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04 luglio 2013

L'APPELLO DEL DOTTOR A. DI CIAULA PER L'ISTITUZIONE DEL REGISTRO DELLE MALFORMAZIONI CONGENITE IN PUGLIA

Condividiamo l'appello del dottor Agostino Di Ciaula, referente regionale dell’Isde (International Society of Doctors for Environment), che ha ufficialmente chiesto alla Regione Puglia l’istituzione di un Registro delle malformazioni congenite.
Una richiesta che si poggia sulla stretta relazione tra l’esposizione ambientale e le malformazioni congenite, dati di fatto che non ammettono sottovalutazioni  soprattutto da chi ha responsabilità politiche ed istituzionali in una regione che ospita diversi colossi industriali inquinanti, dall’Ilva di Taranto alla centrale a carbone di Brindisi.

Una prima lettera, indirizza al governatore Vendola e all’assessore alle politiche sanitarie Elena Gentile, è partita lo scorso 5 giugno. Non avendo ricevuto alcun riscontro, il dottor Di Ciaula è stato costretto ad un secondo invio (lo scorso 17 giugno). Dalla Regione, però, è arrivato soltanto un silenzio assordante. Nella serata di ieri, il medico dell’Isde, profondamente deluso da questo atteggiamento,  ha fatto un altro tentativo. Ha pubblicato il testo della lettera su Facebook nella speranza di trovare qualche interlocutore interessato tra i parlamentari pugliesi. Il suo appello non ha bisogno di commenti:  “A volte le spinte politiche arrivano dove le spinte etiche mostrano limiti, scontrandosi contro un muro di insensibilità e menefreghismo. I pugliesi (soprattutto quelli ancora non nati) sarebbero grati”.
Entriamo nel merito del documento, finora snobbato dai vertici regionali. Scrive il dottor Di Ciuala: “L’analisi dei meccanismi che legano l’ambiente alla salute umana è di fondamentale importanza per la ricerca biomedica e per la prevenzione primaria, non solo in campo oncologico.  Tale analisi si rende particolarmente urgente e necessaria quando vi sia una chiara evidenza di contemporanea criticità ambientale e sanitaria, come nel caso delle malformazioni congenite”.
La Puglia, com’è noto, è una terra che non si fa mancare nulla in fatto di veleni. Di Ciaula spiega quindi un concetto ben noto alla comunità scientifica: “E’ ampiamente dimostrato che l’esposizione di donne in gravidanza ad agenti inquinanti può indurre nel feto modificazioni epigenetiche in grado di causare alterazioni dell’espressione genica, anche in assenza di mutazioni nella sequenza del DNA.
Numerose evidenze presenti in letteratura internazionale concordano sull’ inquinamento ambientale come importante fattore causale di alcuni tipi di malformazioni fetali”.
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Per tutti questi motivi, viene sollecitata a gran voce l’istituzione del Registro delle malformazioni congenite, iniziativa da attuare con urgenza per “colmare una lacuna diventata ormai intollerabile dal punto di vista etico prima ancora che scientifico”. 

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