COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

31 luglio 2014

Il vero ostacolo alla diffusione dell'energia rinnovabile.

 L'unico vero ostacolo alla diffusione dell'energia rinnovabile è la stupidità umana.

Tratto da UgoBardiblogspot



E' uscito di recente un rapporto del Wuppertal Institute sulla "rinnovabilità delle rinnovabili". Ovvero, se è vero che l'energia rinnovabile è rinnovabile per definizione, lo sono altrettanto le risorse minerali utilizzate negli impianti? Questo punto è oggetto di molto dibattito e ha generato anche tante leggende negative. 
Ma la risposta del Wuppertal Institute è sostanzialmente affermativa - come del resto ho sostenuto anch'io nel mio recente libro "Extracted". A parte alcune tecnologie particolari, nel complesso le energie rinnovabili - in particolare l'energia fotovoltaica - non sono limitate dal consumo di risorse minerali, supponendo, ovviamente, che queste vengano usate con cautela e riciclate. 
Insomma, nonostante le tante leggende che girano imperterrite per il Web, l'unico vero ostacolo alla diffusione dell'energia rinnovabile è la stupidità umana. 

 Leggi sul Blog  di Ugo Bardi , il resoconto di "Qualenergia" sul rapporto del Wuppertal Institute. 

30 luglio 2014

30 Luglio 2014 : COMUNICATO DELLA RETE SAVONESE FERMIAMO IL CARBONE.

COMUNICATO DELLA  RETE SAVONESE FERMIAMO IL CARBONE.

Perché Tirreno power non ha messo il misuratore SME a camino?
Ha forse qualche timore sui valori che potrebbero emergere?
Come può l’azienda sbandierare il rispetto dei limiti emissivi, quando i dati “sono stati registrati e monitorati dallo stesso gestore in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli”, e sono considerati inattendibili dallo stesso Giudice?
 Da una parte i dati di emissione forniti per anni “in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli” da un’azienda ora indagata,  dall’altra le accurate analisi di periti e magistrati indipendenti:
 i cittadini sapranno di chi fidarsi. 

