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31 gennaio 2013

EMISSIONI INDUSTRIALI: LA POLITICA DEVE INVERTIRE LA ROTTA

SALUTE PUBBLICA. EMISSIONI INDUSTRIALI: LA POLITICA DEVE INVERTIRE LA ROTTA

Il tema della salvaguardia dell'ambiente e della salute a Brindisi è arrivato al redde rationem. A dicembre si sono conclusi i lavori di un tavolo tecnico convocato dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio Comunale e dal consigliere Salvatore Brigante.
Il tavolo tecnico  ha steso una relazione con analisi e proposte. Tra queste tre fondamentali:
1) non si può continuare a vivere su un sito gravemente inquinato, bisogna avviare le bonifiche;
2) si devono ridurre le emissioni complessive delle attività industriali;
3) non si può continuare a fare a meno del monitoraggio in continuo ai camini.

A fine dicembre ed all’inizio del nuovo anno, sono stati pubblicati due studi su riviste scientifiche internazionali che riguardano Brindisi.
Il primo, realizzato da ricercatori del CNR di Lecce e Pisa e della locale ASL, analizza le malformazioni congenite nel capoluogo che risultano, dal 2000 al 2010 più alte del 17% della media europea mentre quelle cardiache più elevate di circa il 49%.
Il secondo, relativo al periodo 2001-2007 rileva eccessi di ricoveri per malattie cerebrovascolari, cardiache e respiratorie quando aumenta la concentrazione di specifici inquinanti atmosferici (pur nel rispetto dei limiti di legge). La ricerca, anch’essa condotta da ricercatori del CNR di Lecce e Pisa, mostra anche una associazione più forte nei giorni in cui i venti tengono l'abitato sottovento rispetto all'area industriale.
Cos'altro si deve aspettare per concordare un piano di progressiva riduzione delle emissioni industriali in atmosfera? 
E' di questi giorni la notizia che si intende riattivare la Piattaforma di trattamento di rifiuti pericolosi con inceneritore di rifiuti industriali e ospedalieri (35.000 T/annue, energia prodotta 1,4MW). Un impianto che ha già operato fino al 2007 e che vedrà convergere a Brindisi rifiuti di quella tipologia da tutta Italia.
Come si possono autorizzare altri impianti senza valutare lo stato attuale dei suoli e delle popolazioni circostanti? La ricerca di diossine e metalli pesanti intorno ad un inceneritore industriale è d'obbligo. Così come quella di alcune malattie tipiche di quegli impianti nei quartieri più vicini.
Una mappatura della salute dovrebbe essere fatta prima di ogni ulteriore concessione......

E' tempo che alle parole seguano i fatti.
Ass. Salute Pubblica
Brindisi, 30/1/2013

30 gennaio 2013

FOSSIL FREE:Quando la parola d'ordine è disinvestiamo nel fossile

Tratto da QualEnergia. 

Quando la parola d'ordine è 'disinvestiamo nel fossile'

 Nuove forme di lotta e di pressione si stanno sviluppando per sbloccare l’impasse sui cambiamenti climatici negli Usa. 
Un forte movimento, ad esempio, sta crescendo per forzare la vendita di azioni di società coinvolte nel settore dei combustibili fossili.....
Oggi sono 210 i campus americani coinvolti nella campagna “Let’s divest from fossil fuels!” volta a far vendere le azioni delle società legate a queste attività. E il movimento si sta allargando. Mike McGinn, sindaco di Seattle, ha invitato il fondo pensione degli impiegati, il Seattle City Employees’ Retirement System che gestisce 1,9 miliardi $, a non investire più nei comparti fossili e a iniziare un’azione di uscita da questo settore. Anche il mondo religioso si sta mobilitando. La United Church of Christ cui afferiscono 1,2 milioni di fedeli in giugno voterà per aderire alla campagna lanciata dalla associazione 350.org.

