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03 ottobre 2011

L’INCUBO CARBONE :Savona una tra le principali “capitali del carbone”.

Tratto da Trucioli Savonesi
L’INCUBO CARBONE
Savona una tra le principali “capitali del carbone”.
di Aldo Pastore
Ritorno a parlare, ancora una volta, di carbone.
Desidero ricordare, in proposito, che già un anno fa (ed esattamente in data 30 Settembre 2010) avevo scritto un articolo per "Trucioli Savonesi", dal titolo: "IL TRAMONTO DEL CARBONE".
Quella mia iniziativa giornalistica era nata da una notizia, riportata da molti Quotidiani Nazionali, che testualmente, oggi, riporto:
 "La commissione dell' Unione Europea, presieduta da Josè Manuel Barroso, ha prescritto che non potranno più essere concessi aiuti finanziari ai produttori di carbone e, quindi, ai titolari delle miniere. I sussidi  in essere (2,8 miliardi di euro nel 2008) dovranno essere gradualmente eliminati entro il 2014; nel frattempo, potranno essere finanziate soltanto le riorganizzazioni operative, finalizzate alla cessazione dell'attività. In ogni caso, entro il 2014, la produzione di carbone verrà a cessare." 
E' pur vero che questa Prescrizione Comunitaria è andata progressivamente incontro a modifiche ed a slittamenti temporali (soprattutto dopo il paventato crollo della produzione di energia nucleare post- Fukushima); non v'è dubbio, tuttavia, che alcune Nazioni hanno incominciato a percorrere la strada, indicata dalla Commissione Europea; uno degli esempi più significativi giunge a noi dalla Svizzera;(leggi) in questa Nazione, un Team di 24 scienziati ha concluso una propria ricerca sull'utilizzo del Carbone con questa comunicazione, quasi lapidaria:

La costruzione di centrali a carbone non è solo controproducente dal punto di vista ambientale e climatico, ma anche dubbiosa a livello economico." (Qui)
Per avvalorare le loro tesi, questi scienziati non si sono soffermati soltanto sul tema inquinamento, ma hanno affrontato il problema dal punto di vista economico, citando, ad esempio, costi di capitale e prospettive di rendite (assai dubbie per  il futuro). 
Cito, in proposito, le loro conclusioni:
“Le centrali a carbone, orientate alla produzione continua, non riescono ad essere abbastanza flessibili e a reagire prontamente alle oscillazioni della domanda.”
Ma, torniamo per un istante all’indietro, carissimi Amici, ed andiamo ad esaminare le MOTIVAZIONI CHE DOVREBBERO ESSERE ALLA BASE DEL TRAMONTO DEL CARBONE PER L’INTERA UMANITA’  NEL PROSSIMO FUTURO:
1) A  livello planetario, ci sarebbe quantitativamente Carbone sufficiente per altri 230 anni circa (altre stime, tuttavia, parlano di 150 anni), ma i problemi connessi al TEMA DELL’ESTRAZIONE DEL CARBONE diventano e diventeranno, col tempo, sempre più gravi.
Infatti, le Miniere di Carbone sono generalmente a cielo aperto ed il loro scavo, in ogni parte del Mondo, viene ad ALTERARE GRAVEMENTE IL PAESAGGIO; si tratta, in effetti di scavi giganteschi che comportano lo stravolgimento di ogni località interessata, per cui continuano, irrimediabilmente, a crescere le opposizioni delle popolazioni alla loro persistenza, su ogni territorio;
2) Nelle località di estrazione, sono in progressivo aumento le MALATTIE, CAUSATE DAL CARBONE (come tale) e DALLE POLVERI TOSSICHE (di notevole rilevanza quantitativa) GENERATE DALLE TECNICHE  DI ESTRAZIONE;
3) Di conseguenza, AUMENTANO, IN OGNI LOCALITA’, LE SPESE ECONOMICHE  (DIRETTE ED INDIRETTE) CONNESSE ALL’ESTRAZIONE; non a caso, i titolari delle Miniere e, comunque, i produttori di carbone continuano a richiedere agli Stati ed alle Istituzioni Internazionali continui e progressivi aumento di contributi, rivolti a coprire i costi crescenti, connessi alle attività estrattive;
4) Per quanto concerne, poi, l’UTILIZZO DEL CARBONE IN AMBITO TERRITORIALE A FINI ENERGETICI E PRODUTTIVI, occorre ricordare, in sintonia con le parole di Mario Tozzi (vedi il quotidiano “LA STAMPA” del 15 luglio 2011) che:
 “Bruciare carbone non libera dalla schiavitù dell’anidride carbonica; anzi, per questa via, se ne produce di più che con qualsiasi altro combustibile fossile, con i relativi problemi in termini di surriscaldamento dell’atmosfera, che già conosciamo bene per il petrolio (e, in misura minore, anche per il gas).
Nessuna politica di opposizione al cambiamento
climatico ha senso se non si rinuncia al carbone”;
5) Infine, vanno presi seriamente in considerazione, anche il ambito più strettamente locale, GLI INFLUSSI DEL CARBONE (e, quindi, dei suoi FUMI e delle sue CENERI) SULLE POPOLAZIONI RESIDENTI.
E’ ormai incontestabile l’aumento delle Patologie tumorali e respiratorie laddove sono operanti centrali a carbone.
Allorquando noi rivolgiamo la nostra attenzione all’aumento delle spese sanitarie, dovremmo anche andare a verificare quanto è dovuto al modo insensato del produrre all’interno del nostro sistema economico e dovremmo, di conseguenza, trarre le dovute conclusioni sul piano politico ed operativo.

