Centrali e conflitti (anche di interesse) |
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Una locandina di stamane grida: "GLI INDUSTRIALI STRINGONO I TEMPI PER LA CENTRALE". Lo facciano. E' loro interesse (soprattutto). Solo che se il loro Presidente è direttamente interessato nelle opere che reclama, l'idea pur vaga di un imbarazzante conflitto di interessi appare più che legittima.
Riportiamo perciò il passaggio di una delle interviste pubblicate oggi, tratto da Il Secolo XIX: "Aztori: "(…) non perdiamo altro tempo, rischiamo di perdere un'occasione. Di solito tanti parlano di grandi progetti, non ma si sa dove trovare i soldi. Qui invece abbiamo un'azienda pronta a tirare fuori 800 milioni di euro e facciamo discorsi come i temi di scuola."
Non si capisce a quali strani "temi di scuola" si faccia riferimento. Si capisce bene, invece, che se un'azienda mette sul tavolo 800 milioni di euro per continuare a bruciare carbone, il tutto rende. Anzi, rende benone, visti fatturati e utili di Tirreno Power, che riteniamo non stia facendo grossi sacrifici per mantenere un livello occupazionale di meno di 300 persone, la metà rispetto a quello di un passato abbastanza recente, come ben sappiamo.
Più potenza = più lavoro ?! Per favore.
Forse è questo il temino, ma lo si scriveva negli anni '70 alle scuole dell'obbligo.
Poi si parla di "POLO DELL'ENERGIA"… Cos'è?
Certo, la parola "Polo", un po' come "eccellenza", "riqualificazione" è di moda e funziona, pur facendo tremare le vene ai polsi. Temiamo consista, stringi stringi, nella solita vecchia centrale termoelettrica. Certo, con le aziende che le fanno manutenzione (come la DEMONT, la BOVERO etc.) e una mezza facoltà che studia la combustione dentro vecchi hangar militari in zona esondabile, alle porte di Savona. Gran polo, con la menta intorno.
Nei fatti, dopo 40 anni, però, del promesso teleriscaldamento, neppure l'ombra. Costa meno rovesciare in mare acqua calda.
Ma torniamo a noi.
Per altrettanta completezza è utile notare un dettaglio assai meno divulgato dai giornali di quest'oggi: Fabio Aztori, attuale presidente della locale Unione Industriali, è anche amministratore delegato della DEMONT SPA il cui presidente è tale Aldo Dellepiane, figura non esattamente marginale nell'intricato gioco ILVA > OMSAV > ORSA 2000 > Crescent & co, come ampiamente documentato da Bruno Lugaro nel suo libro "Il Fallimento perfetto".
L'azienda della famiglia Dellepiane, di stanza a Millesimo e diretta dallo stesso AZTORI,
è particolarmente attiva in zona con un cliente ex Enel che, guardacaso, si chiama proprio Tirreno Power.
FIDIA (Gruppo DEMONT), ad esempio, oltre a costruire l'indispensabile Crescent (dopo averlo fortissimamente voluto) lavora dal 2008 alla ristrutturazione della ex palazzina uffici di Tirreno Power. Sempre dal 2008 sta curando "Realizzazione nuova piazzola e muri di contenimento REI 120 per trasformatore 2T1 a servizio del gruppo 3 della centrale termoelettrica". Sempre per Tirreno Power
LA DEMONT invece per Tirreno Power si occupa della "Fornitura ed installazione di 4 preriscaldatori acqua di alimento ad alta pressione" per le unità esistenti a metano e a carbone, ma anche del "Progetto ed installazione di sistema separazione polveri (2008 - 2011)" Tra il 2005 ed il 2007 si prese cura del "Montaggio di n° 2 unità a ciclo combinato da 400 MW". Commesse importanti.
Certo, quella di Aztori non sarà una posizione minimamente interessata, pur lui essendo, oltre che amministratore delegato del gruppo Demont anche responsabile operativo proprio del settore caldaie dell'Azienda, che se tecnologia non inganna, rappresentano guardacaso il cuore di ogni impianto termoelettrico, incluso quello di Vado Ligure. Se la caldaia è il cuore le turbine ne sono il motore, e anche lì - manco a dirlo - DEMONT dice la sua, e alla grande.
