UNITI PER LA SALUTE E' UNA ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ODV APARTITICA, PERSEGUE FINI DI SOLIDARIETA' SOCIALE, CIVILE E CULTURALE: PROMUOVE E SOSTIENE INIZIATIVE,INTERVENTI, INFORMAZIONI FINALIZZATI AL MIGLIORAMENTO DI VITA E DI SALUTE DEI CITTADINI DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI SAVONA. "UNITI PER LA SALUTE ODV" Via De Litta 3/1 VALLEGGIA (Savona) C.F:92084220091 Tel 3713993698
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30 marzo 2005
2009/03/30 "Ci siamo sempre chiesti quale criterio viene adottato per esaminare una richiesta e poi concedere l’autorizzazione?"
Tratto da www.cancelloedarnonenews.com
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare -
Direzione Salvaguardia Ambientale &
Direzione Generale per la qualità della vita
Ministero dello Sviluppo Economico-Dir. Gen. Energia & Risorse Minerarie
Ministero dell’Interno- Dip. Vigili del fuoco-Soccorso pubblico e della Difesa civile
Al Ministero del Lavoro- Settore della Salute
Al Presidente della Regione Sicilia
Al Presidente della Provincia Regionale di Messina
Al Sindaco di San Filippo del Mela
All’ISPRA (ex APAT)-Roma
Al Presidente della Commissione Istruttoria IPPC (c/o ISPRA)-Roma
A tutti i Sindaci e Cittadini della Valle del Mela-Loro sedi
Stampa e Strutture di divulgazione- Loro sedi
Associazioni-Loro sedi
Ci siamo sempre chiesti quale criterio viene adottato per esaminare una richiesta e poi concedere l’autorizzazione.
Come avviene il dibattito, la validità della documentazione prodotta, e chissà cos’altro.
Tuttavia, a noi appare molto insolito che una infrastruttura industriale, vetusta, molto contestata, possa proporsi per ottenere tale autorizzazione, e se come pensiamo, tale autorizzazione verrà concessa, allora non capiamo quali elementi la Commissione AIA abbia considerato per sostenere la concessione autorizzativa.
Poi questi Commissari sono veramente competenti ed oculati?
Secondo quanto è emerso, (v. Espresso n° 45 13 novembre 2008), vi sono molti dubbi sia sulla competenza, che sul conflitto di interessi.
AIA
L’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto, ovviamente a determinate condizioni : garanzia di conformità alla Decreto Legislativo 59/05 di recepimento della direttiva comunitaria 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate all’inquinamento (IPPC)
L’Avviso Pubblico di Avvio del Procedimento per il rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio della Centrale termoelettrica di San Filippo del Mela (Me), di potenza nominale pari a 3.264 MW termici e a 1280 MW elettrici, da parte del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare , è avvenuto in data 5 aprile 2007, poi forse ci sono state proroghe.
Si precisa altresì che, l’Autorizzazione Integrata Ambientale sostituisce ad ogni effetto ogni altra autorizzazione, visto, nulla osta o parere in materia ambientale previsti dalle disposizione di legge e delle relative norme di attuazione. Sono fatte salve le disposizioni relative al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose.
Le aziende a tal punto debbono obbligatoriamente raggiungere determinate prestazioni ambientali, adottando tecniche di processo piuttosto che tecniche di depurazione.
Quest’ultimo aspetto non è certamente da trascurare, né si può pensare che per costruire un iter procedurale finalizzato alla Autorizzazione, sia sufficiente imbastire un ragionamento di piani e sistemi integrati di supporto che nulla hanno a che fare con il processo produttivo.
