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26 marzo 2015

QUALENERGIA:Ripensare il mercato elettrico

Tratto da qualenergia

Le fonti rinnovabili protagoniste in un mercato elettrico da ripensare

Il mercato elettrico va cambiato per adeguarlo alla trasformazione degli ultimi anni: calo della domanda, overcapacity, crescita della generazione distribuita e delle nuove rinnovabili. Ma la riforma deve essere organica e valorizzare il nuovo ruolo da protagoniste delle fonti pulite. Se ne è parlato ad un convegno organizzato da Assorinnovabili.
Fornendo servizi alla rete, le rinnovabili possono fare molto per il sistema elettrico. Ma questa possibilità non può fare molto per le rinnovabili, almeno non con le regole attuali. In generale, il mercato elettrico va cambiato, per adeguarlo alla trasformazione vissuta dal sistema negli ultimi anni, fatta di calo della domanda, overcapacity, crescita della generazione distribuita e delle nuove rinnovabili. La riforma deve essere organica e non può prescindere dal nuovo ruolo da protagoniste delle fonti pulite. Sono queste alcune delle conclusioni emerse dallo studio “Il settore elettrico italiani, quale market design?”, commissionato da Assorinnovabili ad Althesys e presentato oggi a Roma alconvegno Ripensare il mercato elettrico, organizzato dall'associazione delle rinnovabili.
Nel presentare lo studio, l'a.d. di Althesys, Alessandro Marangoni, ha iniziato dai noti cambiamenti avvenuti in questi anni nel sistema elettrico italiano, parlando di “effetto valanga” rappresentato dal calo della domanda e dalla crescita delle rinnovabili. Tra i 'travolti', come sappiamo, c'è una parte del termoelettrico (nel grafico sotto, dalla presentazione di Marangoni, la crisi dei cicli combinati a gas). La situazione di overcapacity, ha previsto Marangoni, “dovrebbe portare a dismissioni per circa 20 GW nei prossimi 2-3 anni”.
Nel corso del convegno, Carlo Tamburani, country manager di Enel, ha confermato l'intenzione del gruppo di chiudere definitivamente 23 centrali “per 11,5-12 GWdi potenza, in parte già ferme”. “Nel giro di 3 settimane - ha annunciato - Enel presenterà un piano per riconvertirle”: le sedi degli impianti pensionati, a seconda dei casi, “potrebbero diventare musei, data center o altro.”
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18 novembre 2014

CARBONE:COME UN DISCO ROTTO.

Tratto da ippocrateas.eu

COME UN DISCO ROTTO 

Maria Materia.
Un vecchio grammofono continua a far girare un antico disco… ma il vinile è rotto, le note si ripetono continuamente, sempre uguali, sempre le stesse… lo sento echeggiare nella stanza vuota: “carbone…carbone…carbone pulito…

 .....“le nuove tecnologie sono ormai in grado di abbattere le emissioni,  stiamo perdendo l’occasione del carbone pulito…”

A conferma delle sue parole cita la moderna centrale di Valdaliga, quale esempio di efficienza a livello europeo. Mi chiedo se si tratti della stessa centrale che occupa il 20° posto della classifica delle centrali a Carbone più inquinanti di Europa…

Come il vecchio grammofono l’Europa intimidita presenta il proprio Pacchetto Clima al 2030… e l’immagine dei nuovi vincoli alle emissioni di anidride carbonica richiama “uno studente che preferisce una scuola facile con interrogazioni programmate”: questo è quanto ha affermato Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Assorinnovabili.

Ecco quindi la voce di un lettore MP3… luccicante e moderno non parla di carbone, non parla di olio combustibile e nemmeno di centrali nucleari… guarda oltre, al futuro e intervistato da AGI Energia lamenta la poca lungimiranza della Commissione Europea.

Non dobbiamo cullarci dell’essere più virtuosi dell’USA, l’Europa può e deve fare di più, Re Rebaudengo afferma: “Non possiamo imporre alle aziende sul nostro territorio di non emettere CO2 se poi basta uscire dai confini per fare quello che si vuole. Dobbiamo da una parte definire le regole in casa nostra e dall’altra penalizzare l’importazione di beni la cui produzione comporta emissioni più elevate”. Questa è a parer mio una delle pochissime affermazioni sensate che ho sentito negli ultimi mesi.

La crisi che ci attanaglia non è solo economica, è una crisi più ampia che abbraccia l’economia e l’ambiente, la crisi è nei valori ed è legata all’ostilità del vecchio a far posto al nuovo…

Occorre guardare il mondo con occhi nuovi, non è possibile restare legati allo scoglio come cozze che si difendono dalla mareggiata ormai i tempi sono cambiati e non esistono tecnologie che riusciranno a rendere il disco in vinile “moderno”.

Del resto è di solo poche settimane fa la notizia dell’Enel costretta a chiudere alcune vecchie centrali che non riescono a sostenere la concorrenza delle rinnovabili, da anni ormai lo stato italiano garantisce il Capacity Payment agli impianti convenzionali che altrimenti non potrebbero coprire i costi e con queste premesse qualcuno si ostina a parlare ancora di carbone e di occasioni perdute?

