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15 luglio 2016

INCENERITORI:Il vescovo di Acerra: «Studio Cnr su inceneritori di parte, chi lo finanzia?»

Il vescovo di Acerra: «Studio Cnr su inceneritori di parte, chi lo finanzia?»

Tratto da Il Corriere del MezzogiornoVerdure a ridosso dell’inceneritore di Acerra

Secondo la ricerca che affronta per la prima volta la questione ambientale nel territorio di Acerra, connotato dalla più alta concentrazione in Campania di ex attività e industrie ad alto impatto inquinante a prescindere dall’inceneritore A2A qui sarebbero il traffico automobilistico e il “riscaldamento” le cause di maggiore inquinamento dell'aria, con “trascurabile” contributo del termovalorizzatore dalle emissioni “ampiamente al di sotto dei limiti di legge”. Le cause del “riscaldamento” inquinante si indicano nel Porto di Napoli ed, infatti, in alcune industrie.

Lettera a Galletti
Con una lettera inviata al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, alla società che gestisce l’impianto, la A2A, alla Regione Campania ed al sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, il presule contesta il metodo adottato per la presentazione dello studio stesso. «Dispiace dirlo - ha scritto Di Donna nella lettera pubblicata sul sito della Diocesi - ma lo studio del Cnr, rimane ancora uno studio “di parte”: da chi è stato finanziato? Con quale partecipazione di esperti provenienti dalla cittadinanza di Acerra? Ancora una volta il modo di affrontare il problema non convince». «Qui non si tratta di opposizione pregiudiziale e ideologica - ha proseguito - ma del bisogno di fare chiarezza con quella operazione-verità necessaria a recuperare fiducia. La gente muore e non sa perché e continua a non essere partecipe». Di Donna, da anni in prima linea su Terra dei Fuochi (ogni anno celebra una messa nominando, uno per uno, i morti deceduti per tumore o leucemie) infine rinnova la propria disponibilità e quella «della Chiesa di Acerra ad offrire sostegno a quelle azioni che mirano a promuovere quella partecipazione di tutti, cittadini, Istituzioni, e imprese, di cui parla anche il Papa nell’Enciclica “Laudato sì”».

Il sindaco: «Impegni disattesi»

Anche il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, che invece è a Roma, protesta: «Le istituzioni hanno disatteso gli impegni assunti con la popolazione per bilanciare il livello di inquinamento del territorio. Per Acerra occorre ancora oggi fare un bilancio ambientale, ricordo quando qualche Presidente della Regione diceva che con il termovalorizzatore sul territorio il livello di inquinamento sarebbe diminuito. Come è stato disatteso l’Accordo di programma del 2009, firmato da Ministero e Regione, che prevedeva bonifiche, rimozione di rifiuti, fornitura a prezzi economici dell’energia elettrica. Anzi oggi, con le continue autorizzazioni alle industrie sul territorio, è stato aggiunto altro carico ambientale. Allora a chi parla di “sindrome di Ninby della popolazione (non nel mio giardino) rispondo che forse la popolazione e le comunità si rivoltano perché le istituzioni disattendono gli impegni, come avvenuto per Acerra».

Marfella (Isde): «Studio non rilevante»

E l’oncologo Marfella, membro dell’Isde-Medici per l’Ambiente, infine commenta: «Lo studio privato commissionato dalla A2A, gestore dell’inceneritore di Acerra, sull’impatto ambientale dell’impianto classificato per natura “insalubre di classe I”, cioè col massimo impatto inquinante, non ha preso in nessuna considerazione ne’ ha presentato alcun dato validato sul particolato che la comunità scientifica internazionale e lo Iarc di Lione hanno declarato cancerogeno nel 2013, cioè le polveri sottili pm 2.5 e quelle ultrasottili definite nano particelle. Da tempo il Progetto internazionale VIIAS (Valutazione Integrata Impatto Ambientale e Sanitario) ha fornito una stima del numero di decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico in Italia e, per il Pm2,5, ha quantificato i mesi di vita persi all’anno. Gli inquinanti oggetto di studio - il particolato atmosferico, soprattutto la sua frazione fine, il PM2.5, il biossido di azoto (NO2) e l’ozono (O3) - sono associati a effetti quali l’aumento di sintomi respiratori, l’aggravamento di patologie croniche cardiorespiratorie, il tumore polmonare, l’aumento della mortalità e la riduzione della speranza di vita. Napoli con la cosiddetta “Terra dei Fuochi” risulta essere la seconda provincia di Italia a maggiore concentrazione di morti evitabili per mancato controllo dell’inquinamento dell’aria, seconda solo a Milano. Ma questi dati, nello studio privato della A2A sono attribuiti a generica “mondezza” o alla combustione di legna e riscaldamenti. Da anni l’Isde ha dimostrato, sulla base dei dati Arpac, che il picco delle polveri sottili si registra nel mese di agosto quando traffico veicolare urbano e riscaldamenti non hanno alcuna rilevanza. Pertanto possiamo concludere che lo studio presentato dalla A2A purtroppo non puo’ essere considerato scientificamente rilevante per la valutazione corretta dell’impatto di tale maxi impianto, dal momento che non ha minimamente considerato i parametri oggi riconosciuti scientificamente rilevanti».Continua a leggere su Il Corriere del Mezzogiorno

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