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27 agosto 2008

2008-08-27 "INQUINAMENTO;CHE COSA E' E QUALI SONO GLI EFFETTI SULLA NOSTRA SALUTE"



DAL SITO UFFICIALE DELL'AZIENDA OSPEDALIERA SALVINI
TESTO ALTERNATIVO INQUINAMENTO AMBIENTALE
DIPARTIMENTO DI MEDICINA GENERALE E SPECIALISTICA
UNITÀ OPERATIVA DI PNEUMOLOGIA


Inquinamento, che cosa è e quali sono gli effetti sulla nostra
salute.
A cura di Adriano Vaghi
Che cos’è l’inquinamento

L’inquinamento atmosferico può essere definito come la contaminazione dell’aria causata dall’immissione di sostanze gassose, liquide o solide che ne alterano la naturale composizione e che possono avere effetti nocivi per la salute.
Gli effetti negativi dell’inquinamento non si limitano all’uomo ma coinvolgono tutti gli esseri viventi, basti pensare alle piogge acide che provocano gravi danni ai boschi, alle acque, ed ai monumenti.
Ogni anno nei paesi industrializzati sono prodotti e rilasciati nell’atmosfera miliardi di tonnellate di sostanze inquinanti, ne sono state individuate più di 3.000, le più importanti sono: gli ossidi di zolfo (SO2), il biossido di Azoto (NO2), l’ozono (O3),l’ossido di carbonio (CO) ed il microparticolato (PM10).
Provengono in gran parte da diversi processi di combustione; gli ossidi di zolfo dalla combustione del carbone, il biossido d’azoto e l’ozono e l’ossido di carbonio dagli autoveicoli, dai processi di combustione industriali e dal riscaldamento abitativo.
Ovviamente l’impatto sull’ambiente è direttamente proporzionale alle concentrazioni nell’aria che vengono attualmente misurate in diverso modo.
La concentrazione dei composti gassosi come l’ozono e l’ossido di carbonio vengono misurati come parti per milione di molecole di aria (ppm) mentre le sostanze liquide o solide come il microparticolato, di cui sentiamo spesso parlare come causa di blocco del traffico automobilistico, sono misurate in microgrammi (mcg) per metro cubo.
Per il microparticolato il limite soglia di concentrazione media annuale consentito è stato stabilito in 40 mcg per metro cubo di aria e nel 2010 è prevista una diminuzione a 20 mcg per metro cubo, mentre il valore soglia che non dovrebbe essere superato giornalmente è di 50 mcg per metro cubo.

Ovviamente non esiste una quota di microparticolato che non fa male
ed il superamento della soglia giornaliera ha un significato esclusivamente statistico, infatti per le norme europee sono consentiti fino a 35 superamenti per anno.(Omissis)
Per PM10 si intende l’insieme delle particellesospese nell’aria (una sorta di aerosol) con un diametro aerodinamico inferiore a 10 micron, circa quelle di una cellula mentre il diametro di un capello è di circa 60 micron.
La quota più pericolosa, perché una volta inalata può raggiungere il polmone profondo, è il PM 2.5, cioè le particelle con un diametro inferiore a 2.5 micron.

Infatti solo le particelle più piccole, quelle con diametro inferiore a 5 micron, raggiungono le vie aeree mentre quelle di maggior dimensione si fermano per impatto nelle prime vie aeree (naso).


Dato che ogni giorno respiriamo circa 15 metri cubi di aria, il polmone, che ha una superficie di scambio con l’ambiente di circa 70 metri quadri può raccogliere, con le attuali concentrazione di PM10 nell’aria, circa 2 mg di polveri il giorno.

Clima e inquinamento

Gli inquinanti una volta prodotti si "diluiscono" nell’atmosfera, quindi i fattori meteorologici giocano un ruolo importante nel condizionare il livello della loro concentrazione ambientale, ovviamente la pioggia determina la precipitazione del microparticolato, il vento può provocarne la dispersione, al contrario la cosiddetta
"inversione termica",fenomeno caratterizzato dal ristagno di aria fredda vicino al suolo che non può risalire negli strati più alti perché è più pesante di quella calda che la sovrasta, consente un progressivo accumulo atmosferico di inquinanti fino a raggiungere picchi pericolosissimi per la salute.
Solitamente si distingue un cosiddetto inquinamento ossidante provocato dagli ossidi di zolfo (SO2) ed uno riducente provocato dall’ossido di azoto.

Gli ossidi di zolfo (inquinanti primari) sono prodotti in gran parte dalla combustione del carbone che contiene zolfo e nell’atmosfera possono essere trasformati in anidride solforosa e acido solforico (inquinanti secondari).

Le particelle di carbone presenti nell’aria dopo la combustione (fuliggine), gli ossidi di zolfo ed il vapore acqueo costituivano i principali componenti del cosiddetto ‘’smog ‘’o "fumo di Londra", quando l’utilizzo del carbone era ancora assai diffuso, e sono stati i responsabili dei picchi di inquinamento che si sono verificati negli anni 50 e 60. Questi fumi, contenenti acidi solforici rilasciati a circa 50-100 metri dal suolo dalle ciminiere potevano essere trasportati dal vento anche a centinaia o migliaia di chilometri dall’Inghilterra e dare origine alle cosiddette piogge acide (acide perché contengono acidi solforici) in Svezia o Norvegia, determinando la distruzione di intere foreste e della vita animale nei laghicausata dall’abbassamento del PH.

L’inquinamento ossidante costituisce ancora in Cina e nei paesi dell’Est , che utilizzano il carbon fossile per produrre energia elettrica e per il riscaldamento, il tipo di inquinamento più comune, al contrario, a Londra lo smog è diventato un fenomeno molto meno diffuso grazie alle nuove norme anti inquinamento.

Il cosiddetto inquinamento "riducente" è invece tipico dei climi caldi-temperati ed è prodotto dal traffico, picchi di inquinamento si possono quindi verificare anche nei mesi estivi in presenza di alta pressione e assenza di vento.
La combustione dei motori libera nell’aria NO2(biossido d’azoto), oltre a CO (ossido di carbonio,in particolare nei motori a benzina), idrocarburi e microparticolato (in particolare i motori a diesel).(Omissis)

Da ultimo sottolineiamo una particolare fonte inquinante che è provocata dal massiccio impiego di combustibili fossili e che di per sé non è immediatamente nociva per la salute ma che ha un notevole impatto ambientale ‘’l’anidride carbonica’’. L’anidride carbonica presente nell’atmosfera lascia passare i raggi del sole ma impedisce che le radiazioni infrarosse (quelle associate al calore) riflesse possano lasciare l’atmosfera, si comporta quindi come il vetro di una serra determinando un progressivo riscaldamento dell’atmosfera terrestre.

Visti i pericoli connessi all’inquinamento diversi Governi hanno recentemente intrapreso dei programmi comuni finalizzati a contenerne l’impatto le cui norme sono state siglate negli accordidi Montreal, per ridurre l’emissione dei CFC,e di Kyoto, per ridurre l’emissione dell’anidride carbonica.

EFFETTI SULLA SALUTE

I "picchi di inquinamento" (inquinamento acuto) che si verificano in occasione dei fenomeni di prolungata "inversione termica" provocano effetti purtroppo drammatici che hanno una notevole risonanza sulla stampa e tra il pubblico, mentre gli effetti dell’esposizione prolungata a basse concentrazioni di inquinanti, che rappresenta l’evenienza più comune ed il destino di tutti quelli che abitano in città, rappresenta un fenomeno meno eclatante ma non meno pericoloso per la salute.


Le persone più colpite sono solitamente i bambini, gli anziani ed i soggetti affetti da malattie polmonari croniche, asma e BPCO (Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva sinonimo del complesso bronchite cronica-enfisema) e dai cardiopatici.

Per quanto riguarda l’esposizione ‘’cronica’’ ma prolungata nel tempo agli inquinanti recenti studi effettuati in Italia(Viegi 2000) hanno messo in evidenza come gli abitanti delle città inquinate hanno una maggior frequenza di sintomi respiratori (tosse, difficoltà respiratoria) rispetto a quelli che vivono in campagna, inoltre il declino della funzione respiratoria (perdita di capacità polmonare annua valutata in millilitri) è decisamente superiore nei soggetti che abitano in città inquinate rispetto a chi abita in luoghi non inquinati.

I dati epidemiologici che correlano inquinamento e malattie respiratorie sono ormai numerosissimi ed assolutamente incontestabili.
L’inquinamento è direttamente responsabile o corresponsabile di tutte le più importanti patologie dell’apparato respiratorio, dalla tosse alle infezioni polmonari (bronchiti, polmoniti), alle patologie broncoostruttive (asma e BPCO) ai tumori polmonari ed inoltre causa un significativo aumento di mortalità per tali patologie.