La centrale di S. Filippo del Mela ha una storia di aggiustamenti tecnologici di scarsa funzionalità rispetto al quadro normativo, grazie alla carenza di controlli nonché protocolli di monitoraggio. Ma su questo aspetto ci soffermeremo in altro documento, adesso è più urgente far comprendere le strategie poste in essere per ottenere la sospirata autorizzazione, malgrado gli accadimenti e le forme di emissioni durante la fase notturna, i cui boati, oltre turbare la quiete della Valle del Mela, annunciano scarichi a manetta e conseguente formazione di nubi dense visibili anche a cielo scuro.
Il legislatore, al quale tutti noi pensiamo come soluzione democratica, non riesce facilmente a riorganizzare gli aspetti del diritto ambientale, e confida che l’AIA sopperisca alla strisciante incertezza del diritto ambientale, tuttavia non risolve gli aspetti più specifici della garanzia sulle emissioni e sulla tutela dell’ambiente.
Un esempio per tutti, vi è l’obbligo di indicare a mezzo di apposito registro la tipologia e quantità di emissioni, come pure di annotare tutte le anomalie di funzionamento, ebbene la mattina del 19 agosto 2007 trovai la mia macchina nelle condizioni di cui alla foto, per la pulizia ho dovuto rivolgermi al carrozziere , ho effettuato ricerche e non ho trovato alcuna annotazione dell’accaduto (forse emissioni anomale?), quindi debbo concludere che i dati ed i report non sono fedeli ai fatti, siamo a tal punto curiosi di sapere l’effettivo scenario emissivo.
Il luogo ove era parcheggiata l’auto è la abitazione che uso nel periodo estivo, parte alta di Pace del Mela, antico borgo, caratterizzato da alcuni edifici antichi e che domina il lacerante spettacolo industriale della Valle del Mela –
Dal documento “ ……Osservazioni sul parere istruttorio conclusivo della Commissione Istruttoria IPPC “ apprendiamo che:
• il trattamento catalitico del volume dei fumi avviene per il 60% anziché per il 100%;
• per particolari condizioni di microclima la maggior concentrazione delle emissioni interessa Pace del Mela,
• che il desox e denox (riduttori catalitici selettivi) potrebbero essere residuati di altri impianti;
• che i gruppi 5 e 6 sono anch’essi residuati industriali; non parliamo degli sforamenti, e delle tracce di arsenico riscontrati a 250 metri di profondità e tante altre incongruenze di difficile sintesi
Possiamo a tal punto affermare che la Centrale Termoelettrica di San Filippo del Mela non produce solo energia elettrica, ma produce anche elevato inquinamento ambientale e del sottosuolo con grave pregiudizio della falde acquifere, danni al patrimonio per il forte degrado fisico del territorio oltre ai disagi o danni permanenti per la vita di una zona con grave squilibrio per i cicli naturali esistenti, e ci meraviglia che lo Soc. TERNA SPA, pone la sua valutazione in termini di funzionamento sicurezza del sistema elettrico in Sicilia per salvare la Edipower .
Noi conosciamo un solo sistema o metodo, che è quello delle garanzie, i dati ed i ragionamenti tecnici sono solo emissioni intellettuali teoriche, pretendiamo che la Edipower dia garanzie finanziare reali per la responsabilità civile che i parametri previsti dalla normativa in materia di emissioni siano rispettati, e non relazioni tecniche o valutazioni strategiche inconcludenti, o ricatto occupazionale .
Stesso discorso vale per la Soc. Terna spa sia per i suoi sistemi che per quanto esprime in via suppletiva a favore della CTE di S. Filippo del Mela, non si limiti ad una mera indicazione ma specifiche meglio la qualità del supporto strategico.
Se ricordiamo bene, dalle linee guida del Piano energetico Regionale, appena emanato, sono affiorate proposte superiori alla capacità della rete elettrica regionale, ebbene si cominci a fare più spazio al fotovoltaico riducendo l’apporto di energia prodotta da sistemi inquinanti.
Chi inquina commette un grave reato, chi lo permette diventa complice.