Nel comunicato dell’altro ieri l'azienda .......afferma come “alla centrale di Vado Ligure sia stato riconosciuto, nello stesso atto di sequestro, il rispetto dei limiti di emissione previsti dalla legge”.
Ci pare una affermazione errata o quantomeno gravemente incompleta. (*)  I documenti bisogna leggerli per intero e per completezza di informazione riportiamo alcuni passi molto importanti della stessa ordinanza del Giudice (pag 27): “non può tacersi la circostanza che tutti i dati sono stati registrati e monitorati dal gestore in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli da parte delle autorità preposte”;
e ancora (pag 28): “Anche gli accertamenti compiuti di recente inducono a propendere per l’inattendibilità dei dati registrati dal Gestore attraverso lo SME (Sistema di monitoraggio delle emissioni) installato presso la Centrale termoelettrica” (**)
Sono anni che noi come Rete chiediamo con forza i controlli delle autorità alle emissioni al camino e alla luce di queste affermazioni riteniamo di averne davvero motivo.
Sempre nel comunicato di Tirreno Power viene enfatizzato questo nuovo progetto definito “di miglioramento ambientale”, dal quale però ci risulta non si raggiungerebbero tutti i livelli di MTD né da subito e nemmeno fra due anni. Tuttavia per ottenere una “elevata qualità” riteniamo che finalmente ci debba essere una certa e attendibile misurazione per verificare i valori emissivi e confrontarli con i limiti MTD.
Ora, a parte l'autorizzazione ottenuta dal Ministero di sistemare i misuratori alla base della ciminiera, ci domandiamo come mai l'azienda non si sia adeguata alla prescrizione AIA di sistemare i misuratori al vertice del camino, come richiesto anche da ISPRA e dal GIP nell'ordinanza (tanto da condizionare la ripresa dell'attività alla messa in opera del misuratore con controllo di tecnici nominati dal Giudice). Non solo, non troviamo cenni di questo misuratore al camino nemmeno nel nuovo progetto presentato.
Perché l'azienda (pur in presenza di una autorizzazione ministeriale) non ha messo il misuratore al camino?  Eppure sarebbe stato molto semplice aderire alla espressa richiesta del GIP. Non crediamo si tratti di un problema economico per una azienda a cui non mancano evidentemente le risorse  per avvalersi di eccellenti avvocati e di presunti “migliori esperti italiani del settore”.
E allora una domanda si ripropone: l'azienda nutre forse qualche timore sui dati emissivi che avrebbero potuto o potrebbero emergere?
NOTE
(*)   Probabilmente si riferisce al punto dove è scritto” i dati registrati dal gestore non consentono di affermare il superamento delle soglie emissive previste dalla legge e dagli specifici provvedimenti amministrativi di natura autorizzativa.” ma poi continua con altre considerazioni.
Va tuttavia ribadita la lacunosità di tali dati, posto che lo stesso gestore non ha fornito al consulente “le medie mensili delle concentrazioni di SO2, polveri, ed NOx per gli anni dal 2000 al 2012 per le unità a carbone VL3 e VL4”, che non sono stati forniti dati né sul CO per tali unità né sui macroinquinanti relativamente alle unità turbogas VL51 e VL52”, anche se “i dati relativi agli anni 2010 e 2011 sono comunque disponibili tra la documentazione presente sul sito del Ministero dell’Ambiente dedicato all’AIA statale” (ibidem, pagina 266).
Inoltre non può tacersi la circostanza che tutti i dati sono stati registrati e monitorati dal gestore in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli da parte delle autorità preposte; ed invero non vi è traccia del “protocollo condiviso” con le autorità di controllo locali (Provincia di Savona) e/o l’ARPA Liguria, né di ispezioni effettuate da quest’ultime all’impianto ai fini di verifica/controllo di tale aspetto, previsto dai provvedimenti autorizzativi della Centrale “
(**)   Dall'Ordinanza”l’annotazione 6 marzo 2014 del N.O.E. dei Carabinieri di Genova (pervenuta alla scrivente il successivo 7 marzo), che a sua volta richiamava gli esiti dei controlli sopra descritti, rilevava come dagli stessi fosse emersa la inattendibilità e la modificabilità dei dati forniti dallo SME, circostanza particolarmente grave in quanto in grado di inficiare i risultati di tale sistema e, quindi, di non far ritenere validi e credibili i dati delle emissioni fornite dallo stesso".

1)Piove sull’Italia, nel luglio del mondo che soffoca per il riscaldamento globale - 2) Obama lancia allarme Clima: agire subito.

