Tutto per Enel il 'regalo' alle centrali a olio combustibile
Circa 250 milioni di euro dalle bollette
degli italiani per rendere solo disponibili dal 1° gennaio al 31 marzo
2013, e con un preavviso di 48 ore, la produzione di vecchie e
inquinanti centrali a olio combustibile. Obiettivo è fronteggiare
un'eventuale emergenza gas. Dall'elenco dell'Autorità risulta che il
'monopolista' di questi impianti è Enel.
Il 'regalo' alle centrali a olio combustibile, denaro spalmato sulle nostre bollette, sarà incassato interamente da Enel,
che in pratica a oggi detiene il monopolio di queste centrali obsolete e
inquinanti. Un'evoluzione ampiamente prevedibile, ma solo in questi
giorni è arrivata la conferma, con una delibera in cui l'Autorità per
l'Energia dà parere positivo, pur con qualche osservazione, alla lista
delle centrali a olio combustibile che saranno remunerate per la disponibilità a entrare in funzione contro possibili nuove emergenze gas (vedi allegato, pdf).
Stiamo
parlando del provvedimento introdotto lo scorso luglio alla Camera, nel
convertire in legge il decreto sviluppo, con un emendamento firmato
dall‘ex sottosegretario Pdl Stefano Saglia e dal collega di partito
Maurizio Bernardo (Qualenergia.it, Il Decreto Sviluppo e quegli incentivi alle centrali a olio).
Una misura nata per prevenire eventuali emergenze gas come quella
verificatasi nell'inverno 2011, evento eccezionale e circoscritto, che
va però a inquadrarsi in un contesto in cui i consumi di gas, causa
crisi, diminuiscono e la disponibilità cresce. Alla fine il
provvedimento si traduce in un grande favore a chi possiede queste
centrali a olio combustibile.
Per prevenire le "situazioni di emergenza gas", infatti, si prevedono incentivi per le centrali a olio combustibile (cioè a petrolio) e per rimettere in funzione questi impianti vecchi, inquinanti e spesso posizionati in zone ad alto densità abitativa, sono previste "deroghe alla normativa sulle emissioni in atmosfera o alla qualità dei combustibili" e le centrali "sono esentate dall'attuazione degli autocontrolli previsti nei piani di monitoraggio, con deroga alle prescrizioni nelle autorizzazioni integrate ambientali", addirittura superando "gli obblighi relativi alla presentazione di piani di dismissione”.
“Un vero e proprio
regalo alle lobby del petrolio con i soldi dei cittadini”, secondo
Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente. Tanto più grave
perché questi soldi, presi dalle bollette dei consumatori, Enel li
otterrà sia che le centrali a petrolio debbano essere messe in
funzione per diminuire i consumi di gas, sia nel caso in cui
restino spente allorché non si verificasse alcuna emergenza gas.
A
fine novembre un decreto del ministero dello Sviluppo Economico aveva
stabilito i dettagli: le centrali “alimentate a combustibili diversi dal
gas naturale” devono garantire 4.470 MW, una potenza “necessaria a
ottenere un'equivalente riduzione dei consumi di gas nella generazione
elettrica pari ad almeno 18 milioni di metri cubi/giorno”. I proprietari
delle centrali a olio combustibile si devono limitare a fornire con un
“impegno non rinunciabile”, dal 1° gennaio al 31 marzo 2013, la
produzione con un preavviso di 48 ore. La remunerazione per questa
concessione sarà attorno ai 250 milioni di euro.
Lo
scorso 17 dicembre Terna ha trasmesso al Ministero dello Sviluppo
Economico e all'Autorità la lista delle centrali a olio combustibile
ammissibili al regime speciale, ora rimodulata dalla delibera AEEG. Come
evidenziato dalla delibera dell'Autorità, tutti gli impianti interessati sono riconducibili all'Enel,
che quindi risulta "monopolista del servizio di contenimento dei
consumi gas nel settore termoelettrico", dice il documento. L'azienda,
controllata dal Ministero dell'Economia per il 31,2%, trarrà sicuramente
giovamento da questi milioni corrisposti 'solo' per la disponibilità a
tenere in funzione centrali altrimenti inutilizzate.
08 gennaio 2013
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