L’argomentazione di fondo deriva dalla riflessione che larga parte (80% secondo alcune stime) delle riserve di combustibili fossili del pianeta non dovranno essere utilizzate per non superare l’incremento di 2 °C della temperatura dell’aria richiesto dalla comunità scientifica per evitare conseguenze catastrofiche....
Accanto a questa iniziativa, sta crescendo la mobilitazione per bloccare l’autorizzazione alla realizzazione dell’oleodotto Keystone, infrastruttura fondamentale per garantire l’espansione dell’estrazione del petrolio dalle sabbie bituminose del Canada. Obama, dopo avere una prima volta rinviato la decisione, dovrà pronunciarsi nei prossimi mesi su questo delicato tema.
Nel novembre del 2011 quindicimila cittadini hanno manifestato di fronte alla Casa Bianca per chiedere di bloccare l’oleodotto e in tutto il paese sta crescendo la pressione per portare il 17 febbraio decine di migliaia di attivisti a Washington per un “Climate Rally”. Nei giorni scorsi 18 tra i più prestigiosi climatologi hanno inviato una lettera al presidente chiedendo di evitare la realizzazione dell’oleodotto perché contraria agli interessi del pianeta e del paese.
Insomma, le dichiarazioni prima di Obama e poi del neoeletto Segretario di Stato Kerry sull’importanza della lotta ai cambiamenti climatici e la crescente pressione dal basso testimoniano un cambio di passo. E’ possibile forse che gli Usa si spostino su posizioni più attive e impegnate, facilitando il raggiungimento di quell’accordo internazionale sul clima che dovrà essere definito entro i prossimi 35 mesi.

NO AL DECRETO CLINI CHE AUTORIZZA A BRUCIARE CSS , combustibili solidi secondari, NEI CEMENTIFICI

Tratto da  Il Pane e le rose

NO AL DECRETO CLINI CHE AUTORIZZA A BRUCIARE RIFIUTI NEI CEMENTIFICI

(30 Gennaio 2013)
Dopo aver salvato l’ILVA condannando i cittadini di Taranto, dopo aver prorogato la gestione commissariale dei rifiuti, dopo aver aggravato ulteriormente la tassa  sui rifiuti sostituendo TARSU e TIA con la TARES, il governo Monti, a Camere ormai sciolte,  si sta avviando all’approvazione dello "Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale". Ottenuto il parere favorevole da tutti i partiti nella 13 commissione "Territorio, ambiente, beni ambientali" del Senato, il provvedimento sarà discusso l’11 febbraio.
Non ci sono dubbi che la conversione in legge di questo decreto Clini sull’utilizzo dei CSS (Combustibili Solidi Secondari, ex CDR) sia una delle mine vaganti più pericolose sulla strada dell’unica alternativa all’odierna ....... gestione dei rifiuti che devasta ambiente e salute: la raccolta differenziata finalizzata alla riduzione, riuso, riciclo dei rifiuti. 

 Esso costituisce anche un metodo palese per aggirare l'opposizione tenace dei movimenti alla costruzione di nuovi inceneritori ed incentivare e diffondere la combustione di rifiuti su tutto il territorio nazionale.  
Infatti, dirottando l'ex CDR ai cementifici, in un colpo, solo si beneficia la lobby dei cementieri e si trasformano i 59 cementifici presenti in Italia in inceneritori di rifiuti altrimenti del tutto riciclabili, con conseguenze gravissime:
 

1.      Le ceneri tossiche e nocive, frutto avvelenato dell'incenerimento, non dovranno più essere smaltite a costi elevati in discariche speciali, ma inglobate pari pari nei cementi. Quindi anziché un costo diventano un guadagno, facendo crescere il volume e il peso dei cementi prodotti. Chi andrà poi a raccontare ai lavoratori edili che quando manipolano le sacchette di cemento inalano metalli pesanti e polveri cancerogene? Chi avvertirà i residenti delle abitazioni costruite con quel cemento che le loro case spolvereranno nei decenni futuri polveri metalliche e molecole tossiche?
 

2.      I cementifici sono impianti industriali altamente inquinanti e fonte di alte emissioni di polveri e di metalli pesanti in atmosfera (CO2, PCB, ammonio, cadmio, mercurio, nickel, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, benzene, diossine e quantità incalcolabili di particolato) già senza l’uso dei rifiuti come combustibile. Considerando la massa dei fumi emessi (ben oltre gli inceneritori), considerando che questi impianti non sono dotati di specifici sistemi di abbattimento delle polveri e tanto meno dei microinquinanti, e sono autorizzati con limiti di emissioni più alti, la miscelazione di combustibili fossili insieme ai rifiuti avrà l’effetto di moltiplicare la nocività di questi impianti. Una vera e propria bomba rispetto agli stessi inceneritori.
 

