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03 maggio 2013

COSTRUZIONE del MUOS, il ministero della Difesa impugna la revoca della Regione.

Tratto da Il Cambiamento

MUOS, il ministero della Difesa impugna la revoca della Regione

La scorsa settimana l’avvocatura di Stato, per conto del ministero della Difesa, ha impugnato la revoca dell’autorizzazione ai lavori statunitensi per la costruzione del MUOS disposta il 29 marzo scorso dal governatore siciliano Rosario Crocetta. A Niscemi, intanto, cresce la tensione.

 

È questo uno degli ultimi atti e il ricordino lasciato dal governo nazionale uscente. Un atto che la dice lunga sulla volontà del governo Monti di difendere sino alla fine con un comportamento scorretto, illogico e contraddittorio delle posizioni insostenibili e l’interesse degli Stati Uniti. 


Incoerenze, menzogne, contraddizioni, sberleffi ad un’intera nazione che riacutizzano una crisi istituzionale e l’ennesimo braccio di ferro tra il ministero, che sostiene con tutti i mezzi le ragioni del governo statunitense, e la Regione che si trova a difendere degli interessi locali ergendosi paradossalmente a paladino della legalità di leggi nazionali.

In tale contesto inoltre, quello stesso governo Monti che per un verso dà la propria approvazione a nuovi studi e alla sospensione dei lavori, agisce parallelamente impugnando al TAR la revoca della autorizzazione del governatore Rosario Crocetta. È conflitto tra Stato e Regione. Trovo veramente singolare che il ministero abbia deciso di ricorrere al Tar anche perché lo stesso ministro ha partecipato all’incontro tra i governi regionale e nazionale, che hanno deciso la sospensione dell’installazione delle parabole, subordinando il proseguimento di tali lavori alla realizzazione dello studio sulla salute umana e la valutazione sull’impatto ambientale.” dichiara adirato il presidente regionale

E il governatore siciliano continua. “Trovo veramente assurdo questo comportamento, e trovo assurdo che un ministero pretenda da una regione comportamenti contrari alle normative vigenti.”

È chiaro il riferimento alle norme nazionali che prevedono l’obbligatorietà di studi d’impatto ambientale e quelli sulla salute umana previamente alla realizzazione di qualsiasi opera o impianto sul territorio italiano. 
 E che dire di una base militare costruita in una riserva naturale, dichiarata Sito di Interesse Comunitario (SIC), con tanto di divieto assoluto di edificabilità? 

E se il braccio di ferro deve continuare e se lo scontro Stato-Regione è ormai evidente e dovrà proseguire, il popolo no muos si chiede come mai, così come già accaduto lo scorso ottobre, la procura di Caltagirone non attua nuovamente il sequestro del cantiere Muos, visto la revoca della Regione e il non rispetto del fermo ai lavori. 
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