Leggi su Noalcarbone27 luglio 2012La magistratura è intervenuta perché è fallita la politicaScattano i provvedimenti a carico di chi ha diretto l'azienda. Per tutti questi anni PeaceLink ha lavorato per difendere la salute dei bambini e avviare le bonifiche ambientali. A Taranto, secondo i periti della magistratura, muoiono 2 persone ogni mese per inquinamento industriale.Leggi tutto ![]() Ilva, una sfida per Taranto e l'Italia L’Ilva è a un passo dalla chiusura, avendo il gip deciso il «blocco delle attività» di cinque aree dell’acciaieria. E se muore la fabbrica muore la città, Taranto. Ma nello stesso tempo il ricatto del lavoro al Sud non può più consentire che si lavori a tutti i costi. Anche a costo di morire di lavoro. E’ terribile il ricatto. Ne sanno qualcosa i sopravvissuti di Casale Monferrato che hanno vissuto con l’Eternit. E che solo quando la fabbrica della morte era chiusa ormai da anni hanno avuto giustizia. Adesso, la vicenda di Taranto è più complessa. Intanto perché nello stabilimento lavorano, tra diretti e indiretti, quasi 15.000 addetti. E per la città sarebbe una tragedia la perdita di 15.000 posti di lavoro. Poi perché si scatenerebbe un effetto «domino» con la chiusura di altri impianti Riva che producono tubi e acciai, e le aziende clienti dell’Ilva soffrirebbero per la mancata consegna delle materie prime. Ma come per l’Eternit di Casale Monferrato, così l’inchiesta della procura di Taranto ha accertato che la presenza dell’acciaieria ha provocato decine di decessi di cittadini che hanno respirato i veleni dell’Ilva. ![]() Da sempre Taranto ha accettato la grande acciaieria che garantisce lavoro agli operai pugliesi, della Basilicata e persino della Calabria. Anche sapendo del prezzo da pagare. Quand’era Italsider, azienda pubblica, era un “«ssumificio», le assunzioni passavano attraverso il ministero delle Partecipazioni statali e dei ras democristiani locali. La produttività era un concetto astratto. Nella fabbrica prosperavano ben 546 imprese d’appalto, comprese quelle in odore di quarta mafia, di mafia pugliese. Si moriva di fabbrica e per la fabbrica, ma politici e sindacati erano impegnati a garantire lavoro. Poi è arrivato il padrone delle ferriere. L’inglese che si insedia in India: Emilio Riva che si ritrova la più grande acciaieria d’Europa tra le mani. Per nulla. E si è continuato a morire di fabbrica e per la fabbrica. .........Il gip ha posto una condizione perché l’Ilva rimanga aperta: che si rendano compatibili con l’ambiente i reparti e le aree di produzioni. E’ una sfida che si deve accettare. Per Taranto e l’Italia. E ieri sera, nel corteo operaio che ha invaso la città, lo slogan che si gridava parlava di questo: «Lavoro e ambiente, connubio intelligente» .Leggi l'articolo integrale | |||||||||
Tratto da Il Secolo XIXTaranto, l’Ilva chiude trema anche GenovaNon resisterà comunque a lungo in attività l’acciaieria di Cornigliano con i sigilli a Taranto..............Il protocollo d’intesa “per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto” - sottoscritto dai ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico, della Coesione territoriale, dalla Regione Puglia, da provincia e comune di Taranto - prevede risorse per «interventi di riqualificazione ambientale» pari a «un importo complessivo di 336 milioni di euro»: 329 pubblici e 7,2 privati, spiega una nota.Basterà ai magistrati del Riesame per convincersi che anni e anni di inquinamento, diossina nei campi e nel mare, aumenti statistci dei morti per cancro nell’area tarantina sono un ricordo del passato? Per ora il giudizio del Gip non lascia speranze : ancora oggi gli impianti, producono emissioni nocive oltre i limiti. Troppo pericoloso per andare avanti anche se questo significa il rischio di perdere decina di migliaia di posti di lavoro a Taranto, Genova, Novi Ligure. Tratto da Il Secolo XIX
Ilva, il gip: «Inquinato per profitto»
Taranto - «Chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato nell’attività
inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto,
calpestando le più elementari regole di sicurezza». Sono pesantissime le
conclusioni a cui è giunto il gip di Taranto Patrizia Todisco che oggi
ha disposto il sequestro di sei reparti
a caldo del siderurgico tarantino e ha ordinato l’arresto per otto persone, coloro che per anni hanno gestito lo stabilimento dell’Ilva.Leggi tutto
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27 luglio 2012
Ilva, una sfida per Taranto e l'Italia.......Ilva, il gip: «Inquinato per profitto»
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