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28 gennaio 2021

No al raddoppio della centrale in mezzo alle case .

E’ STATA CHIESTA L’ AUTORIZZAZIONE PER UN ULTERIORE GRUPPO A GAS, UN RADDOPPIO 
UN MEZZO ALLE NOSTRE CASE!!!

 LE NOSTRE OSSERVAZIONI 
DI QUESTA NOTTE ...

STANOTTE ore 00:10 



A buon intenditor poche parole .



 

Mortalità prematura causa inquinamento, i medici di ISDE Modena: "Agire subito"

Tratto da Modena Today
Mortalità prematura per inquinamento, i medici di ISDE Modena: "Agire subito"

Una recente pubblicazione scientifica dal titolo “Premature mortality due to air pollution in European cities: a health impact assessment” (Khomenko S, et al, 2021 Lancet) mette in evidenza le pesanti ripercussioni sulla Salute Pubblica dell’inquinamento atmosferico, con particolare attenzione alla mortalità evitabile, se venissero rispettate le direttive delle linee guida Europee e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La sezione di Modena di ISDE - Medici per l’Ambiente ha analizzato i dati, riassumendo alcuni punti chiave: "L'inquinamento atmosferico è uno dei principali fattori di rischio per mortalità e morbosità in tutto il mondo. In Europa l’inquinamento ambientale riduce in media l’aspettativa di vita di 2,2 anni, con un tasso di mortalità annua attribuibile di 133 casi/anno per 100.000 abitanti. L'esposizione all'inquinamento atmosferico, sia a breve che a lungo termine, può portare a un'ampia gamma di malattie, come ad esempio malattie cardiovascolari (infarti ed ictus), patologie croniche polmonari (esempio bronchite cronica ed asma), patologie metaboliche (diabete mellito tipo II) e infezioni respiratorie (sindromi da raffreddamento e polmoniti). L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato l'inquinamento atmosferico, in particolare il PM2,5, come una delle principali cause di cancro".

L'Emilia Romagna in generale, ma soprattutto Modena e provincia ( Carpi e Sassuolo), spiccano per livelli assolutamente allarmanti. Le principali città della nostra Provincia, infatti, si collocano, in posizione significativamente “elevata” in questa speciale classifica delle città Europee della mortalità legata all’inquinamento.

"Lo studio stima che nella nostre città si sarebbero potute salvare diverse centinaia di vite rispettando i limiti di inquinanti raccomandati dall’OMS. La consapevolezza di questi dati scientifici deve rappresentare una chiamata all’azione da parte delle amministrazioni locali e regionali, che sono responsabili della salvaguardia della Salute Pubblica, dei Medici e del personale sanitario che sono chiamati a prendersi cura della Salute dei cittadini. Occorre agire, sulle noxae ambientali che minacciano la salute stessa e tutti gli attori della società civile devono creare i presupposti perché si possa finalmente vivere in un ambiente più sano e sostenibile".

24 gennaio 2021

Quilianonline : CENTRALE A GAS LE REGOLE COME SCELTA

 Tratto da Quilianonline

CENTRALE A GAS LE REGOLE COME SCELTA

Nei giorni scorsi il Consiglio Comunale ha discusso sulla tematica di Tirreno Power. Alcune settimane fa, seppure legittimamente in modo autonomo e non condiviso e programmato con il Comune di Quiliano, Tirreno Power ha chiesto l’ampliamento della centrale a gas situata nel nostro territorio. Le caratteristiche tecniche e le motivazioni, erano state ritenute da TP adatte ad un raddoppio e di questa decisione ne sono stati informati, come da prassi e norme, gli enti territoriali coinvolti. Gli interlocutori del progetto erano e sono gli Enti Locali, quindi anche il Comune di Quiliano, lo Stato (Ministero Ambiente Commissione Tecnica VIA /VAS, Ministero Beni e attività Culturali Istituto Superiore sanità).  All’interno della procedura avviata a questi Enti sono state chieste osservazioni e pareri.

