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18 aprile 2015

NOALCARBONE BRINDISI:Indagine epidemiologica Brindisi: Trenta associazioni scrivono al responsabile scientifico dello Studio

Tratto da Tuttosanita'

Indagine epidemiologica Brindisi: Trenta associazioni scrivono al responsabile scientifico del relativo studio

“Negli anni scorsi diverse associazioni hanno raccolto a Brindisi oltre 10.000 firme per la realizzazione di una indagine epidemiologica. La Regione Puglia, con delibera n. 1120 del 4 giugno 2014 ha inteso attivare una collaborazione con il gruppo di ricerca da Lei guidato “finalizzata all’aggiornamento dello studio di coorte residenziale gia condotto su Taranto e ad avviare un’analoga attività nell’area di Brindisi”.
 Questo sia per i suoi indiscutibili meriti scientifici sia perchè Lei è stato coautore dell’indagine epidemiologica effettuata a Taranto per ordine del GIP dott.ssa Todisco, nell’ambito del procedimento penale tutt’ora in corso, contro ILVA ed altri responsabili istituzionali locali. Procedimento che ha messo inequivocabilmente in luce gravi danni alla salute dovuti all’inquinamento industriale (già provati in sede di incidente probatorio) e prospettato gravi ritardi e connivenze istituzionali(questi ultimi, però, dovranno esser sottoposti al vaglio dibattimentale).
  Ci rivolgiamo a Lei come Responsabile Scientifico dello studio facendo appello alla sua responsabilità di scienziato e ricercatore pubblico perchè, dopo aver valutato i contenuti di questa lettera, li tenga in considerazione quando dovrà dare attuazione all’accordo di collaborazione con la Regione Puglia nella parte che prevede ogni sei mesi la produzione di “una relazione di aggiornamento che illustri l’andamento delle ricerche ed i risultati parziali ottenuti oltre alla conferma od eventuale revisione della programmazione”.
Siamo consapevoli ed informati dei danni che produce l’inquinamento. Sia esso dell’aria, dell’acqua o del suolo. Così come siamo consapevoli ed informati che lavorazioni nocive in fabbrica, come lo è stata per esempio la lavorazione del CVM ospitata a Brindisi, od esposizioni occupazionali ad amianto costituiscano per i lavoratori un maggior rischio di contrarre malattie e di morte prematura.
Siamo consapevoli e informati del fatto che certamente ciò che per la scienza è dannoso in tutto il mondo, lo è anche a Brindisi. Siamo consapevoli e informati che i fondamentali principi vigenti in materia di azione ambientale, e dunque di salute pubblica, della precauzione, dell’azione preventiva, della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché quello per cui “chi inquina paga”, a Brindisi, per decenni sono stati sistematicamente calpestati. Siamo dunque certi che anni di esposizioni nocive dei nostri lavoratori, anni di convivenza della nostra popolazione con discariche nelle quali non vi è alcuna forma di vita e con centrali ad olio combustibile, con centrali a carbone e con torce utilizzate come inceneritori abbiamo lasciato e continuano a lasciare un’eredità di malattie e morte.
Ciò che vogliamo conoscere è “il quanto“ questa terra ha dato. Abbiamo appreso, dalle parole di un suo illustre collega, il prof. Biggeri, di un altro modo di fare epidemiologia.
Un modo che si sta sperimentando in diversi posti nel mondo e, in Puglia, nella città di Manfredonia, città gemella della nostra Brindisi in quanto a produzioni nocive, a rischi ambientali e ad esplosioni. Lì nel 1976 una nube tossica investì la città di arsenico. Da noi, nel 1977, uno scoppio nel petrolchimico uccise 3 operai. Quest’altro modo di fare epidemiologia consiste nel condividere con la popolazione, fin dall’inizio, gli obiettivi dell’indagine ed il suo disegno. Ciò è tanto più importante in un momento in cui la Regione Puglia sta per stabilire le attività del Centro Salute e Ambiente nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto con uno stanziamento di 5,2 milioni di euro, per le quali non ci risulta sia stata condotta una consultazione dei Comuni e delle popolazioni locali.
Abbiamo appreso come dall’Australia a Manfredonia è possibile che la popolazione non debba rimanere solo e semplicemente ad aspettare alla finestra che il tecnico si pronunci, ma possa essere chiamata ad un ruolo attivo. A partecipare. La popolazione, dunque, non più soggetto passivo della ricerca ma parte attiva e dirigente, in quanto anch’essa portatrice di conoscenza.
Ed allora, per la grande stima che riponiamo nello scienziato che si è contraddistinto in un processo per noi importantissimo, come quello che si svolge in una città consorella, Taranto, Le chiediamo se anche a Brindisi sia possibile che la popolazione venga intanto informata dell’indagine in corso e divenga, soprattutto, parte attiva di un percorso di conoscenza.
Del resto, è sulla nostra pelle il dolore delle centinaia di operai che hanno sacrificato la loro vita in produzioni nocive. Riguardano noi e i nostri concittadini le malattie che si associano a benzene ed alle emissioni di mercurio, cadmio ed anidride solforosa. Tutte sostanze emesse anche dall’industria brindisina. C’è un aspetto, in particolare, che ci ha colpito dell’indagine che si svolge a Manfredonia. Sin d’ora la cittadinanza è chiamata di fatto a riflettere sul “giorno dopo”. E’ chiamata, cioè, a ragionare sul che fare il giorno dopo la comunicazione dei risultati epidemiologici.
Ragionare sui possibili scenari. Vorremmo farlo, con i tecnici, anche a Brindisi, immaginando per esempio tre scenari.

