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31 maggio 2010

2010/05/30 "OCCHIO ALLA CARTINA DELLA LIGURIA "EMEP:Osservatorio sugli inventari delle emissioni

"OCCHIO ALLA CARTINA DELLA LIGURIA ".


E' tratta da "Piano di risanamento e tutela della qualità dell'aria 2006" della Regione Liguria.
Non abbiamo altri commenti da fare se non l'invito ad osservarla molto molto attentamente e ricordarvi che le parti rosse sono quelle dove il biomonitoraggio ,tramite licheni epifiti ,segnala maggior inquinamento.
A pag 126 del medesimo documento la Regione Liguria ci informa che" la combustione nell'industria dell'energia e quindi la centrale termoelettrica è la prioritaria responsabile delle emissioni di NOX
(68,3%) PM10(34,9%) SOX(89,7%)e di COv(37,9%)"

Se vi lascia indifferenti ,vuol dire che per voi la qualità dell'aria che respirate e che respirano i vostri figli è ininfluente e quindi il post seguente non fa per voi........
ma se avete qualche perplessità leggetevi con attenzione la seconda parte e se avete un pò di tempo DA DEDICARE AL VOSTRO FUTURO,LEGGETE anche la relazione del Dottor Franceschi, ascoltate l'Intervento del Dottor Trucco Presidente dell'Ordine dei Medici e alcuni dei numerosi studi scientifici del nostro blog e poi traete le considerazioni che riterrete più opportune.
La nostra unica raccomandazione,se come noi pensate che è ora di fare qualcosa , divulgate ,fate vedere la cartina ai vostri amici,dateci una mano a fare informazione.
E se avete qualche idea o volete collaborare con noi la nostra email è unitiperlasalute@libero.it
Grazie

Ora vi proponiamoe linkiamo l' articolo integrale

2010/05/30 EMEP:Osservatorio sugli inventari delle emissioni / TIRRENO POWER: LE RAGIONI DEL NO!!!!!!!!ALL'AMPLIAMENTO"


di cui riportiamo solo le conclusioni

Considerazioni di" Uniti per la Salute"

In conclusione ecco perchè ogni volta che aggiungiamo un tassello alle nostre conoscenze la nostra preoccupazione aumenta e ,come cittadini e genitori garanti della salute dei nostri figli,riteniamo sempre più indispensabile che sia finalmente monitorata la situazione effettiva presente ,prima di eventuali ulteriori ipoteche sul futuro del nostro territorio e sulla salute dei cittadini gravitanti intorno ad impianti così inquinanti.


Eravamo già nel 2006, prima dell'avvio del nuovo gruppo a metano ,in posizione assai problematica per quanto riguarda gli inquinanti NOX ossidi azoto, NH3 ammoniaca, CO ossido di carbonio , NMVOC composti organici volatili e SOX ossidi di zolfo........
E' per noi di grande preoccupazione " il conoscere " come siamo posizionati adesso nel 2010 dopo l'avvio del turbogas e l'inevitabile invecchiamento dei due gruppi a carbone non adeguati ,nella configurazione attuale , alle miglior tecnologie disponibili.

Inoltre ci crea parecchio turbamento il vedere quello che è successo a Civitavecchia con la messa in funzione del nuovo gruppo a"carbone pulito....".talmente pulito che le emissioni sono ulteriormente schizzate in alto .
Aumentando la quantità di carbone bruciato aumenta inevitabilmente la mole degli inquinanti. CIVITAVECCHIA DOCET ......

E le pm 2,5 ...... nel 2010 sul nostro territorio ,con il nuovo gruppo turbogas avviato, sono ,dai dati Emep su riportati, aumentate con tutte le inevitabili problematiche (che gli studi medici internazionali ,hanno messo in luce)connesse per la salute dei cittadini.
Ed è ora più che mai indispensabile che la salute dei cittadini sia adeguatamente salvaguardata e tutelata.
Neppure, la seppur grave crisi economica, può essere un alibi per portare avanti posizioni di evidente forzatura sugli equilibri del nostro territorio già penalizzato
da decine di anni di combustione del carbone.
La miglior cura delle malattie è ,come molto saggiamente diceva" l'Esimio e Lungimirante Professor Tomatis Presidente dell'ISDE" nella prevenzione, nel far in modo che diminuiscano le cause che le generano

.....E la prevenzione non la si ottiene certo con un nuovo gruppo a carbone!!!!!!!!

