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09 aprile 2016

REFERENDUM TRIVELLE VOTA SI :Il petrolio prima ancora che l’ambiente inquina la democrazia

SI per una ITALIA che con coraggio guarda al futuro e programma un paradigma energetico diverso, fatto non solo di energia pulita, ma di coscienze pulite.....

Tratto da Il Fatto Quotidiano

Referendum Trivelle, dieci motivi per andare a votare e votare sì        


Il petrolio prima ancora che l’ambiente inquina la democrazia
            
Non avrei mai immaginato che questo referendum aprisse una così violenta discussione sul tema petrolio in Italia o che venissero fuori tutti questi scandali, uno più deprimente dell’altro per chiunque ami l’Italia. 
Essenzialmente predico tutte queste cose da anni, ma questa così grande macchina organizzativa per taroccare i controlli, per mentire alla gente, per farci soldi sopra, con la più totale incuranza per l’ambiente, il pianeta, la gente è veramente strabiliante.
I petrolieri hanno giocato con i polmoni, con il mare, con la fiducia degli italiani e questo da solo è un motivo forte per votare  il giorno 17 aprile 2016.

Gli altri li elencherò fra qualche paragrafo. Ma è quanto di più meschino e antidemocratico invitare la gente all’astensionismo come cercano di fare in molti ............... Quale che sia stato l’iter di questo referendum siamo adesso chiamati alle urne, e occorre andare a votare per non sprecare i 3-400 milioni di euro che questo referendum costerà. Vincere sperando che non si raggiunga il quorum è uno schiaffo al vivere civile e a tutti quelli che hanno dato la vita, generazioni fa, per darci il suffragio universale.
Il quesito è sulla durata temporale delle trivelle. Le concessioni adesso durano 30 anni con possibilità di proroga fino all’esaurimento del giacimento. Il referendum vuole che, per il futuro e per le sole concessioni entro le 12 miglia, una volta scaduti questi 30 anni, non possano esserci proroghe. Il quesito riguarda una ventina di concessioni della Edison e dell’Eni che “scadranno” fra il 2017 e il 2027. Sono in Adriatico (Emilia Romagna, Marche e Abruzzo), in Sicilia e nel mar Ionio (Calabria). Di queste concessioni una è unicamente a petrolio, Rospo Mare in Abruzzo, le altre sono tutte a gas o miste. Le piattaforme fuori dalle 12 miglia non sono interessate.
Il voto è un voto simbolico. 
I quesiti iniziali erano sei, ma di questi cinque sono stati cancellati, grazie a sgambetti più o meno aperti da parte del governo. Hanno una gran paura del voto. Oltre a cancellare cinque quesiti su sei, hanno pure deciso di non voler incorporare il voto con le amministrative di giugno, sperando nell’astensionismo. Essendo un voto simbolico, anche l’espressione del voto deve essere simbolico. Non votiamo per trenta o trentuno anni di trivelle. Votiamo per dire al governo che tipo di Italia vogliamo. Una Italia fossile, che si ancora stretta stretta al passato, con tutte questa petrol-molassa di morte, di ministri, di amanti, di bugie, o una Italia che con coraggio guarda al futuro e programma un paradigma energetico diverso, fatto non solo di energia pulita, ma di coscienze pulite.
Non è vero che non si può. I perdenti, i vecchi dentro, quelli che hanno le mani in pasta, dicono che non si può. L’uomo è più intelligente dei buchi. Se abbiamo messo un uomo sulla luna possiamo anche portare sulla terra sole e vento per fare tutto quello che facciamo con il petrolio, senza avvelenare nessuno.  Lo so. E’ la storia che ce lo dice.

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