Queste sono dunque le MOTIVAZIONI che dovrebbero indurre l’intera umanità a dare un definitivo ADDIO AL CARBONE.
 Ma, tutto questo, stranamente, sembra non valere per la nostra Savona  ed il suo entourage provinciale;
in realtà, tutti noi possiamo toccare con mano che, di fronte ad un’ IPOTESI DI FUORIUSCITA  DAL CARBONE, la politica economica locale sta andando in direzione opposta, vale a dire versoLA VALORIZZAZIONE ED IL POTENZIAMENTO DEL SUO UTILIZZO;
stiamo diventando,in altri termini, una tra le principali “CAPITALI DEL CARBONE”.
Leggi tutto 

Riportiamo   nuovamente..... la cartina tratta dal "PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA DELLA QUALITA' DELL'ARIA"
della Regione Liguria che mostra
gli EFFETTI DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO

  Leggi anche Rubbia: "Contro l'incubo carbone usiamo il sole"

 

Leggi su Genitron

Inquinamento Atmosferico: 4 Modi per Sconfiggerlo.

In tutto il mondo si stanno vivendo le complesse sfide sul riscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico collegato che diventa un argomento scottante anche per quanto riguarda la salute umana, in particolare di tutti coloro che non hanno la fortuna di vivere in una medio-piccola città.  Anche in Italia milioni di persone vivono in aree dove è stato riconosciuto esserci un serio problema di inquinamento atmosferico. Gravi effetti sulla salute, compresa la morte, sono fin troppo comuni e tranquillamente diagnosticati.