Sicuramente l'immagine iniziale della Liguria relativa al biomonitoraggio degli
effetti
dell'inquinamento ambientale e più eloquente di tante parole.

29 maggio 2010

2010 /05/20Perché a Taranto si manifesta davanti al Municipio. Il Sindaco è il primo responsabile della tutela della salute dei cittadini.


Pubblichiamo questo articolo tratto da Peacelink perchè sia di stimolo ai Sindaci , "Spesso (se non adeguatamente sollecitati) poco attenti ai legittimi timori dei cittadini e non adeguatamente rigorosi nell' esigere dalle industrie piani di azione che prevedano ogni tipo di misura per ridurre drasticamente gli impatti ambientali sui territori e soprattutto sulla salute dei cittadini .
La salute dei cittadini ,per essere adeguatamente tutelata richiederebbe SEMPRE da parte delle istituzioni preposte un adeguamento rigoroso delle industrie ,soprattutto se ritenute altamente inquinanti, alle normative ambientali e alle migliori tecnologie disponibili.....

Perchè come cita "ALTAMAREA "
"Il sindaco rappresenta la comunità locale e deve farsi interprete delle buone ragioni dei cittadini.
Perché il Sindaco è il primo responsabile della tutela della salute dei cittadini.

.Tratto da Peacelink
Inquinamento

Perché a Taranto si manifesta davanti al Municipio

Benzo(a)pirene cancerogeno oltre i valori previsti dalla legge. Scatta la mobilitazione. Ecco le richieste di Altamarea, il coordinamento di cittadini e associazioni
29 maggio 2010 - Alessandro Marescotti

Lo scorso 16 aprile l'Arpa ha comunicato i dati preoccupanti del benzo(a)pirene rilevati nel quartiere Tamburi. Questo pericoloso cancerogeno aveva nuovamente sforato il valore medio annuale di 1 nanogrammo a metro cubo.

In quegli stessi giorni abbiamo appreso che il prossimo ottobre sarebbero scaduti i termini per richiedere all'Ilva il risarcimento dei danni ambientali.

Erano due notizie che reclamavano non un semplice comunicato stampa ma un'opportuna iniziativa.

A quel punto abbiamo avvertito la necessità di convocare una manifestazione senza attendere il prossimo novembre.

Una manifestazione che avesse solo due punti:

1) ordinanza per fermare le emissioni di benzo(a)pirene della cokeria;

2) la richiesta di risarcimento per i danni ambientali.

E abbiamo deciso di indire un sit-in davanti al palazzo del Sindaco.

Ma perché abbiamo deciso di presentaci davanti al palazzo del Sindaco?

Perché il Sindaco è il primo responsabile della tutela della salute dei cittadini. Il Sindaco è il primo che deve intervenire se qualcosa minaccia la salute dei cittadini. Il Sindaco è infatti Autorità sanitaria locale e ha poteri molto efficaci che sono specificati nell'art. 117 del Decreto Legislativo 112/1998.

Il Sindaco deve garantire ai cittadini il diritto a respirare aria pulita.

Quindi abbiamo pensato che

fosse legittimo chiedere un'ORDINANZA PER RESPIRARE.


Abbiamo chiesto che venga effettuato

- un fermo tecnico della cokeria (fattibile, sulla base delle BREF);
- le misurazioni del benzo(a)pirene a cokeria ferma;
- un'ordinanza del sindaco di fermo permanente della cokeria se le misurazioni confermassero che tale impianto fornisce un apporto determinante allo sforamento del livello di 1 nanogrammo a metro cubo che per legge non si dovrebbe superare.

Per noi il rifiuto dell'Ilva di effettuare il fermo tecnico è la conferma che l'azienda non si vuole sottoporre alla prova della verità. Rifiutandosi di consentire le misurazioni a cokeria ferma, l'Ilva nega la possibilità di far accertare all'Arpa di quanto l'aria del quartiere Tamburi diverrebbe più respirabile a cokeria ferma.

Se l'Ilva avesse adottato, come dice, le migliori tecnologie disponibili, si sottoporrebbe di buon grado ad una tale “prova della verità”. E se i dati emersi nella prova tecnica risultassero confortanti per l'azienda, non ci sarebbero i margini per emanare un'ordinanza sindacale.

Ma se di dati del fermo tecnico confermassero la nostra ipotesi, l'ordinanza del sindaco sarebbe inevitabile.

Il sindaco rappresenta la comunità locale e deve farsi interprete delle buone ragioni dei cittadini.