La sola occasione perduta è quella dell’energia rinnovabile che poteva rappresentare il futuro energetico di un paese dove i grammofoni si ostinano a non voler cedere il passo alla musica digitale.

 Leggi qui l'articolo integrale 
Maria Materia
...."Goccia a goccia si riempie un secchio" .
Credo ed investo nelle energie rinnovabili per contribuire a creare un mondo migliore per i miei figli.

11 settembre 2014

Spalma-incentivi, AssoRinnovabili denuncia lo Stato italiano alla Commissione Europea ....

Tratto da AssoRinnovabili

Spalma-incentivi, AssoRinnovabili denuncia lo Stato italiano alla Commissione Europea e chiama a raccolta il settore per i ricorsi legali

A seguito dell’approvazione del Decreto Competitività da parte della Camera, rimangono al Governo margini sempre più esigui per evitare la fuga dall’Italia degli investitori esteri e le migliaia di contenziosi che esporranno il nostro Paese a pesanti risarcimenti e bruttissime figure.
In vista della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (con l’ultima approvazione del Senato che avverrà nei prossimi giorni), assoRinnovabili ha deciso, insieme a una cinquantina di grandi operatori fotovoltaici, di scrivere alla Commissione Europea chiedendo l'apertura di una procedura di infrazione contro lo Stato Italiano per violazione della Direttiva 2009/28/CEche aveva fissato i target europei per lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Non appena la norma entrerà in vigore, AssoRinnovabili coordinerà poi i ricorsi delle migliaia di operatori, sia nazionali sia esteri (le adesioni sono già molto numerose), ingiustamente penalizzati da un provvedimento che modifica unilateralmente e retroattivamente i contratti sottoscritti con il GSE.

Due i filoni già attivati: il primo, a cui parteciperanno gli operatori italiani, mira ad ottenere la dichiarazione di incostituzionalità dello “spalma incentivi”, come già segnalato dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Prof. Valerio Onida; il secondo, riservato invece agli investitori esteri, dimostrerà che è stato violato il Trattato sulla Carta dell’Energia che tutela gli investimenti nei paesi aderenti (tra cui l’Italia).

“Auspichiamo ancora che il Governo metta riparo all’errore strategico insito nel provvedimento "spalma-incentivi” – ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, Presidente di AssoRinnovabili – Se ciò non avverrà, ricorreremo in tutte le sedi possibili e rappresenteremo tutte le parti coinvolte e danneggiate da questa norma, miope e controproducente.
La recente sentenza della Corte Costituzionale Bulgara, che ha annullato una tassa retroattiva del 20% sui ricavi degli impianti fotovoltaici ed eolici, dimostra che la certezza del diritto non può essere stravolta: siamo sicuri che anche la Corte Costituzionale Italiana giungerà alle medesime conclusioni”.


SCARICA IL COMUNICATO STAMPA

08 agosto 2014

1) Lo spalma incentivi passa col Decreto Competitività. Italia denunciata alla Commissione Ue 2) Dl Competitività, scarichi in mare: ecco chi potrà inquinare di più.

Tratto da Greenreport
Lo spalma incentivi passa col Decreto Competitività. Italia denunciata alla Commissione Ue

AssoRinnovabili: «Violate la Costituzione italiana e il Trattato sulla Carta dell’Energia europea»
[7 agosto 2014]
tagli incentivi rinnovabili
Secondo l’Associazione dei produttori, dell’industria e dei servizi per le energie rinnovabili (assoRinnovabili), «a seguito dell’approvazione del Decreto Competitività da parte della Camera, rimangono al Governo margini sempre più esigui per evitare la fuga dall’Italia degli investitori esteri e le migliaia di contenziosi che esporranno il nostro Paese a pesanti risarcimenti e bruttissime figure».
Visto che il Senato nei prossimi giorni approverà il provvedimento che poi verrà pubblicato sulla Gazzatta Ufficiale,  assoRinnovabili,  insieme a una cinquantina di grandi operatori fotovoltaici, ha deciso di scrivere alla Commissione Europea per chiedere «l’apertura di una procedura di infrazione contro lo Stato Italiano per violazione della Direttiva 2009/28/CE che aveva fissato i target europei per lo sviluppo delle energie rinnovabili».
L’associazione dei produttori di energie rinnovabili, che conta più di 500 associati, conpiù di 1.300 impianti di bioenergie, eolico, fotovoltaico e idroelettrico, per un totale di oltre 10.000 MW di potenza elettrica installatadice che, non appena la norma entrerà in vigore, coordinerà i ricorsi delle migliaia di operatori, sia nazionali sia esteri,  con adesioni che sono già molto numerose,  «Ingiustamente penalizzati da un provvedimento che modifica unilateralmente e retroattivamente i contratti sottoscritti con il GSE».
AssoRinnovabili ha già attivato  due filoni già attivati: «Il primo, a cui parteciperanno gli operatori italiani, mira ad ottenere la dichiarazione di incostituzionalità dello “spalma incentivi”, come già segnalato dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Prof. Valerio Onida; il secondo, riservato invece agli investitori esteri, dimostrerà che è stato violato il Trattato sulla Carta dell’Energia che tutela gli investimenti nei paesi aderenti (tra cui l’Italia)».
Dopo aver dichiarato l’inizio della battaglia in Europa,  il presidente di assoRinnovabili, Agostino Re Rebaudengo, manda a dire al premier Matteo Renzi: «Auspichiamo ancora che il Governo metta riparo all’errore strategico insito nel provvedimento “spalma-incentivi” . Se ciò non avverrà, ricorreremo in tutte le sedi possibili e rappresenteremo tutte le parti coinvolte e danneggiate da questa norma, miope e controproducente. La recente sentenza della Corte Costituzionale Bulgara, che ha annullato una tassa retroattiva del 20% sui ricavi degli impianti fotovoltaici ed eolici, dimostra che la certezza del diritto non può essere stravolta: siamo sicuri che anche la Corte Costituzionale Italiana giungerà alle medesime conclusioni».
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E sempre per la serie 
 primi della classe  per le deroghe e relative sanzioni  comunitare.........

