Ora lo Stato ci risarcisca dei danni dell’inquinamento
Di Giacomo Rizzo
TARANTO - Risarciteci. Dalla vertenza Taranto alla
marcia su Roma. Domani il presidente della Provincia, Gianni Florido, e
il sindaco, Ippazio Stefàno, saranno nella capitale per chiedere un
tavolo di confronto permanente sui temi del risanamento ambientale,
della responsabilità sociale delle aziende e dell’utilizzo dei
finanziamenti (in parte già stanziati) per sostenere l’economia e
l’occupazione locale. Lungo queste tre direttrici si gioca il futuro di
un territorio «colonizzato» dalle grande industrie e ancora incapace di
sfruttare le sue potenzialità, che sono sommerse .
Un nuovo «risorgimento» tarantino, in cui
istituzioni e parti sociali provano a fare squadra. Indossando la stessa
maglia. Ieri la Consulta dello sviluppo, presieduta da Florido, ha
discusso il documento da presentare al governo, e in particolare al
ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Trasporti,
Corrado Passera......
«Il documento - sottolinea Florido - è stato
condiviso e ora vogliamo rendere più esplicita questa richiesta di
risarcimento di danno per la presenza che in questi lunghissimi decenni
lo Stato, con la Marina, la siderurgia, la cantieristica, ha avuto in
questa terra e quindi spiegare perché, a differenza di tutte le città
d’Italia e soprattutto nel Mezzogiorno, noi possiamo alzare di più la
voce. Non esiste in Italia e nel Sud - secondo il presidente della
Provincia - una città come Taranto, che ha offerto tanto del suo mare,
della sua terra, della sua area, al servizio della nazione. Per fare in
modo che il risanamento ambientale diventi sviluppo è necessario che lo
Stato dia alla città in maniera concreta delle risposte, per esempio per
l’utilizzo degli spazi della Marina, per i finanziamenti tra Regione e
Governo per risanare il Mar Piccolo, per le aree industriali dismesse.
Bisogna capire dove stanno i soldi e come riprenderli per riqualificare i
Tamburi, cioè utilizzare il risanamento e il risarcimento ambientale
come un grande assist per lo sviluppo»
Un punto su cui la Consulta ha dibattuto molto è
il contributo che le aziende, oltre alle compensazioni per l’inquinamento prodotto, devono dare in termini di responsabilità sociale. ..... C’è una
responsabilità sociale delle imprese che va esercitata al di là dei
limiti legislativi».
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Stefàno, che ha ribadito un concetto: «si tratta di presentare al Governo le peculiarità di questa terra. Noi abbiamo delle sofferenze che non sono state provocate da errori della città o della provincia e della nostra regione, ma sono il rovescio della medaglia degli investimenti che lo Stato da 120 anni ha fatto nella nostra terra». Lo specchio si è deformato «non per dolo ma perchè - ha fatto presente il sindaco - all’epoca certe cose non si sapevano. Oggi però abbiamo il risultato negativo che il nostro Mar Piccolo è inquinato, la nostra area è inquinata, la nostra terra è inquinata, le nostre acque sono inquinate. E quindi c’è bisogno di un risarcimento che serva allo sviluppo». Ma non servono provvedimenti- tampone. «Noi - ha tagliato corto Stefàno - non abbiamo bisogno di aiuti per uno sviluppo momentaneo, ma un vero sviluppo che sappia proiettare la nostra città e la nostra provincia vero un futuro che possa poi camminare sulle sue gambe».
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Stefàno, che ha ribadito un concetto: «si tratta di presentare al Governo le peculiarità di questa terra. Noi abbiamo delle sofferenze che non sono state provocate da errori della città o della provincia e della nostra regione, ma sono il rovescio della medaglia degli investimenti che lo Stato da 120 anni ha fatto nella nostra terra». Lo specchio si è deformato «non per dolo ma perchè - ha fatto presente il sindaco - all’epoca certe cose non si sapevano. Oggi però abbiamo il risultato negativo che il nostro Mar Piccolo è inquinato, la nostra area è inquinata, la nostra terra è inquinata, le nostre acque sono inquinate. E quindi c’è bisogno di un risarcimento che serva allo sviluppo». Ma non servono provvedimenti- tampone. «Noi - ha tagliato corto Stefàno - non abbiamo bisogno di aiuti per uno sviluppo momentaneo, ma un vero sviluppo che sappia proiettare la nostra città e la nostra provincia vero un futuro che possa poi camminare sulle sue gambe».