Basterebbero quattro cambiamenti politici per rendere l’aria che respiriamo più pulita e più sana. Associazioni come l’American Lung Association e altre organizzazioni per la salute pubblica e l’ambiente raccomandano questi passaggi fondamentali, come il nucleo di una strategia all’ordine del giorno che dovrebbe compiere ogni nazione:
  1. “Ripulire” le centrali termoelettriche a carbone. Gli impianti e le centrali a carbone sono uno dei maggiori contribuenti del particolato atmosferico e dell’ozono, legati all’aumento di asma e malattie cardiache e respiratorie, così come aumentano i gas serra e le sostanze tossiche immesse nel ciclo di vita terrestre, come il mercurio e altri pericolosi metalli pesanti. Abbiamo bisogno di ridurre immediatamente le emissioni una volta per tutte.
  2. Restringere gli standard e i valori normativi per l’ozono. E’ fondamentale ridurre lo smog nell’aria nelle città e solo diminuendo i valori limite presenti nelle normative nazionali ed internazionali è possibile assicurare e garantire una qualche tutela ambientale ai cittadini. Per sono necessarie nuove norme che veramente proteggono le persone e gli ecosistemi.
  3. “Ripulire” le navi trans oceaniche. Navi da crociera, navi portacontainer e navi cisterna emettono quantità impressionante di smog che forma ossidi di azoto, biossido di zolfo. Nuove prove dimostrano che l’inquinamento atmosferico di questa forma di trasporto raggiunge sorprendentemente il lontano entroterra. Oltreoceano da poco il governo statunitense ha chiesto all’Organizzazione marittima internazionale (IMO), di creare una “zona di controllo” nelle acque americane, comprese le Alaska e le Hawaii attraverso. Sebbene gli Stati Uniti abbiano firmato la Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da trasporto marittimo, non si possono far valere tali requisiti fino all’IMO ma solo imponendo limiti di concessione per il diritto di creare zone di controllo lungo le sue coste.
  4. Migliorare il controllo dell’inquinamento dell’aria. Numerosi sensori raccolgono regolarmente i dati sulla qualità dell’aria che possono essere inviati a un database APE per determinare se l’aria in una determinata comunità è conforme agli standard nazionali. Tuttavia, gli strumenti sono installati in modo poco capillare e tagli di bilancio nazionali hanno costretto addirittura a ridurre il numero di sensori o il personale addetto che analizza i dati. Studi emergenti indicano che alcune zone senza monitoraggio hanno tassi elevatissimi di inquinamento dell’aria che provocano gravi rischi per la salute, soprattutto nelle aree periferiche delle città e i quartieri adiacenti alle autostrade o alle industrie. Un interessante e completo elenco dei passi necessari per combattere l’inquinamento atmosferico.
ED IN CHIUSURA UNA CARRELLATA di  ALCUNI DEI NOSTRI GRANDI INCUBI IN AZIONE.......... 
RIPORTIAMO UNO STRALCIO DEL POST DEL 1°febbraio:


QUALCUNO FACCIA QUALCOSA

 IMMAGINI DI GIORNO E DI NOTTE............








ECCO COSA CI ACCOMUNA ,DI GIORNO E DI NOTTE PER MOLTI,MOLTI GIORNI ALL'ANNO
BRINDISI ,CIVITAVECCHIA ,VADO LIGURE ......QUANDO IL FUTURO SI BASA SUL FUMO......
E "L' INQUINAMENTO DA POLVERI SOTTILI "NON ACCENNA A DIMINUIRE ANZI SU NOI TUTTI INCOMBE L' INCUBO DELLA COMBUSTIONE DEL CDR IN CENTRALE .

..ECCO UNA RASSEGNA DI IMMAGINI CHE DEVONO FAR RIFLETTERE COLORO CHE DECIDONO SUL FUTURO.........DEI NOSTRI TERRITORI.
SOTTO QUESTI CIELI VIVONO I NOSTRI MA ANCHE I LORO FIGLI ........E VI SONO TUTTA UNA SERIE DI REALTA' ECONOMICHE DA TUTELARE.......NON SECONDARIE ALLA REALTA' INDUSTRIALE.

BRINDISI DI GIORNO E DI NOTTE



Comunicato Stampa Nac del 01-02-2011



TRATTO DA NOALCARBONE
BRINDISI
”Sbuffate quotidiane”.QUALCUNO FACCIA QUALCOSA

CIVITAVECCHIA DI GIORNO E DI NOTTE


TERMINIAMO CON UN INVITO A PARTECIPARE IL

29 OTTOBRE ALLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO L’USO DEL CARBONE, PER UN LAVORO DEGNO, PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI E TUTELARE LA SALUTE DANDO SPERANZA AL NOSTRO FUTURO. 

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