Tratto da Greenreport
Dirty Money: come (e quanto) le grandi banche finanziano il carbone
[ 2 maggio 2012 ]
«Dalla culla alla tomba, il carbone è un affare rischioso. Ogni fase
del ciclo di vita del carbone: estrazione, trasporto e combustione
presenta sempre più rischi per la salute, ambientali, per la reputazione,legislativi e finanziari. La Combustione del carbone per
produrre elettricità è la più grande fonte di inquinamento di carbonio
negli Stati Uniti, e gli Usa sono il secondo più grande produttore di
carbone del mondo. La produzione di energia da carbone è responsabile
degli inquinanti nocivi per la salute cardiovascolare e respiratoria e
minaccia il sano sviluppo dei bambini. Per proteggere il nostro clima e
la salute pubblica, il Paese deve diminuire la sua dipendenza dal
carbone, mentre cresce la domanda di una clean energy economy.
L'estrazione,
la combustione e lo stoccaggio del carbone apportano tutti rischi
significativi per la salute pubblica e il clima. Nessuna banca o utility
energetica deve investire anche un solo dollaro in più nel carbone. Il
carbone, non presenta solo gravi rischi sociali e ambientali, ma pone
anche un rischio finanziario per coloro che ci investono. Le
fluttuazioni nei mercati nazionali del carbone segnano un incertezza per
il futuro ruolo del carbone come fonte di energia a basso costo o
affidabile. Inoltre, c'è un'incertezza normativa senza precedenti in
materia di miniere di carbone e produzione di energia dal carbone e le
sfide per significativi contenziosi per i terminal proposti per
l'esportazione di carbone».
E' quanto si legge nell'introduzione
al terzo rapporto "Dirty Money: US Banks At the Bottom of the Class Read
more" nel quale Rainforest action network (Ran), Sierra Club e
BankTrack spiegano come negli ultimi anni diversi investitori abbiano
fatto «La scommessa sbagliata sul carbone e perso grosse somme di denaro
nel processo».
Il rapporto passa in rassegna le principali banche
che hanno investito nel settore del carbone, compreso il mountaintop
removal mining (Mrm - lo "spianamento delle montagne) e le coal-fired
power plant (Cfpp - centrali termoelettriche a carbone). Negli ultimi
tre anni un numero crescente di banche statunitensi ed europee stanno
interessandosi degli aspetti ambientali, sociali, dei rischi
regolamentari e per la loro reputazione derivanti dal fare affari con
l'industria del carbone.
«Per far fronte a questi rischi - spiega
"Dirty Money" - le banche hanno sviluppato un assortimento dei processi
di "diligence processes" rafforzati riguardo a tali operazioni e in
alcuni casi hanno stabilito dei limiti per quanto riguarda la quantità
di esposizione che sono disposte ad accettare».
Il rapporto mette
in luce come le banche più grandi e prestigiose sono complici
dell'inquinamento dell'aria e della distruzione dell'ambiente e delle
risorse naturali. ......Nel frattempo, non solo la combustione del carbone è
responsabile di un terzo delle emissioni di CO2 degli Usa, il
principale contributo alla distruzione del clima, ma ci fa anche
ammalare. L'inquinamento da carbone è responsabile di 13.000 decessi
prematuri ogni anno, di più di 100 miliardi di dollari in costi sanitari
annui e di oltre 200.000 attacchi di asma ogni anno. L'inquinamento da
carbone delle centrali termoelettriche provoca smog che può causare
dolori toracici, tosse e difficoltà respiratorie e può far peggiorare o
addirittura rendere mortali condizioni come bronchite, enfisema e asma.
Oggi, due famiglie americane su cinque vivono in luoghi con aria non
sicura».
Il "Coal Finance Report Card 2012" contenuto nella
pubblicazione indaga sul'esposizione delle banche con alcune delle
aziende più controverse delle miniere di carbone e con le utilty
energetiche Usa del carbone più rischiose. Il Report Card si fonda su
due aspetti specifici dell'industria del carbone che, in seguito alla
pressione dell'opinione pubblica ed all'aumento dei contenziosi, sono
stati messi sotto maggiori controllo e regolamentazione negli ultimi
anni.
Le banche prese in esame sono le 6 maggiori degli Usa al 31 marzo 2011, JP Morgan, Chase, Bank of America, Citi, Wells Fargo, Goldman Sachs e Morgan Stanley, così come due banche con una storia significativa di esposizione con l'industria del carbone, Pnc e Ge Capital.
«Le
banche possiedono un numero sorprendente di centrali termoelettriche a
carbone - spiegano Ran, Sierra Club e BankTrack - .........
Amanda Starbuck,
direttrice del Rainforest Action Network's Energy and Finance Program
sottolinea che «.... Queste banche sono
il bancomat di una industria sporca che fa male alla salute e male al
business Il carbone è l'investimento subprime finale per il clima. Non
possiamo risolvere il cambiamento climatico se le banche continuano a
sostenere questo settore rischioso e obsoleto. Quando si tratta di
proteggere la nostra aria e l'acqua potabile, la salute delle nostre
comunità, e il nostro clima non possiamo farlo guardando alla curva dei
ricavi».
Quello di Bank of America è un vero e proprio caso di
enorme greenwashing: è una delle più grandi banche del mondo......
Mentre
nei suoi corporate social responsibility reports la banca Usa sostiene
di assumersi seriamente tutte le sue responsabilità per gli impatti
degli investimenti in materia ambientale e climatica, è l'investitore
leader nel carbone sporco e inquinante: negli ultimi due anni ha
investito 4,3 miliardi di dollari in favore dell'industria carboniera,
più di qualsiasi altra banca.....
Mary
Anne Hitt, direttrice della Beyond Coal Campaign di Sierra Club
conclude: «Queste banche stanno finanziando l'industria del carbone che
sta minacciando la nostra salute, le nostre montagne, e il futuro del
nostro pianeta. Proteggere la salute e la sicurezza delle nostre
famiglie è responsabilità di tutti, compresi quelli che finanziano le
distruttive e pericolose estrazione e combustione del carbone.
Ci
auguriamo che questa Report Card contribuisca ad attirare l'attenzione
ed i controlli su coloro che stanno finanziando alcuni dei più grandi
inquinatori nel nostro Paese».
Leggi l'artcolo integrale su Greenreport
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