3.      L'altro aspetto è che i Comuni o i gruppi di Comuni che firmeranno i contratti per il conferimento alle aziende produttrici di CSS, saranno vincolati a rispettarli per tutta la durata stabilita. Il che vuol dire che in tutto quel tempo il contratto impedirà ogni iniziativa comunale indirizzata a far partire la differenziazione dei rifiuti finalizzata al riciclo. Né più né meno dell’effetto perverso dell'inceneritore, nemico giurato di ogni progetto di riciclo.     Leggi l'articolo integrale
 Coordinamento COMITATI rifiuti-energia


Le MAMME NO AL CARBONE al Sindaco di Brindisi Consales


Di seguito riportiamo integralmente la lettera aperta inviata da un gruppo di mamme dell'Associazione No Al Carbone al Sindaco di Brindisi Mimmo Consales.

Tratto da Noalcarbone
Brindisi, 30/01/2013

Le Mamme No al Carbone al Sindaco Consales
 

Siamo le mamme del Movimento No al Carbone, le mamme del passeggino rosso, un gruppo di donne impegnate per la tutela della salute della nostra terra e dei nostri figli che vediamo sempre più in serio pericolo.


 Noi madri siamo doppiamente responsabili verso i nostri figli: le scelte e le decisioni che prendiamo determinano il loro presente e incidono sul loro futuro. Se ci rendiamo conto che la situazione sta prendendo una direzione preoccupante, abbiamo il dovere di segnalarlo chi è il primo punto di riferimento di una comunità e Lei, Signor Sindaco, rappresenta la carica istituzionale che più di ogni altra deve aver cura degli interessi dei cittadini, compresi i bambini.
Proviamo un profondo dolore per le ferite e le offese inferte alla nostra terra in decenni di sfruttamento industriale indiscriminato.

Ma la nostra più grande preoccupazione è data dalle inevitabili conseguenze che le violazioni degli equilibri naturali, le immissioni massicce di sostanze nocive nell'aria, nell'acqua e nel suolo hanno sulla salute della popolazione della nostra città e in particolare su quella dei bambini, anche quelli che stanno per nascere e quelli che saranno concepiti nel prossimo futuro.
In questi ultimi giorni assistiamo allarmate ad una serie di eventi che sembrano un bollettino di guerra:
Il nastro trasportatore della centrale a carbone di Cerano ha intercettato le acque alluvionali (che da secoli defluivano liberamente attraverso quella zona) allagandosi.
  I responsabili dell'Enel hanno ritenuto di far fronte all'emergenza con ulteriore spregio della nostra terra, sversando le acque contaminate dal carbone nell'ambiente circostante, addirittura, si sospetta, in campi agricoli.  
Sono stati fermati dal magistrato (in tempo?)....

 
La torcia del petrolchimico quasi giornalmente manda alte fiammate, emettendo nell'aria sostanze di cui si teme la tossicità, a poche centinaia di metri dalla città.......
La centrale Edipower a ridosso della città ha ripreso a bruciare carbone, attingendolo dai carbonili scoperti di navi carboniere attraccate in porto, dato che il carbonile di sua pertinenza scoperto (anch'esso!) è stato da tempo sequestrato dalla magistratura, perchè pericoloso per la salute pubblica, quindi fuorilegge.  

La società A2A, dribblando le Sue ripetute richieste di piani industriali, chiede non troppo gentilmente di bruciare rifiuti nella stessa centrale Edipower.......
 

Nel frattempo, il primario del reparto di neonatologia del nostro ospedale Perrino, Dott. G. Latini, ha lanciato un allarme di quelli che fanno tremare: nella nostra città i bambini nascono con malformazioni più che nel resto d'Italia e d'Europa (malformazioni congenite: + 18% rispetto alla media europea e in particolare +68% per le malformazioni cardiovascolari!).
Questi dati sui bambini che nascono in questa città dicono molte cose a chi voglia riflettere. 

In primo luogo dicono che una fetta sempre più consistente di bambini brindisini, prima ancora di aver dato il loro primo respiro, è già condannata senza colpa a una vita diversa, non sana, a una vita di serie B. Ma anche gli altri, i fortunati che nasceranno sani, sono privati prima ancora di nascere del diritto fondamentale e inviolabile alla salute......
 
E' necessario quindi intervenire al più presto sul fronte della riduzione dell'inquinamento e della prevenzione dei rischi ad esso correlati.
Il gruppo di lavoro sulla salute e l'ambiente istituito dal Comune stesso ha proposto di ridurre le emissioni che gravano su Brindisi e di fare un piano di graduale rientro del carbone. 