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Quali sono quindi le misure per impedire che le cose peggiorino ancora? A questa maxi perizia ambientale si aggiungerà, fra qualche settimana, la relazione sulle condizioni di salute dei tarantini che il gip Todisco ha affidato a un altro pool di esperti. Toccherà a un collegio di periti rispondere al quesito principale: le singole sostanze e la loro interazione determinano “situazioni di danno o di pericolo inaccettabili”? Una risposta che potrebbe determinare anche il futuro dello stabilimento, i cui vertici al momento sono indagati per disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico.
Ma intanto per il procuratore Sebastio questo primo documento è sufficiente per chiedere alle istituzioni quali misure intendono adottare per tutelare “senza ritardi” la salute dei cittadini. La magistratura, insomma, sta facendo la sua parte, ma la prevenzione non compete all’organo giudiziario. Gli ambientalisti, che hanno dato il via alla mobilitazione per il 17 febbraio (giorno in cui la perizia ambientale sarà discussa nell’aula del tribunale di via Marche), in un comunicato si sono rivolti proprio al primo cittadino: “Non possiamo aspettare altro tempo, il sindaco ha ora le evidenze scientifiche, gratuitamente fornite dalla procura della repubblica e non più il semplice ingiustificato sospetto di un manipolo di esagitati eco-allarmisti per convincersi che la salute dei suoi concittadini viene quotidianamente messa in pericolo”. Può quindi decidere di iniziare fare il suo mestiere, difendere la sua Città o continuare a voltare lo sguardo facendo finta di non sapere, deciderà per lui la sua coscienza, per noi deciderà la nostra matita, tra qualche mese.
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Dopo
la maxi perizia sulla condizione ambientale nel capoluogo ionico
rispetto alle emissioni industriali dello stabilimento siderurgico,
Franco Sebastio vuole comprendere "quali saranno i provvedimenti da
adottare per risolvere la situazione ambientale"
......
Riportiamo il finale:..... Ma il lavoro dei tecnici ha messo in luce anche un altro aspetto
preoccupante: la “correlazione preferenziale” tra le emissioni dello
stabilimento siderurgico e la diossina ritrovata negli animali contaminati
e abbattuti qualche tempo fa. Un nesso di causa-effetto che finora non
era mai stato provato in sede giudiziaria e che potrebbe costituire
l’avvio del percorso per dimostrare il collegamento tra l’incremento di
alcune forme tumorali e le emissioni nell’area di Taranto.Quali sono quindi le misure per impedire che le cose peggiorino ancora? A questa maxi perizia ambientale si aggiungerà, fra qualche settimana, la relazione sulle condizioni di salute dei tarantini che il gip Todisco ha affidato a un altro pool di esperti. Toccherà a un collegio di periti rispondere al quesito principale: le singole sostanze e la loro interazione determinano “situazioni di danno o di pericolo inaccettabili”? Una risposta che potrebbe determinare anche il futuro dello stabilimento, i cui vertici al momento sono indagati per disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico.
Ma intanto per il procuratore Sebastio questo primo documento è sufficiente per chiedere alle istituzioni quali misure intendono adottare per tutelare “senza ritardi” la salute dei cittadini. La magistratura, insomma, sta facendo la sua parte, ma la prevenzione non compete all’organo giudiziario. Gli ambientalisti, che hanno dato il via alla mobilitazione per il 17 febbraio (giorno in cui la perizia ambientale sarà discussa nell’aula del tribunale di via Marche), in un comunicato si sono rivolti proprio al primo cittadino: “Non possiamo aspettare altro tempo, il sindaco ha ora le evidenze scientifiche, gratuitamente fornite dalla procura della repubblica e non più il semplice ingiustificato sospetto di un manipolo di esagitati eco-allarmisti per convincersi che la salute dei suoi concittadini viene quotidianamente messa in pericolo”. Può quindi decidere di iniziare fare il suo mestiere, difendere la sua Città o continuare a voltare lo sguardo facendo finta di non sapere, deciderà per lui la sua coscienza, per noi deciderà la nostra matita, tra qualche mese.
"Il Sindaco inizi a fare il suo mestiere"
Ci
attendiamo da subito una netta presa di posizione da parte delle
istituzioni locali, Comune, Provincia e Regione dopo che anche loro
avranno avuto il tempo di leggere la perizia per far proprie le verità
scientifiche, se non ancora processuali che da tempo, troppo tempo tutto
il mondo ambientalista cerca di far comprendere ad una classe politica
sin troppo distratta .....
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