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21 aprile 2008

2008-04-21 Riceviamo e pubblichiamo le lettere di due medici ISDE (International Society of Doctors for the Environment.)

Risposta a Gosio .
Con preghiera di pubblicazione.

Savona, 12.4.08

Nel nostro territorio la principale fonte di inquinanti, tutti cancerogeni e tossici per il cuore, i polmoni e lo sviluppo embrionale, è costituita dalla combustione del carbone. Proprio nel momento in cui la preoccupazione del riscaldamento del pianeta ed il fatto che la combustione del carbone emetta una quantità enorme di anidride carbonica, il più importante gas serra, sta dando il via negli Stati Uniti all’inizio della fine del suo uso nella produzione di energia, ecco che a Vado il Direttore Generale di Tirreno Power torna a proporre l’ ampliamento della centrale a carbone, con il proposito di bruciare altre centinaia di migliaia di tonnellate all’ anno di carbone (oltre al milione di tonnellate attuale) per produrre ulteriori 480 Megawatt di energia, che saranno tutti utilizzati in altre regioni.
Questa proposta, a distanza di un anno dalle solenni bocciature avvenute in sede di presentazione, giunge in un momento in cui nel mondo occidentale sta cambiando radicalmente il modo di affrontare il problema carbone.
L’opposizione al carbone, iniziata dai comitati dei cittadini, si è ormai trasformata in una marea montante. Organizzazioni sanitarie, di agricoltori, i più importanti climatologi e, soprattutto, vari stati americani hanno preso una netta posizione contro il carbone.
E a Vado ci vengono a sbandierare investimenti di 700 milioni di euro, per costruire una centrale che nell’ arco di 10 anni indurrà nell’ ambente che la ospita danni per quasi un miliardo di euro!: i vantaggi ai proprietari, i costi, elevatissimi, alla comunità locale.
Secondo Ecosenseweb (http://ecosenseweb.ier.uni-stuttgart.de/index.html) il software specifico della CE, una centrale a carbone di circa 2000 MW ogni anno causa danni legati alle morti premature, alle malattie, all’agricoltura, agli edifici ed i patrimoni archeologici ed all’effetto serra per una somma pari a oltre 100 milioni di euro.
Quello che non corrisponde al vero non sono i pareri tecnici formulati nel 2007 per bocciare l’ ampliamento della centrale, ma bensì i calcoli erronei su cui si basa il progetto di ampliamento.
La spiegazione è molto semplice: non tenendo conto della produzione di particolato fine secondario (PM2,5 secondario), che rappresenta una parte importante e pericolosissima per la salute umana delle emissioni della centrale, si vorrebbe far credere che l’ adozione di nuove tecnologie produttive possa condurre ad una lieve riduzione delle emissioni di polveri, mentre queste, invece, aumenteranno fino a 30 volte rispetto a quanto dichiarato, data la caratteristica di questo tipo di particolato di non poter essere abbattuto dai filtri, anche i più moderni e potenti, poichè si formano in atmosfera, dopo l’ uscita dai camini (particolato primario condensabile e particolato secondario).
In pratica si pùò calcolare, dai dati grezzi forniti da Tirreno Power, che anziché 150 tonnellate/anno saranno emesse quasi 5000 tonnellate/anno di polveri sottili.
Ovviamente esiste anche una spiegazione pratica del perché ci si possano permettere tali affermazioni erronee: la misurazione delle PM 2,5, dovuta per legge dal 2002 ( D.M.60 del 2002), non è mai iniziata da parte delle pubbliche amministrazioni, e questo permette di presentare progetti di ampliamento della centrale a carbone che non rendono conto di questo dato, ed in particolare delle PM 2,5 secondarie, dichiarando valori di emissioni di particolato molto inferiori, e questo confidando sul fatto che le autorità competenti, non provvedendo agli accertamenti dovuti, preferiscono sorvolare ipocritamente e affrontare così aspetti secondari e non risolutivi, seppur importanti ( la copertura del carbonile, ed altre inadempienze che si potrebbero risolvere in via amministrativa esigendo nelle sedi dovute il rispetto di patti precedentemente sottoscritti e mai fatti rispettare).
A questo proposito mi chiedo come mai gli enti pubblici non esitino a passare a vie legali quando si tratta di riscuotere una tassa da un privato cittadino, e si limitano a sbraitare saltuariamente senza effetto su contratti colossali mai rispettati.
Credete, a noi, ben lungi dall’ evitarlo, farebbe molto piacere avere un confronto chiaro, pubblico e diretto con Tirreno Power su questi argomenti.
Ricordo ancora una volta all’ ingegner Gosio che le nostre affermazioni sono basate su rigorosi lavori scientifici, e non rappresentano “una alzata di scudi.e una preconcetta opposizione”, ma, piuttosto sono una risposta ad affermazioni che riteniamo sbagliate ed altamente pericolose per la salute delle persone, che siamo tenuti a tutelare in base all’ articolo 5 del Nuovo Codice Deontologico dei Medici.
e senza controlli.

Dottor Paolo Franceschi,
Referente per l' Ambiente dell’ Ordine dei Medici di Savona
ISDE: Associazione Internazionale dei Medici per l’ Ambiente.

INCENERITORI E SALUTE: NOTIZIE ALLARMANTI DALLA FRANCIA

Il 2 aprile u.s. http://www.cniid.org/espace_mailing/cp_20080402.htm sono stati resi noti i risultati definitivi della ricerca condotta da La Veille Sanitarie in Francia nelle popolazioni residenti in prossimità di impianti di incenerimento. I risultati preliminari erano stati presentati nel novembre 2006 ed avevano riguardato 135.567 casi di cancro insorti nel periodo 1990-1999 su una popolazione di circa 2.5 milioni di persone residente in prossimità di 16 inceneritori di rifiuti urbani attivi tra il 1972 ed il 1990. Lo studio aveva considerato l’esposizione a diossine valutate in diversi percentili, trovando un aumento del rischio coerente col crescere dell’esposizione; in particolare nelle aree più esposte l aumento del rischio era: sarcomi + 12.9% in entrambi i sessi, linfomi non Hodgkin + 8.4% , cancro al fegato +9.7 %, cancro alla mammella +6.9%, tutti i cancri nelle donne +4% .Orbene, le preoccupazione già a suo tempo emerse dai risultati preliminari, si sono ulteriormente rafforzate davanti ai risultati definitivi conteggiati a marzo 2008 e che evidenziano i seguenti incrementi: sarcomi + 22%, linfomi non Hodgkin + 12% in entrambi i sessi + 18% nelle femmine, cancro al fegato +16%, tutti i cancri nelle donne +6% ed ancora, dato in precedenza non rilevato, incremento del rischio di incidenza per mieloma multiplo in entrambi e sessi +16% e per i maschi addirittura + 23%. Oltretutto, a detta degli autori, il picco non è ancora stato raggiunto! Ricordiamo che anche lo studio condotto sulla popolazione di un quartiere di Forlì (Coriano) esposta a due impianti di incenerimento ( rifiuti urbani e ospedalieri) aveva evidenziato gravi danni per la salute specie nel sesso femminile con aumento statisticamente significativo del rischio di morte per tutte le cause e soprattutto per tutti i tumori (in particolare mammella, colon, stomaco). La particolare suscettibilità del sesso femminile agli inquinanti emessi da questi impianti è facilmente comprensibile se si pensa, ad es., che la concentrazione di diossine nel sangue delle donne di Seveso, anche a distanza di anni, era dalle due alle tre volte superiore a quella riscontrata nei maschi, che pure erano stati esposti al medesimo evento: le caratteristiche biologiche, metaboliche, endocrine rappresentano evidentemente un fattore discriminante di particolare rilievo.
D’ altra parte è ben noto che proprio nel sesso femminile, anche nel nostro paese, si registra una crescente incidenza di cancro che, secondo i dati dell’ Associazione dei Registri Tumori Italiani (AIRTUM) presentati proprio per l’ 8 marzo 2008, è dell’ 1% annuo, indipendentemente dalla età. Tutte queste considerazioni, al pari di quelle che si fanno per la salute infantile, sono però parole al vento: nessuno se ne cura ed invece di passare dalle parole ai fatti- ovvero intraprendere azioni concrete per ridurre l’ immissione di sostanze tossiche ed inquinanti nell’ ambiente facendo Prevenzione Primaria - si continua solo ad esprimere buone intenzioni o a “ monitorare” i danni che si continuano a recare.
Da questo punto di vista la gestione dei rifiuti è a dir poco paradossale: da tempo abbiamo capito che i “rifiuti” (o meglio i “materiali post-consumo”) sono risorse, ma, se anche fossero una “malattia”, come viene costantemente propagandato, la “cura” che ci viene prospettata, ovvero il loro incenerimento, è molto peggiore del male, dal momento che ogni processo di combustione trasforma materiali di per sé inerti in composti altamente tossici e nocivi, con danni che sono oggi dettagliamente calcolabili.
Sul sito http://ec.europa.eu/research/headlines/news/article_05_10_21_en.html dell’UE è oggi possibile, inserendo alcuni parametri emissivi (NOx, SO2, PM10, VOC..) l’ altezza dei camini ecc. quantificare i danni alla salute e all’ ambiente per ciascuna fonte. Per fare un esempio, ogni anno emissioni simili a quelle dell’ inceneritore di Brescia, secondo tale software che –si badi bene- considera solo una parte degli inquinanti emessi, causerebbero una perdita economica pari a 1.480.000 Euro!
Che altro resta da dire? Il problema dei rifiuti è, in assoluto, il più semplice da risolvere, se solo si facessero scelte coraggiose e chiare: dalla raccolta “porta a porta” al recupero effettivo dei materiali post-consumo. Ma fino a che rimangono i cassonetti stradali, che altro non sono che mini discariche all’ aperto, e fino a che lo stesso gestore gestisce sia la raccolta differenziata che l’ incenerimento e guadagna tanto più brucia, rivendendo a prezzo triplicato la poca energia prodotta, come sperare che si inverta la rotta? Solo la nostra follia può pensare che sia vantaggioso incenerire carta, legno, plastica…preziose materie che poi dobbiamo produrre ex.novo abbattendo alberi od estraendo petrolio. Allo stato attuale il 98.2% di tutti i rifiuti urbani può essere recuperato come materia, e, per chi ancora non lo sapesse, anche i materiali poli-accoppiati e gli stessi pannoloni diventano – tramite processi di estrusione, senza formazione di alcun inquinante - sabbia sintetica utilizzata in edilizia o per manufatti plastici. In pratica il “secco non riciclabile” che prima andava alla discarica o all’ incenerimento ad un costo medio di 120 Euro a ton, viene venduto al prezzo di 80 Euro a ton sotto forma di sabbia sintetica! Non è utopia, non succede chissà dove, succede nel nostro paese. Perchè i nostri amministratori e politici invece dei pellegrinaggi a Vienna o Brescia non vanno a visitare, ad es. il Centro Riciclo di Vedelago (TV) dove si realizza quanto sopra detto? Qui, senza sovvenzioni pubbliche si sono creati posti di lavoro stabili e sicuri, senza nocività né per i lavoratori né per l’ ambiente. Impianti simili si possono realizzare ovunque in pochi mesi e con investimenti che sono almeno un decimo inferiori rispetto a quelli necessari per realizzare un inceneritore che tratti la stessa quantità di materiali.
Se dunque è possibile evitare queste inutili e costose fabbriche di veleni senza il ricatto occupazionale, ma anzi creando lavoro e ricchezza, è facile capire perché non solo cittadini e comitati si sono mobilitati, ma anche centinaia di migliaia di medici in Europa - dal Consiglio Nazionale degli Ordini dei Medici Francese, ai Medici Irlandesi, alla Federazione degli Ordini dell’ Emilia Romagna - si sono attivati per chiedere una moratoria sulla loro costruzione.
Ma ancora una volta, proprio all’ interno del mondo scientifico e medico, le voci indipendenti dai grossi poteri economici/finanziari faticano a farsi ascoltare.
Quante sofferenze e quanti morti ancora saranno necessari perché finalmente si aprano gli occhi ed i rifiuti cessino di essere risorse solo per chi, incenerendoli, accede, in un mercato drogato, ai vergognosi incentivi che solo l’ Italia riconosce ai “fuochisti” di turno?

Dott.ssa Patrizia Gentilini Oncoematologo
Portavoce per l’ Emilia-Romagna del Coordinamento dei Comitati Italiani dei Medici per l’ Ambiente e la Salute
13 Aprile 2008

11 aprile 2008

2008-04-11 Riceviamo dal Comune di Spotorno e pubblichiamo volentieri

07.04.2008 Centraline monitoraggio aria e incontro con A.S.L.

Spett.le A.R.P.A.L.
Dipartimento di SAVONA
Via Zunini, n. 1
1710SAVONA
all’attenzione del Dott. Giovanni PEVERELLO

Si porta che il Consiglio Comunale, riunitosi in data 31 Maggio 2007, in riferimento al PROGETTO RELATIVO ALLA COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DI UN NUOVA UNITA’ A CARBONE DA 460 MW NELLA CENTRALE TERMOELETTRICA DI VADO L. – QUILIANO PRESENTATO DALLA SOCIETA’ TIRRENO POWER S.P.A., ha deliberato all’UNANIMITA’, sulla base di documentate valutazioni, quanto segue:
-ritiene che la proposta di Tirreno Power non possa essere condivisa ed accettata;-impegna il Sindaco e la Giunta Comunale a manifestare l’opposizione del Consiglio Comunale al progetto presentato da Tirreno Power;
-ritiene che a prescindere dalla proposta progettuale presentata, sia necessario perseguire il continuo miglioramento degli impianti già esistenti, al fine di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale sul territorio e di migliorarne le condizioni globali valutando anche l’ipotesi del depotenziamento;
-chiede agli Enti ed Organi competenti che venga garantita una gestione pubblica degli impianti di controllo delle emissioni e della qualità dell’aria.”
Si allega la delibera, contenente la perizia del Dott. Paolo FRANCESCHI inerente gli aspetti sanitari e ambientali correlati alla salute umana, che è stata inviata a tutte le autorità competenti.
Si comunica altresì che la Giunta Regionale Ligure (Delibera n. 236 del 09.03.2007) ha deliberato (anche su richiesta del Comune di Spotorno e di altri comuni) di approvare i contenuti di collaborazione presentati da IST per la collaborazione alla indagine epidemiologica sulla mortalità in relazione alla causa nei comuni della Provincia di Savona.
I risultati di tale ricerca sono stati presentati da regione e da IST in una riunione, il 16.02.2008, presso la Provincia. Secondo quanto asserito dall’Assessore Regionale all’Ambiente, sarà oggetto di approfondimenti e verifiche.
Si rivolge, pertanto ad ARPAL una richiesta di sistemazione/posa in essere di centraline, secondo le modalità che saranno ritenute necessarie, per il monitoraggio della qualità dell’aria sul territorio del Comune di Spotorno (fattori principali inquinanti atmosferici comprese le PM 2,5 come indicato dal D.M. 60/2002).
Si richiede, inoltre, ad ARPAL di farsi interprete presso il Comitato Tecnico Regionale di questa istanza volta alla tutela della salute dei cittadini e dell’Ambiente.
In attesa di riscontro si inviano cordiali saluti.
F.to in originale IL SINDACO Bruno MARENGO
Inoltre è stato richiesto un incontro con il
Direttore Generale della A.S.L. n. 2
Dott. Flavio Neirotti
Via Manzoni, 14
17100 SAVONA

