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25 gennaio 2012

Lünen è troppo inquinante, lo ha stabilito corte tedesca

 Tratto da tio.ch
TICINO / GERMANIA
Lünen è troppo inquinante, lo ha stabilito corte tedesca





BELLINZONA - "Il Consiglio di Stato è al corrente della sentenza del tribunale amministrativo di Münster del 2 dicembre scorso?". E' questa la prima delle due domande rivolte dal gruppo parlamentare dei Verdi al Consiglio di Stato inerente alla sentenza dell'alta corte amministrativa di Münster che ha ritenuto illegale la licenza della centrale di Lünen. Il progetto non rispetterebbe le normative in materia di immissioni di sostanze inquinati".

"Pur non essendo un blocco totale della centrale di Lünen - si legge nel documento inoltrato al Consiglio di Stato - è chiaro che la revoce della licenza obbligherà la TRIANEL a correggere i propri progetti. E' fuori dubbio che questo porterà a maggiori costi, e non è da escludere che si ritarderanno anche i tempi di messa in funzione della centrale".


Un'altra notizia che preoccupa sul futuro della politica energetica ticinese è l'annuncio della BKW del 24 gennaio di perdite finanziarie importanti per l'anno contabile 2011. "Le perdite - si legge - sono da ricondurre ad accantonamenti supplementari necessari a seguito della correzione al ribasso delle aspettative di guadagno di tre centrali termoelettriche ad energie fossili. Una delle centrali in oggetto è una centrale a carbone in Germania, più precisamente a Wilhelmshaven. Questa centrale ha subito importanti ritardi nella costruzione e sorpassi di spesa, che ridurranno la redditività dell’investimento. La BKW prevede addirittura che il costo dell’energia proveniente da questa centrale sarà addirittura più elevato del prezzo di mercato".

Leggi anche : Lunen:ci sono Novita?

Riportiamo una frase 
La corte amministrativa di Münster che ha ritenuto illegale la licenza della centrale di Lünen. Il progetto non rispetterebbe le normative in materia di immissioni di sostanze inquinati".
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Rileggetevi il nostro post del  18 novembre

Tratto da La Repubblica

Centrale Enel, i tecnici della procura
"Sui terreni le polveri di carbone"

I risultati della perizia confermano la contaminazione dovuta alle ceneri disperse dal nastro trasportatore scoperto, che arrivano fin dentro le case. Dal 2007, a 60 aziende agricole è stato impedito di coltivare i 400 ettari di terreno attorno alla centrale. Dodici gli indagati

di SONIA GIOIA
Sono state le polveri di carbone della centrale disperse dai venti a contaminare i terreni di Cerano, a portare la cenere fin dentro le case, a far sì che i livelli di inquinamento fossero ben superiori a quelli dovuti al traffico. Lo dice il consulente della procura di Brindisi che indaga sulla dispersione di polveri di carbone intorno al nastro trasportatore e al deposito-carbonile, entrambi scoperti, della centrale Enel Federico II. Un'inchiesta arriva ormai al capolinea e partita dall'esposto degli agricoltori e delle associazioni ambientaliste brindisine, che chiedevano alla magistratura di accertare le cause dell'inquinamento.


Sarebbe la centrale elettrica, almeno secondo il consulente della procura, la fonte principale di contaminazione dei terreni sui quali un tempo germogliavano i frutti più generosi dell'agricoltura, prima che su sollecitazione del ministero dell'Ambiente l'ex sindaco di Brindisi vietasse categoricamente con una ordinanza del 28 giugno 2007 ogni forma di coltivazione, oltre che la distruzione dei frutti della terra: carciofi, uva, ma anche olive. La decisione del sindaco, che ha azzerato ogni forma di sostentamento per circa 60 aziende agricole, arrivò dopo che l'area era stata dichiarata Sito di interesse nazionale, e dopo che la caratterizzazione affidata a Sviluppo Italia aveva registrato una concentrazione di metalli pericolosa per l'ambiente e la salute pubblica.