Consapevoli del fatto che gli interessi in campo hanno tutti rilevanza costituzionale e sostanziale e che spesso sono in conflitto tra loro: da un lato la tutela dell’ambiente e della salute e dall’altro l’economia e il lavoro. Altresì sono presenti legittimi interessi privati della Società proponente, interessi pubblici di valenza nazionale, che da anni lo Stato richiede a questo territorio e gli interessi e la sostenibilità del nostro territorio sul piano economico e residenziale, rappresentati dai Comuni di Quiliano e Vado Ligure, dalla Provincia di Savona e dalla Regione Liguria.

Per scelta Politico / Amministrativa e soprattutto per dovere Istituzionale, considerata l’importanza della fase del procedimento amministrativo, in cui siamo stati chiamati in causa, si è ritenuto di assumere un atteggiamento attivo, concreto e partecipativo.

Il Comune di Quiliano di fronte ad una richiesta di potenziamento si è mosso in tre direzioni:

1 valutare la necessità;

2 considerare gli impatti;

3 studiare i vantaggi.

........Crediamo sia nell’interesse di tutti, dalla Società proponente agli Enti Pubblici interessati che la valutazione dei contenuti progettuali presentati avvenga attraverso un trasparente “confronto di verità” approfondito organico e partecipato. Le stesse Osservazioni sono state anticipate per poter consentire all’Autorità Nazionale competente l’opportunità di meglio valutare la fondatezza della richiesta che la Consultazione del pubblico si svolga nelle forme dell’Inchiesta Pubblica e di poter considerare eventualmente le controdeduzioni formulate dal proponente del Progetto, nel rispetto del principio di leale collaborazione e di buonafede.

Tirreno Power può legittimamente chiedere un ampliamento, il Comune di Quiliano non solo ha il dovere, ma l’obbligo morale ed etico di valutare se questa richiesta sia giustificata, pertinente e valida. Lo si deve fare ora, non solo perché la norma di legge lo richiede, ma per attuare una necessaria discussione preventiva e non emergenziale e giudiziaria.

Leggi il comunicato  integrale su Quilianonline

IL GIORNO 22/01/2021 UNITI PER LA SALUTE HA PRESENTATO LE SUE OSSERVAZIONI

                  

        IL GIORNO 22/01/2021 CON PEC CERTIFICATA 
UNITI PER LA SALUTE ODV HA PRESENTATO LE SUE   OSSERVAZIONI SUL PROGETTO DI REALIZZAZIONE 
DI UNA NUOVA UNITA’ A CICLO COMBINATO NELLA CENTRALE TERMOELETTRICA DI VADO-QUILIANO (VL7)
APPENA SARANNO PUBBLICATE SUL SITO DEL MINISTERO DELL’ AMBIENTE  PUBBLICHEREMO IL LINK                    

  




21 gennaio 2021

Il Comune di Quiliano dice NO al NUOVO GRUPPO A GAS

 Immagini tratte dai quotidiani oggi in edicola 

tratto da pag 44 del quotidiano  “La Stampa”

    Tirreno Power, Quiliano boccia il progetto    della nuova turbina a gas.



Tratto da Il Secolo XIX
Tirreno Power, Quiliano dice 
NO al NUOVO GRUPPO A GAS




Nuovo impianto a gas Tirreno Power, il Consiglio comunale di Quiliano vota contro il progetto.


Parere contrario del Consiglio comunale di Quiliano per il progetto di realizzazione di una nuova unità a ciclo combinato nella centrale termoelettrica di Tirreno Power. 

Questa la decisione giunta ieri sera da parte del parlamentino quilianese che all'ordine del giorno aveva proprio le osservazioni del comune sulla procedura di valutazione di impatto ambientale in merito all'intervento futuro dell'azienda vadese.

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare lo scorso 23 novembre aveva comunicato ai comuni di Savona, Vado e Quiliano l’avvio del procedimento di VIA e contemporaneamente erano stati pubblicati sul sito del Mattm l’avviso pubblico, il progetto, lo studio d’impatto ambientale, la sintesi non tecnica, il documento relativo alla valutazione di impatto sanitari e la documentazione relativa alla valutazione di incidenza.

