Brindisi: Edipower,gravi accuse del Pm agli imputati nel giudizio per il carbonile
28/05/2011
Gravi responsabilita' per danni ambientali sarebbero emerse a carico dei dirigenti dell'Edipower nel corso del giudizio penale che si sta tenendo presso il Tribunale di Brindisi a proposito del sequestro del carbonile che fu effetttuato dalla magistratura brindisina alla azienda in questione.
Nel corso dell'udienza di ieri il magistrato inquirente ha allargato le imputazioni agli imputati attribuendo loro anche l'inquinamento della falda a causa della mancata costruzione di un manto di protezione per il carbonile che avrebbe, secondo l'assunto dell'accusa, causato nel corso degli anni di utilizzo un versamento di percolato frutto del contatto con il carbone dell'acqua che si e'versata sia per effetto delle precipitazioni atmosferiche sia per l'utilizzo di innaffiature per rendere piu' facile il trasferimento del combustile dal deposito fino ai gruppi della centrale .
Insomma se sara' provata una tale circostanza nel corso della causa ,si dimostrera' che uno dei fattori che hanno causato problemi alla nostra falda e' anche quello, con la conseguenza che si potra' anche quantizzare il danno ambientale al nostro territorio. Ma cio' che appare strano che in questo processo non si siano costituiti contro Edipower gli enti locali e neppure le associazioni ambientaliste.
Non parliamo poi del Ministero dell'ambiente! Ma l'intera vicenda dell'Edipower appare al limite del surreale:... si tace sulla causa in corso allo stesso Tribunale contro Edipower, che potrebbe provare un danno ambientale costante e gravissimo, gia' avvenuto sul nostro territorio.Nessuno scandalo per quanto successo ,nessuno ricorso in quella sede per ottenere risarcimento dei danni subito dalla nostra falda, nessuna reazione quando c'e' stata la conferenza dei servizi che ha sancito la prosecuzione dell'attivita' di quell'azienda senza alcun sistema di protezione per l'utilizzo del carbone ,malgrado si trovi a pochi metri dal centro della citta',nessuna reazione quando ottenuta la Via per il ciclo combinato quell'azienda pubblicamente disse che rinunciava a quel progetto.
Insomma ma che ci ha fatto questa Edipower che puo' fare tutto cio' che vuole, non rispettare una convenzione, tutt' ora vigente secondo il Consiglio di stato, ottenere il permesso per continuare ad esercire con il carbone ,chiedere di costruire il nuovo carbonile, ottenere il permeso Aia, senza che nessuna delle nostre istituzioni faccia un qualsiasi atto per contestare i tanti comportamenti inspiegabili di quell'azienda?
Si dira' c'e' di mezzo il lavoro, gia'....ma non e' altrettanto importante la tutela della salute dei cittadini?
Ci chiediamo se dovesse essere provato in giudizio che vi sono state responsabilita' per l'inquinamento della falda,l'atteggiamento delle nostre istituzioni continuera' ad essere cosi' “disponibile e morbido”?
Chi paga per il danno ambientale ,ove dovesse essere provato cio' che il Pm ha ipotizzato in corso di causa?
Come mai nessuno ne parla?
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Processo all’ex carbonile Edipower, il pm aggiunge nuove accuse
BRINDISI –.......Intanto, il Comune di Brindisi, per mezzo dell’avvocato Daniela Faggiano, ha chiesto e ottenuto la costituzione di parte civile, presentando il conto alle aziende coinvolte nel processo.
Una richiesta risarcitoria pari a cinque milioni di euro, parte dei quali sono già stati versati, ma dalla sola Enel. Il legale di parte civile ha ottenuto infatti il versamento da parte del colosso elettrico di un milione e quattrocentomila euro, per la realizzazione di un parco, un polmone verde, a ristoro parziale dei danni subiti a causa del carbonile scoperto.
RICORDAVAMO : IL CARBONILE ALL'APERTO di TIRRENO POWER E' DA ANNI A POCHE CENTINAIA DI METRI DALLE CASE DI VADO L. E DI VALLEGGIA
MA ALLA LUCE DI QUANTO EMERSO A BRINDISI ......E'ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE FAR CONOSCERE AI CITTADINI SE SONO STATI FATTI CONTROLLI E VERIFICHE SULLA IMPERMEABILIZZAZIONE DEL DEPOSITO CARBONILE DELLA CENTRALE DI VADO -QUILIANO E SULLE ACQUE DI FALDA SOTTOSTANTI.