Oggi i risultati delle analisi confermano i sospetti degli agricoltori. Lapidarie le conclusioni del consulente tecnico Claudio Minoia, direttore del laboratorio di misure ambientali e tossicologiche della Fondazione Maugeri di Pavia, nonché responsabile della scuola di specializzazione in Medicina del Lavoro dell'ateneo pavese. Scrive il perito incaricato dai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Cristina Fasano: "In conclusione, si ritiene che in aree prospicienti la centrale si siano determinate, anche se non con carattere di continuità ma piuttosto come diretta conseguenza di fenomeni eolici, dispersioni significative di polveri di carbone dal deposito carbonile. 
Gli effetti di tali eventi, protratti nel tempo, hanno contribuito a elevare i livelli aerodispersi di elementi in traccia a valori diversi da quelli normalmente rilevabili in aree urbane caratterizzate da elevata densità di traffico veicolare, nonché a produrre direttamente o indirettamente una contaminazione indoor presso le abitazioni dei soggetti residenti in aree prospicienti la centrale.
All'alba del deposito della perizia, non si è fatta attendere la presa di posizione dei "No al carbone" il movimento a difesa dell'ambiente .....
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 Tratto da Brundisium
"No al Carbone "sulla dispersione di polveri a Cerano


COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE 

Abbiamo appreso dalla stampa che con il deposito della consulenza tecnica del Prof. Claudio Minoia si può quasi considerare conclusa l’indagine sulla dispersioni delle polveri di carbone intorno la centrale di Cerano.
Da tale perizia sembrerebbe evidenziarsi un quadro drammatico. Nei campionamenti effettuati in prossimità delle abitazioni di cittadini autori dell’esposto si sono riscontrate “dispersioni significative di polveri di carbone dal deposito carbonile“ inoltre il Prof. Minoia rileva che “ la polvere di carbone con tutti i metalli pesanti che la caratterizzano influenza la contaminazione superficiale di frutti e colture vegetali.” E che “tale contaminazione ha sicuramente rappresentato la via prevalente di contaminazione delle aree prospicienti “.
Come No al Carbone anche noi avevamo presentato un esposto in Procura nel dicembre del 2009 chiedendo alla Procura di accertare le cause e le responsabilità per l’inquinamento dei terreni intorno al nastro trasportatore della centrale di Cerano. Inquinamento che aveva indotto nel 2007 il Sindaco Mennitti ad emettere una ordinanza sindacale per inibire la coltivazione in tali terreni.
Oggi arrivano le prime risposte che sembrano confermare ciò che il buon senso avrebbe indotto tutti a pensare. Può un gigantesco carbonile scoperto, in grado di stoccare centinaia di migliaia di tonnellate di carbone, esposto quindi ai venti che con notevole frequenza spazzano le nostre terre, non inquinare rilasciando polveri di carbone estremamente pericolose per la salute?
A questa semplice domanda non hanno mai voluto rispondere né i politici né i sindacati che spesso vediamo genuflessi dinanzi alle esigenze del padrone. Avevamo chiesto all’ex Sindaco Mennitti se come primo responsabile della salute dei brindisini, dopo aver emesso la citata ordinanza, per motivi cautelativi non sarebbe stato giusto sequestrare il carbonile di Cerano. Ne ottenemmo un secco rifiuto.
Chiediamo oggi a Vendola, Ferrarese e Pezzuto ma di fronte a tali notizie cosa pensate di fare? Vogliamo ancora raccontare le favolette ai brindisini?
Noi le idee le abbiamo chiare; pensiamo che questo territorio e la nostra salute meritino il rispetto che non hanno mai avuto. Dopo oltre trent’anni di carbone si ponga fine a questo scempio.
Si chiuda la centrale Edipower con il passaggio del personale all’Enel come previsto dagli accordi più volte presi. Si attui una immediata riduzione del consumo del carbone a Brindisi, si proceda alla conversione entro tre anni della centrale di cerano a gas e si sequestri il carbonile scoperto con l’obbligo nel frattempo come per l’Edipower di rifornirsi di carbone direttamente senza sito di stoccaggio.
Alla Magistratura chiediamo di accertare le responsabilità e punire i colpevoli, Brindisi aspetta da anni giustizia.

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