Scenario A.
Che cosa Lei e la Sua équipe suggerirete di fare alle autorità alla luce di assenza di evidenze scientifiche circa un effetto sanitario dell’inquinamento a Brindisi? Abbandonare del tutto la strada della conoscenza e, soprattutto, del risanamento e della bonifica? Questo è quanto hanno fatto fin’ora. Il loro immobilismo passato sarebbe di fatto legittimato dai risultati dell’indagine. Oppure potremmo non escludere sin d’ora incertezze nell’indagine, che, quindi, non necessariamente ci consegnerebbe la verità assoluta?
Scenario B.
Che cosa Lei e la Sua équipe suggerirete di fare alle autorità alla luce di criticità sanitarie non chiaramente riconducibili alle industrie presenti in città? Si chiederanno nuovi indagini o quelle stesse autorità, secondo Voi, dovranno comunque adoperarsi per assumere decisioni che finalmente salvaguardino la salute pubblica?
Scenario C.
Cosa dovranno fare, secondo il Vostro giudizio, le autorità alla luce di criticità sanitarie chiaramente riconducibili alle industrie presenti in città? Alzare finalmente la testa e chiederne i danni?
Ecco. Noi di tutto ciò abbiamo bisogno di discutere con Lei e i suoi tecnici”.

 Ass. Salute Pubblica, Ass. No al carbone, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Fondazione Antonio Di Giulio, Ass. Brindisi Cuore, Mov. Passeggino Rosso, Mesagne Bene Comune,
ACLI Città di Brindisi, Legambiente Brindisi, Camera Forense Ambientale Lecce, Azione Cattolica Italiana Diocesi di Brindisi e Ostuni, Gruppo Amici di don Tonino Bello, ACLI
Provinciale Brindisi, Emergency Gruppo Territoriale Provincia Brindisi, Acli Arte e Spettacolo Brindisi, Unione Sportiva ACLI, Ass. Un’altra Famiglia Torchiarolo, Gruppo “La
Sita” Torchiarolo, “A.I.D.” Torchiarolo, “Idea Suono” Torchiarolo, “Pro Loco” Torchiarolo, Protezione Civile Torchiarolo, Avis Torchiarolo, Associazione Esposti Amianto, AVULSS
(Associazione per il Volontariato Socio-Sanitario), Associazione Retinopera Salento, Ass. Jonathan Brindisi, Ass. La Fenice Brindisi, Ass. ACAT, Ass. San Lorenzo da Brindisi

06 novembre 2013

1)LA PROCURA : SU TIRRENO POWER L' INDAGINE ORA ENTRA NEL VIVO. 2)Nasce un'intesa tra Arpal e Procura di Savona per le indagini in materia ambientale


LA PROCURA : SU TIRRENO POWER
 L' INDAGINE ORA ENTRA NEL VIVO.
L' ORDINE DEI MEDICI STA VALUTANDO DI COSTITUIRSI PARTE CIVILE NEL PROCEDIMENTO PENALE.
Marco Raffa.
La procura di Savona ha cambiato da "ignoti" a "noti" l' intestazione del fascicolo sulla centrale elettrica Tirreno Power,ma per il momento ,a meno di indiscrezioni che il procuratore Francantonio Granero ritiene poco probabili ,anche i potenziali indagati difficilmente potranno avere dai suoi uffici la conferma dell' iscrizione nel registro.
La legge ci imponeva allo stato dell' indagine ,di formalizzare l' iscrizione.Ma esigenze investigative  ci consigliano per ora di non autorizzare ,in caso di istanze ai sensi  dell'articolo 335 del codice di procedura penale,l'accesso al registro. 
Insomma per la Procura di Savona l' inchiesta su Tirreno Power è ad una svolta ma non per questo è arrivato  il momento di scoprire le carte......
  