Dall'apposita brochure in pdf che scarichiamo dal sito www.demont.it (dal quale sono tratte tutte le info di cui sopra) troviamo in prima pagina, e riportiamo:
" > Costruzione di più di 35 x 400 MW impianti CCGT nell’ultimo decennio: Turbogas, GVR, Turbine a Vapore, BOP.
> Costruzione di n° 3 x 660 MW e n° 4 x 320 MW impianti DeSox per unità coal fire.
> Costruzione di n° 8 impianti a biomassa (incluso flue gas treatment).
> Costruzione di più di 200 km di rete interrata per teleriscaldamento.
> Fornitura di vari componenti ausiliari (rigenerative e “no leakage” Gas Gas Heaters, condotte flue gas, scambiatori di calore, parti in pressione etc.)
> Fornitore EPC di impianti di energia completi. Revamping pesante di impianti esistenti."
Nello specifico vengono riportate altre opere per la centrale a carbone di Torrevaldaliga - Nord (che fu bloccata alcuni mesi or sono dopo la morte di un addetto alla manutenzione) compresa la fornitura di tre gruppi a carbone "ultrasupercritici", gli stessi che vorrebbe installare Tirreno Power a Vado Ligure nell'ambìto progetto di ampliamento, per intenderci. Il tutto chiavi in mano, noleggio gru incluse.
Diventerebbe lungo elencare gli innumerevoli rapporti del Gruppo Demont con l'immancabile ANSALDO Energia, che la centrale di Vado (ENEL) ha praticamente costruito di sana pianta, inclusi i gruppi con anno di fabbricazione cancellato ed i filtri desolforatori per i quali finirono in cella Lorenzo PANZAVOLTA, poi condannato per associazione mafiosa (Corte di Cassazione, 2007) e Pirmo GREGANTI che patteggiò una pena di tre anni, confermata in Cassazione nel marzo 2002)
Aldilà del conflitto di interessi che francamente suggerirebbe maggior distacco, visto che DEMONT progetta e vende anche "ottimi" impianti a METANO a ciclo combinato, spiacerebbe al Presidente Aztori (DEMONT) suggerire al compagno di banco Cons. Giovanni GOSIO (Tirreno Power) l'adozione di questi bei prodottini a gas e la pacata demolizione delle ottocentesche ciminiere a carbone dato che oggi dichiara tra l'altro
FIDIA (Gruppo DEMONT), ad esempio, oltre a costruire l'indispensabile Crescent (dopo averlo fortissimamente voluto) lavora dal 2008 alla ristrutturazione della ex palazzina uffici di Tirreno Power. Sempre dal 2008 sta curando "Realizzazione nuova piazzola e muri di contenimento REI 120 per trasformatore 2T1 a servizio del gruppo 3 della centrale termoelettrica". Sempre per Tirreno Power
LA DEMONT invece per Tirreno Power si occupa della "Fornitura ed installazione di 4 preriscaldatori acqua di alimento ad alta pressione" per le unità esistenti a metano e a carbone, ma anche del "Progetto ed installazione di sistema separazione polveri (2008 - 2011)" Tra il 2005 ed il 2007 si prese cura del "Montaggio di n° 2 unità a ciclo combinato da 400 MW". Commesse importanti.
Certo, quella di Aztori non sarà una posizione minimamente interessata, pur lui essendo, oltre che amministratore delegato del gruppo Demont anche responsabile operativo proprio del settore caldaie dell'Azienda, che se tecnologia non inganna, rappresentano guardacaso il cuore di ogni impianto termoelettrico, incluso quello di Vado Ligure. Se la caldaia è il cuore le turbine ne sono il motore, e anche lì - manco a dirlo - DEMONT dice la sua, e alla grande.
