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06 ottobre 2015

Puglia .Centrali a carbone: partire dal danno sanitario....




Il Forum Ambiente Salute e Sviluppo di Brindisi ha colto l’occasione del riesame dell’AIA per presentare al Governo, alla Regione e al Sindaco di Brindisi, in una lettera aperta che di seguito si riporta intergralmente, la necessità di cambiare paradigma proprio alla luce delle recenti evidenze scientifiche, stabilendo, cioè, le prescrizioni di emissione a partire dall’impatto sanitario stimato, cioè dai decessi attribuibili, quindi dalla loro riduzione, per risalire ai limiti di attività da includere consequentemente nell’AIA.

LETTERA APERTA
“Apprendiamo dalla stampa dell’interesse dell’Amministrazione Comunale di Brindisi a svolgere un ruolo attivo nel procedimento di riesame dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) per la Centrale Enel di Cerano. Negli ultimi mesi, la Centrale è stata oggetto dell’attenzione di istituzioni di controllo e di ricerca regionali e nazionali. Infatti, diverse istituzioni hanno pubblicato rapporti scientifici sull’impatto e sul danno causato dalla Centrale e presentato le stesse anche a Brindisi in occasione di un Convegno promosso da Asl ed Arpa il 14 settembre scorso. In questo documento, passiamo brevemente in rassegna le conclusioni che se ne possono trarre e formuliamo alcune proposte operative.
La Valutazione del Danno Sanitario di ARPA, ASL e ARES
Nella VDS gli autori svolgono quello che in gergo è definito un risk assessment (RA, valutazione del rischio). Con questa valutazione gli autori stimano, infatti, il rischio di sviluppare il cancro per via inalatoria; e un indice di rischio per malattie respiratorie. La VDS ha stimato, dunque, i danni delle sostanze cancerogene contenute nel cosiddetto particolato primario. Gli autori hanno stimato per la stessa tipologia di emissione anche il rischio non-cancerogeno. Con riferimento al solo rischio cancerogeno e valutando solo il particolato primario e le emissioni prodotte dall’erosione eolica del parco carbonile, dalla movimentazione, dal traffico e dalle attività portuali, ARPA, ASL e ARES rilevano un rischio cancerogeno di 0,3/10000 esposti e un rischio non-cancerogeno che riporta l’esistenza di un pericolo in quanto i dati sanitari risultano in eccesso rispetto al riferimento assunto.

 L’articolo di Mangia e altri del Cnr
Gli autori hanno seguito un approccio differente, la valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario (VIIAS); hanno utilizzato coefficienti di rischio che pervengono non da studi su animali ma da studi su persone e, nel caso specifico, da studi epidemiologici svolti sulle popolazioni esposte a concentrazioni di particolato (PM2.5). Nell’articolo hanno stimato l’impatto sia del particolato primario emesso dal camino della Centrale sia del particolato secondario che si forma anche a diverse decine di chilometri dal camino (elemento non presente nella VDS). Infine, gli autori hanno calcolato i morti, per qualsiasi causa e dunque non solo per cancro, attribuibili a questo inquinamento (particolato primario + particolato secondario) sulla base delle morti che realmente si sono verificate nell’area in studio, comprendente 120 comuni delle province di Brindisi Lecce e Taranto, nell’anno di studio (2006)......
Per concludere, si vuole sottolineare che le istruttorie AIA ci paiono la sede più opportuna per ragionare sul peso ambientale e sanitario delle attività produttive. La produzione di elettricità dal carbone rimane classificata fra le più impattanti. Oggi abbiamo il modo di ragionare su malattie e decessi: è necessario dunque promuovere modalità di produzione di energia meno nocive e alternative con un programma di medio lungo periodo come è avvenuto in altre parti del mondo come per esempio in North Carolina (USA) (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25046689).

Giovanni CAPUTO. Michele DI SCHIENA, Doretto MARINAZZO, Maurizio PORTALURI
per il FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO”
Qui l'articolo integrale

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