Da fine novembre quindi decorreva il termine di 60 giorni entro il quale chiunque abbia interesse può presentare le proprie osservazioni concernenti la valutazione di impatto ambientale, anche fornendo nuovi ed ulteriori elementi conoscitivi e valutativi e infatti il comune di Quiliano, ha ritenuto necessario ricorrere ad una prestazione professionale che consiste nella redazione di una perizia giurata a supporto di un’azione di autotutela nei confronti del procedimento di VIA.

Costituendo così un’analisi critica della documentazione tecnica, con lo scopo di evidenziare le criticità del progetto di ampliamento e le ricadute dello stesso sul territorio comunale con particolare riferimento alla qualità dell’aria ed all’impatto sanitario

"Abbiamo attivato un percorso estremamente trasparente, due conferenze capigruppo, due incontri, uno con l'azienda e con i tecnici, ai quali hanno partecipato tutti i consiglieri, che ci hanno illustrato alcune osservazioni critiche" il commento del sindaco di Quiliano Nicola Isetta.

"Dalle osservazioni sono giunti elementi problematici in merito al progetto tramite i rilievi presenti in una relazione e abbiamo formulato una richiesta al Ministero dello sviluppo economico di avviare un'inchiesta pubblica coinvolgendo gli altri comuni presenti nel Via, sarebbe infatti uno strumento opportuno di confrontare i contenuti delle parti e farli emergere in un tavolo" prosegue il primo cittadino che ha spiegato che inoltre gli uffici comunali hanno formulato delle osservazioni che sono state già trasmesse.

Ieri sera però il consiglio ha preso atto che da parte del Mise non ci sarebbe stato ancora nessun riscontro sulle inchiesta pubblica, sulle osservazioni e sulla perizia. Al voto la maggioranza ha votato compatta per dare mandato alla giunta di non dare il parere favorevole al progetto. Astenuti invece i consiglieri di minoranza.

"Abbiamo prodotto un documento serio che andrà a contribuire ad una discussione concreta sulla valutazione dell'Aia, ad un dato di verità, è opportuno vista anche la storia e un ulteriore impegno di vincolo. Ci pare questo un comportamento responsabile, lineare e doveroso" conclude il sindaco Isetta.

Luciano Parodi

18 gennaio 2021

NO AL RADDOPPIO DELLA CENTRALE IN MEZZO ALLE CASE.


NO AL RADDOPPIO DELLA CENTRALE IN MEZZO ALLE CASE.

Abbiamo appreso che l'azienda Tirreno Power ha avviato le pratiche per potenziare l'impianto di Vado Ligure- Quiliano con un ulteriore gruppo a turbogas accanto all’attuale grande unità da 800 MW, operativa fin dal 2007, in pieno centro abitato....

Diversi studi da tempo mettono in rilevo le problematiche delle emissioni da turbogas di particolato primario e soprattutto secondario peraltro già evidenziate tra gli altri dallo studio Armaroli e Po e nella relazione dell’Ist di Genova a firma del dottor Federico Valerio proprio nel documento realizzato su richiesta del comune di Quiliano.


In un contesto globale ormai orientato verso il progressivo abbandono di queste fonti inquinanti, riteniamo irricevibile la richiesta di un ulteriore impianto ancora con alimentazione da combustibile fossile, soprattutto perché, oltre al noto impatto del gas metano sul piano del cambiamento climatico,  a nostro avviso non tiene inalcun conto la situazione del territorio, che secondo le perizie disposte dalla Procura della Repubblica e lavori di autorevolissimi enti indipendenti e terzi come l’indagine epidemiologica condotta dal Cnr, massimo ente di ricerca italiano, ha pagato e crediamo stia ancora pagando un alto prezzo ambientale e sanitario.

Qui sotto  il comunicato integrale  

Comunicato  del 12 novembre di Uniti per la Salute ODV

Leggi anche : 

Comunicato del 15 novembre di Uniti per la Salute ODV : Emissioni e polveri

Leggi :

Sei vuoi essere informato ecco il link Per la documentazione  sul sito del Ministero : 
Progetto di realizzazione di una nuova unità a ciclo combinato nella centrale termoelettrica di Vado Ligure - Documentazione




16 gennaio 2021

L’orribile futuro che ci aspetta se continuiamo a sottostimare le sfide ambientali