Era urgente agire subito e questo abbiamo fatto lanciando la proposta del “fermo tecnico” e la richiesta di un fermo permanente della cokeria con un'apposita ordinanza nel caso in cui le misurazioni avessero avvalorato la nostra ipotesi.

Abbiamo lanciato la nostra iniziativa sull'onda dell'urgenza, senza attendere di poter predisporre palchi o affiggere manifesti. La tempestività dell'azione ha prevalso su ogni cosa, ben sapendo che ogni nostro ritardo si sarebbe tradotto in un danno per tutti.

Ben sapendo che ogni mese muoiono cento persone per cancro fra Taranto e provincia.

Il tempo per preparare la manifestazione era pochissimo e abbiamo sfidato il caldo di un sabato di fine maggio.

In noi ha prevalso l'esigenza di passare all'azione, forti del consenso di cui gode Altamarea e indipendentemente dal numero di persone che in così poco tempo saremmo riusciti a mobilitare.

Siamo infatti convinti che una larghissimo consenso della comunità ci sostiene quando sono in gioco i valori supremi della vita e della salute dei cittadini.

Lanciare questa manifestazione è stata cosa saggia ed efficace.

Le reazioni sono venute quasi subito e i primi risultati sono stati raccolti.

Infatti il Consiglio comunale di Taranto si è riunito e ha approvato un ordine del giorno con il quale si impegna il Comune ad adottare provvedimenti, tra i quali l’azione civile, per esigere dall’Ilva il risarcimento per i danni ambientali procurati dalla fabbrica siderurgica. Su questa strada intrapresa si dovrà vigilare con molta attenzione perché non si compiano passi sbagliati. Ma è un fatto importante che il Consiglio Comunale abbia agito dopo che Altamarea aveva indetto questa manifestazione che aveva come obiettivo il risarcimento danni per la città.
Noi abbiamo sostenuto che il ritiro della costituzione di parte civile da parte della Di Bello non avesse precluso alcuna azione risarcitoria in sede civile. E avevamo ragione. Il Consiglio comunale si è riunito proprio su questo. Ciò conferma il fatto che il solo annuncio della manifestazione ha avuto un'efficacia straordinaria nel rimettere in movimento la situazione.

Anche sul versante delle emissioni di benzo(a)pirene la nostra richiesta di un'ordinanza ha smosso le acque.

Dell'annuncio della nostra manifestazione se ne sono accorti in tanti.

In primo luogo l'Ilva, che si è affrettata a inondare le TV locali di spot pubblicitari per dire che non inquina.

L'Arpa ha dichiarato di poter elaborare per il 31 maggio una prima mappa delle emissioni di benzo(a)pirene.

Un tavolo tecnico era stato annunciato per il 28 maggio ed è stato posticipato al 7 luglio.

Tutto questo fermento solleverà una forte attenzione sulla sentenza della Cassazione: il processo per l'inquinamento della cokeria Ilva è infatti arrivato al suo compimento definitivo a metà giugno.

E nel frattempo abbiamo lanciato, assieme al pressing sul Sindaco, una documentata diffida alla Regione Puglia perché adotti urgentemente, nell'ambito delle sue competenze, un piano di azione che preveda ogni tipo di misura finalizzato a ridurre drasticamente le emissioni di benzo(a)pirene fino a prevedere, nel caso non si individuino misure tecnicamente idonee ed efficaci, anche la sospensione dell'attività della cokeria dell'Ilva.

Note:

La diffida alla Regione Puglia:
http://groups.google.it/group/altamareanews/browse_thread/thread/fde3a1cede327124

28 maggio 2010

2010/05/28 Carbone uno sporco affare......../ Marea nera, sospesa l'operazione Top Kill Obama attacca Bp: "Pagherà tutti i danni"



Tratto da www.ticinoliberoch

L’iniziativa popolare lanciata dai Verdi raccoglie un nuovo importante sostegno da 11 associazioni.

Si è costituito infatti oggi il comitato apartitico delle associazioni. Ne fanno parte 11
associazioni o gruppi:
il WWF Svizzera italiana, Greenpeace Ticino, ACSI, Inter-Agire, Medici per l’Ambiente, l’Associazione Piano di Magadino a misura d’uomo, Bioticino, ConProBio, Pro Natura Ticino, SOS Mendrisiotto Ambiente e l’Associazione di costruzione bioecologica Ticino. Visto il variegato spettro di temi in cui si impegnano le varie associazioni i motivi per appoggiare l’iniziativa sono molteplici: ambientali, socio-umanitari ed economici.