Chiediamo quindi che, con l'urgenza necessaria, questo venga messo in atto, facendo subito una valutazione delle emissioni totali e cominciando a ridurle.
Chiediamo anche di incaricare chi di competenza (il CNR di Lecce o il prof Forastiere che l'ha già fatto per il GIP a Taranto) di stabilire quante e quali malattie ci sono......

 E' inoltre un obiettivo essenziale ed urgente per la nostra città realizzare al più presto l'indagine epidemiologica richiesta dai cittadini, che ci darà risposte chiare e definitive sulla reale situazione e sulla sua gravità. 
Il passare del tempo, infatti, peggiora e complica la situazione e ci porta inesorabilmente verso l'irreparabile.
Siamo consapevoli di quanto il compito di sindaco di questa città possa essere difficile e gravoso, tuttavia confidiamo nel suo senso di responsabilità e nella sua determinazione a passare ai fatti e alle azioni concrete.

Mamme No al Carbone 

Leggi la lettera integrale

SIAMO PROTETTI DAL RISCHIO INDUSTRIALE?

 Non che ci sorprendano tali dati, ma nemmeno pensavamo a casi di queste proporzioni. Il numero chiave oggi è 1.100, ed è il numero di impianti industriali che sono potenzialmente bombe pronte ad esplodere, con conseguenze anche peggiori di quelle dell’ILVA. Si tratta di strutture in cui si lavorano materiali pericolosi che, seppur costruite in sicurezza e secondo la legge, risultano piuttosto sconosciute ai cittadini che in quegli stessi Comuni ci vivono.L’associazione ambientalista ha voluto indagare sul tasso di conoscenza e sulla preparazione alle emergenze, ed il quadro che ne è risultato dal dossier Ecosistema rischio Industrie è stato preoccupante.
Un deficit di informazione grave. Preparare i piani di emergenza senza coinvolgere in maniera adeguata la popolazione che vive attorno all’impianto significa ridurre fortemente il livello di sicurezza.Continua su Ecologiae



ECOSISTEMA  RISCHIO INDUSTRIE
Dossier sui comuni italiani in cui sono presenti insediamenti a rischio d’incidente rilevante

Gli insediamenti industriali che trattano sostanze potenzialmente pericolose, quali impianti chimici,petrolchimici, depositi di gpl, raffinerie o depositi di esplosivi o composti tossici, possono costituire un rischio per l’ambiente e la popolazione.
 In caso d’incidente o di malfunzionamento dell’impianto, infatti, la presenza di tali sostanze può contribuire a causare incendi, contaminazione dei suoli e delle acque o nubi tossiche.
Con il progetto Ecosistema rischio 2011, campagna nazionale di monitoraggio, prevenzione e informazione per la mitigazione dei rischi naturali e antropici, Legambiente e Dipartimento
della protezione civile hanno realizzato un’indagine volta a focalizzare l’attenzione su alcuni temi legati alla sicurezza dei cittadini e alla tutela dell’ambiente nei comuni italiani dove sono presenti insediamenti a rischio d’incidente rilevante.

L’indagine mira a verificare la realizzazione da parte dei comuni delle attività finalizzate alla corretta e costante informazione dei cittadini, sia sul rischio d’incidente, sia per quanto riguarda i comportamenti da adottare per rimanere in sicurezza in caso di emergenza. 
Lo studio prende in considerazione la realizzazione o la partecipazione da parte della amministrazioni comunali a
periodiche esercitazioni, anche con il coinvolgimento della popolazione, il recepimento da parte dei comuni delle informazioni contenute nei Piani d’Emergenza Esterni (PEE) redatti dalle competenti Prefetture e una corretta pianificazione urbanistica che tenga conto del rischio.

Nel Decreto si prendono in considerazione la probabilità e la possibilità che le conseguenze di un incidente rilevante possano essere accresciute a causa del luogo, della vicinanza tra loro di più stabilimenti o delle sostanze presenti (il cosiddetto effetto domino).


Riportiamo solo alcune immagini tratte dal documento 
Guardate la Liguria!!!!!