Tratto da Greenreport
Piove sull’Italia, nel luglio del mondo che soffoca per il riscaldamento globale -
italia concordia clima
Mentre l’Italia affoga, frana, sprofonda e si lamenta in questa fine di luglio che sembra ottobre, nel resto dell’emisfero settentrionale si sogna un po’ di frescura, soffocati da temperature record e ustionati da siccità mai viste che provocano incendi colossali lungo la costa orientale degli Usa e che, per il terzo anno di fila, hanno messo in ginocchio la California, la sua agricoltura e le sue industrie ipertecnologiche della Silicon Valley. E non si tratta più degli effetti di El Niño e La Niña ma di quelli che sembrano segni brutali del riscaldamento globale in atto e del cambiamento climatico, che i due fenomeni climatici possono solo esacerbare.
Ma non è solo la California a subire i colpi del cambiamento climatico. Incendi dovuti alla siccità stanno devastando intere foreste dell’Oregon e dello Stato di Washington, con centinaia di casa evacuate perché assediate dalle fiamme, mentre temperature record si registrano anche in quasi tutti gli altri Stati a stelle e strisce. Nel luglio del Giappone le cose vanno ancora peggio, e l’ondata di caldo che si è abbattuta sull’Impero del Sol Levante la settimana scorsa ha fatto numerose vittime e portato le temperature a livelli intorno ai 40 gradi in molte città, battendo ogni record da quando vengono registrati i dati climatici.
Maggio e giugno 2014 sono stati probabilmente i più caldi mai registrati a livello mondiale e comunque anche le stime più prudenti li mettono sul podio. I climatologi tremano in attesa di El Niño, che potrebbe rendere quel che sta succedendo uno scherzo.
Sembra quasi la legge del contrappasso, la nemesi ambientale di quelle che forse sono le due aree più tecnologicamente sviluppate del mondo, che si trovano ad assistere impotenti alle conseguenze di estremi climatici sempre più ricorrenti.......
Il problema è che, negli Usa come in Giappone (e in Italia), di fronte all’evidenza dei cambiamenti climatici in atto non sembra esserci nessuna reale volontà di cambiare modelli di consumo e di produzione dell’energiaSe Abe sogna il ritorno al nucleare e straccia il Protocollo di Kyoto, negli Usa (che quel protocollo non lo hanno mai firmato) Obama tenta qualche aggiustamento per le emissioni delle nuove centrali, subissato dalle critiche degli eco-scettici repubblicani. E nell’uggiosa Italia? Mentre Renzi, immemore delle promesse del 50% di rinnovabili fatte alle primarie del Pd, taglia gli incentivi per le energie ulite e pensa allo sfruttamento delle improbabili quanto “enormi” risorse di petrolio e gas che i cattivi ambientalisti vorrebbero impedirgli di sfruttare, estraendole dai mari e territori italiani.
Utilizzando una parola che va molto di moda nella politica nostrana, i “gufi” – ossia gli ambientalisti e gli scienziati – ci avevano visto giusto, mentre gli “ottimisti” e i “minimizzatori ad oltranza” ci hanno distolto da quel che era necessario fare ormai anni fa.
Continuare a ignorare quel che sta succedendo sotto i nostri occhi, con le andate di calore e le stranezze meteorologiche diventate normalità, non ci porterà da nessuna parte. ....
_________________________________________

Tratto da casainnovativa.com

Obama lancia allarme Clima: agire subito o costi miliardari

Il presidente USA Barack Obama lancia l’allarme Clima: se non si riduce l’inquinamento da carbonio che causa il cambiamento climatico, costerà agli Stati Uniti 150 miliardi di dollari l’anno. E ogni 10 anni di ritardo nell’azione contro i cambiamenti del clima, il già salato conto salira’ del 40%. L’emergenza ambientale diventa quindi anche una pesante questione di bilancio.
Barack Obama su allarme clima (fonte Ansa)
Alla Casa Bianca hanno fatto questi drammatici conti mentre l’amministrazione Obama ha l’intenzione di ridurre le emissioni di gas inquinanti delle centrali elettriche americane del 30% entro il 2030. Una proposta osteggiata dai conservatori e dalle lobby: secondo l’industria e i repubblicani potrebbe causare la chiusura di centinaia di centrali, un calo della produzione di carbone made in USA e l’aumento dei costi dell’elettricità. Ma Casa Bianca respinge le critiche: i costi di lungo termine di una mancata azione saranno molto più alti delle spese di breve termine paventate dai repubblicani e dalle aziende legate al carbone.
Cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento: i danni negli USA
Negli ultimi 1o anni le spese degli Stati Uniti per siccita’, inondazioni e incendi hanno raggiunto livelli record. La commissione budget del Senato
afferma: “E’ necessario affrontare il cambiamento climatico. Abbiamo la responsabilità di lasciare un paese più forte ai nostri figli e questo vuol dire affrontare il cambiamento climatico per aiutare l’ambiente, l’economia e il bilancio federale”.
Clima: è battaglia tra democratici e repubblicani
Invitando alla responsabilità di bilancio, tema condiviso anche da alcuni repubblicani, i democratici si augurano di attirare consensi. Una battaglia difficile in quanto i repubblicani fanno leva sui posti di lavoro potenzialmente a rischio se la proposta di Obama di taglio del carbone dovesse attuarsi.
Emergenza Clima: secondo rapporto bipartisan causerà danni miliardari
Il rapporto della Casa Bianca sui costi del cambiamento climatico va ad aggiungersi ad altri sul tema che diverrà emergenza nei prossimi anni. Secondo uno studio bipartisan sponsorizzato dall’ex segretario al Tesoro Henry Paulson, dall’ex sindaco di New York Michael Bloomberg e dal miliardario democratico Tom Seyer, il cambiamento climatico potrebbe in futuro costare alle agli Stati Uniti miliardi di dollari e rappresentare una minaccia per le aziende americane, che devono iniziare a considerarlo al pari degli altri rischi economici, prima che sia troppo tardi.