Tratto da Greenreport

«L'umanità sta attuando uno schema Ponzi ecologico in cui la società deruba la natura e le generazioni future per pagare oggi il miglioramento economico a breve termine»

L’orribile futuro che ci aspetta se continuiamo a sottostimare le sfide ambientali

17 scienziati: Le azioni individuali non bastano, necessari grandi cambiamenti sistemici e veloci

[15 Gennaio 2021]

Con lo studio/appello  “Underestimating the Challenges of Avoiding a Ghastly Future” pubblicato su Frontiers in Conservation Science, 17 eminenti scienziati Corey Bradshaw  e Frédérik Saltré (Flinders University), Paul Ehrlich, Joan Diamond, Rodolfo Dirzo  e Anne Ehrlich (Stanford University),Andrew Beattie, Graham Pyke e Christine Turnbull (Macquarie University), Gerardo Ceballos (Universidad Nacional Autónoma de México), Eileen Crist (Virginia Tech),  John Harte (University of California – Berkeley), Mary Ellen Harte (The Rocky Mountain Biological Laboratory), Peter Raven (Missouri Botanical Garden), William Ripple (Oregon State University), Mathis Wackernagel (Global Footprint Network) Daniel Blumstein (University of California- Los Angeles – UCLA) lanciano un drammatico allarme: nei prossimi decenni, «Senza un intervento immediato e drastico, gli esseri umani dovranno affrontare un orribile futuro», compresi salute in declino, devastazione climatica, decine di milioni di migranti ambientali e altre pandemie.


Gli scienziati citano più di 150 studi scientifici e sottolineano che «La portata delle minacce alla biosfera e a tutte le sue forme di vita – inclusa l’umanità – è infatti così grande che è difficile da afferrare anche per esperti ben informati». Poi concludono: «Che siamo già sulla strada di una sesta estinzione importante è ora scientificamente innegabile (…) Il mainstream sta avendo difficoltà a cogliere l’entità di questa perdita, nonostante la costante erosione del tessuto della civiltà umana (…) Il nostro non è un appello alla resa: puntiamo a dare ai leader una “doccia fredda” realistica dello stato del pianeta, essenziale per pianificare al fine di evitare un futuro orribile».

Uno dei firmatari,  Blumstein, professore di ecologia e biologia evolutiva e dell’Institute of the Environment and Sustainability dell’UCLA e autore del libro The Nature of Fear: Survival Lessons from the Wild, sottolinea: «Poiché troppe persone hanno sottovalutato la gravità della crisi e hanno ignorato gli avvertimenti degli esperti, gli scienziati devono continuare a parlare, ma devono anche evitare sia di addolcire le sfide schiaccianti o di indurre sentimenti di disperazione. Senza apprezzare e trasmettere appieno la portata dei problemi e l’enormità delle soluzioni richieste, la società non riuscirà a raggiungere anche modesti obiettivi di sostenibilità e sicuramente seguirà la catastrofe. Quello che stiamo dicendo è spaventoso, ma dobbiamo essere sinceri e schietti se l’umanità vuole comprendere......continua qui 

12 gennaio 2021

Marco Grondacci : Le condizioni per impugnare i provvedimenti di VIA da parte dei residenti

 Tratto da Note di Grondacci

Le condizioni per impugnare i provvedimenti di VIA da parte dei residenti 

Il Consiglio di Stato con sentenza n° 839pubblicata il  28 dicembre 2020 (QUI), è nuovamente intervenuto per chiarire quanto i cittadini che vivono o hanno titolarità di beni immobiliari vicino a siti dove sono proposti progetti sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sono legittimati ad impugnare il provvedimento finale di questo procedimento.

Il caso riguarda un impianto di biogas ma i principi affermati valgono per qualsiasi altro progetto sottoponibile a VIA. 

Chi contesta la legittimità ad impugnare dei cittadini nel caso in esame ha sostenuto che è: “mancata dimostrazione di un pregiudizio effettivo da parte dei ricorrenti: la stessa parte appellante, infatti, non contesta la sufficienza del criterio di collegamento (incentrato sulla residenza dei ricorrenti ovvero sulla titolarità in capo agli stessi di diritti di proprietà o attività imprenditoriali nell’area), ove accompagnato, appunto, alla prova di un effettivo pregiudizio di ordine ambientale”. 