Vogliamo sapere chi paga i danni, alla salute, i danni per gli effetti dell’impatto sociale ed economico, per il mancato sviluppo, pretendiamo che vengano ben individuati i responsabili della “colpa grave”, si desidera sapere se la eventuale Autorizzazione Integrata Ambientale debba essere interpretata come nuovo soggetto omologatore e non responsabile del servizio.
Per quest’ultimo aspetto ci preme specificare meglio le ragioni di tale pretesa, occorre distinguere tra la consapevolezza speculativa e la congruità del servizio.
Produrre energia elettrica a mezzo di una centrale si potrebbe configurare come infrastruttura di servizio e quindi simile ad una attività di pubblica utilità, senza la quale si creerebbe un danno alla comunità. In tale specie si intende giustificare ogni forma di permissivismo ivi compreso il mancato rispetto dei limiti stabiliti dalla normativa sulle emissioni o inquinamento. Sappiamo anche che oggi la tecnologia permette di fare attività produttiva limitando le forme di inquinamento che l’impatto, ma occorre investire, ed ecco che emerge l’aspetto speculativo, sfruttare al meglio, porre strategie di sfruttamento con azioni di managment alfine di contenere gli investimenti per le opere di ambientalizzazione.
Non solo, attraverso organismi e procedure, rendere possibile la legittimazione della attività.
Almeno da quello che succede e si vede, tutto questo si riscontra.
Un sistema congruo lo si riscontra invece, in altro modo: partecipazione, consapevolezza, condivisione dei risultati, azioni di sviluppo sostenibile, interventi per mitigare l’impatto etc.
Per tutto quanto sopra osservato, riteniamo che l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla Centrale di S. Filippo del Mela debba essere negata, salvo che la Edipower fornisca precise garanzie e venga chiarito come debbano attuarsi gli interventi del risanamento e quali azioni porre in essere per il riequilibrio territoriale oggi dissestato dal forte impatto.
Milano lì venerdì 27 marzo 2009
Il Vice Presidente T.A.T.
Arch. Salvatore Crisafulli
2009/03/30 "Inceritori e Nanoparticelle"
Fonte: Disinformazione
Inceneritori e nanoparticelle
di Paolo Girotto - 27/01/2009
La giornata di domenica all’Auditorium della BCC di Campodarsego ha stimolato molte riflessioni che almeno in parte sento la necessità di condividere con tutti voi. Innanzitutto la qualità dei relatori merita un plauso per la precisione e disarmante semplicità delle informazioni portate che sono il frutto di anni di costante impegno per fare prendere coscienza alla gente della posta in gioco. Devo poi ringraziare per la sensibilità, l’interesse e la responsabilità civile dimostrata dalle centinaia di partecipanti da ogni parte del Veneto: è la testimonianza di una speranza per un futuro migliore che non muore …mai!
Possiamo dire, senza tema di smentita, che ci troviamo sulla “linea del Piave”: retrocedere o fare finta di niente ancora non è più possibile senza essere considerati, giustamente, corresponsabili con i progetti criminali che qualcuno vuole fare subire agli italiani soprattutto ai bambini.
La Dr. Patrizia Gentilini , oncologa, fondatrice dell’ISDE, lo ha detto a chiare lettere: i dati e studi scientifici sono già ampiamente stati fatti e dimostrano inequivocabilmente che NON SI PUO’ INCENERIRE SENZA UCCIDERE nel tempo molte vite umane soprattutto tra i bambini.
Qualsiasi tipo di combustione, di qualsivoglia tipo di sostanza genera enormi quantità di fumi composti di particelle chimiche, le più diverse, in grado una volta respirate di localizzarsi nei diversi organi del corpo e fare sviluppare, nel tempo, neoplasie tissutali o del sangue come vari tipi di leucemie. Lo spazio per i dubbi non c’è più, c’è solo la possibilità di opporsi oppure fare finta di niente come gli struzzi in situazioni di pericolo!