Mentre l' Ordine dei Medici della provincia di Savona sta seguendo con attenzione l' evolversi della situazione e sta valutando con i propri legali l'opportunità di costituirsi parte civile nel futuro procedimento penale per disastro ambientale......
 _______________________________________

 Tratto da Rsvn.it

Nasce un'intesa tra Arpal e Procura di Savona

Per le indagini in materia ambientale

Fornire un contributo tecnico, favorire lo scambio di informazioni e le buone prassi, cooperare e collaborare con gli altri addetti ai servizi di Polizia Giudiziaria, raccordare e coordinare indagini e accertamenti in materia ambientale fra l’Autorità Giudiziaria e l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure.
  È questa la sintesi della convenzione firmata ieri pomeriggio a Savona fra il Procuratore della Repubblica Francantonio Granero e il Direttore Generale Arpal Roberto Giovanetti. La nuova collaborazione distaccherà part-time presso la Procura di Savona un tecnico Arpal dalla pluriennale esperienza in materia di accertamenti, verifiche e controlli ambientali. La Procura potrà così avvalersi direttamente di competenze specifiche, velocizzando i tempi e tagliando i costi di eventuali consulenze.....

12 febbraio 2013

CENTRALE A CARBONE:Al Tribunale di Civitavecchia sotto processo dipendenti Enel


Tratto da Unonotizie

CENTRALE TVN DI CIVITAVECCHIA : Al Tribunale di Civitavecchia sotto processo dipendenti Enel


Il Coordinamento delle Associazioni ambientaliste di Civitavecchia ha inviato una lettera al Sindaco di Civitavecchia, agli Assessori e ai Consiglieri, in cui chiede che l’Amministrazione comunale si costituisca parte civile


Lazio, ultime news Enel, Civitavecchia - UnoNotizie.it - 
 Il 18 febbraio prossimo è fissata, presso il Tribunale di Civitavecchia, la prima udienza del procedimento penale a carico di dipendenti Enel e di alcune ditte dell'indotto.
Secondo la Procura della Repubblica gli imputati hanno accumulato rifiuti pericolosi e non, senza alcuna autorizzazione, in un’area subaffittata ad Enel e limitrofa alla centrale di TVN.
In questi comportamenti sono stati ravvisate violazioni delle Leggi in vigore che tutelano l’ambiente e la salute dei cittadini di cui il Sindaco dovrebbe essere il principale garante.

Al fine di vedere risarciti i danni causati da queste condotte illecite e di veder bonificate le aree interessate dai danni, il Coordinamento delle Associazioni ambientaliste di Civitavecchia ha inviato una lettera al Sindaco di Civitavecchia, agli Assessori e ai Consiglieri tutti, in cui chiede che l’Amministrazione comunale di Civitavecchia si costituisca parte civile nel procedimento di cui sopra ritenendo indispensabile che, nei rapporti con ENEL, sia ben definita la posizione dell'Amministrazione e di tutta la città: 
la salute e la sicurezza dei cittadini sono al primo posto e non possono essere derogati ad alcun tipo di interesse.

04 agosto 2012

Le intercettazioni ........da brividi dell’Ilva di Taranto


 Tratto da Giornalettismo

Le intercettazioni da brividi dell’Ilva di Taranto

03/08/2012 - "Gli ispettori? Dobbiamo legargli il culo alla sedia" così dicevano i dirigenti




Le intercettazioni da brividi dell'Ilva di Taranto

Dobbiamo legargli il culo alla sedia’: e’ il contenuto di un’intercettazione telefonica prodotta dalla Procura nell’udienza del Riesame sui ricorsi presentati dall’Ilva.  
La frase sarebbe stata pronunciata da un dirigente dell’Ilva in una conversazione con altri dirigenti e farebbe riferimento all’arrivo in fabbrica di funzionari regionali che dovevano compiere un sopralluogo sugli impianti ritenuti a rischio ambientale.  

