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Visualizzazione post con etichetta Parigi 2015. Mostra tutti i post
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23 maggio 2015


Tratto da  NEWS.VA          Conferenza sul clima di Parigi: incontro di leader religiosi

2015-05-22 Radio Vaticana
Non è questo il tempo per cedere ad una “inquietudine impotente”. È piuttosto il tempo di agire con “speranza” per “invertire la rotta” perché la crisi è grave e l’impatto del cambiamento climatico sulla vita degli uomini sulla terra è violento. È questo il messaggio che i leader delle religioni in Francia hanno lanciato ieri a Parigi nel corso di una conferenza stampa organizzata a margine del colloquio promosso nella sede del Senato francese in vista della Conferenza internazionale Cop21 che si svolgerà a fine novembre a Parigi. 
Sul clima, momento favorevole per invertire la rotta
Schierati in prima linea in questo impegno per la salvaguardia del creato - riporta l'agenzia Sir - ci sono il vescovo cattolico mons. Lean-Luc Brunin (Conferenza episcopale francese), il metropolita ortodosso Emmanuel, il gran rabbino di Francia Haim Korsia, l’imam Anouar Kbibech del Consiglio francese del culto musulmano, Francois Clavairoy, presidente della Federazione protestante di Francia. “Siamo in un momento favorevole - ha detto il vescovo di Le Havre, mons. Brunin - per invertire la rotta. Per dire che un altro avvenire è possibile, per mobilitare tutte le forze positive della società per progredire insieme”. La Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico offre quindi un’occasione preziosa per “sensibilizzare su questi temi l’opinione pubblica”. 
Molte iniziative nel mondo per la salvaguardia del pianeta
Si stanno mobilitando su questo fronte media e forze politiche. Molte iniziative in Francia e nel mondo si stanno promuovendo per il pianeta. Come il “digiuno” che viene osservato ogni primo del mese e che per iniziativa di un ragazzo filippino, sta coinvolgendo in tutto il mondo migliaia di persone. I leader delle religioni hanno scelto proprio il 1° di luglio  per consegnare al Presidente francese Hollande una dichiarazione solenne sul clima e sull’impegno degli uomini e delle donne di fede. 
Attesa per l'enciclica del Papa sull'ambiente
Ma la gente - osserva il vescovo Brunin - guarda ai fenomeni in atto nel nostro pianeta con preoccupazione. Occorre allora passare dall’inquietudine impotente alla presa di consapevolezza che un cambiamento è possibile”. C’è molta attesa qui a Parigi per la pubblicazione in giugno dell’enciclica di Papa Francesco sull’ecologia. “L’insistenza del Papa - ha detto Brunin - è che la questione ecologica non può essere disgiunta dalla questione dello sviluppo e dalla attenzione ai poveri”. È la prima volta che le religioni si ritrovano attorno al tema dell’ambiente. .....
(Da Radio Vaticana)

07 maggio 2015

International Energy Agency: la transizione verso le fonti pulite deve accelerare il passo