Il Consiglio di Stato nella sentenza qui esaminata, nel confermare la sentenza del TAR appellata da chi contesta la legittimazione dei cittadini, afferma che la sentenza appellata si regga condivisibilmente, in ordine alla questione in esame, sul principio di prova fornito dai ricorrenti, come evidenziato dal giudice di primo grado, in ordine ai pregiudizi ambientali derivanti dall’impianto oggetto dell’impugnata autorizzazione: ciò in quanto l’esigenza di garantire il diritto costituzionale di azione a tutela del proprio interesse legittimo mal si concilia con la pretesa di uno standard probatorio di maggiore spessore, prossimo alla prova piena del pregiudizio, come assume la parte appellante.

A conforto della sue sposta conclusione il Consiglio di Stato cita recente giurisprudenza precedente ( Consiglio di Stato, Sez. IV, n. 4383 dell’8 luglio 2020 - QUI : progetto impianto di generazione elettrica tramite combustione di biogas),  che ha superato un orientamento più lontano nel tempo(Consiglio di Stato sez. IV 15 dicembre 2017 n. 5908  QUI e sez. V 16 aprile 2013 n. 2095)  secondo il quale la semplice vicinitas, ovvero l’essere proprietari di immobili nelle vicinanze di un impianto che si ritiene inquinante ovvero l’essere residenti nei pressi, non è sufficiente a fondare la legittimazione ad impugnare i provvedimenti che quell’impianto hanno assentito, dato che occorrerebbe dare la prova positiva di un danno che da esso deriverebbe. 

Di contro la sentenza 4383/2020 (ora confermata dalla sentenza 8393 qui esaminata) ha evidenziato che “tale orientamento è però superato nella giurisprudenza più recente - per tutte C.d.S. sez. VI 23 maggio 2019 n. 3386  QUI e 24 aprile 2019 n. 2645 QUI - secondo il quale uno stabile collegamento con un terreno vicino all’intervento di cui si tratta è sufficiente a fondare sia la legittimazione che l’interesse a ricorrere, senza dover allegare e provare uno specifico pregiudizio per effetto dell’attività intrapresa sul suolo limitrofo; nei casi decisi dalle sentenze citate, si trattava di un’attività edilizia, ma il principio a maggior ragione vale per la costruzione di un impianto termoelettrico, notoriamente fonte di possibile inquinamento acustico e dell’aria per tutta la durata del suo esercizio. Quanto si è detto vale anche per (…) l’ipotesi in cui un dato soggetto, come la ricorrente appellata indicata in quella sede, sia proprietario di un immobile nelle vicinanze, nella specie di un terreno, ma non lo usi per abitarci: è del tutto evidente che un impianto potenzialmente inquinante situato in prossimità di un terreno ne diminuisce il valore di mercato”.

06 gennaio 2021

Contrastare il riscaldamento climatico per tutelare la salute umana e la sicurezza.

 Tratto da Reteclima

Contrastare il riscaldamento climatico per tutelare la sicurezza e la salute umana

Contrastare il riscaldamento climatico per tutelare la sicurezza e la salute umana

Riscaldamento climatico e rischi per la sicurezza umana

Gli scienziati ripetono da tempo che i cambiamenti climatici porteranno sempre più al susseguirsi di eventi metereologici estremi, che già ora stanno mettendo a rischio la sicurezza delle popolazioni in specifiche aree del globo terrestre.

Solo un mese fa, ad esempio, con il suo briefing “Cambiamenti climatici e il mare: gravi conseguenze anche per l’uomo, Eventi meteorologici estremi – Fermare i cambiamenti climatici per salvare il mare (ma anche la Terra)” Greenpeace Italia poneva l’accento sul fenomeno del surriscaldamento del mar Mediterraneo: un fenomeno responsabile di gravi impatti sulla biodiversità marina e sull’innalzamento del livello del mare ma anche sulla stessa atmosfera che, ricevendo più calore in meno tempo, tende a riversare inevitabilmente piogge intense e forti venti sulla terra

Il risultato di lungo periodo? Fenomeni meteorologici sempre più intensi e violenti.