Protezione del clima ed Inquinamento atmosferico
Una seria e lungimirante protezione del clima terrestre passa necessariamente per l’abbandono delle energie fossili ed in particolare – per quanto riguarda la produzione di energia elettrica – dall’uscita dal carbone che contribuisce a ben il 41% delle emissioni globali di gas serra. Alla luce dell’impellente necessità di limitare il surriscaldamento climatico globale di origine antropica al di sotto dei 2 gradi per evitare conseguenze insostenibili per l’umanità e gli ecosistemi (ad esempio quello alpino), un simile investimento è totalmente irresponsabile e interamente a scapito delle generazioni future. Invece di orientare finalmente la politica energetica cantonale verso l’efficienza energetica, magari tentando di scrollarsi di dosso il triste primato nazionale di riscaldamenti elettrici, un assurdo spreco, oppure investendo nelle energie rinnovabili (ad esempio nel solare o nell’eolico in Svizzera e all’estero)
si persevera nell’era fossile ormai totalmente anacronistica. L’aria nella regione dove sarà realizzato l’impianto è già pesantemente inquinata.

Nonostante i previsti sistemi di filtraggio delle emissioni sui camini non esistono studi sulla loro effettiva efficacia sul lungo periodo. Alle associazioni che hanno aderito al comitato sembra inoltre assolutamente fuori luogo contribuire come ticinesi a notevoli emissioni inquinanti in Germania. Inoltre, dal punto di vista dell’efficienza energetica, il rendimento della nuova centrale termoelettrica è miserabile e non raggiunge nemmeno il 45%.


Condizioni ambientali e di lavoro nei paesi di produzione del carbone

L’estrazione del carbone avviene in miniere a cielo aperto o in miniere sotterranee. Le miniere a cielo aperto sono quelle dall’impatto più devastante. Regioni molto estese vengono infatti private dei loro ecosistemi di superficie e le zone adiacenti diventano inabitabili per l’inquinamento. In molti paesi occidentali come la Germania, l’estrazione del carbone è diventata troppo costosa sia in termini di manodopera sia ambientali.

Gran parte del carbone proviene quindi da paesi in via di sviluppo, dove le condizioni di lavoro sono disastrose. Ad esempio a Jharia, in India, nei pressi di una delle più importanti miniere indiane, migliaia di persone vivono in condizioni terribili attorno a una miniera di carbone a cielo aperto che spesso è soggetta a processi di autocombustione. Prima della miniera, c’era una meravigliosa foresta abitata da alcune tribù indigene. La miniera colombiana di Cerrejón Zona Norte (la Colombia è il quarto esportatore mondiale di carbone) nella penisola di Guajira è la più grande miniera di carbone a cielo aperto, famosa per la ripetuta violazione dei diritti delle popolazioni indigene e afro-colombiane.

Centinaia di famiglie sono state spostate con la forza e senza compensi, distruggendo spesso sia i legami familiari che quelli collettivi.
Il fiasco economico dietro l’angolo
L’investimento nel carbone ha una redditività dimostrata solo e soltanto a cortissimo termine. In futuro la centrale potrebbe dover pagare delle tasse per le sue ingenti immissioni di CO2. In tempi di crisi economica le preziose risorse finanziarie destinate al carbone dovrebbero essere investite in Ticino
(nelle fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica finora in gran parte dimenticate dall’AET).

Il comitato apartitico delle 11 associazioni appena costituito (formato da WWF Svizzera italiana, Greenpeace Ticino, ACSI, Inter-Agire, Medici per l’Ambiente, l’Associazione Piano di Magadino a misura d’uomo, Bioticino, ConProBio, Pro Natura Ticino, SOS Mendrisiotto Ambiente e Associazione di costruzione bioecologica Ticino) invita tutti i cittadini ticinesi a firmare e far firmare l’iniziativa scaricabile dal sito www.noalcarbone.ch.

