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14 ottobre 2013

The window is closing on coal :In Germania la crescita delle rinnovabili sta mettendo in difficolta il carbone

Tratto da  Ecoblog

In Germania la crescita delle rinnovabili sta mettendo in difficolta il carbone

 Spesso si ripete che la Germania è tornata a investire nelle centrali a carbone per compensare la sua uscita dal nucleare entro il 2022.
Questo non è esattamente vero, perchè le 8 centrali a carbone attualmente in costruzione sono state programmate tra il 2006 e il 2010, quindi prima dell’incidente di Fukushima. Altre 6 centrali in progetto sono state sospese e ben20 sono state definitivamente cancellate.
Queste centrali, più due già entrate in servizio,  potrebbero fornire una potenza totale di 11,5 GW e sarebbero quindi grosso modo in grado di sostituire l’attauale produzione nucleare, anche se con un incremento di 70 Mt di emissioni di CO2 (l’8% delle emissioni tedesche).
Non avranno tuttavia  vita facile, perchè la concorrenza delle energie rinnovabili sta iniziando a creare seri problemi alle centrali a carbone. La produzione rinnovabile ha fatto crollare i prezzi dell’energia elettrica, e nei pomeriggi festivi questi scendono a zero, oppure diventano addirittura negativi. Ciò significa che in questi periodi le grandi compagnie sono disposte a pagare i cittadini perchè venga consumata energia elettrica, pur di evitare di scalare verso il basso l’attività delle grandi centrali a carbone che hanno un elevato carico di base e sono poco flessibili.
Si inizia a parlare di chiudere le miniere di lignite (carbone con elevato tasso di emissioni) ed anche alcune vecchie centrali. Sarebbe forse meglio fermare la costruzione delle nuove centrali prima che sia troppo tardi.
Si tratta di investimenti sbagliati  che rispondono a logiche vecchie di reti centralizzate e poco flessibli, l’esatto contrario delle smart grids che riescono a gestire meglio il traffico fluttuante dell’energia rinnovabile.
 Ogni euro investito nel carbone è un euro rubato alle fonti rinnovabili, allo sviluppo di sistemi di accumulo e alle reti intelligenti. 
 E i primi a comprenderlo dovrebbero essere prorpio quelli che gestiscono il business del carbone.

Leggi anche su Uniti per la Salute

ASSOELETTRICA : Carbone, futuro più nero del previsto.

Tratto da First on line.info

Carbone, futuro più nero del previsto.


Tratto da Ecoblog

La mappa Nasa delle morti per inquinamento atmosferico

Scritto da:  -

Un planisfero dei decessi dovuti all’inquinamento da polveri sottili. Con qualche sorpresa


 GUARDATE CHE BELLA ED INTENSA COLORAZIONE HA L' ITALIA E.... MEDITATE
La mappa abbraccia i dati sul numero medio di morti per 1000  chilometri quadrati nel periodo fra il 1° gennaio 1850 e il 1° gennaio 2000 a causa del particolato fine.
Le aree marroni scure (soprattutto in India e Cina) hanno più morti premature rispetto alle aree marrone chiaro e alle aree gialle, mentre le zone in azzurro hanno addirittura migliorato la situazione rispetto al 1850, con un trend in diminuzione delle morti per inquinamento (alcune zone industriali della Gran Bretagna, del Sud  degli Stati Uniti, dell’India e del Brasile).
La reversibilità di alcune situazioni è un dato molto interessante e rassicurante. La mappa è il risultato dello studio condotto da Jason West dell’Università del Nord Carolina. Nello studio –pubblicato su Environmental Research Letters – West stima che 2,1 milioni di morti, ogni anno, siano legati a questo tipo di inquinamento atmosferico. L’inquinamento da polveri sottili è composto da una miscela di ingredienti quali gli acidi e le particelle di polvere. Secondo la Us Environmental Protection Agency, la dimensione delle particelle inalate è direttamente legata alla loro capacità di provocare problemi di salute. Le particelle fini (quelle che misurano 2,5 micrometri di diametro o meno) sono le più pericolose perché hanno maggiori possibilità di raggiungere i polmoni attraverso la bocca e il naso.
 GUARDATE CHE BELLA ED INTENSA COLORAZIONE HA L' ITALIA E ........MEDITATE

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