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28 agosto 2016

Europa, 20 mila morti da carbone. In Francia c'e' in studio la Carbon tax

Tratto da Giornalistinell'erba

Europa, 20 mila morti da carbone. In Francia arriva la Carbon tax

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Parigi sferza il suo attacco al cambiamento climatico. Nella Francia del post Cop21 tra il ventaglio di idee per fronteggiare gli impegni presi al tavolo della Ville Lumière c’è allo studio la “Carbon tax”.
Le centrali a carbone dovranno pagare 20-30 euro a ogni tonnellata di anidride carbonica emessa per arrivare ad una quota di 50 euro nel 2030. Questo è il tributo che tenterà di incentivare le fonti rinnovabili o le centrali a metano (che rispetto al carbone producono meno gas serra). Nel mirino ci sono ben 4 impianti che forniscono energia per 3.000 megawatt complessivi.
Il piano anticarbonio è quanto emerge da un rapporto lungo più di 100 pagine, nato dal dialogo tra il ministro francese,Ségolène Royal, con Pascal Canfin, direttore generale del WWF francese, Alain Grandjean, economista e Gérard Mestrallet, presidente di Engie.
Non c’è più tempo per la compravendita delle “quote di CO2”. Per restare nei 2° C bisogna fare di più, bisogna ridurre le emissioni climalteranti. La soluzione francese punta a questa direzione.
Ad oggi i paesi che hanno adottato una ecotassa simile sono Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Olanda e Irlanda. Dall’altra parte delle Alpi, l’Italia del post Cop21 non sembra, invece, tanto in prima linea nella battaglia al Global warming. “Manca un risveglio civile dell’opinione pubblica” sostengono Ferraris e Bompan, nel loro ebook “Il mondo dopo Parigi”.
Eppure la situazione è gravissima. Sono ben 22.900 le morti premature in tutta Europa, vittime degli effetti transfrontalieri delle polveri delle centrali a carbone. La spesa sanitaria relativa a malattie imputabili a questa fonte fossile ammonta a 62,3 miliardi di euro. Per fare un paragone, le vittime ogni anno della strada sono 26 mila.
Si tratta di numeri allarmanti che sono stati pubblicati nel rapporto “Europe’s Dark Cloud” frutto del lavoro di un gruppo di Ong green, tra le quali spicca il Wwf, Can (Climate Action Network),Heal (Health Environment Alliance) e Sandbag. Lo studio fa riferimento all’inquinamento prodotto dalle 257 delle 280 centrali a carbone attive nell’Ue nel 2013.
La bandiera nera assegnata sulla base degli impianti più nocivi spetta a Polonia, Germania, Romania, Bulgaria e Regno Unito. Mentre tra i paesi vittime, che subiscono di più le conseguenze della “nuvola oscura”, ci sono la stessa Germania (3630 morti premature tra inquinamento interno ed esterno), l’Italia (1610), la Francia (1380), la Grecia (1050) e l’Ungheria (700).

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