Dall'apposita brochure in pdf che scarichiamo dal sito www.demont.it (dal quale sono tratte tutte le info di cui sopra) troviamo in prima pagina, e riportiamo:
" > Costruzione di più di 35 x 400 MW impianti CCGT nell’ultimo decennio: Turbogas, GVR, Turbine a Vapore, BOP.
> Costruzione di n° 3 x 660 MW e n° 4 x 320 MW impianti DeSox per unità coal fire.
> Costruzione di n° 8 impianti a biomassa (incluso flue gas treatment).
> Costruzione di più di 200 km di rete interrata per teleriscaldamento.
> Fornitura di vari componenti ausiliari (rigenerative e “no leakage” Gas Gas Heaters, condotte flue gas, scambiatori di calore, parti in pressione etc.)
> Fornitore EPC di impianti di energia completi. Revamping pesante di impianti esistenti."
Nello specifico vengono riportate altre opere per la centrale a carbone di Torrevaldaliga - Nord (che fu bloccata alcuni mesi or sono dopo la morte di un addetto alla manutenzione) compresa la fornitura di tre gruppi a carbone "ultrasupercritici", gli stessi che vorrebbe installare Tirreno Power a Vado Ligure nell'ambìto progetto di ampliamento, per intenderci. Il tutto chiavi in mano, noleggio gru incluse.
Diventerebbe lungo elencare gli innumerevoli rapporti del Gruppo Demont con l'immancabile ANSALDO Energia, che la centrale di Vado (ENEL) ha praticamente costruito di sana pianta, inclusi i gruppi con anno di fabbricazione cancellato ed i filtri desolforatori per i quali finirono in cella Lorenzo PANZAVOLTA, poi condannato per associazione mafiosa (Corte di Cassazione, 2007) e Pirmo GREGANTI che patteggiò una pena di tre anni, confermata in Cassazione nel marzo 2002)
Aldilà del conflitto di interessi che francamente suggerirebbe maggior distacco, visto che DEMONT progetta e vende anche "ottimi" impianti a METANO a ciclo combinato, spiacerebbe al Presidente Aztori (DEMONT) suggerire al compagno di banco Cons. Giovanni GOSIO (Tirreno Power) l'adozione di questi bei prodottini a gas e la pacata demolizione delle ottocentesche ciminiere a carbone dato che oggi dichiara tra l'altro
"NON VOLER BARATTARE IL LAVORO CON LA SALUTE"?
Sentitamente
Mario Molinari
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Tratto dal Blog del Comitato per Taranto
Cerano, un concerto inquinante
La sentiamo respirare. Il suo affanno umido scandisce la nostra vita e mette paura. Il suo alito pesante e acre ci graffia il collo mentre si insinua pericoloso nei nostri polmoni. Sto parlan do della Centrale Termoelettrica “Federico II” che sorge a Cerano in provincia di Brindisi, che si nutre di almeno 8 milioni di tonnellate l’anno di carbone, producendo una grande quantità di energia, di lutto e di dolori.
E’ possibile ammirare l’ecomostro da diverse angolazioni, anche quando si esce in barca nel porto di Brindisi. Il mare è bellissimo: da un lato si scorgono i palazzi storici della città e dall’altra parte, seguendo con lo sguardo la costa, quando questa man mano diventa una sottile lingua secca di terra, compare Lei, la “fabbrica di Cerano”, come la chiamiamo noi del post
o. È lì, immobile. Sembra quasi un disegno.
Da piccola, guardavo incuriosita quella ciminiera bianca e rossa. Mi incuriosiva la sua immobilità e quell’atmosfera irreale che la circondava, sembrava un mondo incantato. Non mi spiegavo cosa fosse quello sbuffo giallognolo-grigiastro disegnato proprio in cima alla ciminiera. Un pennacchio che non si muoveva nemmeno se c’era vento e non mi spiegavo da dove provenisse quella leggera foschia che avvolgeva perennemente tutto quel misterioso paesaggio.
Non sapevo che quella specie di sigaretta colorata, sarebbe stata, a distanza di anni, la condanna a morte di tanti uomini e di tante donne.A Brindisi (come a Lecce e a Taranto) è facilissimo ammalarsi e riscontri scientifici inoppugnabili evidenziano il triste primato salentino a proposito dell’incidenza da primato delle neoplasie certificate dal Registro tumori.