1) Savona -11 Marzo 2014 disposto il sequestro preventivo della centrale Tirreno Power. 2) Cos'è lo SME?

 Per  la fondamentale importanza dei suoi  contenuti ........ riportiamo integralmente le considerazioni  finali del decreto di sequestro preventivo del Gip Fiorenza  Giorgi  dell' 11 marzo 2014


...........Quanto sopra rilevato circa il fumus commissi delicti, in ordine al periculum in mora, si osserva quanto segue.
E’ stato ampiamente evidenziato nei paragrafi che precedono, che la condotta tenuta dalle società che si sono succedute nella gestione della centrale di Vado Ligure (“Interpower S.p.A.” e “Tirreno Power S.p.A.”) è stata costantemente e sistematicamente caratterizzata da reiterate inottemperanze alle prescrizioni, sia negli anni antecedenti al rilascio dell’AIA, sia nel periodo successivo al rilascio della stessa.
In altre parole, appare dimostrato che il gestore, in tutti questi anni e fino alla data odierna, ha sempre fatto quello che gli tornava più vantaggioso, il tutto nella neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo, e che lungi dal sanzionare le dette inottemperanze, hanno ritardato in modo abnorme l’emissione dei dovuti provvedimenti ed emesso alla fine una AIA estremamente vantaggiosa e frutto di un sostanziale compromesso in vista della costruzione di un nuovo gruppo a carbone che si presenta come meramente ipotetica, non preoccupandosi da ultimo di imporre l’adempimento delle prescrizioni in ordine alla collocazione dello SME.
Non si può poi dimenticare - ed anzi è l’elemento di maggior rilievo - che il reato contestato prevede, come sua ipotesi sicuramente più grave, l’ingente danno alla salute provocato dal dimostrato aumento del ricoveri ospedalieri e del numero dei decessi riconducibile direttamente alla presenza della centrale.

Alla luce delle considerazioni sopra svolte riguardo a tali problematiche, è evidente che il prolungarsi, giorno dopo giorno, di una programmatica violazione delle regole di prudenza e di gestione corretta dell’impianto, rispetto non soltanto alle MTD (acronimo italiano che definisce le migliori tecniche disponibili, in inglese BAT), ma persino alle imposizioni di estremo accomodamento e favore per le finalità produttive imposte dalle pubbliche Autorità, non fa che incrementare, giorno per giorno, le proporzioni del disastro.
Senza contare che, accanto al danno alla salute in senso stretto e al danno ambientale, vi è anche un profilo economico che consente di valutare sotto tale aspetto le ricadute e le dimensioni del disastro (e che il consulente tecnico Dottor FRANCESCHI, avvalendosi dei parametri definiti dall’Agenzia Europea per l’Ambiente – EEA - nel rapporto tecnico n. 15/2011 “Revealing the costs of air pollution from industrials facilitis in Europe” , ha calcolato, per gli anni presi in esame dalla consulenza epidemiologica, in relazione ai ricoveri e decessi, in Euro 746.988.732 sulla base del modello matematico ed in Euro 894.197.656 sulla base del modello a recettore).
Le osservazioni che precedono inducono a ritenere che la libera disponibilità, da parte degli indagati, dell’impianto industriale, quantomeno nelle sue componenti ad olio combustibile e carbone (risulta estraneo al procedimento il gruppo funzionante a gas) e quindi delle fonti di emissioni descritte, potrebbe determinare l’aggravamento o comunque la protrazione del reato.

Nessun dubbio che si tratti di un pericolo attuale e concreto, alla luce delle plurime violazioni delle prescrizioni contenute nell’AIA e nei titoli autorizzativi precedenti descritte nella parte motiva.


Per quanto premesso è assolutamente necessario disporre il sequestro preventivo, indispensabile per interrompere la condotta criminosa attraverso la cessazione dell’attività dei gruppi a carbone VL3 e VL4 (ferma restando l’irrilevanza, nel presente procedimento, del gruppo VL5).