Iea: la transizione verso le fonti pulite deve accelerare il passo
Il progresso delle tecnologie pulite è ancora troppo lento: l’Agenzia internazionale dell’energia(Iea, International Energy Agency) torna a battere su questo tasto con il nuovo rapporto Energy technology perspectives 2015. Nella sua veste più “ambientalista”, se così si può dire, l’organizzazione basata a Parigi vuole ricordare ai Paesi di tutto il mondo che la visione “business-as-usual” è insostenibile, perché senza investire di più e meglio nell’economia verde e nelle fonti pulite, quindi con misure aggiuntive rispetto alle attuali politiche, l’abbattimento delle emissioni inquinanti resterà un miraggio. Lo scenario tracciato invece dalla Iea è il cosiddetto 2DS, il cui obiettivo è cercare di limitare il surriscaldamento medio terrestre a due gradi centigradi.
Il mix energetico planetario dovrà trasformarsi radicalmente, puntando a tagliare del 40% le emissioni cumulative di CO2 da combustibili fossili entro il 2050. Un traguardo che, per essere raggiunto, non potrà fare a meno di un accordo mondiale sulle concrete misure salva-clima, da definire nei prossimi negoziati Onu di Parigi a dicembre. Secondo le stime dell’Agenzia, i governi spendono circa 17 miliardi di dollari l’anno per attività di ricerca e sviluppo in campo energetico. Questa cifra, tuttavia, dovrà almeno triplicare, grazie anche a una più stretta collaborazione tra pubblico e privato, mirata a costruire un’economia sempre meno dipendente dalle fonti tradizionali (gas, carbone e petrolio). Per la prima volta da quando la Iea pubblica i suoi studi, purtroppo, nessuna delle tecnologie considerate è in linea con l’evoluzione prospettata dallo scenario 2DS. Perfino le rinnovabili sono adesso complessivamente in ritardo, essendo passate dal semaforo verde del precedente rapporto al colore arancione, che significa che la loro avanzata, per quanto consistente, sta procedendo a un ritmo più basso di quello richiesto.

Il punto critico è che ogni anno che passa, fa crescere l’ammontare totale degli investimenti necessari per “ripulire” il mix energetico dai carburanti fossili. Quindi l’attendismo dei governi – perfettamente testimoniato dall’impasse su ogni ipotesi di intesa globale per la lotta ai cambiamenti climatici – continua a spostare in avanti la soluzione del problema, aggravandone i costi. 
 Le fonti pulite insomma, al pari di altri settori (efficienza nell’edilizia, mobilità elettrica, reti intelligenti) ora dovranno accelerare con forza maggiore, per mantenersi in linea con il quadro di “decarbonizzazione” elaborato dalla Iea. 
Per non parlare di quelle tecnologie da bollino rosso, come le centrali a carbone e lo stoccaggio della CO2. Le prime sono le più inquinanti sulla scena della produzione energetica.......Continua  a leggere su energymanagernews.it


06 maggio 2015

Papa Francesco:"Dio perdona sempre,l'uomo a volte,la natura mai".

Tratto da Greenbiz


L'attenzione che Papa Francesco e la Chiesa stanno mostrando di rivolgere alle grandi questioni ambientali è, in una sola parola, provvidenziale.
È alle viste un'Enciclica sull'ecologia e appena qualche giorno fa, nella ricorrenza mondiale dell'Earth Day, il Papa ha ricordato con grande efficacia l'importanza e il dovere di custodire il Creato, che è solo un prestito per l'uomo.
È molto importante che una voce tanto autorevole e amata come quella del Pontefice porti all'attenzione di tutti l'urgenza di questi problemi, affinché non vengano oltre percepiti come questioni da salotto, ma sia chiaro che riguardano ciascuno di noi e la sopravvivenza stessa della nostra specie, a cominciare dai più poveri e indifesi.
Sono questioni che accomunano l'umanità intera e devono pertanto essere motivo di condivisione interculturale, interrazziale e interreligiosa. 
In questo orizzonte è importante che i cittadini italiani e il Governo raccolgano il testimone e si impegnino concretamente nella battaglia che mette la cura del Pianeta e il contrasto ai cambiamenti climatici come una priorità assoluta.