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Tratto da noalcarbone

Marea nera nel Golfo del Messico: per capire come agisce una multinazionale (profitto come unico obiettivo)


Il Governo Obama continua a lasciare che la compagnia petrolifera BP si occupi della risoluzione del disastro ambientale provocato dalla tristemente celebre falla della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Eppure si tratta del più grave disastro ambientale nella storia americana, e il comportamento di BP finora è stato vergognoso. Per capire meglio:

"Feroci polemiche da tutto il mondo della scienza contro il tentativo dei petrolieri di occultare le vere dimensioni della chiazza. Fino all'ultimo scandalo, la scoperta agghiacciante fatta dall'Environmental Protection Agency (Epa): i 650.000 galloni di detergente liquido sparsi in mare dalla Bp per dissolvere la chiazza sono "un prodotto inquinante, pericoloso, altamente tossico". Scatta il divieto immediato di utilizzarlo. Intanto si è scoperto che la vera funzione di quel detergente non era di eliminare il greggio, bensì ridurlo in particelle così piccole da impedire la rilevazione delle vere dimensioni della marea nera. Perché da quella misura può dipendere il conto finale che i tribunali imporranno alla Bp. Sono in gioco miliardi, l'unica cosa che sembra contare per il business del Big Oil."
Fonte
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Tratto da "La Repubblica"

Marea nera, sospesa l'operazione Top Kill

Obama attacca Bp: "Pagherà tutti i danni"

Marea nera, sospesa l'operazione Top Kill Obama attacca Bp: "Pagherà tutti i danni"La Guardia Costiera annuncia il successo del tentativo di bloccare la fuoriuscita di petrolio. Il presidente: "Nessuna garanzia di successo". Poi lo stop: troppo fango dal pozzo, bisogna rivedere i piani. Disastro peggiore di quello della Exxon Valdez

Il Sindaco Stefàno sbaglia: la normativa sul benzo(a)pirene è in vigore dal 1° gennaio 1999. Lo dice l'Arpa
Comunicato stampa

Il Sindaco Stefàno sbaglia: la normativa sul benzo(a)pirene è in vigore dal 1° gennaio 1999. Lo dice l'Arpa

Invitiamo il Sindaco a interpretare correttamente la legge nell'interesse supremo della tutela della salute dei cittadini e ad asterersi da dichiarazioni pubbliche che non giovano alla corretta informazione dell'opinione pubblica
27 maggio 2010 - Altamarea

26 maggio 2010

2010/05/26 VIDEO: Dott. Gentilini –" INQUINAMENTO AMBIENTALE e TUMORI INFANTILI" –

TRATTO DAL BLOG www.destinazioneforli.

VI ALLEGHIAMO IL LINK AL VIDEO

VIDEO: Dott. Gentilini – INQUINAMENTO AMBIENTALE e TUMORI INFANTILI –

Guardate, ma soprattutto ascoltate, questi video!

Questi video pongono interrogativi non rimandabili circa le cause delle patologie tumorali nei bambini e in particolare circa il ruolo che rivestono fattori di rischio ambientali quali gli innumerevoli agenti cancerogeni chimici e fisici, sempre più diffusi nel nostro habitat ed a cui sono sempre più esposti i nostri bambini fin dalla vita intrauterina.

DEDICATE UN P0' DI TEMPO ,BEN SPESO,A SENTIRE QUESTI SPLENDIDI MEDICI CHE CERCANO DI APRIRCI GLI OCCHI:
la Dott.Patrizia Gentilini oncologa ed ematologa,
il Dott. Ernesto Burgio, Pediatra e Referente del Comitato Scientifico Nazionale dell'ISDE, esperto in cancerogenesi ambientale ,
Il Prof. Masera rappresenta una eccellenza nel campo dell'Oncologia Pediatrica non solo italiana: è infatti una indiscussa Autorità a livello internazionale avendo dedicato tutta la sua vita in particolare alla cura dei bambini leucemici che, all'inizio della sua carriera, negli anni 60', avevano una prognosi quasi sempre infausta.

Questi video SONO SICURAMENTE MOLTO UTILI A TUTTI I CITTADINI E GENITORI RESPONSABILI E SOPRATTUTTO DOVREBBERO ESSERE PROFONDAMENTE VALUTATI DAI NOSTRI POLITICI E AMMINISTRATORI.