 

IL COMUNE DI QUILIANO HA RISPOSTO  IL COMUNE DI VADO PAREBBE DI NO....
LE TABELLE SONO   SIGNIFICATIVE

Considerazioni di "Uniti per a Salute"
Considerate  che nel  fazzoletto di terra,compreso tra i Comuni di Vado Ligure e di Quiliano,  c'è da oltre quarant'anni  una centrale a carbone..... e   dal 2007 un ulteriore gruppo a ciclo combinato a metano.(La Tirreno Power  ci risulta che dal 2012 é considerata a rischio incidente rilevante).
Considerate  che su questo stesso esiguo fazzoletto di terra vi sono ,sempre in mezzo alle case, anche due depositi di idrocarburi,la Sarpom  e la Petrolig, una ditta di addittivi come l'Infineum ed una ditta per il trattamento dello Zinco come la Zinox .

La Sarpom ,l' Infineum , la Petrolig  , la Zinox  ed anche la Tirreno Power per le problematiche connesse con i materiali trattati,sono industrie a rischio incidente  rilevante , soggette quindi alla legge Seveso e sono posizionate  in mezzo alle case di questo fazzoletto di terra densamente abitato.

I CITTADINI SONO CORRETTAMENTE ED ADEGUATAMENTE  INFORMATI 
 E TUTELATI  DAI POTENZIALI RISCHI?

29 gennaio 2013

Greenpeace contro i nuovi “dinosauri” della politica.


Tratto da La Repubblica

Greenpeace contro i nuovi “dinosauri”.

Per l’associazione ambientalista i leader dei 3 partiti che dovrebbero guidare il Paese sarebbero il simbolo di una politica vecchia e incapace di abbandonare le fonti fossili

(Rinnovabili.it) – I dinosauri sono estinti da tempo, il Bersanodonte, il Tirannosilvio e il Montisauro invece sono ancora qui e si candidano a guidare il Paese”. È dura l’accusa di Greenpeace contro Bersani, Berlusconi e Monti, i tre politici che, a detta dell’associazione ambientalista, sarebbero incapaci di ascoltare e interloquire con la società civile e di abbandonare le fonti fossili. «Per la loro inclinazione verso le fonti energetiche sporche ha detto il responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, Andrea BoraschiMonti, Bersani e Berlusconi sono “fossili” come i dinosauri. 46mila cittadini chiedono ai politici cosa intendono fare per garantire un futuro energetico sostenibile per il Paese. Da questi tre leader solo un silenzio che dura oramai da mesi».
  
  L’obiettivo al centro della campagna online “Iononvivoto” di Greenpeace è quello di innescare una svolta radicale nel settore energetico per contrastare l’impiego di petrolio e carbone, favorendo invece fonti rinnovabili ed efficienza energetica.  
Si tratta di un tema centrale per lo sviluppo del Paese, sostiene l’associazione, che però ha un ruolo marginale all’interno dei programmi presentati dai tre leader in questione. “In una congiuntura sfavorevole, che vede protrarsi la crisi da oramai alcuni anni, è incredibile come nella campagna elettorale nessuno ricordi che negli ultimi anni, in Italia, le fonti rinnovabili hanno garantito un risparmio compreso tra gli 8 e i 10 miliardi di euro annui, dovuto alle minori importazioni di fonti fossili”, ribadisce Greenpeace, ricordandoci come Berlusconi abbia sponsorizzato nucleare e carbone, Monti lo sfruttamento del petrolio “nostrano” e Bersani siaa capo di un partito che accetta supinamente l’aumento dell’uso del carbone in Italia”.

1) Ambiente e clima sono le eco-priorità per l’Europa 2)Stiamo distruggendo la terra.