Il latte vaccino a Brescia è pesantemente contaminato da diossine. Questo dato di fatto anziché fare promuovere uno studio esteso sul territorio circostante, al fine di stabilire la causa prima di una situazione così grave, ha portato all’incriminazione degli allevatori le cui vacche hanno prodotto latte alla diossina!
Siamo ben oltre la già colpevole idiozia! Nessuna parola, né indagine sulla “bomba ecologica” più grande d’Italia, cioè il mega inceneritore (sempre chiamato termovalorizzatore, per la qual cosa tutti noi paghiamo multe salate alla EU che ci ha condannato per l’utilizzo di appellativo ingannevole!!!). E’ chiaro come il sole che la contaminazione della catena alimentare nelle campagne del bresciano va collegata principalmente alle pesantissime emissioni di fumi dell’incenerimento di oltre 200mila tonnellate l’anno di rifiuti ma per gli amministratori, ASL e ARPA il problema non è nemmeno preso in considerazione perché… ci sono i filtri!
Eppure è stato dimostrato scientificamente che un camino d’inceneritore emette sempre fumo cioè ceneri volatili che ricadono al suolo contaminando giorno dopo giorno, anno dopo anno, l’aria, l’acqua e i terreni circostanti in modo direttamente proporzionale alla massa di materia bruciata. Mettendo i filtri si riesce solo a “nascondere” il fumo, ma non si limitano in alcun modo le particelle che escono dal camino: queste infatti sono molto più piccole e totalmente invisibili e proprio per questo potenzialmente molto più pericolose. I nostri Amministratori, accecati dal denaro non vogliono ricordare la legge fisica basilare secondo la quale “ nulla si crea , nulla si distrugge ma tutto si trasforma”, peccato che la trasformazione data dall’incenerimento sia un incubo per la salute della gente! Infatti il Dr. Stefano Montanari e la moglie Dr.ssa Gatti con le loro ricerche scientifiche al microscopio elettronico, hanno dimostrato che gli inceneritori come tutta l’attività industriale altamente tecnologica produce in modo continuo NANOPARTICELLE, centinaia di volte più piccole del famoso PM10, unica particella considerata dalla legge, la cui concentrazione elevata porta agli inutili provvedimenti di chiusura del traffico veicolare. Ma proprio le dimensioni così ridotte delle nanoparticelle consentono loro di entrare direttamente nel sangue, senza alcuna possibilità di “filtraggio” da parte delle mucose e degli endoteli respiratori, entrando direttamente nella cellula, attraverso la membrana cellulare, senza danneggiarla, posizionandosi a ridosso del DNA del nucleo.
Ovvio che, prima o poi, il DNA subisce un danno e subisce una trasformazione anche in senso neoplastico: certo, non subito, magari dopo 10 o 20 anni! Ecco allora che altri studi epidemiologici effettuati proprio qui in Veneto dall’Istituto Oncologico Veneto (IOV), ma non solo, dimostrano la stretta correlazione tra l’aumento della comparsa di tumori (in particolare i sarcomi, che sono tumori”sentinella” dell’inquinamento dell’aria) nella popolazione con la prolungata esposizione alle emissioni d’inceneritori.
Ma tutto tace… la televisione e i giornali non ne parlano per cui …non è vero!!! Non possiamo fare finta che tutto questo non esista: è duro da accettare ma, se siamo uomini e non “caporali” abbiamo il DOVERE ETICO di proteggere noi e i nostri figli da una minaccia che è già realtà, ma che possiamo evitare diventi ancora più grave. La nuova “politica energetica” di questo paese è ostaggio da sempre dei petrolieri ma con la legge dei CIP6 si è oltrepassata ogni misura di decenza.