L’inverno si sa è associato ad un netto aumento delle infezioni polmonari, virali e batteriche, ebbene una delle cause di questo fenomeno è anche l’inquinamento che riduce le difese delle vie aeree (omissis)

Ma la principale causa dell’attuale allarme inquinamento è rappresentata dall’aumento della mortalità osservata in chi soffre di malattie respiratorie e cardiache croniche.
Infatti per un aumento di 10 microgrammi metro cubo di PM10 oltre il valore soglia è stato dimostrato che si verifica un aumento di circa il 4% delle morti per malattie respiratorie del 1.5% per malattie cardiache e del 2% dei ricoveri per bronchite cronica (BPCO) e asma.

In uno studio condotto dall’ANPA (Agenzia Nazionale Protezione Ambiente) nel 1998 in 8 città italiane, per un totale di 8 milioni di abitanti, è stato dimostrato che circa il 4.7% delle morti verificatesi in quell’anno (3.500 soggetti) furono dovute all’inquinamento, cioè all’aumento di 30 microgrammi di PM10 oltre al valore soglia.

La domanda a cui dobbiamo rispondere adesso è qual è il meccanismo attraverso cui le diverse fonti di inquinamento provocano un danno alla salute.
Alcuni inquinanti hanno prevalentemente un effetto irritativo sull’apparato respiratorio come l’ozono o gli ossidi dello zolfo.
A livello delle vie aeree ci sono dei cosiddetti recettori della tosse che hanno la funzione di scatenare un accesso tussigeno quando sono stimolati ad esempio dalla inalazione di un corpo estraneo per espellerlo, le particelle inquinanti possono stimolarli e provocano quindi tosse; ma il meccanismo più importante è rappresentato dall’ infiammazione.
Il micropaticolato quando raggiunge il polmone innesca un processo infiammatorio ed è l’infiammazione che a sua volta aggrava la bronchite cronica o l’asma fino a determinarne un peggioramento tale da mettere a rischio la vita del paziente.(omissis)

Come possiamo difenderci?

Ovviamente riducendo le fonti di inquinamento, mettendo a punto nuove tecniche per produrre energia con un minimo impatto ambientale,producendo automobili con sistemi che possano abbattere il microparticolato.
Secondo lo studio dell’ANPA basterebbe una riduzione di 30 microgrammi di PM10 per metro cubo di aria per evitare 3.500 morti per anno nelle 8 città Italiane del campione.
Dato che gran parte del danno mediato dagli inquinanti è dovuto all’aumento dello stress ossidativo potrebbe essere utile migliorare le nostre difese antiossidanti consumando più frutta e verdura fresca, ma non ci sono studi, se non su modelli cellulari, sulla possibilità di usare le vitamine antiossidanti presenti in questi cibi freschi ( Vit A, E e C) così come altre sostanze antiossidanti (tipo N-acetilcisteina) per difenderci dall’inquinamento; con l’avvertenza che l’assunzione di vitamine liposolubili che si possono accumulare nell’organismo, come quella A ed E, deve avvenire con il controllo medico.

" nessuno ha mai commesso un errore più grande
di colui che non ha fatto nulla
solo perché poteva fare troppo poco "

EDMUND BURKE

26 agosto 2008

2008-08-28UE: "Diritto all'aria pulita" esigibile per via giudiziaria



31/07/2008

La Corte di Giustizia Europea ha stabilito un "diritto all'aria pulita" esigibile per via giudiziaria
. Sin d'ora, i cittadini di tutta l'Unione Europea colpiti dall'inquinamento generato dalle polveri sottili possono esigere per via giudiziaria l'adozione di misure efficaci di miglioramento della qualità dell'aria e le amministrazioni competenti dovranno predisporre un piano d'azione con interventi immediati, atti in prima battuta a ridurre al minimo il rischio di superamento dei valori e in prospettiva a provvedere al duraturo rispetto dei limiti.
Benché dal 2005 una norma europea preveda che il limite stabilito per le emissioni di polveri sottili si possa superare per un massimo di 35 giorni all'anno, negli ultimi anni in varie zone di Monaco ciò è avvenuto molto più frequentemente.

Alla sentenza della Corte di Giustizia Europea si è giunti poiché un cittadino tedesco ha citato in giudizio la città di Monaco, chiedendo misure efficaci di rispetto della qualità dell'aria. Mentre in Germania la sua richiesta non è stata accolta, nel Lussemburgo ha avuto invece successo. La Corte di Giustizia Europea ha infatti citato la Direttiva UE, la quale prevede che il complesso problema delle polveri sottili si affronti con piani d'azione completi.
Gli agglomerati urbani presenti nelle Alpi e le valli con molto traffico subiscono tutto l'anno un forte inquinamento da polveri sottili - anche qui in futuro le autorità non potranno più sottrarsi tanto facilmente alle loro responsabilità.

INQUINAMENTO
SMOG: PM10; CORTE UE, PIANO AZIONE CON SUPERAMENTO LIMITI


(ANSA) - BRUXELLES, 25 LUG - In caso di superamento dei valori massimi di particelle fini, causa dello smog, gli abitanti della zona interessata possono ottenere dalle autorita' competenti la predisposizione di un piano d'azione. E' quanto sottolinea la Corte di giustizia europea del Lussemburgo in una sentenza relativa al caso sollevato da un cittadino tedesco che risiede sulla circonvallazione interna di Monaco di Baviera. Gli Stati membri - rileva la Corte - hanno come unico obbligo di adottare a breve termine nel contesto di un piano d'azione ''le misure idonee a ridurre al minimo il rischio di superamento dei valori e a ritornare gradualmente ad un livello inferiore''. Alla Corte europea si era rivolto il tribunale nazionale per sapere se in virtu' del diritto europeo un cittadino possa pretendere dalle autorita' del suo Paese la predisposizione di un piano d'azione cosi' come previsto dalla direttiva Ue sulla qualita' dell'aria. (ANSA). PUC

22 agosto 2008

2008-08-22 "ORA CI PENSA IL SATELLITE A MONITORARE LE POLVERI SOTTILI"


Si tratta di PM mapper, un software in grado di mappare la dispersione atmosferica delle polveri, in particolare di quelle più piccole e pericolose, le pm2.5 (2,5 millesimi di millimetro) e delle famigerate pm10 contenute nei gas di scarico delle macchine e dell’industria.

PM mapper è stato perfezionato e portato in Italia da tre giovani fisici di Ferrara, uno dei quali aveva partecipato all’elaborazione del sistema satellitare alla base del progetto. Il sistema, ideato dalla Nasa e testato dall’Università dell’Alabama, aveva dimostrato la sua validità già nel 2003: uno studio su Geophysical research letters aveva infatti concluso che i dati relativi alla presenza di micropolveri nell’aria provenienti dai satelliti coincidevano con quelli misurati a terra. PM mapper raccoglie i dati provenienti da Acqua e Terra, due satelliti statunitensi, ed è in grado di monitorare un’area geografica ben più ampia di quella coperta dalle centraline di rilevazione terrestre.

Marco Folegani, uno dei tre fisici di Ferrara, sostiene che il sistema satellitare potrebbe essere un’ integrazione ideale del monitoraggio terrestre: il primo può fornire un dato medio e geograficamente esteso, in grado di coprire anche il territorio nazionale; il secondo può rilevare le polveri presenti in aree circoscritte, come strade e piazze.
PM MAPPER®

PM MAPPER® è un prodotto che consente di monitorare lo spessore ottico dell’aerosol ed estrarre le concentrazioni al suolo di PM2.5 utilizzando dati satellitari. Grazie all’uso di sensori dedicati, le mappe di concentrazione di particolato possono essere rilasciate con cadenza giornaliera e con risoluzione al suolo di 10km x 10km.

La generazione di mappe di Qualità dell'Aria con il software PM MAPPER® si articola in tre fasi principali:

* import del dato multispettrale e pre-elaborazione; in questa fase è possibile visualizzare mappe RGB, verificare la copertura nuvolosa, ecc.
* generazione della mappa di concentrazione; in questa fase è possibile visualizzare la mappa di concentrazione di PM2.5;
* classificazione della mappa di concentrazione in classi di pericolosità
; in questa fase è possibile effettuare una rappresentazione per identificare in modo semplice ed immediato le aree a rischio. Se utilizzato congiuntamente alle classificazioni di pericolosità delle Agenzie di Protezione Ambientale, PM MAPPER diventa uno strumento semplice ed efficace per la generazione di Mappe di Qualità dell'Aria, che consentono di identificare attraverso i diversi livelli cromatici le categorie di pericolosità per la salute umana.

16 agosto 2008

2008-08-18 "SALUTE AMBIENTALE"









Salute ambientale

Alcuni fattori ambientali, quali l’esposizione alle sostanze inquinanti attraverso l’acqua, il cibo o l’aria, sono importanti determinanti della salute
. È stato, ad esempio, stimato che fino ad un sesto degli incidenti fatali o delle malattie che riguardano i bambini possono essere ricondotti a fattori ambientali. Gli individui possono fare scelte che si ripercuotono sul loro stile di vita e sulla loro salute, ma confidano anche nelle autorità pubbliche per essere tutelati dalle minacce per la salute.

Per far fronte a questa sfida, l’Unione europea ha recentemente istituito il piano d’azione europeo per l’ambiente e la salute relativo al periodo 2004-2010. L’obiettivo perseguito è di fornire ai governi nazionali le informazioni scientificamente attendibili necessarie per ridurre l’impatto negativo sulla salute di determinati fattori ambientali. L’obiettivo finale dell’UE consiste nel colmare le lacune cognitive attraverso il potenziamento della ricerca e affrontando le questioni emergenti relative all’ambiente e alla salute, nonché nel rendere disponibili al pubblico le informazioni pertinenti.

2008-08-18"L'EFFICIENZA ENERGETICA NELLE CITTA'"


Un progetto Enea-Regione Umbria per l’efficienza energetica nelle città

La sfida dell’energia passa per le Regioni e le comunità locali. Occorre migliorare il presente partendo da un nuovo concetto di “efficienza energetica
basata sull’utilizzo delle “fonti rinnovabili”. Cambiare mentalità insomma

“Educarsi al futuro”, e al tempo stesso migliorare il presente con interventi mirati non più e non tanto al risparmio energetico, quanto ad un nuovo concetto di “efficienza energetica”,
basata sull’utilizzo delle “fonti rinnovabili”: se sul tema dell’energia si gioca una partita planetaria, la sfida, per il Sistema-Italia, passa anche e soprattutto per le Regioni e le comunità locali, che su tali questioni sono chiamate ad un impegno di grande rilevanza.
Lo ha detto il direttore del Dipartimento Tecnologie per l’energia, fonti rinnovabili e risparmio energetico dell’Enea (Ente per le Nuove Tecnologie, Energia e Ambiente) Giorgio Palazzi, introducendo stamani a Perugia, presso la sede della Presidenza della Giunta regionale dell’Umbria a Palazzo Donini, i lavori di un “workshop” dedicato ai problemi della “politica energetica nelle città”. Dal seminario (organizzato insieme alla Regione Umbria e inserito all’interno di un’agenda di analoghi incontri, che l’Enea sta compiendo con le Regioni su tutto il territorio nazionale) è emersa la proposta di un progetto comune Enea-Regione Umbria per l’efficienza energetica nelle città umbre, basato sul coinvolgimento delle istituzioni e del mondo imprenditoriale locale, e sul supporto tecnico-scientifico dell’Enea. (omissis)

Rosilio Pallottelli, responsabile del Centro di Consulenza per l’Energia e l’Innovazione dell’Enea di Perugia, ha sottolineato l’esigenza, sentita dall’Enea, di “diffondere nelle scuole nuovi saperi relativi allo sviluppo sostenibile”, un pezzo “importante” di quel cambio di mentalità, o di “paradigma”, che era stato evocato dall’ing. Palazzi come necessario allo sviluppo delle nuove politiche dell’energia (dal cittadino consumatore al cittadino produttore di energia, dal singolo edificio al “distretto energetico”, dalla progettazione ottimale degli “ecobuildings” ai “power parks”, dalla “certificazione energetica” degli edifici alla capacità di governare sistemi complessi). È un cambio di mentalità – ha detto Pallottelli – che deve cominciare dalla scuola, e per questo l’Enea ha messo a punto il progetto “Educarsi al futuro”, che coinvolge il mondo della scuola, anche con progetti di cooperazione con istituti scolastici del Sud del pianeta.

2008-08-17 BAMBINI: IL CARBONE PULITO SPORCA IL CERVELLO


Accorato appello dei Medici per l’Ambiente

BAMBINI: IL CARBONE PULITO SPORCA IL CERVELLO


Allarme nel Mar Tirreno, soprattutto in Toscana e nel Lazio dov’è in corso la riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord, ma anche nelle altre regioni italiane che ospitano centrali a carbone, a seguito dello studio presentato al Congresso Annuale dell’American Public Health Association, svoltosi a Washington D.C.

I preoccupanti risultati degli scienziati mettono in guardia contro il consumo di pesce proveniente da acque vicine a centrali a carbone. Oltre alle possibili ed enormi perdite economiche per l’Industria Ittica Italiana il carbone causa gravi danni alla risorsa più preziosa: IL CERVELLO dei BAMBINI

Lo studio è stato effettuato a Pittsburgh, Pennsylvania, USA, in un’area situata lungo la direzione dei venti prevalenti rispetto ad una centrale a carbone. Gli studiosi hanno trovato nel tessuto dei pesci di questa zona un alto contenuto di mercurio e selenio, due ben noti inquinanti emessi dalla combustione del carbone. Di particolare interesse è il fatto che, nel caso di emissioni importanti, l’inquinamento interessava anche aree verso le quali non spiravano i venti prevalenti. I ricercatori hanno messo in evidenza come l’ingestione di pesce contaminato da mercurio avrebbe aumentato di molto il rischio di danni neurologici nei bambini quali ritardo mentale, difficoltà di apprendimento, ritardo dello sviluppo neurologico, deficit del linguaggio, della funzione motoria, dell’attenzione e della memoria. L’ingestione di pesce “al mercurio” può causare oltre a danni neurologici, malattie cardiocircolatorie e malformazioni congenite. Non è possibile valutare la quantità di mercurio che, in seguito alla combustione del carbone, una delle fonti più importanti di inquinamento da mercurio, verrà immessa nell’aria in forma ossidata ed in forma elementare. La prima porrà un rischio di inquinamento da mercurio per le popolazioni che risiedono in un raggio di centinaia di km dalla centrale a carbone; le emissioni di mercurio in forma elementare causeranno invece un danno su scala mondiale (U.S. Department of Energy National Energy Technology Laboratory – Five Year Research Plan on Fine Particulate Matter in the Atmosphere. FY2001-FY2005). Nel decreto di Valutazione di Impatto Ambientale che ha autorizzato la conversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia si afferma: “Con la centrale a carbone ci sarà un aumento del 50 % delle emissioni di mercurio”…e… “Si esprime perplessità riguardo al fatto che le emissioni di mercurio possano essere effettivamente contenute nel valore dichiarato di 0.8 microgr/Nm3”. Nonostante le tecnologie applicate, infatti, il carbone può contenere fino a 150 volte la quantità di mercurio presente nell’olio combustibile (European Commission – Ambient Air Pollutio By Mercury Position Paper).


Medici per l’Ambiente dell’Alto Lazio

13 agosto 2008

2008-08-13 "CENTRALI MOSTRO E ARIA APERTA SCONSIGLIATA AI BAMBINI"

ARTICOLO DEL DOTTOR PAOLO FRANCESCHI TRATTO DA "IL PONENTE" LA VOCE DI SAVONA E PROVINCIA
N°4 del 06 settembre 2008

12 agosto 2008

2008-08-12 GLI INQUINANTI EMESSI DALLA COMBUSTIONE DEL CARBONE,DELL'OLIO E DEI RIFIUTI PROVOCANO ALL' UMANITA' DANNI INESTIMABILI

RICEVIAMO DAL DOTTOR GIOVANNI GHIRGA E PUBBLICHIAMO

Attraverso la riduzione dell’esposizione prenatale a inquinanti emessi dalla combustione del carbone si ottiene un beneficio nello sviluppo del sistema nervoso

Uno studio, in corso di pubblicazione sulla nota rivista internazionale Environmental Health Perspective*, effettuato da ricercatori della Columbia University (New York, USA) in collaborazione con le Università di Shanghai e Chongqing (Cina), ha cercato di valutare gli effetti positivi sul sistema nervoso in via di sviluppo conseguenti la riduzione dell’esposizione materna, durante la gravidanza, agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) emessi dalla combustione del carbone. Quest’ultima emette nell’ambiente un numero molto elevato anche di altri inquinanti estremamente tossici.

Gli autori hanno scelto l’area di Tangliang, Chongiqing (Cina) dove una centrale a carbone che aveva operato in modo discontinuo venne definitamente chiusa nel 2004. Questa centrale aveva rappresentato per quella zona la fonte di emissione più importante di IPA.

Gli IPA interferiscono negativamente nella riproduzione e nello sviluppo, sono mutageni e carcinogeni.

I ricercatori hanno preso in considerazione due gruppi di donne ed i loro neonati, simili per fattori di rischio per danno neurologico neonatale quali l’esposizione al fumo di sigaretta, l’esposizione al piombo ed al mercurio. Un gruppo è stato esaminato nel 2002, quando la centrale era ancora in funzione, mentre l’altro nel 2005, l’anno seguente la sua chiusura.

L’esposizione prenatale agli IPA è stata accertata nel sangue ombelicale e lo sviluppo neuro-comportamentale dei bambini è stato esaminato all’età di 2 anni con il test di Gesell.

I risultati hanno messo in evidenza che l’esposizione prenatale agli IPA emessi dalla combustione del carbone è significativamente associata a turbe neuro-comportamentali.

Gli autori dello studio concludono che, al fine di garantire la salute ambientale dei bambini, questi risultati devono essere presi in considerazione non solo in Cina ma anche nelle altre nazioni.

Le scelte energetiche non possono ignorare ciò che l’evidenza scientifica continuamente ci pone davanti agli occhi:

“Gli inquinanti emessi dalla combustione del carbone, dell’olio, dei rifiuti e da altre fonti, provocano all’umanità danni inestimabili perché minano un normale sviluppo neurologico delle generazioni future”.

*Benefits of Reducing Prenatal Exposure to Coal Burning Pollutants to Children’s Neurodevelopment in China. F. P., T.L., Z. Z., T.Y., Y.C., L.Q., V.R., Y.Z., and D.T. Doi:10.1289/Environmental Health perspective,11480; public. online 14 July 2008.



Coordinamento Nazionale dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)




Il Portavoce Dr. Giovanni Ghirga

11 agosto 2008

2008-08-11 "ARRIVA GOOGLE E DICHIARA GUERRA AL CARBONE"

TRATTO DA "la Repubblica . it"
*


Il più grande motore di ricerca debutta nel panorama dell'energia rinnovabile
"Interessati a sviluppare nuove tecnologie a costi competitivi e rispettose dell'ambiente"
Ecobusiness, arriva Google e dichiara la guerra al carbone
Inizialmente si focalizzerà su termo-solare, eolico, sistemi geotermici e altri metodi alternativi


ROMA - Google delle meraviglie. Dopo aver rivoluzionato il web, e mentre cerca di dare l'assalto alla telefonia facendo tremare i giganti del settore, il numero uno dei motori di ricerca, ha annunciato una nuova iniziativa strategica che potrebbe lasciare un segno profondo anche nel mondo delle energie rinnovabili: è il progetto RE-C, una iniziativa volta a creare elettricità da fonti energetiche rinnovabili, ad un costo inferiore rispetto all'elettricità prodotta dal carbone.
Il progetto RE-C. Con un annuncio che forse non sorpreso poi molto i più attenti, oggi Google ha annunciato il suo debutto nel panorama delle fonti energetiche rinnovabili con il progetto RE-C (renewable energy cheaper than coal), a pochi mesi dal lancio del concorso per l'auto pulita. Inizialmente il progetto RE-C si focalizzerà sullo sviluppo di tecnologie per la produzione e l'utilizzo di energia termo-solare, eolica e per la realizzazione di sistemi geotermici ed altre tecnologie competitive. In programma l'assunzione di ingegneri ed esperti in campo energetico per guidare il gruppo di ricerca e sviluppo e lavorare, tra i diversi progetti, alla realizzazione di sistemi geotermici avanzati.

Investimenti.
Nel 2008 Google prevede di investire parecchi milioni di dollari in ricerca e sviluppo e in progetti connessi all'utilizzo di energia rinnovabile. In quanto parte del processo di pianificazione in atto, la società sta anticipando inoltre l'investimento di centinaia di milioni di dollari in progetti innovativi per lo sviluppo di energia rinnovabile che portino ad un ritorno positivo per la stessa. "Nel tempo, grazie alla costruzione di data center efficienti, abbiamo acquisito conoscenze, esperienza e comprensione profonda delle strutture ad uso intensivo di energia su vasta scala", ha detto Larry Page, uno dei due fondatori di Google. "Vogliamo applicare la stessa creatività ed innovazione alla sfida per la produzione di elettricità rinnovabile a livello globale e a costi inferiori rispetto a quella generata dal carbone".

Effetto serra.
Il carbone è la fonte primaria di energia per molti e fornisce il 40% di elettricità del mondo. L'effetto serra causato dalle sue emissioni nell'atmosfera rappresenta una delle più grandi sfide per il nostro ambiente. Creare elettricità da fonti rinnovabili, più economica di quella realizzata dall'impiego del carbone costituirebbe una componente essenziale per la riduzione di emissioni di gas che alimentano l'effetto serra nel mondo.

Nuove tecnologie competitive
. "Le tecnologie sono state sviluppate in modo da evolversi in attività in grado di fornire elettricità più economica di quella prodotta dal carbone - ha spiegato Page -. Siamo interessati a sviluppare nuove tecnologie competitive a livello di costi e rispettose dell'ambiente. Pur essendo consapevoli dell'esistenza di alcune tecnologie molto promettenti, crediamo che ce ne siano molte altre da scoprire e realizzare".

L'obiettivo.
Page ha confermato che "l'obiettivo è realizzare 1 gigawatt di capacità di energia rinnovabile più economica del carbone e siamo ottimisti sul fatto che ciò possa avvenire nel giro di pochi anni e non decenni", ha detto. A questo proposito Wikipedia ci spiega che una centrale da 1 gigawatt può fornire energia per circa 350.000 utenze domestiche nel momento di massimo utilizzo.

Ecologia e business.
"Se saremo in grado di raggiungere questo obiettivo - ha concluso Page - e le tecnologie per la produzione di energia rinnovabile su larga scala risulteranno più economiche di quelle adottate per la produzione di energia dal carbone, il mondo avrà la possibilità di coprire una porzione significativa di bisogno di elettricità attraverso fonti rinnovabili, riducendo in modo significativo le emissioni di carbonio". Ma l'ecologia non esclude il guadagno. "Ovviamente ci aspettiamo anche che questo progetto porti a buone possibilità di business per noi", ha ammesso.

Mountain View a energia solare.
Lo scorso anno aveva fatto scalpore l'annuncio della società, che un maxi impianto solare fotovoltaico sarebbe stato installato sull'edificio di Mountain View in California: circa 300 mq per una potenza di 1,6 MW sufficiente per soddisfare un terzo del fabbisogno di energia dei dipendenti e ammortizzare le spese energetiche.

09 agosto 2008

2008-08-10 COMUNICATO STAMPA del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l'Ambiente e la Salute

Riceviamo dalla Dott. Patrizia Gentilini e dal Dott.Paolo Franceschi e Pubblichiamo

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

Come medici, che hanno ben presente ciò che recita la legge istitutiva del SSN
(art. 2, il SSN ha tra gli obiettivi ..." la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un'adeguata educazione sanitaria del cittadino e delle comunità; ... la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro; ....la promozione e la salvaguardia della salubrità e dell'igiene dell'ambiente naturale di vita e di lavoro") nonchè ciò che anche il nostro Codice Deontologico ci prescrive- ovvero di promuovere la salute individuale e collettiva - non possiamo che rimanere sconcertati dalla lettura di alcuni documenti ufficiali pubblicati sul sito istituzionale (http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/rifiuti_piano_salute/index.html) del Governo italiano dove è possibile accedere ad un Piano di intervento operativo sulla salute per l'emergenza rifiuti in Campania redatto, nel maggio 2008, dal Ministero del Welfare ed alla cui redazione hanno dato la loro collaborazione l’Istituto Superiore di Sanità, la Regione Campania e l’Ordine dei Medici di Napoli.
, Il piano prevede, tra l’altro, “la corretta informazione al pubblico su eventuali rischi per la salute derivanti dall’accumulo dei rifiuti e del loro smaltimento” e, riferendosi agli impianti di incenerimentofornisce questo messaggio: “Gli impianti di incenerimento e termovalorizzazione (quale quello che entrerà in funzione ad Acerra) sono costruiti secondo le moderne tecnologie e non rappresentano un rischio aggiuntivo per la salute delle popolazioni residenti nelle aree circostanti. Il loro impatto ambientale è paragonabile a quello conseguente a normali situazioni di traffico urbano”. Questa affermazione è quantomeno assai imprecisa se si osservano i dati relativi ad alcuni inquinanti, quali, ad esempio, le diossine. Dai documenti ufficiali Europei ( dati dell’ inventario della Commissione Europea, rapporto finale del 31.12.2000, 3° volume, pag 69 http://ec.europa.eu/environment/dioxin/pdf/stage2/volume_3.pdf ) risultano i seguenti dati per l’Italia: 295,5 gr/anno di diossine in tossicità equivalente (TE) prodotte dagli impianti di incenerimento (pari al 64% del totale), e di questi 170,6 gr/anno (pari al 37% del totale) prodotti dai soli impianti di incenerimento per rifiuti urbani presenti in Italia ( circa 50 ), a fronte di 5,1 gr/anno ( pari all’ 1,1%) prodotti dai trasporti stradali (oltre 30 milioni di autovetture, senza tener conto degli altri autoveicoli): ogni commento appare superfluo.
Ci chiediamo, a tale proposito, chi ha fornito i dati che supportano il messaggio che l'impatto di un impianto di incenerimento, o di termovalorizzazione che dir si voglia, "è paragonabile a quello conseguente a normali situazioni di traffico". Il dato delle diossine, in tossicità equivalente, prodotte annualmente dagli impianti di incenerimento è particolarmente impressionante, dal punto di vista sanitario, in quanto 295,5 grammi di diossine in TE equivalgono a quasi 3 miliardi di dosi massime tollerabili annue per adulti ed ad oltre 11 miliardi di dosi massime tollerabili annue per bambini, tenendo conto delle soglie fissate dall'OMS nel 1998 (il dato è, con buona probabilità sottostimato, in quanto il calcolo della tossicità equivalente dell'OMS è più cautelativo rispetto a quello previsto per le emissioni dalla vigente normativa comunitaria). Abbiamo osservato che tra i redattori del documento citato è presente anche l'Istituto Superiore di Sanità, che è il "principale organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale" (http://www.iss.it), ci chiediamo se questa affermazione rappresenta l'opinione di questo autorevole Istituto. Non vorremmo infatti che incorresse, anche in questo caso, in gravi "infortuni" come nel caso del CVM.
In questo caso vogliamo ricordare infatti come in un rapporto dell' Istituto Superiore di Sanità nel 1991, a proposito del Petrolchimico di Porto Marghera si ritrovavano queste affermazioni, riferite agli esposti al Cloruro di vinile monomero (CVM): "la mortalità per tutte le cause risulta significativamente inferiore a quella attesa in base ai dati nazionali che regionali .....La mortalità per tutti i tumori è inferiore alle attese...". E' stato per merito di Gabriele Bortolozzo, operaio del Petrolchimico, che non si rassegna e scrive su Medicina Democratica: "i dati forniti dagli Enti Pubblici e dalla aziende non sono credibili...ciò avviene per mancanza di una legge specifica e l' occultamento e la falsità dei dati biostatistici concernenti gli addetti esposti al tossico", che si è potuto arrivare ad una corretta lettura dei dati tecnici ed anche fare giustizia, seppure con notevole ritardo. (Marco Mamone Capria "Scienza, Potere e Democrazia" ottobre 2006 pag 196-97)
L'autorevolezza delle Istituzioni, del nostro Servizio Sanitario Nazionale ed in primis l'Istituto Superiore di Sanità, richiede che le affermazioni siano sempre basate su dati credibili e verificabili e non siano di volta in volta piegate alle "pressioni" dei decisori; auspichiamo che, così facendo, si eviti il rischio di incorrere in altre gravi sottovalutazioni di problemi di salute pubblica.
Ci preme infine sottolineare come le tematiche sanitarie correlate all’ incenerimento dei rifiuti siano fonte di gravi preoccupazioni per il corpo medico anche in altri paesi europei, in particolare in Francia, ove è stata avanzata richiesta di moratoria da parte del Consiglio Nazionale degli Ordini dei Medici ed al sito http://www.artac.info/static/telechargement/RapportIncineration.pdf è disponibile un dettagliato rapporto, ed in Inghilterra, ove, nel giugno 2008, è stato presentato un aggiornamento http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorReport_v2.pdf con un IV Rapporto sugli effetti dell’incenerimento di rifiuti sulla salute da parte della Società Britannica di Medicina Ecologica (BSEM): si tratta di un lavoro molto dettagliato e circostanziato con ben 329 voci bibliografiche. I nostri colleghi inglesi hanno anche spiegato come si riesce per far sembrare innocui gli impianti: un esempio per tutti riguarda la diossina, che non viene monitorata adeguatamente e soprattutto non nelle fasi di maggior criticità (come accensione, spegnimento). In Italia, che segue la normativa europea, per gli impianti di incenerimento di rifiuti è previsto il monitoraggio per le diossine da un minimo di 6 ore ad un massimo di 8 per 3 volte all’ anno.

Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l'Ambiente e la Salute:
Giovanni Ghirga Medico Pediatra, Lazio
Patrizia Gentilini Medico Oncologo ed Ematologo, Emilia Romagna
Gianluca Garetti Medico di Medicina Generale, Toscana
Paolo Franceschi Medico Pneumologo, Liguria
Felicetta Parisi, Medico Pediatra, Campania
Ferdinando Laghi Medico Ematologo ed Internista, Calabria
ed anche:
Giuseppe Comella Medico Oncologo, Napoli
Antonio Marfella Medico Oncologo, Napoli
Ferdinando Borroni Medico di Medicina Generale
Bruno Tonelli Medico di Medicina Generale Forlì
Andrea Galassi Medico di Medicina Generale, Forlì
Ruggero Ridolfi Medico Oncologo ed Endocrinologo, Forlì
Luigi Gasparini Medico del Lavoro, Ferrara
Michelangiolo Bolognini Medico Igenista, Pistoia
Celestino Panizza Medico del Lavoro, Brescia
Vincenzo Migaleddu Medico Radiologo, Sassari
Manrico Guerra Medico di Medicina Generale, Parma
Roberto Topino Medico del Lavoro, Torino
Giuseppe Miserotti Medico di Medicina Generale, Piacenza
Valerio Gennaro Medico Medico Epidemiologo, Genova
Maria Concetta Di Giacomo Medico di Medicina Generale, Padova
Giovanni Vantaggi Medico di Medicina Generale, Gubbio
Mauro Mocci, Medico di Medicina Generale, Civitavecchia
Paolo Ghirga Medico Dermatologo, Civitavecchia


Alleghiamo inoltre lettera di presentazione del Dottor Paolo Franceschi

Vi sarei grato se vorrete pubblicare il comunicato stampa del Coordinamento dei Comitati per l' Ambiente e la Salute che allego.
Come al solito il potere vuole ammantare le sue scelte in campo energetico e di trattamento dei rifiuti di un’ aura di rassicurante credibilità scientifica, inserendo nei decreti comunicati delle Istituzioni sanitarie pubbliche, che parlano in termini apodittici e pertanto antiscientifici, non curandosi della letteratutra scientifica, perchè credono di poter parlare ex cathedra. Questo è un esempio di protervia e prepotenza che penso non abbia eguale in altri paesi avanzati.
Purtroppo fanno breccia nelle coscienze dei “benpensanti”, i quali si bevono letteralmente tutto ciò che gli vieni propinato dalle fonti di informazione ufficiali (giornali, telegiornali, TV).
La maggior parte dei giornalisti sono anche loro a libro paga, ma molti sembrano credere veramente a queste affermazioni, (carbone pulito, termovalorizatori, nucleare sicuro) parlandone senza l' ombra di un accenno critico.
Noi come al solito vogliamo fare chiarezza e riportare dati scientifici pubblicati e accreditati, al fine di porre un' argine a questa valanga di disinformazione.
Le nostre affermazioni sono tutte documentate e documentabili, e si basano sull' evidenza scientifica.
grazie per l' attenzione, Paolo franceschi.

05 agosto 2008

2008-08-07 I CIP 6


Prodi ultimo atto I CIP 6
di Patrizia Gentilini - 14/02/2008

Se il governo Berlusconi ci aveva regalato come suo ultimo atto una pessima legge delega in tema ambientale, anche l'ultimo atto del dimissionario governo Prodi, non è stato da meno.

L’ordinanza con la quale ha concesso i CIP6 agli inceneritori campani sarà infatti ricordata come una pessima marcia funebre che ha avuto l’unico -si fa per dire- merito di aprire gli occhi anche ai più sprovveduti circa il business correlato all’incenerimento dei rifiuti, sempre che ancora qualcuno nutrisse dubbi al riguardo. Infatti, dopo che la gara per gli inceneritori in Campania era andata deserta proprio perchè i ben noti incentivi (CIP6, denaro preso dalla bolletta della luce di tutti gli italiani…) parevano in forse, la firma dell’ordinanza che ha riconosciuto tali agevolazioni ai tre inceneritori, ha riaperto la corsa, dimostrando che, solo grazie a questi anomali incentivi l’incenerimento è un buon affare per il gestore. Grazie a questi assurdi benefici infatti si garantisce ai gestori di questi impianti per i decenni a venire, fino a 50 euro per ogni tonnellata di rifiuti inceneriti. Chi avrà interesse a ridurre i rifiuti, a fare sul serio la raccolta differenziata, a promuovere il “porta a porta” se quanto più si brucia tanto più si guadagna? Ecco forse perché...
tanti ostacoli ad allargare l’illuminante esperienza di Forlimpopoli e di tanti altri comuni in Italia!

Cosa ci resterebbe da bruciare se anche il 20% di residuo non riciclabile può essere trattato non in impianti insalubri quali gli inceneritori, ma in impianti di trattamento meccanico-biologico o addirittura diventare utile sabbia sintetica attraverso processi di estrusione?

Anche se è rimasta la notizia più censurata dai media, ormai buona parte dei cittadini italiani sa che solo il nostro Paese sovvenziona con denaro pubblico la "termovalorizzazione" dei rifiuti, diventati per legge fonte energetica rinnovabile. Gran parte dei paesi europei (Belgio, Danimarca, Austria, Svezia) tassano, anche pesantemente, la "termovalorizzazione" con l'esplicita motivazione di incentivare il riciclo e la riduzione alla fonte. Negli Stati Uniti queste sovvenzioni sono state abolite a partire dagli anni Novanta e da quella data la costruzione di inceneritori in USA si è bloccata.
Con la recessione e l’impoverimento dilagante anche nel nostro paese solo dei folli possono pensare di continuare a bruciare risorse quali sono i nostri rifiuti che altro non sono che plastiche, carta, legno, metalli…. se li bruciamo ci rimangono cenere, veleni e malattie: ne vale la pena? “Il riciclaggio di materiali raccolti alla fonte con buona differenziazione provoca minor impatto ambientale rispetto alla termovalorizzazione”: non lo hanno detto ambientalisti dell’ultima ora ma la “Confederation of European Waste-to–Energy Plant”, ovvero gli stessi gestori di impianti di incenerimento in uno studio commissionato nel 2004 e consultabile su www.cewep.com!

Con la raccolta porta a porta, il riciclo, il riuso quindi risparmio di risorse, posti di lavoro stabili, salute…. scusate, ma cosa aspettiamo ancora? A Novara, dove la raccolta porta a porta funziona da anni, le aziende agricole che ricevono i residui organici hanno visto aumentare fino al 25% le loro produzioni ed hanno di pari passo ridotto l’uso di fertilizzanti chimici.

Possibile che ci voglia tanto a capirlo, specie da noi, nella pianura padana, dove la desertificazione è ormai purtroppo qualcosa di più di un rischio incombente?

La campagna elettorale è partita alla grande, ma al di là delle chiacchiere i cittadini chiedono fatti e sul problema dei rifiuti hanno le idee molto chiare, la “cura” è: raccolta domiciliare porta a porta con tariffa puntuale (chi si comporta in modo più virtuoso deve essere premiato!) e trattamenti a basso impatto ambientale per la quota residua. Quando si chiariranno le idee anche politici ed amministratori? Siamo stanchi di aspettare: quando ai problemi ci sono soluzioni semplici e consolidate la pazienza è sempre troppa: cosa direste al medico che vi nega l’antibiotico se avete una broncopolmonite? Ormai non c’è più nulla da sperimentare e come con gli antibiotici la “cura” dei rifiuti va fatta a “dose piena” e non pressappoco, quindi “porta a porta” subito e per tutti!

Da anni e anni questo è quello che andiamo dicendo, a quest’ora tutta Forlì poteva avere raggiunto i traguardi di raccolta differenziata di Forlimpopoli, dimostrando la totale inutilità della triplicazione dell’inceneritore di HERA.

E sia chiaro per tutti: non ne possiamo più di vivere in un ambiente sempre più avvelenato e soprattutto di finanziare di tasca nostra chi l’avvelena!

2008-08-05 "L'OZONO SEMBRA ESSERE LA CHIAVE DELL'AUMENTO DI MORTI PER CAUSE CARDIOVASCOLARI DURANTE LE ONDATE DI CALORE"


04-08-08Riceviamo dal Dottor Paolo Franceschi
portavove per l' Ambiente dell' Ordine dei medici di Savona e pubblichiamo


Siamo alle solite: morti per il caldo.

Nessuno però dice che :
L’ozono sembra essere la chiave dell’aumento delle morti per cause cardiovascolari durante le ondate di calore (Occup. Environ Med 2007).
Ai fini della protezione della salute umana, secondo l’Unione Europea, i limiti dei livelli massimi di ozono, calcolati nella media di otto ore, non devono superare i 120 mg /m3.
L’ozono si forma dalla ossidazione di composti organici volatili (VOCs) in presenza di NOx e dei raggi solari. I VOCs rappresentano il combustibile mentre gli NOx agiscono come una sorta di catalizzatori della reazione di ossidazione poiché non diminuiscono durante la reazione chimica che porta alla formazione di ozono. La fotochimica dell’ozono è un processo complesso e fortemente non lineare (European Commission - Ozone Position Paper).
L’esposizione all’ozono, un inquinante secondario, provoca: respiro rapido e superficiale, irritazione delle vie respiratorie, tosse, spasmo bronchiale, riduzione della funzionalità polmonare, riacutizzazione dell’asma, riduzione della capacità del sistema immunitario nel combattere le infezioni batteriche, riduzione della performance atletica, congiuntivite, nascite premature, neonati di basso peso, possibile morte improvvisa del lattante, malformazioni congenite, riduzione dello sviluppo polmonare, possibili “modificazioni” a livello del cervello che renderebbero in qualche modo più sensibile l’organismo all’azione degli inquinanti (U.S. EPA. Air quality criteria for ozone and related photochemical oxidants; 600/P-93/004aF).
Ad ogni aumento di un grado Celsius di temperatura corrispondono, negli Stati Uniti, circa 1000 decessi per inquinamento e circa il 40 % di queste morti è causata dall'ozono (GEO. RES. LETT, V. 35, L03809, doi:10.1029/2007GL031101, 2008).
Come al solito l’ Italia è il paese europeo con i maggiori livelli di ozono.
Anche i valori di qualità dell’ aria sono i peggiori in Europa, eppure sul sito della Giunta Regionale si legge trionfalisticamente che gli studi di IST e ARPAL hanno dimostrato che non esistono in Provincia di Savona problemi per la salute correlati all’ inquinamento!
Vergogna!!!

Noi medici ci rendiamo conto giornalmente dei gravi problemi correlati all’ inquinamento atmosferico nella nostra provincia, caratterizzato principalmente da un aumento di ricoveri di persone anziane per insufficienza cardiaca e respiratoria, e da un aumento delle riacutizzazioni asmatiche fra i bambini.
Eppure pochi sembrano sapere che il problema esiste.

La classe medica è refrattaria a comprendere fino in fondo la portata del problema, anche se le pubblicazioni scientifiche internazionali su questo argomento si moltiplicano di anno in anno.
Queste cose però non si insegnano all’ Università, bisogna studiarsele sulle riviste scientifiche specializzate.
Le Linee guida per la cura dell’ asma sono arrivate a raccomandare di non far svolgere sport e attività fisica all’ aperto ai bambini, e ciò significa che siamo arrivati alla frutta!
“ Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183

Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 171 del 23 luglio 2004 - Supplemento Ordinario n. 127
Art. 7.
Informazioni al pubblico
2. Le regioni e le province autonome competenti mettono regolarmente a disposizione del pubblico informazioni sulle concentrazioni di ozono nell'aria, aggiornate con frequenza almeno giornaliera ovvero, se opportuno e possibile, con frequenza oraria
. Dette informazioni includono almeno i casi di superamento dell'obiettivo a lungo termine riferito alla protezione della salute umana (120 µg / m3), i casi di superamento delle soglie di informazione e delle soglie di allarme, con la specificazione delle ore di superamento, nonché, se opportuno, una breve valutazione degli effetti sulla salute di tali casi di superamento.
Le informazioni e le relazioni summenzionate sono rese pubbliche con i mezzi adeguati secondo i casi, ad esempio mediante mezzi radiotelevisivi, stampa o pubblicazioni, pannelli informativi o reti informatiche, quali Internet.
Gli Stati membri fanno in modo di fornire tali informazioni anche nei casi in cui si prevede un superamento della soglia di informazione o di allarme.”
Da metà giugno siamo in una situazione di allerta ozono, con valori ben al di sopra dei 120 g/m3 con superi dei valori di legge quasi quotidiani, ma nessuno di noi ha avuto modo di sapere dalle nostre istituzioni che esiste questo problema, che è necessario proteggersi e come farlo.
SI RACCOMANDA DI NON PASSARE MOLTO TEMPO ALL’APERTO, SOPRATTUTTO NELLE ORE PIU’ CALDE.
LA RACCOMANDAZIONE VALE SOPRATTUTTO PER I SOGGETTI PIU’ SENSIBILI COME GLI ANZIANI, I BAMBINI E GLI AMMALATI.


30 luglio 2008: valori di ozono intorno ai 180 microgr./m3



Per domani sono previsti valori fino a 240 microgr/m3, doppi rispetto al limite di allarme: chissà se leggeremo qualcosa a riguardo? Quanti saranno le morti dovute all’ inquinamento?
N.B. Le tabelle riportate sono quello pubblicate giornalmente dal Rhenish Institute for Environmental Research at the University of Cologne

Dottor Paolo Franceschi
Portavoce dell’ Ordine dei Medici di Savona per l’ Ambiente.

04 agosto 2008

2008-08-04 IN ITALIA AUMENTANO NEI BAMBINI E NEGLI ADOLESCENTI I NUOVI MALATI DI CANCRO DI PATRIZIA GENTILINI


Tratto da Agorà

In Italia aumentano
Nei bambini e negli adolescenti i nuovi malati di cancro.

Ci domandiamo perchè ?

venerdì 18 luglio 2008 di Patrizia Gentilini

Vorremmo invitare tutti i lettori ad un attimo di riflessione su questa frase : “la deliberata spietatezza con la quale la popolazione operaia è stata usata per aumentare la produzione di beni di consumo e dei profitti che ne derivano si è ora estesa su tutta la popolazione del pianeta, coinvolgendone la componente più fragile che sono i bambini, sia con l’ esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche presenti nell’ acqua, aria, suolo, cibo, sia con le conseguenze della sistematica e accanita distruzione del nostro habitat”.

Queste parole, che concludono un articolo sui rischi attribuibili ad agenti chimici scritto dal professor Lorenzo Tomatis* nel 1987, ci sono tornate alla mente come una lucida profezia davanti agli ultimi, recentissimi dati sull’incidenza di cancro nell’ infanzia in Italia pubblicati dall’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM : I tumori infantili Rapporto 2008).

Se già i dati pubblicati da Lancet nel 2004, che mostravano un incremento dell’ 1.1% dei tumori infantili negli ultimi 30 anni in Europa, apparivano preoccupanti, quelli che riguardano il nostro paese, riferiti agli anni 1998-2002 ci lasciano sgomenti. I tassi di incidenza per tutti i tumori nel loro complesso sono mediamente aumentati del 2% all’anno, passando da 146.9 nuovi casi all’anno (ogni milione di bambini) nel periodo 1988-92 a ben 176 nuovi malati nel periodo 1998-2002. Ciò significa che in media, nell’ultimo quinquennio, in ogni milione di bambini in Italia ci sono stati 30 nuovi casi in più. La crescita è statisticamente significativa per tutti i gruppi di età e per entrambi i sessi. In particolare tra i bambini sotto l’anno di età l’ incremento è addirittura del 3.2% annuo.

Tali tassi di incidenza in Italia sono nettamente più elevati di quelli riscontrati in Germania (141 casi 1987-2004), Francia ( 138 casi 1990-98), Svizzera ( 141 casi 1995-2004). Il cambiamento percentuale annuo risulta più alto nel nostro paese che in Europa sia per tutti i tumori (+2% vs 1.1%), che per la maggior parte delle principali tipologie di tumore ; addirittura per i linfomi l’incremento è del 4.6% annuo vs un incremento in Europa dello 0.9%, per le leucemie dell’ 1.6% vs un + 0.6% e così via.

Tutto questo mentre si vanno accumulando ricerche che mostrano con sempre maggiore evidenza come sia cruciale il momento dello sviluppo fetale non solo per il rischio di cancro, ma per condizionare quello che sarà lo stato di salute complessivo nella vita adulta.

Come interpretare questi dati e che insegnamento trarne ?

Personalmente non ne siamo affatto stupiti e ci saremmo meravigliati del contrario : i tumori nell’ infanzia e gli incidenti sul lavoro, di cui ogni giorno le cronache ci parlano, unitamente alle malattie professionali, ampiamente sottostimate in Italia, sono due facce di una stessa medaglia, ovvero le logiche, inevitabili conseguenze di uno “sviluppo” industriale per gran parte dissennato, radicatosi in un sistema di corruzione e malaffare generalizzato che affligge ormai cronicamente il nostro paese.

Potremmo, sintetizzando, affermare che lo stato di salute di una popolazione è inversamente proporzionale al livello di corruzione e quanto più questo è elevato tanto più le conseguenze si riversano sulle sue componenti più fragili, in primis l’infanzia, come Tomatis già oltre 20 anni fa anticipava.

Le sostanze tossiche e nocive non sono meno pericolose una volta uscite dalle fabbriche o dai luoghi di produzione e la ricerca esasperata del profitto e dello sviluppo industriale – a scapito della qualità di vita -, non può che avere queste tragiche conseguenze.

Dott. Gianluca Garetti Medico di Medicina Generale - Firenze

Dott. Valerio Gennaro Oncologo-Epidemiologo - Genova

Dott.ssa Patrizia Gentilini Oncologo – Ematologo - Forlì

Dott. Giovanni Ghirga Pediatra - Civitavecchia

Dott. Stefano Gotti Chirurgo - Forlì

Dott. Manrico Guerra Medico di Medicina Generale - Parma

Dott. Ferdinando Laghi Ematologo - Castrovillari

Dott. Vincenzo Migaleddu Radiologo - Sassari

Dott. Ruggero Ridolfi Oncologo-Endocrinologo - Forlì

Dott. Giuseppe Timoncini Pediatra - Forlì

Dott. Roberto Topino Medico del Lavoro -Torino


18 luglio 2008

*Lorenzo Tomatis (1929-2007), è stato un medico oncologo di fama internazionale, ha diretto l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione (IARC), ha posto le basi scientifiche e metodologiche per l’identificazione e la classificazione dei cancerogeni umani. Si è sempre strenuamente battuto per la Prevenzione Primaria e la difesa della Salute Pubblica ed è stato anche un grande scrittore, ricordiamo in particolare Il Fuoriuscito e L’ombra del dubbio, quest’ultimo uscito postumo.(ed. Sironi)

2008-08-04 "IL TRIONFO DELLA MORTE"



NOCOKE
Questo blog si occupa di ambiente, nasce in un momento in cui si sta combattendo una grossa battaglia contro la riconversione a carbone delle centrali elettriche di Civitavecchia (Roma) e Montalto di Castro (VT), ma intendiamo occuparci di problemi ambientali in genere.

sabato, 05 luglio 2008
Il trionfo della morte
Non dovremo più recarci al museo del Prado di Madrid per visionare il dipinto "Il trionfo della morte" di Peter Bruegel. La tristezza che ispira quell’opera oggi la possiamo ritrovare tutta nella nostra terra.
Nel quadro del pittore fiammingo sono rappresentati gli stati d’animo più disparati dell’uomo nei confronti della fine incombente: dall’elegiaca rassegnazione allo sgomento, dall’inutile ribellione all’incoscienza.
Sono purtroppo queste le sensazioni che albergano nei cuori di quanti per otto lunghi anni hanno lottato come leoni per vedere riconosciuto il loro diritto alla salute
calpestato senza vergogna dai poteri forti e dalle istituzioni dello Stato. Ieri, 4 luglio, la morte era impersonata da quella stretta di mano fra il Governatore Marrazzo e l’Amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti, accompagnata dal sorriso sardonico del Governatore. Come nell’opera di Bruegel uno scheletro a cavallo semina terrore con la sua falce, nel nostro territorio l’inquinamento miete indiscriminatamente vittime innocenti e la latitanza delle istituzioni toglie ai disperati che tentano di salvarsi ogni via di fuga.
Ormai sono tutti contenti e soddisfatti. Il Governatore Marrazzo dice di aver trovato un “equilibrio tra territorio e politica” rinnegando le promesse fatte in campagna elettorale; l’ing. Conti giura che per tranquillizzare i cittadini ridurrà ulteriormente le emissioni “massiche” dalla ciminiera (sic!); i Sindaci torneranno dai loro concittadini con le tasche ricolme di soldi sporchi di “polveri fini” che andranno come manna dal cielo a riempire le vuote casse dei Comuni. Tutti sereni e sorridenti come se non ci fossero perdenti.
I perdenti invece ci sono e hanno il volto dei malati, dei bambini, dei vecchi e di tutta la povera gente che non ha voce in capitolo e che vede sacrificata sull’altare dell’interesse nazionale il proprio diritto alla difesa dell’ambiente e della salute.
Così va il folle mondo!
Civitavecchia, 5 luglio 2008
Coordinamento dei medici e dei farmacisti per la tutela dell’ambiente e della salute

03 agosto 2008

2008-08-04"IN AMERICA IL DIPARTIMENTODI GIUSTIZIA HA FATTO CAUSA A 7 COMPAGNIE PER INQUINAMENTO IN CENTRALI A CARBONE"



TRATTO DAL SITO:
Petrolio uno sguardo dal picco.

