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16 maggio 2013

Legambiente Puglia, reati ambientali minaccia seria per cittadini

Tratto da Libero Quotidiano.it

Ilva: Legambiente Puglia, reati ambientali minaccia seria per cittadini

 Taranto, 15 mag. (Adnkronos) - "L'evoluzione dell'inchiesta 'Ambiente svenduto' conferma che i reati di corruzione e concussione se perpetrati in campo ambientale rappresentano indirettamente una seria minaccia per la salute dei cittadini". Lo afferma Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, a proposito dei nuovi arresti, tra i quali quello del presidente della Provincia di Taranto, nell'ennesimo capitolo delle indagini della procura jonica sull'Ilva.


"Per combattere e vincere questo cancro invasivo bisogna partire dai numeri che sono drammatici", aggiunge. Dal dossier 'Corruzione' (edizione 2012) di Legambiente, Libera e Avviso Pubblico, emerge che, a livello nazionale dal gennaio 2010 al 30 settembre 2012, sono 1.109 le persone arrestate in Italia nelle 78 inchieste relative ad episodi di corruzione, connessi ad attivita' dal forte impatto ambientale. Le inchieste analizzate hanno riguardato, tra le altre, proprio le emergenze ambientali. 
 "La corruzione 'ambientale', nel senso del suo impatto sul patrimonio naturale, sul territorio e sul paesaggio - continua Tarantini - e' un veleno che attraversa il Paese".  Sono 15 le regioni coinvolte nelle inchieste, con 34 procure impegnate, omogeneamente distribuite tra Nord (13), Centro (11) e Sud Italia (10).....


"Purtroppo assistiamo sempre piu' spesso - continua Tarantini - ad attivita' illecite accompagnate da un sistematico ricorso alla corruzione di amministratori pubblici e rappresentanti politici, funzionari incaricati di rilasciare autorizzazioni o di effettuare controlli.  
Non dimentichiamoci che tra le molte vittime della corruzione vi sono quanti pagano con la vita o con la salute l'arricchirsi di funzionari pubblici a libro paga dei corruttori.  
Lodevole il lavoro della magistratura tarantina che cosi' facendo contribuisce, insieme ad altre Procure, a diminuire il tasso di depenalizzazione dei reati di corruzione. 


Nel nostro Paese, infatti, la corruzione - sottolinea il presidente di Legambiente - rischia di trasformarsi in un crimine senza pena.  
Se si ipotizza che i protagonisti ne ponderino razionalmente costi e benefici attesi, le occasioni favorevoli e l'inefficacia dei controlli segnalano che smistando tangenti si puo' guadagnare molto rischiando poco o nulla. La credenza che la corruzione sia prassi corrente e che l'onesta' non paghi finisce per tradursi da sola in realta'.

Se invece si diffonde la convinzione che la legge della tangente non sia senza scampo si puo' cominciare a intraprendere un cammino che sia davvero diverso e che avvii al cambiamento".
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Tutti sapevamo e abbiamo taciuto

Nella vicenda tarantina esiste un'eccezionalità. La corruzione che l'attraversa è diversa dalle altre. Ha sembianze mostruose: sottrae denaro in cambio di morte
 Verità giudiziaria e ricostruzione storica, nella tangentopoli tarantina, rappresentano le due facce di una stessa medaglia. Sia l'una che l'altra tratteggiano il totale - e penoso
- asservimento delle istituzioni cittadine verso spregiudicate lobby economiche. 
 Arrivano al pettine nodi troppo a lungo irrisolti.
 
Leggi l'articolo integrale di Vincenzo Carriero

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