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18 marzo 2014

DIALOGO COSTRUTTIVO :Tirreno Power, via d’uscita ma «sotto tutela».

Tratto da LA STAMPA

Tirreno Power, via d’uscita ma «sotto tutela»

«Dialogo costruttivo» tra l’ex Guardasigilli Severino (avvocato dell’azienda), i pm e il giudice che ha disposto il sequestro dei gruppi a carbone. Ce la farà Tirreno Power a rispettare i limiti Mtd prescritti dal magistrato per consentire il riavvio degli impianti?

SAVONA
Tirreno Power prova, pur avendo tecnicamente ancora quattro giorni per ricorrere al tribunale del Riesame contro il decreto di sequestro dei suoi impianti a carbone nella centrale di Vado Ligure, a «dialogare» con Procura e tribunale per arrivare alla ripresa produttiva. E lo annuncia con una nota di poche righe, il giorno dell’incontro che l’ex Guardasigilli Paola Severino, a capo dello staff legale di Tirreno Power ha avuto a Savona con il procuratore Francantonio Granero, il sostituto Chiara Maria Paolucci e il giudice Fiorenza Giorgi. Un’ora con i primi, mezz’ora con la seconda. 
«Il dialogo dal punto di vista dei Pm è stato costruttivo» è stato l’unico commento del procuratore.  
Nel pomeriggio, la nota dell’azienda, estremamente prudente: «Un dialogo che proseguirà nei prossimi giorni, volto ad individuare le modalità più opportune per arrivare quanto prima alla ripresa di esercizio nell’ambito di un protocollo operativo che sottopone l’impianto a verifiche da parte di tecnici individuati dal giudice». 
Era la via d’uscita ipotizzata dal decreto di sequestro: prevede che la centrale elettrica adotti la centralina Sme, già prevista dall’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale del dicembre 2012, che questa venga «tarata» da tecnici nominati dal giudice stesso e che le emissioni vengano contenute nei limiti delle «Mtd» o «Bat», le «migliori tecnologie disponibili»: si va dalla metà a un quinto delle emissioni attuali per biossido di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, polveri sottili.  
Sempre ieri, a Vado, sono scesi in piazza, con due diversi cortei, sia i lavoratori di Tirreno Power e delle ditte esterne in appalto sia i dipendenti del Terminal Rinfuse Italia, con delegazioni di altre aziende della zona...........
Sulla possibilità concreta che Tirreno Power, con gli attuali impianti a carbone costruiti nel 1971, possa davvero rispettare i limiti di emissione fissati dalle «migliori tecnologie disponibili», gli ambientalisti sono scettici da sempre. Anche l’ipotesi di un funzionamento a regime ridotto ha senso soltanto se - come prescritto dal giudice - i valori delle emissioni saranno certi, monitorati «in continuo» e valutati non con medie mensili o semestrali, ma «giorno per giorno».  
Dal ministero dell’Ambiente, infine è arrivata in queste ore una diffida per l’azienda circa i lavori - mai cominciati - della nuova unità da 460 megawatt prevista dal «cronoprogamma» allegato all’autorizzazione Aia. Tirreno Power ha 30 giorni per avviare i lavori. 
In caso contrario, l’autorizzazione al funzionamento dei vecchi gruppi a carbone - rilasciata soltanto in funzione del nuovo gruppo da costruire - potrebbe decadere .
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