Tratto da Ecologiae

Ambiente e clima sono le eco-priorità per l’Europa

clima priorita europa 
Occorre un piano di strategia per contrastare i cambiamenti climatici e per dare vita ad un nuovo programma per l’ambiente. Questo in sintesi è stato il discorso di Phil Hogan, ministro dell’Ambiente irlandese, alla guida della Presidenza Ue per il primo semestre del 2013. Il programma di azione per l’ecologia, il settimo per l’Europa
è per noi una chiara priorità della Presidenza. Il programma è uno dei pezzi più importanti dell’architettura ambientale a livello europeo e renderà operativa la strategia Europa 2020, in particolare l’iniziativa cardine sull’efficienza delle risorse.
L’Irlanda, dopo aver sconfitto la crisi finanziaria con investimenti nella Green economy e incentivi per le rinnovabili, insegna come poter rilanciare l’Europa attraverso un piano d’azione per l’ambiente e per il clima
Il ministro irlandese all’Ambiente, Phil Hogan, nell’inaugurare la sua presidenza di turno nell’Unione punta su quattro punti chiave: migliorare la legislazione ambientale in Europa; rendere più efficiente l’informazione dei cittadini con la divulgazione di conoscenze più scientifiche e approfondite; investire sempre più nell’ambiente e nella piena integrazione tra le politiche ambientali degli altri Stati membri. In sostanza, il nuovo presidente per l’Ambiente vorrebbe spostare la tassazione dal lavoro all’inquinamento, far applicare le norme ambientali esistenti, introdurre ulteriori paletti per chi inquina e nuoce all’ambiente, sviluppare accordi e collaborazioni tra gli Stati e la Commissione europea. Come ha spiegato il suo piano d’azione vuole essere tempestivo ed efficace
Stiamo deliberatamente adottando una posizione ambiziosa sul settimo piano d’azione ambientale e lavoreremo duro per arrivare ad un accordo in prima lettura alla fine della nostra presidenza.
E difatti, già per il mese di marzo Hogan vuole presentare alla Commissione la nuova strategia di adattamento al clima e per il 24 aprile, il relatore vuole vedere un primo piano di lavoro da cui partire. La tabella di marcia è alquanto ambiziosa, hanno commentato altri europarlamentari, ma forse per l’ambiente non c’è davvero tempo da perdere.
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Tratto da Ecoalfabeta

Stiamo distruggendo la terra.

Trovate la sottile differenza tra il modo di comunicare degli scienziati e quello dei politici...

C'è una differenza sostanziale tra il linguaggio della scienza, sintetico, preciso in cui ogni affermazione è legata a fatti sperimentali o fa riferimento a leggi ben verificate, e lo sproloquio infinito di molti politici e sofisti, che amano allungare, complicare, confondere.

28 gennaio 2013

RAI TRE:Presa Diretta sull'Ilva di Taranto (video)

 Tratto da Blogo.it

Presa Diretta sull'Ilva di Taranto (video)



E' andata in onda ieri la puntata di Presa Diretta sull'Ilva di Taranto. La trasmissione di Riccardo Iacona su Rai Tre si è occupata della vita nell'acciaieria pugliese e dei pericoli per i lavoratori e per l'ambiente. La puntata è stata vista da 1.254.000 telespettatori, con uno share del 4,63%.
"Ma quanto ha inquinato la grande acciaieria negli ultimi decenni, quanto esteso è l’avvelenamento dell’aria, dell’acqua e della terra? E quanto è pericoloso per la gente di Taranto continuare a vivere vicino alla grande acciaieria? Come mai, nonostante le tante inchieste della magistratura e le pressioni di comitati e opinione pubblica, i proprietari dell’ILVA hanno fatto cosi’ poco per ridurre il danno e diminuire l’inquinamento? E infine, la produzione di acciaio è inevitabilmente un lavoro sporco, inquinante, incompatibile con la vita di una città?"

Guarda il video della puntata di Presa Diretta del 27 gennaio 2013

Combustibili e temperatura glogale : emissioni in aumento con i grandi progetti di estrazione.

Tratto da Il fatto Quotidiano

Combustibili, emissioni in aumento con i grandi progetti di estrazione.

Foto: Greenpeace

Ospito sul mio blog un contributo di Marco Pagani, classe 1960, fisico e docente di Matematica e Fisica. 
Ha tenuto fino a poco tempo fa il blog “Ecoalfabeta” e ora scrive su “Ecoblog”.
 Il post che segue lo ha scritto espressamente per “Il Fatto Quotidiano” per diffondere il più possibile il pericolo di una rapida e irreversibile ascesa della temperatura globale che i grandi progetti di estrazione di combustibili fossili stanno generando.

La dipendenza dell’umanità dai combustibili fossili sembra non avere mai fine: dopo aver estratto e bruciato il greggio e il carbone di migliore qualità, l’appetito delle multinazionali si sta rivolgendo verso le fonti più “sporche”: petrolio “sour”, oli di scisto, e sabbie bituminose (foto in alto).

Greenpeace prende in considerazioni i 14 più grandi progetti di sfruttamento fossile a livello planetario e stima che se verranno realizzati tutti, entro il 2020 le emissioni di CO2 potrebbero aumentare di oltre 6 miliardi di tonnellate, il 20% in più rispetto alle 31 Gt del 2011.