La legge europea sulle energie rinnovabili era accettabile: prevedeva che ogni cittadino pagasse una percentuale della bolletta energetica (in Italia il 7%) per finanziare la costruzione di impianti di energia rinnovabile anche familiari. Ora la lobby dei petrolieri, solo in Italia, è riuscita a fare aggiungere, al testo, la famosa parolina “…e assimilabili”, riuscendo così a fare rientrare nelle fonti di energia rinnovabili anche i rifiuti urbani che, inceneriti, fanno produrre energia elettrica. Il famoso CDR ovvero combustibile derivato da rifiuti! In questo modo i 5 miliardi di euro l’anno che gli Italiani pagano per autofinanziarsi una conversione energetica ecocompatibile vanno per il 70% a finanziare gli inceneritori : mentre per gli impianti fotovoltaici, eolici etc. resta un misero 30% . Non solo ma questi squali si fanno pagare l’elettricità prodotta con l’incenerimento dei rifiuti tre volte il suo valore perché sarebbe elettricità prodotta con “energia rinnovabile”!
Il Dr. Montanari ha mostrato una foto del cadavere di un neonato di pochi giorni morto per una leucemia iperacuta, fulminante. La madre sana con gravidanza senza problemi: nel corpo del neonato sono stati rinvenuti presenza di metalli pesanti di vario tipo in elevata concentrazione. Come è stato possibile tutto ciò? Evidentemente, durante la gravidanza, il sangue della madre conteneva questi veleni e li ha passati a suo figlio. A lei, apparentemente nulla di patologico è accaduto ma su un essere di pochi chili è stato molto probabilmente fatale. Quante di queste morti dovremo ancora sopportare per comprendere che non possiamo accettare in silenzio la costruzione di centinaia di nuovi inceneritori (chiamati ovviamente cogeneratori a biomasse o termovalorizzatori etc.) in tutta Italia? L’obiettivo RIFIUTI ZERO è una realtà in molte grandi metropoli nel mondo: si può attuare, qui ed ora, con spesa minima evitando totalmente l’incenerimento ed eliminando la tassa sui rifiuti ai cittadini che virtuosamente aderiscono alla raccolta differenziata spinta: lo ha dimostrato dati alla mano l’imprenditrice veneta Carla Poli puntando molto sull’educazione ambientale delle nuove generazioni.
In Veneto è stata lanciata ieri l’iniziativa Rete Ambiente Veneto (R.A.V.) per collegare tutte le realtà dei Comitati sparsi ovunque nel territorio che si oppongono allo scempio del territorio e della loro salute. Nella grande maggioranza dei casi gli Amministratori locali sono collusi perché comprendono solo il linguaggio del denaro: resta solo la possibilità di una grande mobilitazione della gente che dal basso costringa i politici a ricordare che amministrano nel nome e per conto delle persone che li votano e non delle ditte costruttrici d’inceneritori! A noi l’iniziativa Politica, con la “P” maiuscola perché l’alternativa non c’è se non il deserto delle coscienze di gente che si è venduta l’anima !!!
Dr. Paolo Girotto, Presidente Radio Gamma 5
Disinformazione.it
17 marzo 2005
Tirreno Power .Le ragioni del no all'ampliamento!!!
Ora per avere un'immagine più completa e per vedere se le nostre paure sono fondate e sino a che punto sono fondate ci stiamo documentando su internet ed abbiamo trovato un sito che ci ha illuminati e che vorremmo illuminasse ulteriormente anche i nostri amministratori locali provinciali e regionali e soprattutto certi sindacalisti che ritengono indispensabile promuovere l'ampliamento.
Il sito è
Cosè l'EMEP?
. Essa stabilisce un quadro generale per la cooperazione e le azioni finalizzate a ridurre l'impatto dell'inquinamento atmosferico per avviare un processo di negoziazione di azioni concrete per il controllo delle emissioni di inquinanti atmosferiche attraverso protocolli giuridicamente vincolanti.In questo processo, l'obiettivo principale del programma EMEP è quello di fornire regolarmente i governi ,ai sensi della convenzione , informazioni scientifiche a sostegno per lo sviluppo e la valutazione dei protocolli internazionali sulla riduzione delle emissioni Infatti inizialmente, il programma dell'EMEP si è incentrato sulla valutazione dell trasporto transfrontaliero di acidificazione ed eutrofizzazione. Successivamente, il campo di applicazione del programma si è ampliato per affrontare la formazione di ozono troposferico e, più recentemente, di inquinanti organici persistenti (POP), i metalli pesanti e particolato.