CONTATTI CON I TECNICI - Le intercettazioni sono contenute in un procedimento penale con l’ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari, di cui e’ titolare il pm della Procura di Taranto Remo Epifani e che e’ stato unificato a quello nei confronti dell’Ilva per disastro ambientale colposo e doloso dal quale e’ scaturito il sequestro degli impianti dell’area a caldo del Siderurgico. 
Dalle intercettazioni, secondo indiscrezioni, emergerebbero contatti con tecnici che dovevano preparare l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per conto del ministero dell’Ambiente, nonche’ un presunto episodio di corruzione del docente universitario ed ex preside del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti. 
Quest’ultimo episodio e’ indicato anche nell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari firmata dal gip Patrizia Todisco nei confronti di otto dirigenti ed ex dirigenti dell’Ilva......(Ansa)


Ilva, ecco le intercettazioni che provano la corruzione .Quel manager tesseva le trame.....

Leggi anche su Noacarbone 

Inchiesta Ilva, intercettazioni choc "Dobbiamo pagare tutta la stampa"

I pm : così l’azienda ha tentatodi alterare i dati dell’inquinamento ambientale

09 luglio 2012

Toscana:due dirigenti Arpat sono imputati di omissione di atti di ufficio per aver trasmesso in ritardo alla Procura della Repubblica la notizia dello sforamento della diossina.2 )Il Parlamento Europeo verso l'aggiornamento della Direttiva Seveso

  DUE INTERESSANTI ARTICOLI TRATTI DA ARPAT.......

 

Tratto da Arpat

Chimet: puntualizzazione ARPAT

L'Agenzia propose la chiusura dell'impianto alla Provincia
20/06/2012 Sul Corriere di Arezzo del  20 giugno 2012 è stato pubblicato un articolo relativo al procedimento penale “Chimet” nel quale si afferma che due dirigenti del dipartimento Arpat di Arezzo sono imputati di omissione di atti di ufficio per non aver richiesto la chiusura dello stabilimento dopo che la stessa Arpat aveva rilevato un superamento dei limiti di emissione per il parametro diossine. Tale notizia non risulta corrispondente alla realtà.
Infatti venne tempestivamente richiesto dall'Agenzia alla Provincia il fermo dell’impianto in questione e  tale fermo avvenne per effetto di uno specifico provvedimento emesso dalla Provincia stessa. 
 
Il motivo per cui i due dirigenti di Arpat sono imputati di omissione di atti di ufficio è invece per aver trasmesso in ritardo alla Procura della Repubblica la notizia di reato relativa al suddetto sforamento.

Tratto da Arpat 

Il Parlamento Europeo verso l'aggiornamento della Direttiva Seveso

21/06/2012
Gli stabilimenti che contengono sostanze chimiche pericolose saranno oggetto d'ispezioni più regolari, secondo le norme approvate dal Parlamento Europeo il 14 giugno 2012. La cosiddetta legislazione "Seveso" migliorerà l'accesso dei cittadini alle informazioni sugli impianti e sui loro piani di emergenza.
 
"L'aggiornamento di Seveso è un grande successo, che aumenterà la protezione contro gli incidenti gravi collegati a sostanze pericolose e fornirà ai cittadini un adeguato accesso alle informazioni", ha dichiarato Richard Seeber parlando a nome del relatore János Áder, che ha recentemente lasciato il Parlamento per diventare presidente dell'Ungheria.

Le nuove norme, adottate con 593 voti a favore, 10 contro e 7 astensioni, sono già state concordate durante i negoziati con gli Stati membri e devono ancora ricevere l'assenso del Consiglio per entrare in vigore nel giugno del 2015.

Ispezioni
Le regole sulle ispezioni già esistenti sono state rafforzate per garantire che le installazioni a maggior rischio siano ispezionate almeno una volta l'anno, e i siti a minor rischio almeno una volta ogni tre anni. Le autorità effettueranno ulteriori controlli in caso di lamentele, o se sospettano violazioni alle regole.
Per evitare un "effetto domino" d'incidenti chimici, le autorità pubbliche avranno il diritto di ricevere informazioni sugli stabilimenti vicini, anche se non sono coperti dalle norme Seveso.

Partecipazione dei cittadini

Le nuove norme garantiscono che i cittadini abbiano diritto a informazioni comprensibili sulle installazioni, anche in formato elettronico, e possano esprimere la propria opinione su questioni quali l'espansione dei siti e la pianificazione di emergenza.

Classificazioni internazionali
D'ora in poi, la normativa seguirà un nuovo e sofisticato sistema di classificazione basato su standard internazionali, elaborato per ottenere un'identificazione più accurata dei rischi per la salute dell'uomo e per l'ambiente.

Il testo della Direttiva approvata (versione provvisoria)