Tratto da Greenbiz

LA LETTERA DI GREENPEACE – In vista dell’enciclica, Greenpeace scrive una lettera apertacome ringraziamento per le iniziative a difesa del clima  globale, proprio mentre, in queste ore, si tiene una Conferenza in Vaticano sul tema dei cambiamenti climatici.
Una delle maggiori minacce per il clima della Terra proviene dallo sfruttamento irresponsabile di carbone e petrolio - si legge nella lettera a firma di Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia - I governi mostrano poca saggezza in questo campo e grandi interessi industriali sono ancora legati a queste fonti di energia, distruttive per l’ambiente, per il clima e oggetto di sanguinosi conflitti".
La richiesta al Papa è affinché invii un appello a tutti i governi e ai leader dell’industria perché s’impegnino concretamente nella direzione del contrasto al riscaldamento globale, per un sistema energetico basato al 100% sulle rinnovabili, che sia accessibile a tutte le persone nel Pianeta. E, come ricordano da Greenpeace, al vertice Onu sui cambiamenti climatici dello scorso settembre, il Summit interreligioso ha presentato una dichiarazione comune di responsabilità a ridurre le emissioni di gas a effetto serra. 
Inoltre, i rappresentanti dei gruppi religiosi hanno chiesto ai governi di assicurare l’accesso per tutti alle fonti di energia rinnovabile e l’eliminazione dei combustibili fossili entro il 2050.

07 marzo 2015

"GO FOSSIL FREE" :Oslo abbandona gli investimenti nel carbone

Tratto da Rinnovabili.it
VERSO PARIGI 2015
La campagna americana “Go fossil free” fa adepti anche in Europa
Oslo abbandona gli investimenti nel carbone
La capitale norvegese ha promesso che disinvestirà 7 milioni di euro dai fondi pensione che fino a ieri finanziavano anche le compagnie del carbone
Oslo abbandona gli investimenti nel carbone-

(Rinnovabili.it) – La città di Oslo ha promesso che abbandonerà tutti gli investimenti nelle società produttrici di carbone, a causa del danno ambientale provocato da questa fonte energetica. La decisione annovera la capitale norvegese ad altre 40 città di tutto il mondo, ma è la prima capitale ad assumersi l’impegno.
Il Commissario alle finanze di Olso, Eirik Lae Solberg, ha detto alla televisione di Stato NRK che «ci stiamo tirando fuori dalle società del carbone, perché la produzione di energia basata su questo combustibile è una delle più dannose e meno rispettose dell’ambiente in tutto il settore energetico. 
Vogliamo adoperare i nostri investimenti per promuovere energia più sostenibile per una società più sostenibile».
Una simile mossa significa che 7 milioni di dollari investiti nel carbone dal fondo pensione del Consiglio di Oslo verranno ritirati dal settore. «Non è una somma enorme, ma abbiamo intenzione di mandare un segnale chiaro», ha detto Lae Solberg.
Quasi 200 istituzioni hanno detto no al carbone
La decisione arriva sull’onda parte di una campagna sul cambiamento climatico che ha già convinto 180 istituzioni, con investimenti pari a 50 miliardi di dollari (compresi gli enti locali, le università e le chiese), a lasciare i propri finanziamenti ai combustibili fossili: carbone, petrolio e gas.
Anche a livello nazionale in Norvegia si muove qualcosa. Il fondo petrolifero nazionale della Norvegia vale 850 miliardi di dollari ed è il più grande fondo sovrano del mondo. Nel mese di febbraio, ha annunciato di aver scaricato 32 compagnie fossili per motivi ambientali, e sta valutando un disinvestimento più ampio.
La campagna sul divestment è iniziata negli Stati Uniti, ma la Scandinavia si è subito messa in scia, con importanti gestori dei fondi pensione che hanno rapidamente abbandonato gli impegni finanziari nelle fossili. Tra essi c’è anche Nordea, il più grande del settore.
Lunedì, centinaia di migliaia di accademici, ingegneri e avvocati in Danimarca hanno annunciato che avvieranno la cessione di 32 miliardi di euro stoccati nei fondi pensione che investono nel carbone.
A febbraio 1.000 persone hanno manifestato a Oslo per chiedere il divestment, e ora possono cantare vittoria: «Questa è una vittoria che corona il nostro duro lavoro, e invia un segnale forte al governo che sta attualmente rivedendo gli investimenti del fondo petrolifero nazionale. Sarebbe un pessimo esempio di leadership se scegliesse di prendere misure meno coraggiose di Oslo», ha detto Future in our Hands, gruppo che ha organizzato la campagna.