Il programma si basa su tre elementi principali: (1) raccolta di emissione dei dati, (2) le misurazioni della qualità dell'aria e delle precipitazioni e (3) modellizzazione atmosferica di trasporto e deposizione di inquinamento di aria.. Attraverso la combinazione di questi tre elementi, l'EMEP produce regolarmente relazioni sulle emissioni, le concentrazioni e le deposizioni di inquinanti atmosferici, la quantità e la rilevanza di flussi transfrontalieri e relativi ai superamenti dei carichi critici e livelli soglia.
Emissioni in Google Maps
La presentazione delle emissioni in Google Maps è stato finanziato dal Ministero federale austriaco dell'agricoltura, delle foreste, dell'ambiente e delle risorse idriche di gestione Le cellule sono highted con 6 diversi colori (blu, verde, giallo, arancio, rosso e bianco) che indica le zone bianche con zero emissioni. '.
Lineare distribuzione
. Il valore varia da zero fino al valore più alto è divisa in 5 ambiti pari, mentre uno con il valore di emissione pari a
0 al 20% del valore più alto è indicato come il blu,il 21% al 40% è indicato come il verde,il 41% a 60 % è indicato come il giallo,il 61% al 80% è indicato come uno di colore arancione,con un valore superiore a 80% del valore più alto è indicato in rosso. Zero valori sono contrassegnati con colore bianco.
2009/03/14 " SENTENZA STORICA SU CENTRALE ENEL PORTO TOLLE"
2009/03/14 " SENTENZA STORICA SU CENTRALE ENEL PORTO TOLLE"
Riceviamo dal" Comitato cittadini liberi - Porto Tolle" e pubblichiamo
TUTTI A TARQUINIA, DA CIVITAVECCHIA A CAPALBIO, PER APPLAUDIRE SENTENZA STORICA SU CENTRALE ENEL PORTO TOLLE
TARQUINIA-VITERBO (UNONOTIZIE.IT) Il Movimento No-Coke Alto Lazio ed i Comitati dei Cittadini Liberi di Porto Tolle e Tarquinia esultano: la Sentenza della Corte di Venezia conferma in larga misura l’impianto della sentenza di 1° grado del processo contro ENEL per l’inquinamento del territorio intorno alla centrale di Porto Tolle.
E’ stata fatta giustizia, le ragioni dei cittadini hanno superato le bugie degli inquinatori. La sentenza è il frutto di anni d’indagini, di centinaia di testimonianze, perizie e prove dei danni provocati dall’inquinamento della centrale ENEL, costruita nel cuore del Parco del Delta del Po. I cittadini incassano un grande risultato in una battaglia che, inizialmente, aveva tutte le istituzioni del comprensorio compatte nell’accusa contro ENEL, ma che ha visto poi alcuni sindaci ed alcune istituzioni ritirarsi dalla costituzione di parte civile.
In attesa che il governo nazionale restituisca ai cittadini la Class Action, osteggiata soprattutto dalla Confindustria, i tribunali creano fondamentali precedenti, importanti ed utili, per i processi che verranno.
Per questo motivo il Comitato dei Cittadini liberi ed il Movimento No-Coke Alto Lazio hanno voluto presenziare alla lettura di questa importante sentenza.
Civitavecchia come Porto Tolle. Nei prossimi giorni si terrà un incontro di tutte le rappresentanze territoriali da Civitavecchia a Capalbio per applaudire la sentenza storica di Porto Tolle, con un ringraziamento al coraggio ed alla forza d’animo del coordinatore del Comitato dei Cittadini liberi di Porto Tolle, Giorgio Crepaldi.