Una prospettiva terribile, che potrebbe portarci oltre il punto di non ritorno, spingendo il clima del pianeta verso un aumento letale di temperatura intorno ai 5-6 °C.


Il carbone in particolare detiene la parte del leone delle possibili emissioni con 3 miliardi di tonnellate.
Perché permettere che una manciata di governi e di compagnie petrolifere decidano del futuro dell’umanità? Non siamo forse il 99%? 

E’ bene iniziare a capire chi intende compiere queste devastazioni, per dissociarsi progressivamente e boicottarne prodotti e servizi.
I quattro progetti di maggiore impatto ambientale sono localizzati in
Cina: aumento della produzione di carbone di 620 Mt entro il 2015, con emissioni per 1400 Mt CO2 (quanto quelle dell’intera Russia)
Australia: oltre 760 Mt di Co2 all’anno per l’aumento delle esportazioni di carbone, più di tutte le emissioni per i consumi interni
Usa: 700 Mt di emissioni associate con le estrazioni di carbone (420 Mt) e di olio di scisto (280)
Artico: la fusione della calotta polare potrebbe permettere trivellazioni per greggio e gas, con emissioni associate di 520 Mt nel 2020 e 1200 Mt nel 2030.

27 gennaio 2013

ENEL.Il colosso energetico sotto processo

Tratto da Rovigo Oggi
ENEL.Il colosso energetico sotto processo


E' iniziato giovedì 24 gennaio il processo a dieci funzionari Enel per disastro ambientale. Le associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf e Greenpeace si sono costituite parte civile, assistite dagli avvocati Ceruti (foto a lato), Malaspina e Guasti. La prossima udienza è fissata per il 6 giugno


Rovigo - Nell’ambito dell’indagine a carico di alcuni vertici di Enel produzione, giovedì 24 gennaio si è tenuta, dinanzi al tribunale di Rovigo in composizione collegiale presieduto da Nicoletta Stefanutti, l'udienza del processo a 10 funzionari Enel accusati di disastro doloso e disastro ambientale per l'omessa installazione di apparecchi presso la centrale di Porto Tolle, durante il funzionamento ad olio combustibile, diretti a prevenire un disastro consistente nel deterioramento dell'ambiente circostante e nell'aumento delle malattie respiratorie nei bambini, accertato da uno studio dell'Istituto nazionale tumori di Milano, organismo autorevole.

“Auspichiamo – afferma Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto - che per tale data si sia già composto un nuovo collegio di magistrati in grado di seguire questo processo storico in cui si ipotizza un aumento delle malattie ai danni della popolazione infantile conseguenti alle emissioni di una centrale termoelettrica”.


25 gennaio 2013

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Greenpeace entra in azione a Genova, consegnate le “vere” bollette: “Enel deve miliardi di euro al Paese”

greenpeace bollette

Genova. Greenpeace è entrata in azione a Genova, dove i volontari del Gruppo locale hanno recapitato nelle case le “vere” bollette Enel realizzate da Greenpeace, che mostrano ai cittadini quanto costa realmente – in termini economici e sanitari – la produzione elettrica a carbone del principale gruppo energetico italiano.

“Il danno economico è solo un aspetto materiale, ancorché rilevante, della questione: le centrali a carbone Enel causano una morte prematura al giorno in Italia e danni al clima e all’ambiente enormi. È ora che la politica si assuma qualche responsabilità: è il Governo, a nominare il management......

“Enel non è solo una bolletta che arriva nelle case di molti italiani. È una vera e propria tassa. Se si dividono i danni economici causati dalla produzione a carbone di Enel per il numero delle famiglie italiane, si scopre che la scelta di quella fonte energetica costa circa 75 euro l’anno a nucleo familiare. Molto più di quanto costino gli incentivi alle rinnovabili, che non uccidono il clima, non fanno ammalare le persone e sostengono invece occupazione, crescita e ambiente”, spiegano.