Tenuto conto della pregressa condotta della società che gestisce l’impianto, la quale, a parte le altre inottemperanze, non ha provveduto nei termini stabiliti dall’AIA alla collocazione dello SME ed alla calibratura del medesimo (tant’è che i dati del sistema di controllo non appaiono attendibili), la scrivente non ritiene sufficiente ai fini di cui sopra autorizzare la prosecuzione dell’attività dei gruppi a carbone subordinandola  alla installazione di un sistema SME che consenta di controllare la riduzione ed il mantenimento delle emissioni nei limiti delle MTD.
Appare infatti assai probabile (per non dire certo) che il gestore, non diversamente da quanto ha fatto sino ad oggi, cerchi in ogni modo di rinviare sine die l’adempimento richiesto, in tal modo vanificando l’esigenza (che il sequestro vuole soddisfare) di ridurre le emissioni pericolose dell’impianto, scongiurando il protrarsi del danno per l’ambiente e la salute.
Peraltro, ove la “Tirreno Power S.p.A.” provvedesse all’installazione di un sistema di controllo adeguato, da calibrare e monitorare ad opera di uno o più tecnici nominati da questo Giudice, ai quali andrebbe anche affidato il compito di accertare, attraverso i controlli giornalieri dello SME, che i gruppi a carbone VL3 e VL4 siano gestiti in modo da mantenere le emissioni nei limiti delle MTD, potrà provvedersi al dissequestro dei detti impianti.
P. Q. M.
Letto l’art.321 C.P.P.
DISPONE
il sequestro preventivo dei gruppi VL3 e VL4 della Centrale termoelettrica “Tirreno Power” di Vado Ligure.

Savona, 11 marzo 2014.
IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
(Dottor Fiorenza GIORGI)


Tratto da Arpa Lombardia

Sistema di Monitoraggio in continuo delle Emissioni (SME)

Cos'è lo SME?
Da che cosa si compone uno SME?
Il sistema SME è caratterizzato in generale da una gruppo di campionamento dell’effluente gassoso a camino (sonda, linea di trasferimento, eventuale sistema di condizionamento e analizzatori), da un insieme di ulteriori sensori remoti (segnali di impianto e parametri caratteristici dei fumi), da un sistema dedicato all’acquisizione e salvataggio su file dei segnali di tali dispositivi e da un software di trattamento dei dati (validazione, elaborazione successive, archiviazione ed eventuale trasmissione degli stessi). 
Quali informazioni rende disponibili l’installazione di uno SME?

L’installazione di un sistema SME su un camino di un’azienda consente di misurare in continuo (ovvero istante per istante) e quindi di conoscere i valori di concentrazione degli inquinanti soggetti a limiti in uscita dal camino che quindi vanno a disperdersi in atmosfera e di altri parametri caratteristici dei fumi (temperatura, pressione, umidità, …) e di funzionamento dell’impianto (condizioni di esercizio, energia prodotta, …). 

Perché lo SME è una tematica di notevole interesse ambientale?
Viene da se capire la valenza ambientale e le implicazioni che la presenza di un sistema SME installato a presidio di un’emissione industriale comporta; tale sistema consente infatti di ricavare una notevole serie di dati che consentono di avere una conoscenza approfondita della emissione non solo in termini di concentrazioni degli inquinanti (da rapportare quindi ai corrispettivi valori di soglia autorizzati) ma, tramite la misura della portata, anche di flussi di massa (quantità di uno specifico inquinante emesse dal camino su un dato orizzonte temporale) oltre a consentire il monitoraggio costante delle emissione anche in situazioni diverse dal “normale” funzionamento (stati transitori quali avvii e spegnimenti, oppure stati di avaria/guasto). 



BENVENUTA RAINBOW! :A Brindisi arriva la nave simbolo di Greenpeace per dire basta a fonti energetiche sporche e inquinanti

Tratto da Noalcarbone Brindisi .


BENVENUTA RAINBOW!