Lo so, non siamo in USA, e stavolta viene da dire "purtroppo".

Però Bersani, l'ENEL e gli altri compagni farebbero bene a leggersi questo articolicchio della CNN.

Recita:

Accordo da 4,6 miliardi di dollari in un caso di inquinamento da centrale a carbone.
L'American Electric Power installerà 4,6 miliardi di dollari in sistemi per la riduzione dell'inquinamento nelle sue centrali a carbone in cinque Stati.

L'accordo è stato raggiunto otto anni dopo che il Dipartimento di Giustizia ha fatto causa alla AEP e a sei altre compagnie perchè avevano "illegalmente rilasciato massiccie dosi di inquinanti per anni".

"Quando i bambini non possono respirare per l'inquinamento di una centrale che si trova a centinaia di miglia, qualcosa deve essere fatto" ha dichiarato il Pubblico Ministero.


Lo sappiamo che le nostre centrali a carbone sono molto meglio di quelle americane, sono a "carbone non inquinante" (l'invenzione del secolo!), però comunque ci penserei bene prima di strombazzarle ai quattro venti.

Perchè i quattro venti potrebbero essere portati in tribunale come prova per una causa miliardaria.

01 agosto 2008

2008-08-01 "LE ENERGIE RINNOVABILI COME VOLANO DI SVILUPPO "



Più soldi con meno petrolio: il miracolo tedesco

14/07/2008 - Gabriele Bindi" Tratto da Terra Nuova"


Calano i consumi di combustibili fossili e le emissioni, eppure l'economia cresce in salute. La Germania ci mostra che la strada dell'efficienza energetica conviene
Nel 2007 l’economia tedesca è cresciuta del 2,5%. Nel medesimo anno – rileva l’ultimo rapporto della BP – i consumi di energia da combustibili fossili in Germania sono diminuiti del 5,6%. Una performance notevole, visto che i consumi di energia fossile sono aumentati del 2,4% nel mondo. E una chiara dimostrazione che sviluppo economico ed sostenibilità ambientale non sono necessariamente incompatibili. E che, in particolare, il “dopo Kyoto” non è affatto costoso. Non è una palla al piede dell’economia. Anzi, può essere un volano.

Perché le tecnologie energetiche più avanzate possono essere un nuovo fattore dinamico dell’economia. E nessuno meglio della Germania, in questo momento, lo dimostra. Il paese, dopo la lunga fase in cui appariva come “un gigante malato”, è tornato a essere la locomotiva dell’economia europea. Grazie all’innovazione tecnologica anche – e forse soprattutto – nel settore energetico e ambientale. L’innovazione tedesca si è sviluppata in due diversi settori: da un lato le tecnologie che consentono una maggiore efficienza energetica e, quindi, un minor consumo assoluto di energia. Dall’altro nuove tecnologie nel campo delle energie rinnovabili. In particolare dell’energia solare.

La Germania non è nota per essere un paese assolato. Eppure è il leader mondiale dell’energia solare.
A riprova di ciò c’è non solo il fatto che il paese teutonico è il maggior esportatore del pianeta di tecnologie solari. Ma, dal 22 giugno, ospita sul suo territorio il più grande “campo solare” del mondo: è il Waldpolenz Solar Park, realizzato su un vecchio aeroporto di Leipzig, nella Germania dell’Est, si estende per 110 ettari ed è, quindi, grande come 200 campi di calcio (vedi la foto). La centrale che sta per produrre 24 megawatt di elettricità, entro il 2009 arriverà a 40 megawatt, alimentando almeno 10.000 case e consentendo di risparmiare ogni anno almeno 25.000 tonnellate di carbonio.

Waldpolenz non è un’eccezione. Leipzig ospita 3 dei 50 campi solari più grandi del mondo. E l’economia della zona – solo fino a pochi anni fa depressa – sta decollando. Perché i tedeschi non si limitano a istallare pannelli fotovoltaci, ma sviluppano in proprio le tecnologie innovative, che poi esportano.

Tutto questo rende più credibile l’obiettivo che solo pochi giorni fa si è dato il governo tedesco: tagliare del 40% le emissioni di carbonio entro il 2020
. Un obiettivo che è il doppio di quello che si è data l’Unione Europea. A Berlino non sono dei visionari. Il rapporto della BP dimostra che sanno solo guardare più avanti degli altri.

Nel frattempo, dal 1 al 10 agosto, si terrà il XX corso per italiani all'Energie und Umweltzentrum di Springe/Hannover, un'occasione di formazione importante su "Politica, Ambiente, Lavoro" con un corso residenziale aperto a 360 gradi su rinnovabili, bioedilizia, case passive, cogenerazione, solare termico, fitodepurazione e molto altro ancora.

2008.08-01 BAMBINI E INQUINAMENTO AMBIENTALE



Bambini e inquinamento ambientale
11/06/2007 - Silvia Gambi e Mimmo Tringale .Tratto da" Terra Nuova"

Oggi i bambini sono sottoposti al rischio dell’esposizione di più di 15 mila sostanze chimiche sintetiche, senza contare l’inquinamento dell’aria, il traffico, la contaminazione di acqua e cibo, le radiazioni. Una vera e propria giungla di insidie, non sempre tenuta nella giusta considerazione.

Sono i bambini di oggi, gli adulti di domani, a fare le maggiori spese per l’attuale situazione ambientale attuale. Nell’aria di casa e in quella esterna, nei cibi, nell’acqua e persino nei giocattoli sono presenti sostanze che quotidianamente mettono a rischio la loro salute. A lanciare il grido d’allarme questa volta sono l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Agenzia Europea per l’Ambiente, con la pubblicazione del rapporto Children’s Health and Environment "A review of evidence" dove vengono analizzati i diversi fattori di rischio per la salute dei bambini, prendendo spunto da una serie di studi effettuati sull’argomento nei diversi paesi europei. Quello che ne viene fuori è un quadro della situazione molto poco incoraggiante.
Oltre il 40 per cento delle patologie causate da fattori ambientali colpisce bambini di età inferiore ai 5 anni. I bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento ambientale, in parte perché la loro esposizione precoce a determinati fattori può avere ripercussioni anche a lungo termine, in parte perché in proporzione al loro peso corporeo i bambini respirano, bevono e mangiano più degli adulti, con una conseguente maggiore assimilazione delle sostanze potenzialmente tossiche.


I pericoli a carico dei bambini

“Innanzitutto c’è un’enorme differenza – commenta Giorgio Tamburlini, che ha partecipato alla stesura del rapporto - da un paese all’altro d’Europa per quelli che sono i pericoli a carico dei bambini. Nel rapporto abbiamo sintetizzato questo concetto parlando di “ingiustizia ambientale”, individuando tre fattori preponderanti che possono creare situazioni di rischio. Innanzitutto c’è il fattore locale, le singole città, una determinata zona del territorio; anche in spazi limitati si possono avere delle differenze notevoli da questo punto di vista. Un altro fattore da tenere in considerazione è poi la vicinanza agli scarichi di rifiuti tossici, un problema maggiormente sentito nei paesi più poveri ormai destinati ad essere la discarica dei paesi più ricchi. Ma il fattore da tenere in maggiore considerazione è l’accumulo di inquinamento. Stiamo ormai accantonando delle riserve di inquinamento di varia natura che necessariamente penalizzeranno gli adulti di domani. La loro esposizione a certi fattori è notevolmente più rilevante di quella delle generazioni precedenti. Questo avrà necessariamente una ripercussione negativa sulla loro vita futura”. Oggi i bambini sono sottoposti al rischio dell’esposizione di più di 15 mila sostanze chimiche sintetiche, nella maggioranza dei casi create negli ultimi 50 anni. Oltre ad una serie di agenti fisici, come l’inquinamento dell’aria, il traffico, la contaminazione di acqua e cibo, dei giocattoli, le radiazioni.
Una vera e propria giungla di insidie che non sempre è tenuta in dovuta considerazione. “Tra i fattori emergenti metterei al primo posto il piombo e gli effetti che la concentrazione troppo alta di questa sostanza può avere sull’intelligenza del bambino, effetti che possono diventare cronici se il bambino viene sovraesposto nei primi anni di vita – continua il dottor Tamburlini - Anche i casi di bronchiti e di asma in aumento rappresentano un rischio aggiuntivo. E questi sono fattori di rischio di cui conosciamo la pericolosità. .........