In attesa di conoscere i contenuti del parere positivo della Commissione VIA il WWF Italia resta sorpreso dalle osservazioni riportate dalle agenzie in cui si equiparano le emissioni e l’impatto ambientale della vecchia centrale sostanzialmente ferma con una nuova che funzionerà a pieno regime trenta volte di più.
La Commissione Via nell'esprimere parere positivo sulla riconversione della centrale ribadisce il fatto che ''la conversione a carbone, con le limitazioni imposte nel quadro prescrittivo individuato, non andrà ad incidere sullo stato attuale della qualità dell'aria in misura maggiore rispetto alla situazione odierna, che vede la centrale ad olio combustibile esercitare per una produzione di soli 0,5 TWh''.
Ma la nuova centrale a carbone, almeno da 1.980 MW, a regime funzionerà per circa 6.500-7.000 ore anno.
La vecchia centrale a olio combustibile di fatto funziona per sole 200 (0,5 TWh prodotti da una centrale che oggi avrebbe una potenzialità di produzione superiore ai 17 TWh/anno equivale a dire che funziona per sole 200 ore/anno).
Questa ennesima bufala che cerca di far passare come sostenibile una centrale a carbone non fa altro che allungare l’elenco delle inesattezze e falsità più volte ricordate anche di recente dall’associazione ambientalista.
15 marzo 2005
2010/03/15 "Futuro nero come il carbone / "MODUGNO, SORGENIA SPENGA L'IMPIANTO
Tratto da Ticinonline.it
I ticinesi vogliono che i nostri soldi siano investiti in Ticino per valorizzare le risorse energetiche di casa nostra come acqua, sole e vento. Vogliono che il Ticino si renda il più possibile energeticamente autosufficiente e meno dipendente dall’estero. Non vogliono che i nostri capitali vengano bruciati in un investimento senza senso come quello della centrale a carbone di Lünen. La partecipazione furtivamente anticipata dalla nostra azienda elettrica nella Trianel va ritirata al più presto, prima che sia azzerata come altri anticipi fatti da AET (come ASG Power e Geopower, vedi rapporto di revisione del 2008).
Mentre negli altri cantoni, come a Ginevra e Zurigo, le grandi aziende elettriche vanno nella direzione di uno sviluppo sostenibile, la nostra cara AET va in direzione opposta, forse anche per una mancanza di indicazioni chiare da parte del Governo. Come scriveva Sergio Salvioni circa un anno fa, mai in oltre 15 anni, il Consiglio di Stato si è espresso con chiarezza su intenzioni e strategie in materia energetica.
Ci lamentiamo per gli attacchi al segreto bancario, alla nostra piazza finanziaria, alle nostre istituzioni, per lo scudo fiscale e l’Azienda Elettrica Ticinese cosa fa? Contrariamente a quanto pubblica sul suo periodico (Zoom 1/2010 “Uno sguardo rivolto al sole”) investe i nostri soldi in una centrale senza futuro in Germania, che funzionerà con carbone proveniente dalla Colombia! Per onestà e trasparenza verso il popolo ticinese il voto sull’investimento milionario che si svolgerà la settimana prossima in Gran Consiglio dovrebbe assolutamente essere fatto con sistema nominale e reso pubblico!
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che voteranno a favore di questo progetto, deve poter conoscere il nome di chi sarà complice dello sfruttamento del lavoro minorile nelle miniere di carbone, deve poter conoscere il nome di chi avrà sulla coscienza la salute pubblica di molte persone e in particolare dei bambini.
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che non hanno ancora capito che il carbone, una volta giunto in Germania, sarà già costato più di quanto potrà mai rendere energeticamente.