Multinazionali energetiche e governi ci raccontano che carbone, petrolio, gas e nucleare sono necessari e sicuri, ma la verità è una sola: provocano guerre, inquinamento, malattie e una moltitudine di costi per i cittadini. Basta, è giunto il momento di voltare le spalle alle fonti fossili!

E’ questo l’incipit della Dichiarazione di Indipendenza dalle fonti fossili e il senso dell’ intero tour #nonfossilizziamoci che Greenpeace sta facendo lungo le coste della Penisola per sostenere i movimenti locali e dire basta al carbone e all'energia“sporca”. 

Ph. Francesco Alesi
Una politica di abbandono delle vecchie fonti fossili che noi come movimento No al carbone condividiamo profondamente e che abbiamo sostenuto negli ultimi anni.
E’ dunque con molto entusiasmo che Venerdì 1 agosto accoglieremo il guerriero dell’arcobaleno nella sua tappa di Brindisi, fieri di poter vedere la gloriosa ammiraglia della flotta di Greenpeace veleggiare nel nostro porto.


Tratto da Inchiostro Verde.


A Brindisi arriva la nave simbolo di Greenpeace



....Greenpeace, in occasione del tour “Non è un Paese per fossili”, ha lanciato una petizione online(http://www.greenpeace.org/italy/non-fossilizziamoci) per chiedere ai cittadini italiani di firmare una Dichiarazione di Indipendenza dalle fonti fossili. 
In poche settimane la petizione ha già raccolto oltre 50 mila firme.

NON È UN PAESE PER FOSSILI

              Renzi vuole trivellare i nostri mari e puntare sull'energia inquinante. Noi stiamo con chi ogni giorno paga le conseguenze delle fonti fossili. Tu?


Multinazionali energetiche e governi ci raccontano che carbone, petrolio, gas e nucleare sono necessari e sicuri, ma la verità è una sola: provocano guerre, inquinamento, malattie e una moltitudine di costi per i cittadini
Basta, è giunto il momento di voltare le spalle alle fonti fossili! Come cittadini è nostro diritto e dovere chiedere per l'Italia e l'Europa un futuro pulito e sicuro.
Unisciti a noi, firma la Dichiarazione di Indipendenza dalle fonti fossili: esistono energie che sono rinnovabili, efficienti, accessibili a tutti e senza effetti collaterali per l'uomo e l'ambiente.
Facciamo capire ai politici e alle aziende che non possono giocare con il nostro futuro e che l'energia verde è l'unica che vogliamo.

29 luglio 2014

CHE FURBETTO QUEL SOR-GENIO..........

Tratto da Dagospia
 “IL GIORNALE”:CHE FURBETTO QUEL SOR-GENIO –

 DE BENEDETTI SI RIFIUTA DI METTERE 150 MILIONI PER SALVARE LA “SUA” SORGENIA, MENTRE NE INCASSA 140 DA CHANEL PER LA VENDITA DI UN NEGOZIO A PARIGI.

Per la boutique l’Ingegnere si fa pagare 233mila euro al metro quadro, ma la sua azienda dell’energia la lascia ...... in mano alle banche......

Marcello Zacché “il Giornale

......Che così ha dato un’altra lezione di capitalismo......... Rivisitato a modo suo. 
Non che un imprenditore e finanziere non sia libero di agire sul mercato come e quando crede. Inoltre, l’operazione parigina è stata effettuata direttamente dalla famiglia De Benedetti e non da società con azionisti terzi. Quindi, tutto super trasparente. 

Dopodiché non può non balzare all’occhio che la stessa famiglia ha appena rifilato alle banche la sua società più disastrata: Sorgenia, gruppo elettrico indebitato per quasi due miliardi, finito in profondo rosso, salvato dal crac solo grazie all’intervento degli istituti di credito che per non perdere tutto ci hanno messo, per ora, 400 dei loro milioni.
Mentre i De Benedetti, tramite Cir che controlla Sorgenia al 53%, si sono ben guardati dal partecipare al salvataggio.

Sarebbe bastata proprio una cifra come quella del negozio di Chanel: le banche avevano chiesto un impegno di 150 milioni. Invece niente: Cir ha preferito lavarsene le mani e lasciare che la società fallisse; o che qualcun’altro agisse con un diverso senso di responsabilità. 

