dispersioni di rete, ed Enel che vede minacciato, dalle intenzioni di Terna, il proprio mercato è di interessante lettura una dichiarazione dell’Ad di Enel Fulvio Conti che lo scorso 3 giugno 2011 dichiarava: “In Italia abbiamo fatto molti investimenti e c’è un eccesso di capacità disponibile per far fronte a ogni emergenza e c’è una forte crescita delle rinnovabili che con una migliore e più ampia tagliatura di rete si potrà portare a fruizione di tutti i consumatori. Quindi si facciano le reti quando sono necessarie perché c’è un’abbondanza di riserve e di capacità a disposizione su tutto il sistema”.

Enel sta facendo finanza più che investimenti in nuovi impianti e ha un debito di 45 miliardi di euro, il nucleare perduto la costringe anche ad una riparametrazione delle uscite di cassa.

E poi il mercato elettrico in flessione prolungata, complice la crisi economica, non sta affatto chiedendo nuovi investimenti, semmai impone un’oculata gestione dell’esistente pianificando risparmio ed efficienza.....


La domanda che ci poniamo è la seguente: può l’economia polesana aspettare ancora a lungo?

Non sarebbe opportuno, nell’interesse di quella stessa economia fermare le faziosità e ragionare su un piano a prescindere dal carbone che ci faccia uscire dalle secche degli anni recenti che rischiano di essere quelle degli anni futuri?

Questa sarebbe, per noi del Movimento 5 Stelle, una via saggia da percorrere in un territorio che ha tutto per non inseguire altre chimere e non diventare come la Fortezza Bastiani nel Deserto dei Tartari i cui abitanti attendono un evento che forse non verrà mai.
Vanni Destro
Movimento 5 stelle Rovigo
__________________

Tratto da Ansa

Ilva Taranto, no a richiesta sequestro

Formulata dal Noe dopo controlli che hanno evidenziato anomalie


(ANSA) - TARANTO, 26 GIU - respinta dalla Procura la richiesta dei Carabinieri del Noe di Lecce di emettere un provvedimento di sequestro nei confronti di alcuni impianti dell'Ilva di Taranto.

Richiesta arrivata dopo che i controlli compiuti nell'arco di 120 giorni hanno evidenziato una serie di anomalie. Lo ha detto in una nota uno dei legali dell'Ilva, l'avvocato Francesco Perli. Il sequestro era stato chiesto nell'incidente probatorio in cui e' stato disposto l'affidamento della nuova perizia sull'inquinamento.

________________
Tratto da Savona news

Magie della Prestigiacomo e del c.d. Ministero dell'Ambiente....

Mirabile fanfara dell'ufficio stampa del Ministero dell "ambiente" che autocelebra le meraviglie del proprio operato........
Ovviamente del fatto al ministero che mezza commissione VIA sia indagata dalla Procura della Repubblica di Rovigo di Porto Tolle (P.M. Fasolato, che un altro ministero ha pure cercato di trasferire) nessun accenno...

Cogliamo l'occasione di tanta magniloquenza per ricordare che 12 tra dirigenti Enel e finzionari del Ministero dell'"ambiente" sono indagati dalla Procura della Repubblica di Rovigo. Le ipotesi di reato sono Falso e Abuso di ufficio a vario titolo. Il campo da gioco, la VIA ministeriale al carbone per la centrale di Porto Tolle, sul delta del Po (vedi notizie correlate o QUI)

Lèggere per credere:

"Prestigiacomo: grande prova di efficienza e professionalità"

Questa la nota stampa. Più che una nota, un'orchestra d'archi voltaici e fiati corti

Leggi l'articolo integrale e la nota stampa su Savona news

Nessun commento: