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30 settembre 2011

OLTRE IL CARBONE UNA RISPOSTA ALLA CRISI:ENERGIA ,LAVORO ,AMBIENTE E SALUTE

Riceviamo l' invito   dagli Amici di Porto Tolle e pubblichiamo

Appello per manifestazione a Porto Tolle e mobilitazione per  la giornata nazionale contro il carbone del  29 ottobre

 Mantenere alta l’attenzione è fondamentale per ottenere risultati importanti.   Molti  comitati  anti carbone  si sono già mobilitati in Polesine per ribadire il no categorico alla riconversione della centrale Enel di Polesine Camerini il prossimo 29 ottobre durante la giornata nazionale contro il carbone.


Dopo l'intervento del consiglio regionale veneto con la scandalosa modifica della legge istitutiva del Parco, decisione tutta a favore di Enel, si sono mobilitate diverse associazioni ambientaliste nazionali, comitati ed anche molta  gente comune,si è pensato di portare alla ribalta il caso emblematico di P.Tolle, che rispecchia in modo inequivocabile quanto possa rivelarsi pericoloso e dannoso l'intreccio affari-politica che continua a proporre progetti insensati a discapito della popolazione.

 Nasce da qui l'idea di concentrare le forze per far sentire forte la voce della gente stanca di subire .....
 

29 OTTOBRE : GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO L’USO DEL CARBONE, PER UN LAVORO DEGNO, PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI E TUTELARE LA SALUTE DANDO SPERANZA AL NOSTRO FUTURO. 

Leggi 



I comitati hanno organizzato un convegno a Rovigo presso la sala del Don Bosco il prossimo 8  ottobre al quale parteciperanno oltre agli esponenti locali come l’Avvocato Matteo Ceruti,  esponenti nazionali come il Direttore di Greenpeace Italia Giuseppe Onufrio, il Docente universitario de La Sapienza di Roma Massimo Scalia, Vittorio Bardi della Fiom Nazionale, Giuseppe Bortolussi segretario Cgia Mestre.
PER RIBADIRE , ancora una volta, lo sbaglio che si commetterebbe a convertire la centrale a carbone, dimenticando le energie prodotte da fonti rinnovabili. 






















1)Oggi giornata mondiale contro l'incenerimento 2)Bruxelles, Commissione Ambiente: ufficializzata la messa in mora per l’Italia 3)Le indicazioni sull’energia per il futuro governo

Tratto da la Voce dell'Emergenza

Giornata mondiale contro l’incenerimento: il calendario degli eventi


Oggi  è la Giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti. “Stop ai finanziamenti per l’energia sporca”: i cittadini preferiscono che il finanziamento pubblico sia diretto a realizzare le soluzioni per il riciclo dei rifiuti, e non per inceneritori e discariche. Il 30 settembre 2011, la Zero Waste Italy aderisce alla Giornata Mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti.
Gruppi di cittadini in tutto il mondo stanno facendo pressione sui loro governi per indirizzare le scarse risorse economiche a sostegno della comunità, non per finanziare inceneritori e discariche, ma per rafforzare misure per l’occupazione e destinare fondi per la risoluzione di problemi quali i cambiamenti climatici, i rifiuti tossici e l’inquinamento.
In occasione della Giornata Mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti, indetta per il 30 settembre, gruppi affiliati a GAIA (Alleanza Globale per le Alternative all’incenerimento) richiamano l’attenzione sull’uso improprio di fondi pubblici per pagare o sovvenzionare progetti di inceneritori o discariche, che sono noti per gli scarichi pericolosi e inquinanti, compresi i gas ad effetto serra, responsabili del surriscaldamento del pianeta.
L’incenerimento è molto costoso, crea pochi posti di lavoro, spreca energia, fa ritardare la lotta contro il riscaldamento globale, distrugge risorse limitate e non è sostenibile. È scandaloso che il denaro pubblico debba sostenere questo settore.
Non abbiamo né i soldi né tempo da perdere per percorrere questa strada che porta ad un vicolo cieco. Il denaro pubblico dovrebbe essere speso per uno sforzo significativo nell’orientare la nostra società usa e getta verso un futuro a Rifiuti Zero....

Il 30 settembre sono in programma attività di informazione, sensibilizzazione, mobilitazione e protesta in decine di paesi del mondo, tra cui l’Italia, a sostegno della campagna mondiale per bloccare i fondi indirizzati a ingannevoli progetti di gestione dei rifiuti, come gli impianti di incenerimento, chiamati in Italia ‘termovalorizzatori’, che di fatto stanno aggravando la crisi climatica e in maniera subdola stanno togliendo posti di lavoro nel settore del riciclo. Leggi tutto »
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Sempre tratto da La voce dell'Emergenza


Bruxelles, Commissione Ambiente: ufficializzata la messa in mora per l’Italia

 Rifiuti, la Ue mette in mora l’Italia. Bruxelles invia una lettera al governo italiano per la messa in mora sulle gestione dell’emergenza in Campania
la situazione dei rifiuti a Napoli. Il passo successivo, in caso di inadempienza, è il ricorso alla Corte di giustizia Ue insieme a sanzioni pecuniarie. RECORD DI INFRAZIONI – L’incubo dei provvedimenti dell’Unione Europea sull’emergenza – rifiuti torna, quindi, a materializzarsi. Già in passato il commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnik, aveva tuonato: «L’ Italia in Europa è il Paese con il maggior numero di procedure di infrazione alle normative ambientali, ben 44, in tutti i segmenti della legislazione ambientale. L’emergenza rifiuti in Campania si può risolvere in primo luogo separando i rifiuti per consentirne il riciclo.»....

CONDANNA – La Corte aveva condannato l’Italia, il 4 marzo 2010, per non aver adottato «tutte le misure necessarie per evitare di mettere in pericolo la salute umana e di danneggiare l’ambiente». Quello che chiedeva la Ue era un piano credibile, gestito in modo corretto.
  Non sembra che questo sia avvenuto e ora l’Italia rischia di finire di nuovo davanti alla Corte di giustizia. E in caso di seconda condanna le sanzioni verrebbero applicate sulle carenze di gestione passate e future.


(CorMezz)
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Tratto da Zeroemission
Efficienza energetica
Edifici efficienti, Ue diffida Italia per mancato rispetto delle norme


Edifici energeticamente efficienti significano anche notevoli risparmi per le famiglie, che potrebbero recuperare così parte delle risorse bruciate dalla crisi. Un’opportunità di cui in Italia evidentemente non si avverte il bisogno visti i ritardi nell’applicazione della normativa europea per il settore edile
 Già nel novembre dello scorso anno la Commissione aveva informato l’Italia circa l’inosservanza della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia.Leggi tutto
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Tratto da QualEnergia

Le indicazioni sull’energia per il futuro governo

Tutta la politica energetica italiana va ridefinita con scelte cruciali di breve e di lungo periodo, sia dal lato della domanda che da quello dell'offerta. Rinnovabili ed efficienza energetica, i veri settori anticiclici, hanno bisogno di certezze e segnali forti. 
 Se ne parlerà nel "Forum QualEnergia?" a Firenze il 6 e 7 ottobre.
Il settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica ha bisogno di certezze e di segnali forti.
Per questa ragione il Kyoto Club organizzerà a ottobre a Roma una conferenza stampa sul “Ritardometro” per segnalare tutti i provvedimenti che si stanno aspettando, dal “burden sharing” che definisce gli obbiettivi vincolanti sulle energie verdi per le Regioni, alle norme mancanti sugli incentivi per le fonti rinnovabili elettriche e termiche, a quelle per l’efficienza energetica.
Ma è tutta la politica energetica del paese che va rimessa a fuoco dopo il referendum sul nucleare. Avendo in mente gli obbiettivi europei del 2020, certo, ma anche considerando la traiettoria di decarbonizzazione dei decenni successivi che dovrà portarci, lo ricorda la “Roadmap al 2050” della Commissione Europea recentemente pubblicata, ad un taglio dell’80% delle emissioni climalteranti entro la metà del secolo.
Questo è proprio il tema che verrà affrontato nel quarto Forum nazionale QualEnergia? “Da Fukushima al rilancio dell’economia” che si terrà a Firenze il 6 e il 7 ottobre, affrontando i temi posti dalle trasformazioni in atto nel nostro paese e le sfide che ci aspettano sia sul versante dei consumi che in quello della produzione. Mettendo più in generale a fuoco le prospettive della green economy.....
Sul versante della produzione elettrica si parte dalla constatazione di un parco elettrico decisamente sovradimensionato, con 104 GW nel 2010 e previsioni per il 2020 di 110-130 GW, a fronte di una attuale richiesta di punta pari a 57 GW. La traiettoria che dovrà portare ad una dotale decarbonizzazione della produzione elettrica entro quarant’anni rende improponibili nuove centrali a carbone senza totale sequestro della CO2 (opzione peraltro, tutta da sperimentare). Il boom in atto delle rinnovabili ha portato a oltre 300.000 punti verdi di generazione. Già il prossimo anno l’energia verde potrebbe soddisfare un quarto dell’intera domanda elettrica del paese, rendendo urgentissimo un potenziamento della rete, l’introduzione di una nuova  “intelligenza” nella sua gestione e la creazione rapida di sistemi di accumulo.
E poi c’è il grande balzo in avanti previsto per la copertura della domanda termica con le rinnovabili, in base agli obbiettivi del PAN al 2020.
Insomma,il mondo dell’energia sta cambiando rapidamente. Oggi sono decisive le priorità che vengono stabilite, la lucidità con cui si compiono le scelte e la visione di lungo periodo. Un messaggio chiaro per questo governo e per il prossimo, su un tema su cui si giocano carte importanti del futuro dell’Italia.Leggi tutto


Guarda su La Repubblica

29 settembre 2011

La Liguria frena su Tirreno Power

 Tratto da pag 17 de  "Il Sole 24 Ore "di oggi
La Liguria frena su Tirreno Power


Slitta la firma della convenzione quadro ,prevista per ottobre, per ampliare la centrale a carbone.
Briano più tempo per avere l'assenso degli enti locali e misurare le ricadute.



La strada che porta all'ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power è ancora una volta più lunga del previsto."Potremmo avere bisogno di più tempo "ammette l'assessore regionale  all' Ambiente Renata Briano,secondo cui alla firma della convenzione-quadro prevista dall'iter progettuale,fino a ieri calendarizzata per ottobre -sarà propedeutico l'assenso di tutti gli enti locali interessati e qualche dato in più sulle ricadute dell'impianto già esistente a Vado-Quiliano in termini di SALUTE E AMBIENTE..........
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TIRRENO POWER ,la Regione frena
"PRIMA GLI STUDI EPIDEMIOLOGICI"



Leggi anche sul blog Unitiperlasalute

Tirreno Power, il sindaco Ferrando:"Burlando ha ascoltato per il 20% il territorio e per l’80% l’azienda”


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IL BALLETTO DEL CARBONE:
IN LIGURIA IL PD in campagna elettorale scrive
      "NO ALL'AMPLIAMENTO A   CARBONE"

          Nella  delibera della regione di Aprile  2011: SI'ALL'AMPLIAMENTO A CARBONE

 IN CALABRIA settembre 2011 IL  PD:

  NO  A CENTRALE A CARBONE.....
 Tratto da Tele Reggio

Pd: "No a centrale a carabone a Saline"



"Realizzare a Saline Joniche una megacentrale a carbone da oltre 1300 Megawatt non serve al futuro della Calabria e danneggia l'ambiente e il clima globale. Il Ministero dell'Ambiente deve fermare questo progetto". E' quanto dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante che preannunciano sul tema un'interrogazione urgente al ministro Prestigiacomo. "Il carbone - affermano i due parlamentari ecodem - è la più inquinante tra le energie fossili. Realizzare l'impianto di Saline Joniche vorrebbe dire far crescere di oltre 7 milioni di tonnellate le emissioni italiane di gas serra, peggiorando ulteriormente la nostra inadempienza agli impegni di abbattimenti delle emissioni dannose per il clima.
La Calabria e l'Italia hanno bisogno di interventi innovativi e sistematici per l'efficienza energetica e per lo sviluppo di energie pulite, non certo di nuove cattedrali nel deserto che portano solo inquinamento. Ci auguriamo - concludono i parlamentari - che il Ministero dell'Ambiente, tornando sulla sua prima valutazione e accogliendo il parere negativo espresso dal Ministero per i Beni Culturali, blocchi questo progetto insensato e dannoso".
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ULTERIORE  AGGIORNAMENTO SULLA NOSTRA ARIA
Sempre tratto da Ambiente in Liguria

Via Aurelia - Via Ferraris - Vado L. - Tipo zona: Urbana - Tipo postazione: Traffico
Benzene - adsorbimento continuo,
 Alcuni valori del 27 settembre e del 28
27/09/2011 16:0027/09/2011 17:00 8.4

27/09/2011 17:0027/09/2011 18:00 3.5

27/09/2011 18:0027/09/2011 19:00 10.1

27/09/2011 19:0027/09/2011 20:00 11.7

28/09/2011 16:0028/09/2011 17:00 8.1

28/09/2011 17:0028/09/2011 18:00 8.1

28/09/2011 18:0028/09/2011 19:00 13.3

28/09/2011 19:0028/09/2011 20:00 12.8

28/09/2011 20:0028/09/2011 21:00 11.6


Via Aurelia - Via Ferraris - Vado L. - Tipo zona: Urbana - Tipo postazione: Traffico
Pm2,5 - camp. continuo, raggi beta MEDIA GIORNALIERA
24/09/2011 00:0025/09/2011 00:0026

25/09/2011 00:0026/09/2011 00:0023

26/09/2011 00:0027/09/2011 00:0028

27/09/2011 00:0028/09/2011 00:0027

28/09/2011 00:0029/09/2011 00:0031


 Leggiamo su"La  Stampa "di oggi:
Allarme benzene degli ambientalisti Il Comune: “Fenomeno sotto controllo” 

Naturalmente ,sappiamo che c'è  tutto sotto controllo ,ma......anche  i valori di polveri Pm 2,5  del 24-25- 26 -27 -28 settembre  sono dovuti  al  mercato straordinario domenicale  o alle navi in rada?

E gli  ulteriori alti valori di ozono di Quiliano del 27  e 28 settembre   NOTEVOLI ANCHE DI NOTTE !
Non sono forse dovuti AI TROPPI  INQUINANTI NELLA NOSTRA ARIA?

Mercato Generale - Quiliano - Tipo zona: Suburbana - Tipo postazione: Industria
Ozono - continuo, fotometrico uv
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28 settembre 2011

29 OTTOBRE FERMIAMO IL CARBONE : GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO L’USO DEL CARBONE, PER UN LAVORO DEGNO, PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI E TUTELARE LA SALUTE DANDO SPERANZA AL NOSTRO FUTURO.

29 OTTOBRE : GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE

CONTRO IL CARBONE







CONTRO 

L’USO DEL CARBONE, PER UN LAVORO DEGNO,
PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI E TUTELARE LA SALUTE
DANDO SPERANZA AL NOSTRO FUTURO
APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE NEL POLESINE
E PRESIDI DAVANTI ALLE CENTRALI A CARBONE




La scelta di incrementare l’uso del carbone per la produzione di energia elettrica è una scelta nociva e sbagliata, soprattutto oggi che i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia per il futuro del Pianeta e le fonti rinnovabili, insieme all’efficienza energetica, rappresentano l’alternativa efficace e praticabile. 


La combustione del carbone in centrali elettriche rappresenta, infatti, la più grande fonte “umana” di inquinamento da CO2, più del doppio di quelle a gas. A parole tutti sono per la lotta ai cambiamenti climatici, ma in Italia si fanno scelte in senso contrario, nonostante l’Unione Europea abbia assunto la decisione di ridurre entro il 2020 di almeno del 20% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990.
Il carbone è anche una grave minaccia per la salute di tutti: la combustione rilascia un cocktail di inquinanti micidiali (Arsenico, Cromo, Cadmio e Mercurio, per esempio), che coinvolgono un’area molto più vasta di quella intorno alla centrale. L’Anidride solforosa emessa, combinandosi con il vapore acqueo, provoca le piogge acide, per non parlare dei danni alla salute derivanti dalle polveri sottili.


La consapevolezza del legame tra danno ambientale e minacce per la salute umana, con inevitabili costi per la collettività, dovrebbe ormai costituire una consapevolezza comune. Ciò nonostante, e per mere convenienze proprie legate all’attuale prezzo del carbone (peraltro in salita), alcune aziende insistono per costruire nuove centrali a carbone o riconvertire centrali  esistenti.

Con i recenti referendum oltre 26 milioni di italiani hanno
rivendicato il diritto a decidere del proprio futuro, un futuro in cui i cambiamenti climatici non raggiungano livelli distruttivi per l’ambiente, il benessere e la stessa specie umana, un futuro di vera sicurezza energetica, un futuro di vera e stabile occupazione. In contrasto con questa ampia richiesta popolare Governo, Enel e altri lanciano invece un “piano carbone” che, oltre a Porto Tolle, riguarda la riconversione di vecchie centrali come Vado Ligure, La Spezia, e Rossano Calabro,  o addirittura la costruzione  di nuove centrali come Saline Ioniche, con un livello di investimenti, pubblici e privati, dell’ordine di 10 miliardi di euro. Con buona pace del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. Rivendichiamo il diritto a essere coinvolti in scelte chiare, fondate su strategie e piani condivisi e non dettati dalle lobby energetiche, ma dall’interesse di tutti e dal bene comune.

Proponiamo il territorio polesano come laboratorio nazionale per cominciare ad immaginare ed attuare l'alternativa energetica, per uscire dalle fonti fossili.

Cominciamo questo percorso con una giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone il 29 ottobre, e con una manifestazione nazionale nel Polesine.

A Porto Tolle, l'ENEL vuole – anche con modifiche alle leggi e alle normali procedure, operate da una politica compiacente – convertire una centrale a olio combustibile in una centrale a carbone della potenza di 2000 MW, nel mezzo del parco del Delta del Po. Questa centrale a carbone emetterebbe in un solo anno 10 milioni di tonnellate di CO2 (4 volte le emissioni di Milano), 2800 tonnellate di ossidi di azoto (come 3.5 milioni di auto), 3700 tonnellate di ossidi di zolfo (più di tutti i veicoli in Italia), richiedendo lo smaltimento di milioni di tonnellate di gessi e altre sostanze.

La centrale a carbone di Porto Tolle non ha alcun senso.
 La riconversione avverrebbe al di fuori e contro di ogni strategia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (strategia che ancora oggi non c’è) e persino di ogni logica energetica, dal momento che l’Italia ha una potenza istallata quasi doppia rispetto al picco della domanda,
  al punto che i produttori di energia elettrica lamentano che gli impianti vengono oggi usati per un terzo della loro potenzialità.
Non solo: oggi le maggiori prospettive di nuovi posti di lavoro, nel mondo e in Italia, sono nei settori delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, con numeri che in alcuni Paesi ormai superano l’industria tradizionale; al contrario, la centrale a carbone porrebbe a rischio l’occupazione già esistente, e quella futura, nell’agricoltura, nel turismo e nella pesca.

La riconversione a carbone avverrebbe con una tecnologia di combustione che, pur spinta ai suoi migliori livelli, resta sempre assai più inquinante di quella basata sul gas naturale, e dannosa per la salute;nel caso di Porto Tolle, i dati di rilevazione e le epidemiologie mostrano che l’inquinamento e i danni sanitari si estenderebbero per buona parte della Pianura Padana.
Il ricatto occupazionale di ENEL, dunque, va rifiutato da tutti con dignità e fermezza, perché oggi più che ieri il futuro è nell’economia sostenibile per l’ambiente e la salute, tanto più che, sul piano occupazionale, la bonifica dell'area ed una sua riconversione verso impianti e produzioni nel settore delle energie rinnovabili pulite darebbero lavoro stabile e sicuro ad un maggior numero di persone.

Con la giornata del 29 ottobre ci rivolgiamo a tutti, anche a coloro che subiscono il ricatto occupazionale, nel Polesine e ovunque in Italia vi siano centrali a carbone o progetti di costruzione di nuove centrali o di ampliamento di quelle esistenti, per rifiutare tutti insieme la contrapposizione tra lavoro ambiente e salute, cominciando  invece a costruire un lavoro dignitoso, una società basata sull’interesse comune e non sugli interessi di poche lobbies, sulla possibilità di un futuro per tutte e tutti.

Promotori
Alternativa, AltraMente scuola per tutti, AltroVe, Arci, A Sud, Cepes, Circolo culturale AmbienteScienze, Comitato Energiafelice, Comitato SI' alle Rinnovabili NO al nucleare, Coordinamento Veneto contro il carbone, Ecologisti Democratici, Fare Verde, Federconsumatori, Focsiv - Volontari nel mondo, Forum Ambientalista, Greenpeace, ISDE-Medici per l'Ambiente, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Movimento difesa del cittadino, Movimento Ecologista, OtherEarth, Rete della Conoscenza (Uds-Link), RIGAS, Slow Food Italia, WWF, Ya Basta.
Adesioni
Federazione nazionale dei Verdi, IDV, Prc-Fds, SEL.
Adesioni individuali
Virginio Bettini, Ilaria Boniburini, Anna Donati, Edoardo Salzano.
Per adesioni: segreteria@fermiamoilcarbone.it; www.fermiamoilcarbone.it