CIRCA 300.000 METRI CUBI"
Guardate il video girato da un cittadino su un treno in transito lungo la linea GENOVA VENTIMIGLIA che a Valleggia per un tratto,prima di entrare in galleria, fiancheggia il carbonile scoperto..
" Il Molto Interessante Video Relativo al Carbonile di Tarquinia "
Sicuramente vi sono parecchie problematiche in comune con il nostro territorio.....
PER CONCLUDERE .....AGGIUNGIAMO UNA CARTINA della Liguria che non ha bisogno di commenti.
I lavoratori sono esposti a sostanze cancerogene e le istituzioni hanno l’obbligo e il dovere di tutelare la loro Salute
E' di ieri la notizia che La Procura indaga i vertici Ilva ed ex Italsider per concorso nell'omicidio colposo di 15 dipendenti morti a causa delle emissioni cancerogene provenienti dagli impianti.
Sono 30 i presunti responsabili di una lunga serie di omissioni e violazioni che avrebbero determinato, favorito, prodotto malattie professionali e successivamente decessi.
Sorge spontaneo un dubbio: ma i lavoratori che attualmente continuano a lavorare nel ciclo produttivo dell'Ilva sono esenti dall'ammalarsi e dal morire a causa di sostanze altamente cancerogene che fuoriescono dagli impianti?
Oltre 10 giorni fa questo Comitato in una conferenza stampa poneva alle Istituzioni, tra le altre richieste, quella della tutela del lavoratore, in particolare di coloro che sono nel ciclo più pericoloso per la salute. Con forza noi ribadiamo la necessità che si faccia subito chiarezza sul reale stato di salubrità degli impianti, sulla reale possibilità che altri lavoratori possano continuare ad ammalarsi e a morire, e sull'obbligo di legge che prevede l'informazione al lavoratore esposto sui rischi alla salute.
Questo non è allarmismo come taluni in modo superficiale e arrogante osano dire, i dati lo dimostrano, le sentenze della procura lo attestano: nell' Ilva si muore e si muore maggiormente che in altre Industrie presenti sul territorio.Sullo stimolo della notizia riportata ieri, ribadiamo la nostra richiesta che le istituzioni facciano luce su tutto ciò
Non è tempo di aspettare, non è più tempo di "annunci".
I lavoratori sono esposti a sostanze cancerogene e le istituzioni hanno l'obbligo e il dovere di tutelare la loro Salute.
Chiediamo con forza tutto ciò, perchè ancora una volta quei 15 operai morti non sono dei "numeri" ma persone che avrebbero potuto e voluto vivere e dietro di loro ci sono mogli, figli, madri che piangono ancora.
Informiamo che qualora, nell' arco di pochissimo tempo, le Istituzioni preposte alla tutela del lavoratore non verifichino tutto ciò, e non accertino la regolare compilazione del registro degli Esposti da parte del datore di Lavoro, in questo caso dell'Ilva, noi del Comitato Donne per Taranto ci rivolgeremo non solo alla Magistratura ma anche alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, per denunciare chi impunemente continua a uccidere e tutti coloro che non adempiono al loro dovere di tutela della Salute e della Vita.
Il Comitato Donne per Taranto alzerà il tiro come promesso in Conferenza Stampa, perchè la Tutela della Salute sia anteposta ad ogni cosa.
LEGGETE SU BRINDISI TVLO STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE BRINDISINA
E ......I PROGRAMMI DI SVILUPPO
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CARBONE E DINTORNI
di Federico Gozzi
Le centrali a carbone in Italia In Italia, ad oggi, esistono 13 centrali a carbone sparse in 8 regioni e ben 3 di queste 13 hanno sede nella nostra regione, la Liguria: una a La Spezia, una a Genova (che fra cinque anni verrà dismessa) ed una a Quiliano-Vado, in assoluto l'impianto più grande di tutto il nord-Italia e, purtroppo, quasi unico nel suo genere, costruito in pieno centro abitato: una vera e propria centrale in città.
Tirreno Power
Nasce a seguito della liberalizzazione del mercato italiano ed è oggi uno dei principali produttori di energia elettrica del paese, presente sul territorio nazionale con le centrali termoelettriche di Torrevaldaliga (Civitavecchia), Vado-Quiliano e Napoli.
Semplicemente produrre energia col carbone anche se inquina molto molto di più, costa di meno e quindi comporta maggiori profitti.
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