SONO INTERVENTI MOLTO BEN ARGOMENTATI ,BASATI SU VALIDI STUDI SCIENTIFICI CHE DANNO UN VALORE AGGIUNTO ALLA NOSTRA CONOSCENZA E SONO UN OTTIMO CONTRIBUTO NELL'OTTICA DI PERSEGUIRE
"UNA NUOVA CULTURA DELL'AMBIENTE PIU' RISPETTOSA DELLA SALUTE DEI NOSTRI BAMBINI E PER CERCARE DI CREARE UN MONDO MIGLIORE PER TUTTI."
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Pubblichiamo tre articoli tratti da Trentino corriere alpi

Diossine in Valsugana: partono i controlli
su latte materno e pipì dei bambini

Nuove analisi decise dal tavolo tecnico misto formato dalla Provincia, dal sindaco di Borgo, dall'Appa e dall'Azienda sanitaria. I dati raccolti verranno confrontati con quelli di persone residenti in altre zone
TRENTO. Il Tavolo tecnico di confronto istituito dalla Provincia autonoma di Trento sulle acciaierie Valsugana, a cui partecipano, tra gli altri, i Medici per l'ambiente, il sindaco di Borgo Valsugana e i responsabili dell'igiene pubblica dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari e dell'Appa, sotto il coordinamento di Fabio Scalet, dirigente generale del dipartimento urbanistica e ambiente,
ha deciso ha deciso di effettuare nuove attività di approfondimento e verifica a carattere sanitario e ambientale, anche con il contributo di esperti designati dai Medici per l'ambiente.

Si tratta, a quanto rende noto l'amministrazione provinciale, di un monitoraggio sul latte materno condotto assieme all'Azienda provinciale per i servizi sanitari, su un campione di gestanti (primipare, residenti da almeno dieci anni a Borgo).

E' in programma inoltre un biomonitoraggio dei metalli su urine e capelli di un campione di bambini abitanti a Borgo fin dalla nascita.

L'ipotesi è di confrontare i dati così raccolti con quelli di un campione di bambini residenti in altra località, per verificare possibili influenze ambientali.Sempre a questo proposito verranno effettuate analisi geologiche sui fondi naturali presenti nei terreni, in particolare quelli calcarei e posta sulla destra orografica del fiume.

Saranno infine realizzate delle modellizzazioni della dispersione delle emissioni dalle acciaierie (in sostanza per vedere come si spostano i fumi e quali sono le aree maggiormente interessate) e una rilevazione deposimetrica delle polveri e l'analisi sulla presenza di diossine, furani e altre sostanze inquinanti su due nuove matrici, ovvero aghi di pino e fieno.


Valsugana, i Medici per l'ambiente abbandonano il tavolo provinciale

Dura presa di posizione dell'associazione: "Non c'è trasparenza, ci è stato nascosto un documento dell'Istituto superiore di Sanità". La Provincia replica: "Non è vero"
TRENTO. ''Riteniamo non esistano le condizioni fondamentali di trasparenza necessarie alla continuazione del dialogo attorno ad un tavolo di lavoro tra noi e i tecnici della Pat,anzi riteniamo che i lavori sino a qui condotti siano viziati dalla impossibilità di confrontarsi sulla reale situazione ambientale in rapporto alla presenza dello stabilimento Acciaierie Valsugana''.

Lo comunicano attraverso una nota i componenti dell'associazione Medici per l'ambiente. Motivano la decisione con il fatto che ''i vertici provinciali hanno tenuto nascosto un documento dell'Istituto Superiore di Sanità, che critica puntualmente nella metodologia i risultati della ricerca ambientale provinciale, comunicata alla popolazione di Borgo nella Relazione di Sintesi del 4 marzo 2010.

Abbiamo chiesto più volte alla Provincia - dicono - tutta la documentazione dell'Istituto Superiore di Sanità, ottenendo solo un parere dello stesso sulle nostre analisi'
'.Leggi l'articolo integrale
(25 maggio 2010)

Veleni in Valsugana, la Procura di Trento ha aperto una seconda inchiesta

La Procura in questi mesi ha acquisito una serie di nuovi documenti, cioè quelli prodotti dell'Associazione Medici per l'ambiente, che hanno condotto autonomamente verifiche nella zona, e un rapporto dell'istituto superiore di sanità
TRENTO. Una seconda inchiesta è stata aperta dalla procura di Trento nell'ambito delle conseguenze delle lavorazioni dell'Acciaieria Valsugana, di Borgo Valsugana.

Il fascicolo è per danni ambientali, mentre la prima inchiesta, con inizio a dicembre del 2009, riguarda presunte emissioni inquinanti e fuori dai limiti di legge e la chiusura è prevista a breve.


Quanto al secondo fascicolo, la Procura in questi mesi ha infatti acquisito una serie di nuovi documenti, cioe' quelli prodotti dell'Associazione Medici per l'ambiente, che hanno condotto autonomamente verifiche nella zona, e un rapporto dell'istituto superiore di sanità.