Enel, che si presenta come “un’azienda attenta al territorio, offrendo occasioni socio-culturali aperte al grande pubblico”, ha organizzato per domani, 7 agosto, proprio all’interno della Centrale Termoelettrica Federico II, un concerto con Simone Cristicchi e Irene Grandi dal titolo “Eventi Culturali”. Cristicchi, spinto da un’etica ecologista e dalle sollecitazioni degli ambientalisti, ha revocato la sua partecipazione al concerto; Irene Grandi, invece, ci sarà e sarà affiancata dalla signora della musica italiana, Patty Pravo (che sarà lì, triste ma vero, per sostituire Cristicchi).
ItaliaNostra onlus subito dopo aver saputo del concerto, ha presentato una diffida al Prefetto di Brindisi, denunciando Enel di voler rappresentare una manifestazione canora in un’area non idonea e anzi pericolosa (*).
Paola AttanasioIo, domani, al concerto ci sarò, insieme a tanti altri, armata di mascherina anti smog e fischietto, e non certo per ascoltare musica! I miei polmoni, una volta tanto, complice il fischietto, restituiranno ad Enel tutto il male, tutto il veleno e tutto il carbone che, giorno dopo giorno, si impossessa delle nostre vite.Saremo lì per far sapere che nessuno, tanto meno Enel, comprerà la nostra complicità, organizzando una bella serata e facendoci ascoltare un po’ di bella musica.
Tratto da Brundisium Concerto Enel: si protesta al suono delle vuvuzelas |
Gli attivisti di "No al carbone" di Brindisi ci riprovano.....
Per gli organizzatori della protesta "un concerto all'interno della centrale a carbone è un insulto alla dignità di chi a causa del carbone di è ammalato". Pertanto "manifestiamo il nostro dissenso verso queste ignobili armi di distrazioni messe in atto da Enel".
Leggi l'articolo integrale
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Tratto da Savona e Ponente
Sogliole al mercurio a Civitavecchia: e da noi? Facciamo analizzare il nostro pesce?
di VALERIA ROSSI– Un rapporto di Greenpeace lancia l’allarme “sogliole tossiche”: in 31 esemplari prelevati a Civitavecchia, Viareggio, Livorno, Lerici e Genova sono stati trovati metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e bisfenolo A, spesso oltre il limite consentito dalla legge.
In particolare è risultato preoccupante il dato relativo al mercurio, che superava i limiti di legge nel 25% dei campioni (7 esemplari su 31). La concentrazione piu’ alta di mercurio – riferisce Greenpeace – e’ stata registrata in un campione pescato al largo di Civitavecchia: 10 volte il massimo consentito dalla legge.
E cosa abbiamo di bello a Civitavecchia? Sì, proprio una centrale a carbone!
....Come a Savona.
E cosa abbiamo di bello a Civitavecchia? Sì, proprio una centrale a carbone!
....Come a Savona.
Come a La Spezia, dove in un campione è stata trovata una concentrazione di benzo(a)pirene, un potente cancerogeno, che superava del doppio i limiti di legge.
Solo i campioni genovesi sono risultati “vicini al limite di legge”, anche se bisogna sottolineare, come sempre, che è già piuttosto aberrante che esistano “limiti di legge” entro i quali sembra normale consumare piombo, mercurio, benzene e affini.
Sia quindi ben chiaro che questi limiti rientrano nel calcolo delle vite umane che, secondo il potere politico e industriale, è “normale” mettere in gioco per tutelare i propri interessi.
Solo i campioni genovesi sono risultati “vicini al limite di legge”, anche se bisogna sottolineare, come sempre, che è già piuttosto aberrante che esistano “limiti di legge” entro i quali sembra normale consumare piombo, mercurio, benzene e affini.
Sia quindi ben chiaro che questi limiti rientrano nel calcolo delle vite umane che, secondo il potere politico e industriale, è “normale” mettere in gioco per tutelare i propri interessi.
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