Tratto da qualenergia
Le fonti rinnovabili protagoniste in un mercato elettrico da ripensare
Il mercato elettrico va cambiato per adeguarlo alla trasformazione degli ultimi anni: calo della domanda, overcapacity, crescita della generazione distribuita e delle nuove rinnovabili. Ma la riforma deve essere organica e valorizzare il nuovo ruolo da protagoniste delle fonti pulite. Se ne è parlato ad un convegno organizzato da Assorinnovabili.
Fornendo servizi alla rete, le rinnovabili possono fare molto per il sistema elettrico. Ma questa possibilità non può fare molto per le rinnovabili, almeno non con le regole attuali. In generale, il mercato elettrico va cambiato, per adeguarlo alla trasformazione vissuta dal sistema negli ultimi anni, fatta di calo della domanda, overcapacity, crescita della generazione distribuita e delle nuove rinnovabili. La riforma deve essere organica e non può prescindere dal nuovo ruolo da protagoniste delle fonti pulite. Sono queste alcune delle conclusioni emerse dallo studio “Il settore elettrico italiani, quale market design?”, commissionato da Assorinnovabili ad Althesys e presentato oggi a Roma alconvegno “Ripensare il mercato elettrico”, organizzato dall'associazione delle rinnovabili.
Nel presentare lo studio, l'a.d. di Althesys, Alessandro Marangoni, ha iniziato dai noti cambiamenti avvenuti in questi anni nel sistema elettrico italiano, parlando di “effetto valanga” rappresentato dal calo della domanda e dalla crescita delle rinnovabili. Tra i 'travolti', come sappiamo, c'è una parte del termoelettrico (nel grafico sotto, dalla presentazione di Marangoni, la crisi dei cicli combinati a gas). La situazione di overcapacity, ha previsto Marangoni, “dovrebbe portare a dismissioni per circa 20 GW nei prossimi 2-3 anni”.
Nel corso del convegno, Carlo Tamburani, country manager di Enel, ha confermato l'intenzione del gruppo di chiudere definitivamente 23 centrali “per 11,5-12 GWdi potenza, in parte già ferme”. “Nel giro di 3 settimane - ha annunciato - Enel presenterà un piano per riconvertirle”: le sedi degli impianti pensionati, a seconda dei casi, “potrebbero diventare musei, data center o altro.”
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