
Il fotovoltaico 'senza incentivi' sarà un boom e farà molto male alle utility
Il fotovoltaico senza incentivi nei prossimi sette anni decollerà e per le utility saranno dolori, dato che l'energia solare, autoconsumata o immessa in rete, eroderà una quota rilevante del mercato elettrico, soprattutto allorché i sistemi di accumulo saranno economicamente più convenienti, forse nel giro di due anni. È questa la previsione contenuta nello studio appena pubblicato dalla società di consulenza Ubs e non a caso intitolato "The unsubsidised solar revolution” (vedi allegato, pdf).
In Italia, Germania e Spagna si prevede che da qui al 2020 verranno installati 43 GW di fotovoltaico 'non incentivato'
con una conseguente riduzione della domanda elettrica e il crollo dei
margini di guadagno dei produttori elettrici storici: le aziende più
colpite saranno RWE, E.ON, Cez e Verbund, ma anche i bilanci della
nostra Enel e della spagnola Iberdrola ne risentiranno.
"Sulla base di mere considerazioni economiche – si legge nel rapporto - siamo convinti che entro la fine del decennio quasi ogni edificio residenziale e commerciale in Germania, Italia e Spagna sarà dotato di un impianto fotovoltaico su tetto”.
Secondo le stime Ubs, nel 2020, tagliando la bolletta elettrica del
20-30%, i tempi di ritorno del'investimento di un impianto fotovoltaico
su tetto e non incentivato si aggireranno intorno ai 5-6 anni per il
commerciale e sui 10-11 per il residenziale. Non sarà ovviamente una
crescita lineare, ma concentrata nella seconda metà della decade. Una
simile rivoluzione provocherà profonde ripercussioni sulla domanda, via
via più marcate con la discesa del prezzo delle batterie,
che, secondo la previsione dello studio, cominceranno ad essere
convenienti tra il 2014 e il 2015.
........In Italia il FV potrebbe coprire fino al 17% del fabbisogno
(industria 5%, settore domestico 25%, settore commerciale 28%) grazie
ad ulteriori 11 TWh di produzione da FV (equivalente ad una riduzione
del 6% della domanda) che andrebbero ad aggiungersi agli 18,3 TWh di
produzione annua del 2012.
Importante
sarà l'impatto che tutto ciò avrà sui bilanci di chi vende elettricità:
un duro colpo che si aggiunge ad una contrazione della domanda dovuta
alla maggiore efficienza energetica e alla concorrenza delle rinnovabili
incentivate, oltre che alla crisi economica.......
L'effetto
sarà che gli impianti convenzionali resteranno sempre più spesso fermi:
il fattore di carico delle centrali a carbone tedesche precipiterà dal
47 al 31%, cioè al di sotto di quello della gran parte dei parchi eolici
e solari, mentre per le centrali a gas, il load factor già quest'anno scenderà sotto al 20% (vedi grafico sotto). Il margine operativo lordo degli operatori, si avverte nel report Ubs, potrebbe ridursi anche del 50%.
A
pagare maggiormente le conseguenze di questa situazione, come
detto, saranno RWE, E.ON, Cez e Verbund, le aziende più esposte in
Europa centro-settentrionale. Ma nel lungo-termine saranno danneggiati
anche i bilanci di Enel e Iberdrola, protagoniste nei mercati
dell'Europa meridionale dove il solare senza incentivi conoscerà
probabilmente un forte sviluppo se si allenterà la morsa crisi economica
e del credit crunch. Quali saranno le loro mosse per ritardare questa
evoluzione?
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