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che non sanno o che fingono di non sapere che i costi di costruzione della centrale di Lünen sono già più che raddoppiati, deve poter conoscere i nomi di coloro che non tengono conto che dal 2013 raddoppierà pure il costo dei certificati di emissione per il CO2.
La gente deve poter conoscere i nomi di coloro che non tengono conto che il movimento popolare contrario alla centrale si è presentato per la prima volta alle elezioni nell’agosto 2009 ed ha eletto alla prima apparizione 7 consiglieri su 54 con circa il 13% dei voti, e che il movimento ha inoltrato ricorso ed è disposto ad andare sino alla Corte Europea se necessario, e che se dovesse aver successo, l’investimento (compresi i milioni dell’AET) sarebbe fallimentare.
I ticinesi chiedono ai loro deputati di attivarsi affinché AET investa in Ticino anziché all’estero, specialmente in periodo di crisi. I ticinesi chiedono ai loro deputati di vegliare che l’azienda resti coi piedi per terra, anziché imitare Swissair e UBS in investimenti che promettono facili guadagni a rischi elevati.
I cittadini ticinesi lanciano un monito ai loro deputati:
“se un giorno saremo costretti a vendere le nostre centrali idroelettriche per salvare AET, i nomi di questi granconsiglieri dovranno essere pubblicati sulle prime pagine dei giornali, dovranno passare alla cassa e allora sarà inutile cercare di lavarsene le mani…”
Tratto da Unonotizie
MODUGNO, SORGENIA SPENGA L'IMPIANTO /rivendicato diritto alla tutela dell’ambiente, della salute e rispetto della legge
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con raccomandata A/R del 23 febbraio 2010 inviata a Sorgenia Puglia s.p.a. e per conoscenza anche al Presidente della Commissione Istruttoria IPCC invitava la citata Sorgenia ad integrare la lacunosa documentazione depositata al fine di ottenere l’autorizzazione integrata ambientale all’impianto. La società è invitata a provvedere entro 30 giorni le informazioni richieste onde non incorrere nelle sanzioni previste dall’art. 16 del D.Lgs. 59/05 il cui primo dei dieci commi recita: “1. chiunque esercita una delle attività di cui all'allegato i senza essere in possesso dell'autorizzazione integrata ambientale o dopo che la stessa sia stata sospesa o revocata è punito con la pena dell'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 2.500 euro a 26.000 euro.” l’allegato i illustra le categorie industriali interessate tra le quali ricade la centrale a turbogas in argomento.
Alla prima pagina della raccomandata segue il lungo elenco delle inadempienze e delle mancanti informazioni. Puntualizziamo che l’IPPC è la strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione i cui principi generali alla base sono i seguenti: prevenire l’inquinamento utilizzando le migliori tecniche disponibili; evitare fenomeni di inquinamento significativi; evitare la produzione di rifiuti o, ove ciò non sia possibile, favorirne il recupero o l’eliminazione; favorire un utilizzo efficace dell’energia;organizzare il monitoraggio in modo integrato; prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze. Analogamente puntualizziamo che l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) è l'autorizzazione che necessitano alcune aziende per uniformarsi ai principi dettati dalla comunità europea.
Da quanto brevemente illustrato, è evidente l’inammissibilità dell’abusiva entrata in funzione della centrale Sorgenia in violazione della legge e mancante della prevista AIA. È d’obbligo pertanto l’immediata interruzione dell’attività della centrale, a qualunque regime di produzione elettrica lavori ed a qualsiasi livello d’inquinamento si riconduca. Si specifica che Sorgenia s.p.a. non ha prodotto, tra i troppi dati mancanti, i dati su tutte le emissioni in atmosfera, la portata, la concentrazione ed il flusso di massa degli inquinanti comunque previsti. Quanto sopra, per rivendicare il diritto alla tutela dell’ambiente, della salute ed il dovere di rispettare la legge per cui Sorgenia deve spegnere immediatamente il suo ventre infuocato.
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