06 marzo 2015

SPEZIAPOLIS: Cambiamo il sistema, non il clima! Il 14 Marzo a Roma, verso Parigi 2015


Tratto da Speziapolis
Tre di giorni di intensa attività promossi da A SUD, a Roma dal 12 al 14 Marzo prossimi, culmineranno con una assemblea nazionale (il 14 Marzo) di costruzione di un percorso verso la 21° Conferenza sul clima di Parigi. Il 13 Marzo ci sarà la presentazione dell'Atlante italiano dei conflitti ambientali e, il 12, la IV Edizione del Premio Donne Pace e Ambiente WANGARI MAATHAI. Il Comitato SpeziaViaDalCarbone parteciparà a tutti gli eventi.
"In una fase politica nazionale che restringe sempre più gli spazi di partecipazione popolare e l’agibilità politica della società civile organizzata in ogni sua forma è ancor più urgente lavorare alla costruzione di un percorso inclusivo, che utilizzi strumenti diversi, dall’informazione alla mobilitazione, dalla pressione istituzionale alla progettazione territoriale, e che si organizzi per fare della rivendicazione di giustizia ambientale e sociale l’asse portante di un ragionamento unico e capace di incidere sulle scelte politiche".
E' A SUD a lanciare l'appello per un incontro nazionale di discussione, a Roma il 14 Marzoin preparazione alla 21° Conferenza delle Parti Onu sui Cambiamenti climatici che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015. A 6 anni di distanza dal vertice di Copenaghen, dopo la Conferenza di Varsavia del 2013 e quella preparatoria di Lima del 2014 è la prima volta che finalmente l’attenzione sarà di nuovo concentrata sull’emergenza climatica. 
"Il tema dei cambiamenti climatici è un tema globale ma con ricadute drammatiche a livello locale ed è strettamente connesso alle battaglie in difesa del territorio che si stanno giocando nel nostro paese -scrivono i sottoscrittori dell'appello, tra cui il Comitato SpeziaViaDalCarbone e NO AL CARBONE di Brindisi. A partire dai conflitti sociali innescati dal decreto Sblocca Italia, contro estrazioni petrolifere in terra e in mare, mega infrastrutture dall’indubbio impatto ma dalla dubbia utilità, incenerimento, privatizzazioni, etc. Alla vertenza nazionale contro il decreto del governo Renzi vanno aggiunte diverse altre esperienze e temi, come le battaglie contro il carbone o le infrastrutture energetiche e militari, i poli produttivi contaminanti ai quali si continua a concedere possibilità di inquinare mettendo a rischio la salute delle comunità, le vertenze per le bonifiche e quelle per il risanamento del territorio dal dissesto idrogeologico, per citare le principali! (dettagli sull'iniziativa qui)
Infine, nel corso di un evento pubblico, il 13 Marzo sarà presentata la prima piattaforma web italiana geo referenziata, di consultazione gratuita, costruita assieme a dipartimenti universitari, ricercatori, giornalisti, attivisti e comitati territoriali, che raccoglie le schede descrittive delle più emblematiche vertenze ambientali italiane. Dal Vajont a Casal Monferrato, da Taranto a Brescia, dalla Terra dei Fuochi alla Val di Susa, dalle zone di sfruttamento petrolifero alle centrali a carbone, dai poli industriali all’agroindustria, dalle megainfrastrutture alle discariche, un atlante delle emergenze ambientali italiane e delle esperienze di cittadinanza attiva in difesa del territorio e del diritto alla salute.

L’archivio, che al momento del lancio conterrà oltre 100 schede italiane di conflitto elaborate nell'ambito del progetto Ejolt - che copre circa 1400 casi di conflitti ambientali in tutti i continenti - è in continua espansione ma di rapida consultazione attraverso un sistema di filtri progressivi ed è pensato per essere utilizzato da ricercatori, giornalisti, docenti, studenti, cittadini, enti locali ed istituzioni pubbliche aventi come mission la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica. (dettagli qui)