Il recente rapporto “Human Cost of disasters” realizzato congiuntamente dall’United Nations office for disaster risk reduction (Unddr) e dal Centre for research on the epidemiology of disasters (Cred), ha analizzato il numero di eventi catastrofici avvenuti negli ultimi 20 anni e a valutarne i costi in termini di vite umane e ricadute economiche in relazione al precedenti 20 anni: circa il 91% di questi eventi era direttamente o indirettamente legati al clima, con un impatto su quasi 4 miliardi di persone ed oltre 500.000 vittime. 

Inondazioni e le tempeste, ma anche incendi, siccità e forti ondate di calore, tutti fenomeni in aumento rispetto al passato.


In Italia basti pensare alle alluvioni e alle trombe d’aria che negli ultimi anni hanno colpito sempre più frequentemente le nostre coste, soprattutto quelle del Sud del Paese, provocando gravi perdite in vite umane e danni a città e insediamenti umani.

Ma i danni provocati dal cambiamento climatico non si limitano però solo alla sicurezzadell'uomo e dei suoi luoghi di vita, ma coinvolgono direttamente anche la sua stessa salute.

Riscaldamento climatico e rischi per la salute umana

Come dichiarato dal WWF nel suo rapporto "Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi", di cui abbiamo già parlato in questo nostro articolo: "danni diretti alla salute sono il risultato di condizioni meteorologiche sempre più estreme, tra cui ondate di calore e tempeste sempre più frequenti e gravi, inondazioni e siccità.

danni indiretti alla salute derivano dal peggioramento dell’inquinamento atmosferico, dall’aumento delle malattie trasmesse da vettori, dall’acqua e dal cibo sempre più contaminati, dalla riduzione della produzione alimentare e da cibi meno nutrienti, dall’impatto sulla salute mentale, dall’aumento dei conflitti, dal danneggiamento e dalla distruzione di abitazioni e terreni agricoli e dalle migrazioni forzate.

Tutti questi impatti dannosi interagiscono con fattori socioeconomici e biologici – tra cui l’età, il sesso, il reddito, lo stato di salute, il razzismo e la discriminazione – per cui la salute delle persone più vulnerabili, emarginate e svantaggiate tende ad essere danneggiata per prima e peggio".

In piena seconda ondata da Covid-19, non possiamo non renderci conto di quanto anche questa pandemia abbia connessioni profonde sulle nostre azioni sulla natura, e di come affrontare e combattere il cambiamento climatico sia fondamentale per limitare il rischio di nuove emergenze sanitarie globali.

Dove si individua il nesso tra cambiamento climatico e maggiore rischio derivante da nuovi agenti patogeni?

Secondo il report Wwf “Malattie trasmissibili e cambiamento climatico” il pericolo si situa innanzitutto nel fatto che, a causa del cambiamento climatico, può aumentare l'areale territoriale di specie vettori di una vasta gamma di patogeni, aumentando dunque la probabilità di diffusione di malattie trasmissibili da animali all’uomo (quali Morbo di Lyme, sindrome polmonare da hantavirus, filariosi e West Nile virus ma anche peste bubbonica). Continua qui


Resa pubblica la mappa dei siti per il deposito di rifiuti radioattivi.

 Tratto da  Il Cambiamento 

Resa pubblica la mappa dei siti per il deposito di rifiuti radioattivi. Immediata la reazione dei territori
Sono 67 le aree candidate a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi: é stata pubblicata la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il documento elaborato dalla Sogin. Immediata la reazione dei territori.

Resa pubblica la mappa dei siti per il deposito di rifiuti radioattivi. Immediata la reazione dei territori

Sono 67 le aree candidate a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. E' stata pubblicata la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il documento elaborato dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin) che individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico.

Sono cinque le macrozone individuate: Piemonte con 8 aree tra le province di Torino e Alessandria; Toscana-Lazio con 24 aree tra Siena, Grosseto e Viterbo; Basilicata-Puglia con 17 aree tra Potenza, Matera, Bari, Taranto; poi le Isole, con la Sardegna (14 aree) in provincia di Oristano e nel Sud Sardegna ; e la Sicilia, 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta.

QUI la mappa consultabile

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