Sabato 16 Febbraio l’IST ha presentato ai Sindaci, nei locali della Provincia, alla presenza dell’Assessore all’Ambiente della Regione, uno studio sulla mortalità in Provincia di Savona nel periodo 1999 – 2004 che si allega alla presente.
Detto studio è stato realizzato su incarico da parte della Giunta Regionale Ligure, anche su richiesta del Comune di Spotorno e di altri Comuni.
I dati raccolti e diffusi hanno evidenziato patologie diversificate. Questi dati rappresentano un patrimonio conoscitivo utile per cui riteniamo opportuno sviluppare ulteriori iniziative a partire da un confronto e un rapporto continuativo con i medici di base che operano sul nostro territorio e con l’Ordine dei Medici Provinciale di Savona, così come preannunciato dall’Assessore Regionale all’Ambiente nella presentazione dello studio il 16.02.2008.
Le chiediamo di organizzare un incontro con l’Amministrazione Comunale di Spotorno e medici dell’A.S.L. al fine di costituire un “tavolo di lavoro” per valutare meglio questi dati e decidere di effettuare ulteriori studi mirati ed iniziative rivolte alla popolazione, (informazione sulla situazione in essere, sulle iniziative in programma, incidenza fonti inquinanti come la Centrale Tirreno Power di Vado/Quiliano ecc.).
All’ IST, che legge per conoscenza, si richiede anticipatamente di rendersi disponibile ai fini della partecipazione all’incontro.
Agli Assessori all’Ambiente della Regione e della Provincia, che leggono per conoscenza, si richiede di valutare le forme di collaborazione tra l’Ordine dei Medici, IST, ARPAL, A.S.L. n. 2 ed Enti Locali, per l’effettuazione di ulteriori studi ed interventi mirati alla tutela della salute e dell’ambiente, (richiesta già avanzata dal sottoscritto nella riunione del Comitato Provinciale di Coordinamento L.R. 20/2006 Art. 10, tenuta in data 04.03.2008).
In attesa di sollecito riscontro porgo cordiali saluti.
F.to in originaleMARENGO Bruno Sindaco di Spotorno

08 aprile 2008

2008-04-08 FINE DELL'UTILIZZO DEL CARBONE NEGLI USA

Da: “Coordinamento dei Comitati dei Medici dell'Alto Lazio per l'Ambiente e la Salute”
Oggetto: Evento storico: Stati Uniti: l'inizio della fine del Carbone

La preoccupazione del riscaldamento del pianeta ed il fatto che la combustione del carbone emetta una quantità enorme di anidride carbonica, il più importante gas serra, danno il via negli Stati Uniti all’inizio della fine del suo uso nella produzione di energia.Un documento del Dipartimento USA dell’Energia, pubblicato i primi mesi del 2007, elencava 151 nuove centrali a carbone in via di autorizzazione.Tuttavia, nel corso dell’anno, 59 progetti di queste centrali in parte non sono stati approvati o sono stati ritirati dalle aziende che li avevano proposti, altri 50 progetti sono stati contestati presso vari tribunali americani e circa altri 50 saranno probabilmente contestati a vari livelli non appena riceveranno l’approvazione. L’opposizione al carbone, iniziata dai comitati dei cittadini, si è ormai trasformata in una marea montante. Organizzazioni sanitarie, di agricoltori, i più importanti climatologi e, soprattutto, vari stati americani hanno preso una netta posizione contro il carbone. I gruppi finanziari più importanti hanno espresso la preoccupazione per le spese accessorie legate alle emissioni di anidride carbonica.L’11 marzo 2008, la California ed il Massachusetts hanno presentato una proposta di legge per la messa al bando delle centrali a carbone senza meccanismi di interramento della CO2.Tuttavia, le preoccupazioni economiche legate all’aumento del prezzo del kWh causato dall’enorme spesa per gli interventi di segregazione della CO2 stessa, anche senza ancora una legge dedicata, hanno già segnato negli USA l’inizio della fine del carbone nella produzione di energia.Con la diffusione della possibilità della valutazione globale del danno causata dalla combustione del carbone, oggi possibile per mezzo della Commissione Europea (CE), i gruppi finanziari si guarderanno bene dal continuare ad investire nel carbone.Infatti, secondo Ecosenseweb (http://ecosenseweb.ier.uni-stuttgart.de/index.html) il software specifico della CE, una centrale a carbone di circa 2000 MW ogni anno causa danni legati alle morti premature, alle malattie, all’agricoltura, agli edifici ed i patrimoni archeologici ed all’effetto serra per una somma pari a oltre 100 milioni di euro.La possibilità reale della commercializzazione su larga scala della segregazione della CO2 inoltre potrebbe essere realistica non prima di un decennio… “This technology is at least a decade away from commercial viability”.Source: Earth Policy Institute, http://www.earthpolicy.org/, April 2008. http://www.earthpolicy.org/Updates/2008/Update70_timeline.htmCoordinamento Dei Comitati Italiani dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)Dr. Giovanni Ghirga (portavoce)