Poco importa se le banche, in questo modo, saranno costrette a tenere impegnati chissà fino a quando ingenti risorse altrimenti destinabili ad aziende piccole o medie che li meriterebbero.
Continua qui 


_________________

Leggi anche su Borsa Italiana


SORGENIA: INCONTRO DELRIO-DE BENEDETTI HA AVUTO UN RUOLO?


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 29 lug - 
'A distanza di pochi giorni dalla irrituale visita del sottosegretario Graziano Delrio a Carlo de Benedetti, un cartello di banche italiane ha posto in essere un'operazione finalizzata al salvataggio di Sorgenia, societa' riconducibile, come e' noto, all'imprenditore vicino al Pd. 
Alla luce di tutto cio', i cittadini italiani hanno diritto di conoscere le reali motivazioni di quell'incontro ............. 
Continua a leggere  sull'articolo integrale


PROF. ERNESTO BURGIO :La Verità sul cancro che nessuno dice

Tratto da You Tube

LA VERITA'SUL CANCRO 

CHE NESSUNO DICE.



                                 
                                  A
Siracusa, 26 luglio 2014 - Ci voleva un convegno come quello organizzato dal "Popolo Inquinato" del quadrilatero industriale Siracusa, Priolo, Melilli, Augusta per fare alcune scoperte. 
Che il cancro sia correlato all'inquinamento industriale in particolare è ormai un dato di fatto anche se molti tentano di nasconderlo. L'intervento del ricercatore prof. Ernesto Burgio, dell'European Cancer and Environment Research Institute, ha reso chiaro quello che spesso pochi riescono a capire.
La trattazione lucida e comprensibile, in poco più di mezzora e alla presenza di un autorevole pubblico intervenuto presso la Sala Borsellino di palazzo Vermexio, ha reso molte verità nascoste sul cancro. Argomenti e dati provenienti da recenti studi e rilevamenti a livello mondiale.

Ascoltare il professor Burgio sarà illuminante: garantito.
 L'argomento è stato gradito anche dal Procuratore della Repubblica Giordano che sedeva in prima fila. Ci scusiamo per la qualità del filmato nato solo come appunti, ma che non abbiamo potuto tenere solo per noi proprio per l'interesse scientifico che contiene.


_________
Leggi anche su Lanota7

Siracusa – Convegno sull’inquinamento industriale del “Popolo Inquinato”. Rivelazioni eccezionali sul cancro e sulle coperture istituzionali agli inquinatori. 

 Ed ora guardatevi il Video dell' intervento del Prof Burgio poichè (ahimè..) ci potrebbe toccare molto da vicino tutti.  E diffondetelo.

Mark Z. Jacobson della Stanford University :Una roadmap per una California al 100% a fonti rinnovabili