Leggi l'articolo integrale

Tratto da  Ecologia guidone.it

Carbone: Greenpeace fa recapitare centomila bollette sporche di Enel

Carbone: Greenpeace fa recapitare centomila bollette sporche di Enel

Greenpeace al fine di sensibilizzare i cittadini sui danni causati dall’uso del carbone nella produzione elettrica, visto che rappresenta la fonte più dannosa per il clima e non solo, ha deciso di far recapitare centomila ‘bollette sporche’, sporche di carbone.
Infatti, queste bollette mostrano ai cittadini il reale costo, sia in termini economici che sanitari, che una produzione elettrica a carbone implica, prendendo a riferimento il principale gruppo energetico del paese, ovvero Enel, di cui lo Stato è il principale azionista.
Forse proprio per questo motivo Greenpeace ha deciso di far recapitare tali bollette anche presso le sedi di partito e comitati attivi in queste settimane di campagna elettorale, dal momento che bisogna fare al più presto qualcosa per fermare l’uso del carbone e i suoi effetti dannosi.

E' ORA DI AGIRE- RIFIUTI NEI CEMENTIFICI,UN ATTACCO ALLA SALUTE

Riceviamo dalla Campagna nazionale" LEGGE  rifiuti ZERO"

E' ORA DI AGIRE :RISCRIVERE IL FUTURO OGGI PUOI


26 gennaio 2013

Ilva di Taranto, i giudici: “Decreto 231 legge ad aziendam.......

Stralcio da Il Fatto Quotidiano

Ilva di Taranto, i giudici: “Decreto legge ad aziendam come quelle ad personam”

di  

La legge “salva Ilva” varata dal Governo Monti “è niente più che una legge ad aziendam, che si colloca nella scia delle leggi ad personam inaugurata negli ultimi venti anni in Italia”. 

È il duro affondo del presidente della Corte d’appello di Lecce, Mario Buffa, che in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ha dedicato (oltre alla copertina della sua relazione) un intero capitolo alla vicenda del capoluogo ionico che sta coinvolgendo, in uno scontro istituzionale che arriverà fino alla Corte Costituzionale, azienda e Governo da una parte e magistratura dall’altra.  

Per il presidente Buffa, dunque, la legge 231 che consente alla fabbrica del Gruppo Riva di tornare a produrre e commercializzare i prodotti già sequestrati come corpo del reato è “una legge che riconsegna lo stabilimento a coloro che fingevano di rispettare le regole di giorno e continuavano ad inquinare di notte......

Il magistrato a capo del distretto che comprende Lecce, Brindisi e Taranto non risparmia la politica: “Può avere anche ragione il ministro Passera a definire irreparabile, con un aggettivo così radicale, il danno che deriverebbe non solo a Taranto, ma forse all’intera economia nazionale, dal blocco definitivo dell’attività dello stabilimento.
 Ma un danno irreparabile purtroppo si è già verificato e sono i morti, i malati di tumore e di leucemia che hanno funestato finora un’intera città”. E infine sul conflitto che si è creato tra poteri dello Stato ha spiegato che “ancora una volta la magistratura si è trovata da sola a dover far fronte ad un problema di proporzioni enormi, che altri con la sua indifferenza e negligenza ha lasciato ingigantire” con un chiaro riferimento ai legami tra politica, istituzioni e azienda emersi che grazie al lavoro della Guardia di finanza di Taranto che ha condotto l’indagine denominata “ambiente svenduto” .


“Io voglio solo augurarmi – ha concluso Buffa – che la comunità di Taranto sappia trovare la sua unità, intorno a questo problema; che si renda conto quanto sia assurdo contrapporre il diritto al lavoro al diritto alla salute, di quanto cinismo ci sia nello slogan che è stato gridato nelle piazze secondo cui di tumore si potrà morire in futuro ma con la perdita del lavoro si può morire subito.

I cittadini di Taranto hanno diritto di lavorare e di non vedere sacrificato oltre, il diritto dei loro figli di crescere in un ambiente sicuro per la loro salute” e ha chiesto alla comunità di essere uniti perché “l’avversario è forte anche se non invincibile, è forte perché è riuscito a farsi fare in brevissimo tempo una legge che ha bloccato per ora, fino a quando la Corte Costituzionale non si sarà pronunciata sulla sua legittimità, l’azione dei giudici”, ma nonostante questo “la magistratura sarà al loro fianco e farà fino in fondo il suo dovere di presidio della legalità, che non si arresterà di fronte ad un decreto che sembra privilegiare solo le ragioni dell’impresa, autorizzata a continuare a produrre, senza una immediata rimozione delle fonti di inquinamento, in una situazione di attuale e concreto pericolo, che non può essere eliminata per decreto”.

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