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23 agosto 2011

“Fermare la costruzione del nuovo gruppo da 460 Mw in attesa degli esiti dell’inchiesta della magistratura”


Tratto da Uomini Liberi


e Savona News






La proposta di Greenpeace, Legambiente, Medicina Democratica, Wwf
in merito all'ampliamento della centrale Tirreno Power di Vado Ligure
“Fermare la costruzione del nuovo gruppo da 460 Mw in attesa degli esiti dell’inchiesta della magistratura”

Recentemente è stato approvato il progetto di ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power di Savona, che secondo i parametri dello studio Externe dell’Unione Europea porterebbe danni all’ambiente per 140 milioni all’anno, pesantissimi danni alla salute dei cittadini, alle attività turistiche, all’agricoltura, così come accaduto nelle altre città dove erano dislocate centrali a carbone.
Sono rimaste inascoltate le grida d’allarme lanciate da medici, scienziati e oncologi di fama internazionale, dai medici per l’ambiente, dall’Ordine dei Medici, dalle associazioni ambientaliste.

Il progetto peraltro è stato portato avanti da azienda, Ministeri e Regione anche al costo di aver creato una grave frattura con il territorio, dato che non tiene conto della contrarietà della popolazione savonese e di tutti i Sindaci dei 18 Comuni interessati, contrari all’ampliamento.

Un progetto propagandato come una ‘contropartita necessaria’ per indurre l’azienda ad effettuare quegli interventi di miglioramento per gli impianti esistenti che invece sono richiesti per legge dalla normativa IPPC.

L’azienda, per ottemperare ai suoi obblighi di legge, ha quindi chiesto in cambio una pesantissima e inaccettabile contropartita in termini di futuri danni ambientali e sanitari.

Le associazioni regionali impegnate nella tutela dell’ambiente e della salute, Wwf, Legambiente, Greenpeace, Medicina Democratica, benché da sempre fermamente contrarie al progetto di ampliamento della centrale e a ogni ipotesi di politica energetica che preveda l’uso del carbone, chiedono una moratoria:

“Fermare la costruzione del nuovo gruppo da 460Mw in attesa degli esiti dell’inchiesta della magistratura”

Questo rappresenta un criterio cautelativo, ovvero si chiede di sospendere il potenziamento perché sono troppe le documentazioni scientifiche locali, nazionali e internazionali sui danni alla salute e sui tassi di mortalità prematura legati alla centrale termoelettrica di Savona, con le aggravanti di essere una 'centrale di città', ovvero dislocata in un centro densamente abitato, e in un'area pesantemente già sottoposta a 40 anni di inquinamento industriale.

In tutta la provincia di Savona (con dati che peggiorano quanto più ci si avvicina alla centrale) diversi tumori e altre patologie vascolari, aumentano drammaticamente rispetto alla media nazionale (in particolare i tumori al polmone, vescica e laringe, le patologie cardiovascolari come infarti, emorragie cerebrali, ictus). Ricordiamo che in provincia di Savona in 16 anni sono avvenuti 1.356 decessi in più fra i maschi e 1.308 in più fra le femmine rispetto all’atteso, in base ai tassi standardizzati di mortalità della Liguria (vedi documento che ha allegato l'Ordine dei Medici).

A titolo di esempio, i dati sulla mortalità maschile per tumore ai polmoni all'anno su 100.000 abitanti sono drammatici: in Italia 54, a Savona 97, a Vado Ligure 112 (ovvero il doppio).

Inoltre l’aumento delle emissioni di CO2 previste andrebbero contro gli importantissimi accordi presi dall’Italia nel protocollo di Kyoto. Il carbone rappresenta la prima minaccia per l’equilibrio climatico mondiale: oltre un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono all’uso di carbone. La battaglia per salvare il Pianeta dalla crisi climatica è dunque una battaglia contro il carbone.

Ogni nuova centrale a carbone o ogni ampliamento è un atto criminale contro la sopravvivenza della vita stessa sul Pianeta. Ricordiamo che, contrariamente a quanto propagandato, anche i gruppi energetici di nuova generazione che si vogliono installare non sono in grado di trattenere le polveri ultrafini e la CO2.

E’ innegabile quindi che l’aumento di potenza con nuovi gruppi a carbone porterebbe nei 50 anni di funzionamento elevatissimi incrementi dei livelli di inquinamento in termini di polveri sottili e di CO2, e non una loro riduzione.
La proposta di sospendere cautelativamente l’inizio dei lavori del nuovo gruppo (senza interrompere il resto del progetto: attivazione immediata della procedura di AIA dovuta da anni per legge, copertura del carbonile, osservatorio sulla qualità dell’aria, ecc) è ispirato a un principio di prudenza, invocato peraltro in queste settimane anche dalla Curia savonese(Qui), la quale in un ampio editoriale del suo giornale si chiede anche perché “le indagini ambientali” vengono gestite “contestualmente all’ampliamento, e non prima, come logica e prudenza vorrebbero”.

La Magistratura savonese in questi mesi sta lavorando in modo intenso sul problema, coadiuvata come periti non più solo da tecnici, ma anche (una delle prime volte in Italia) da Medici ambientali, peraltro molto esperti e rinomati a livello nazionale.
I Magistrati hanno aperto due filoni di inchiesta per danni all’ambiente e alle persone, ipotizzando il gravissimo reato di omicidio colposo plurimo, e anche le cronache giornalistiche riportano come siano ‘determinatissimi’ a giungere a una conclusione, in tempi più brevi del previsto.

L’indagine della Magistratura, infatti, potrebbe finalmente fornire alla comunità savonese una seria indagine epidemiologica, dopo che precedenti ricerche sulla salute del territorio avevano fornito dati sostanzialmente non omogenei o non attendibili, nonché una indagine ambientale che indichi quale è lo stato di degrado delle zone più esposte alle ricadute degli agenti tossico nocivi e cancerogeni prodotti dalla combustione del carbone per anni.

Dall’altra parte, sempre per un criterio precauzionale, ricordiamo invece come sette componenti della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Ministero dell'Ambiente(qui) che ha dato parere positivo all’ampliamento della centrale di Vado Ligure, sono stati recentemente indagati dalla Procura della Repubblica di Rovigo per un’analoga pratica di valutazione per la centrale di Porto Tolle, proprio in merito alle gravi sottostime dell'impatto della combustione del carbone sulla comunità esposta.

In sintesi, di fronte a una situazione così grave (dati allarmanti in termini di mortalità, alti livelli di inquinamento di aria, acqua e terreno, contrarietà al progetto del territorio e degli enti locali, indagini della Magistratura in corso con gravissime ipotesi di reato) chiediamo agli organi competenti, alla Regione, ai partiti, alle associazioni e soprattutto ai cittadini dell’intera provincia di promuovere e sostenere quantomeno questa moratoria precauzionale, ovvero a sospendere la costruzione del nuovo gruppo da 460Mw in attesa dell’esito dell’inchiesta giudiziaria.

Il Presidente WWF Sezione Liguria
Marco Piombo

Il Presidente Regionale Legambiente
Stefano Sarti

Responsabile Campagna Clima/Energia di Greenpeace Italia
Andrea Boraschi

Referente Provinciale Medicina Democratica
Maurizio Loschi

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