Tratto da Qualenergia 

Una roadmap per una California al 100% a fonti rinnovabili

Uno studio della Stanford University, non commissionato da enti od organizzazioni, ha sviluppato una roadmap per rendere completamente carbon-free entro il 2050 tutti i consumi energetici della California. Elettrificazione dei consumi, produzione per il 55% da solare, per il 35% da eolico e per il restante 10% da idroelettrico, geotermico ed energia del mare.
Una superficie del 30% maggiore dell’Italia, 38 milioni di abitanti, una produzione elettrica di circa 200 TWh, di cui il 45% generata dal gas naturale; il 17% da rinnovabili, consumi elettrici sono pari a poco di 300 TWh. Stiamo parlando della California, per alcuni aspetti non così lontana dall’Italia.
Lo Stato americano avrà una scelta da fare nel futuro: essere costretta a dimezzare l’uso delle fonti fossili, sempre meno disponibili, rispetto al 20° secolo o accelerare per una copertura dei fabbisogni energetici con le fonti rinnovabili. E’ su queste basi che un recente studio della Stanford University, non commissionato da alcun ente o organizzazione, ha presentato una roadmap per rendere completamentecarbon-free entro il 2050 tutti i consumi energetici della California: elettrici, termici, per il raffrescamento, per il trasporto e industriali. La produzione si baserebbe per il 55% sul solare, per il 35% sull’eolico e per il restante 10% su impianti idroelettrici, geotermici e dall’energia del mare. L’approccio WWS,  wind, water e sunlight generation.
Mark Z. Jacobson, docente di ingegneria civile e ambientale alla Stanford di Palo Alto, è il coordinatore dello studio, oltre che direttore dello Stanford's Atmosphere/Energy Program. Un passaggio chiave alla completa conversione energetica californiana è per il 2030, anno cui almeno l’80% dei consumi energetici, per la quasi totalità elettrificati, dovranno essere coperti da rinnovabili. Anche grazie ad alcuni interventi di efficienza energetica, la domanda finale di elettricità della California verrebbe ridotta di circa il 44%, con una stabilizzazione dei prezzi visto l’utilizzo di fonti con combustibile a costo zero.
Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Energy (A roadmap for repowering California for all purposes with wind, water, and sunlight – documento a pagamento), hanno anche calcolato esattamente in uno scenario un mix che prevede quali e quanti impianti di produzione potrebbe soddisfare la domanda al 100%. Ecco l’esempio:
  • 25.000 turbine eoliche da 5 MW
  • 1.200 impianti di solare a concentrazione da 100 MW
  • 15 milioni di sistemi fotovoltaici residenziali da 5 kWp su tetto
  • 72 impianti geotermici da 100 MW
  • 5.000 turbine o apparecchiature da 750 kW per lo sfruttamento dell’energia delle onde
  • 3.400 turbine da 1 MW per lo sfruttamento delle maree
La completa conversione energetica, stimano dalla Stanford University, creerebbe fino al 2050 oltre 220 mila posti di lavoro in più rispetto a quelli persi, con un beneficio netto per le casse statali di 12 miliardi di dollari all’anno. Inoltre si eliminerebbero in media ogni anno 12.500 morti premature causate dall’inquinamento atmosferico e si eviterebbero da 31 a 232 miliardi di $ all’anno di costi sanitari che rappresentano attualmente, rispettivamente dall’1,5 al 11,2% del Pil della California (oltre a circa 48 miliardi/anno di contributi dello Stato al 2050 per costi relativi al global warming).
Continua a leggere sull' articolo integrale

28 luglio 2014

ARPAL PROGRAMMA DI MONITORAGGIO PER IL CONTROLLO DELL' AMBIENTE MARINO COSTIERO LIGURE.....

PER NON DIMENTICARE.......
Riportiamo nuovamente uno stralcio  del documento  ARPAL del gennaio 2010  che riporta il controllo dell' inquinamento dei sedimenti marini dell' ambiente marino costiero  ligure .
A BUON INTENDITOR BASTANO POCHI GRAFICI  PER CAPIRE......
 Ecco abbiamo ritrovato il link  al programma di monitoraggio integrale
http://old.arpal.gov.it/Temi/Mare/Doc/Relazione%20Monit%20Minist%202010.pdf 
  nei grafici sono indicati 5 punti della costa ligure in particolare
                   
                   VADS foce del torrente Quiliano 
          LERS foce torrente Lerone

Per ogni elemento preso in considerazione troverete due colonnine, una verde e una rossa.
La verde si riferisce alla presenza di quell’elemento nei sedimenti superficiali, la rossa si riferisce alla sua presenza nei sedimenti profondi.
E’ semplicissimo.
Più semplice ancora identificare il LIMITE SQA (standard di qualità ambientale)  di cui
al  Decreto Min n. 56/09 rappresentato dall’unica linea orizzontale rossa presente nel diagramma.
Forse stenterete un po’ a trovarla: dovete guardare in basso. A volte molto in basso...
Dove stiano i livelli di inquinamento, invece, lo lasciamo osservare a voi.


ATTENZIONE:  in molti diagrammi ....da adesso in poi si comincia a vedere la linea rossa che si spezza.

Perché? Perché va FUORI SCALA.Il livello di inquinamento è così elevato che non sta dentro al foglio previsto per il diagramma.

Leggi anche il post del 4 dicembre 2010
Com’è profondo il ivello di inquinamento del Nostro Mare Ligure