Tratto da Peacelink
Diossina, nuove analisi a Taranto su alimenti di largo consumo
Diossina, nuove analisi a Taranto su alimenti di largo consumo
Diossina, il veleno più insidioso della civiltà delle macchine
Interferisce con le attività delle cellule e ha effetti letali. Non è eliminabile, si accumula e provoca danni incurabili. Molti procedimenti industriali producono diossine, il controllo è costoso e spesso viene bypassato
Chimicamente, le diossine sono sostanze la cui molecola è formata da un anello di atomi di ossigeno, idrogeno e carbonio alle cui valenze libere si agganciano atomi di altri elementi, dando luogo a una vasta classe di composti, alcune centinaia. Gran parte di questi composti presentano altissimi effetti di tossicità per l'uomo, gli animali e i vegetali, tanto che le diossine sono considerate fra le sostanze più pericolose tra quelle prodotte dal genere umano (ma non bisogna dimenticare che si producono anche in natura). La loro pericolosità deriva dal fatto che interferiscono con le attività delle cellule, provocando effetti letali sulla vitalità delle cellule stesse. Questo effetto può tradursi in malattie organiche degenerative gravissime e di difficilissima terapia, e può dar luogo all'insorgere di una vasta serie di tumori. Sul grado di cancerogenità delle diossine gli studi non sono tutti d'accordo, ma è ormai accettato che possano dar luogo a varie forme neoplasia.
L'insidiosità delle diossine (bisogna usare il plurale perché non è un solo composto, ma una vasta serie di composti) è accresciuta dal fatto che non sono metabolizzabili. Si depositano cioè nell'organismo e con molta difficoltà le loro molecole possono essere scisse e neutralizzate. Sono sostanze poco volatili, quindi si depositano nel terreno e lo contaminano permanentemente. La pioggia non le lava, perché in acqua non sono solubili; sono però in certa misura solubili nei grassi, e tendono quindi ad accumularsi nei tessuti viventi. Poiché non sono biodegradabili, se entrano nella catena alimentare vi permangono: gli erbivori che mangiano erba contaminata accumulano quantità sempre maggiori di diossine nel corpo, e chi mangia gli erbivori riceve le molecole tossiche che questi avevano assunto.
Da quando, negli anni Settanta, la pericolosità delle diossine divenne di dominio pubblico, l'industria ha aumentato i controlli e le istituzioni hanno emanato regole severe per limitare per quanto possibile il rischio. Il problema è che arrivare a zero tossicità è impossibile se non rinunciando alla civiltà delle macchine. Le diossine sono sottoprodotti della combustione, e si generano ogni volta che si brucia qualcosa o si fanno lavorazioni a caldo. Le industrie si sono dotate di strumenti per tenere sotto controllo la contaminazione, intrappolando le diossine prima che si disperdano con i fumi delle combustioni e distruggendo quelle prodotte (un procedimento complesso e costoso). Ma un sempre maggiore numero di procedimenti industriali, inevitabilmente, produce diossine. Lo fanno anche gliinceneritori di rifiuti, che così, se non sono gestiti con normative severe, invece di risolvere un problema di inquinamento ambientale, ne producono uno ancora più grave.
A questi fattori di rischio bisogna aggiungerne un altro, forse il più pericoloso: l'avidità umana. Tutti i procedimenti noti per il controllo e il trattamento delle diossine sono costosi, e fanno lievitare in alto i costi di produzione. Forte è la tentazione di chiudere un occhio, specie dove corruzione e criminalità fanno allentare i controlli. Il caso della diossina ritrovata in uova e carni suine provenienti dalla Germania non è il primo del genere. Non si hanno ancora notizie relative alle indagini che dovranno accertare la provenienza degli agenti tossici negli animali, ma in casi analoghi si è scoperto che all'origine vi erano mangimi provenienti da paesi (in genere dell'est europeo) prodotti con vegetali contaminati perché cresciuti in zone prossime a fabbriche senza controlli. In altri casi, è emerso che per la lavorazione dei prodotti alimentari venivano usate, per risparmiare, sostanze (olii, soprattutto) non di origine naturale, ma derivanti da scarti di lavorazioni industriali contaminati. (Apcom)
Gli inceneritori uccidono!
Gli inceneritori uccidono, il MoVimento 5 Stelle uccide gli inceneritori.
Dal MoVimento 5 Stelle :
"Vittoria del Movimento 5 Stelle Emilia Romagna, dei comitati cittadini, delle persone che tengono alla propria salute.. Dopo un'interrogazione alla Giunta Regionale la centrale a biomasse a Toano non si farà... disponibilità della Regione a reindirizzare i 3,3 milioni destinati verso nuove tecnologie... continua"
"Sul progetto dell'inceneritore di Parma arriva il colpo da ko del Movimento 5 Stelle Emilia Romagna. Una risoluzione depositata dal consigliere Favia studiata con tecnici di valore internazionale nel campo della gestione rifiuti. La risoluzione mette in campo le alternative citando le normative nazionali ed europee.. Vedremo si i partiti, da Idv a SEL-Verdi, al Pdl che a parole iniziano a contestare l'impianto saranno coerenti e voteranno questa risoluzione... continua".
"Grazie al duro lavoro del Comitato No Inceneritori, sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle, il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi presentati contro la costruzione dell'inceneritore di Albano Laziale... continua"
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