Tratto da Il Secolo XIX

Dl Competitività, scarichi in mare: ecco chi potrà inquinare di più.

Genova - Per il Partito democratico di Matteo Renzi non c’è nulla di cui preoccuparsi perché «comunque le autorizzazioni integrate ambientali rilasciate dalle istituzioni rimarranno rigorose»....... 
Ma da Legambiente ai Verdi, il coro dei critici si alza: d’ora in poi sarà più facile per le grandi aziende inquinare e gettare veleni in mare. La verità? Nessuno a oggi può dire con certezza che le nuove norme contenute nel Dl competitività passato ieri alla Camera con il voto di fiducia (ora ci sarà un nuovo passaggio al Senato) porteranno effettivamente a un maggiore inquinamento.
Ma è indubbio che la nuova normativa apre spazi di interpretazione pericolosi e la Liguria ha molte aziende che, da domani, potrebbero chiedere il permesso di buttare più sostanze inquinanti in mare: acciaierie, cokerie, centrali elettriche, ma anche impianti di trattamento dei rifiuti. L’articolo incriminato è il numero 13 dove si prevede una deroga alle tabelle attuali che fissano i valori massimi di rilascio in mare di “rifiuti solidi sospesi”, ovvero sostanze non dissolte in acqua quali ferro, cromo, piombo, solventi organici, alluminio e molto altro ancora.
Le aziende rientranti nelle categorie delle attività energetiche, produzione e trasformazione materiali, industria dei prodotti minerari e cementifici, industrie chimiche, gestione rifiuti, altre attività come pellerie e cartiere, possono derogare ai valori massimi in sede di rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) qualora «i rispettivi documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili [...] prevedano livelli di prestazione non compatibili con il medesimo valore limite».
Cosa vuol dire? Vuol dire che se un’azienda dimostra di non poter fare a meno, pur utilizzando le migliori tecnologie sul mercato, di inquinare più di quanto previsto dalle tabelle ministeriali, potrà farlo. «È un regalo alle grandi aziende - attacca Stefano Ciafani, vicepresidente Legambiente -Un regalo che pagheremo tutti dal momento che, con queste regole, l’Italia non riuscirà sicuramente a rispettare la direttiva sulla qualità delle acque, che saranno più inquinate di quanto non siano oggi. Visto che per fortuna in Europa non ci sono sanatorie o condoni, pagheremo caro le nuove regole»......
La norma in verità, denuncia Legambiente, sembra fatta su misura per un caso particolare, che è quello della Solvay di Rosignano che per anni è stata multata per aver superato i limiti di emissioni in mare di sostanze inquinanti e che ora potrebbe puntare a ottenere una Aia più favorevole. Ma non c’è solo la Solvay: lo spettro delle aziende che possono derogare è ben più ampio dell’industria chimica e Legambiente sta già “mappando” il territorio. E la cronaca, d’altronde, ci racconta come spesso la pressione delle grandi aziende sulle istituzioni in sede di rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale sia spesso pesante.
La mappa delle grandi aziende che, almeno in teoria, possono accedere alle nuove regole è per la Liguria ampia. Ci sono tre centrali a carbone: la Tirreno Power di Vado Ligure - coinvolta da un’inchiesta giudiziaria proprio sulle emissioni, ma in aria - la Enel della Spezia(che però ha ricevuto l’Aia nel 2013) e quella di GenovaPer quest’ultima, in realtà, è prevista la chiusura nel 2017 e quindi non ci dovrebbero essere rischi. C’è quindi, la Ilva di Cornigliano...........
PER NON DIMENTICARE....... Riportiamo il link ad  uno stralcio  del documento  ARPAL del gennaio 2010  che riporta il controllo dell' inquinamento dei sedimenti marini dell' ambiente marino costiero  ligure . A BUON INTENDITOR BASTANO POCHI GRAFICI  PER CAPIRE......