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31 gennaio 2008

2008-01-31 da SAVONANEWS: Liguria: Saldo, Fi, "Più tutele per la salute dei vadesi"

(tratto da Savonanews
g.s.
Lunedì 21 Gennaio 2008 ore 18:18)

La centrale a carbone di Vado-Quiliano è da sempre fonte di inquinamento, con conseguenze estremamente dannose per la salute della popolazione residente e per l’ambiente” così dichiara il Consigliere regionale di Forza Italia Gabriele Saldo, Vicepresidente della IV Commissione Attività produttive sulla vicenda di Vado-Quiliano. “Ci deve essere un’esigenza di controllo degli impianti produttivi, perché la salute della gente è, e deve essere, primaria. Anche la centrale di Vado-Quiliano, proprio per il suo impatto sulla popolazione e sull’ambiente deve essere soggetta a controlli” prosegue il Consigliere di Forza Italia, “E per capire qual è la situazione ho presentato oggi un’interpellanza sulla centrale. Ritengo che i cittadini abbiano diritto ad avere risposte chiare, e in sede istituzionale, su tutta una serie di problematiche scaturenti dalla presenza della centrale a carbone a Vado: ad esempio, qual è la percentuale di inquinamento prodotta e se vengono rispettati i limiti di emissioni previsti dalla normativa in materia, quanto carbone viene bruciato ogni anno, se corrisponde al vero che è in corso un procedimento per l’ampliamento e il potenziamento a carbone della centrale e qual è la posizione in merito della Regione, se le emissioni inquinanti rispettano il protocollo di Kyoto, gli accordi UE in materia e il Piano Energetico della Regione Liguria (Pearl) e, soprattutto, se sono state monitorate le popolazioni residenti nell’area in relazione alle tipologie di malattie causate da eccesso di inquinamento. Insomma, poche domande ma che meritano una risposta puntuale perché con la salute della gente non si scherza.”“E’ comunque curioso che i Verdi, che fanno della lotta agli inquinamenti un loro cavallo di battaglia, sull’argomento centrale a carbone tacciano. Hanno scatenato una guerra contro la piattaforma per lo sviluppo del Porto di Vado, ma sulla situazione della centrale non dicono una parola. Eppure, che la centrale di Vado inquini è una certezza. Sempre a tutela della salute dei liguri e dell’ambiente, ho presentato un’interpellanza riguardo l’interramento dei rifiuti tossici dell’ex Acna di Cengio.” “Viste le dichiarazioni riportate da un noto quotidiano in merito", conclude Saldo, "ho chiesto all’amministrazione regionale se intende verificare se risponde al vero che sarebbero stati interrati rifiuti tossici in alcune aree del savonese, dove, e se intende procedere alla bonifica delle aree coinvolte".
Gabriele Saldo

28 gennaio 2008

2008-01-28 VADO: NO ALLA PIATTAFORMA E…

(foto tratta dall'articolo stesso, foto di ivg.it 2006)



di ANTONIA BRIUGLIA
I cittadini vadesi hanno votato: ha vinto il NO alla piattaforma MAERSK. Venti ettari di cemento sul mare, che “avrebbe condizionato la vita di 8000 abitanti e avrebbe aumentato il trasporto su gomma del 60%”.
Nonostante la chiara risposta dei cittadini, il condizionale è d’obbligo perché le alchimie del potere politico ed economico, che governa il nostro territorio, sono note e imprevedibili.

LA BATTAGLIA VERA COMINCIA ADESSO!
Vorrei iniziare la mia riflessione, proprio sul contenuto dei quesiti e il loro significato sociale e culturale.
Non commenterò il faticoso lavoro di chi ha lodevolmente promosso e portato avanti questa battaglia, non affronterò i sostegni politici di partiti chiaramente espressi contro l’intervento, quali i Verdi e Rifondazione o i passaggi all’interno della Giunta di chi, con onestà politica, si dimette e di chi, in cambio di potere, si avvicina, ma voglio soffermarmi, per adesso, solo sull’ipocrisia del termine “SVILUPPO” col quale si è propagandata la costruzione della piattaforma.

DA UNA CITAZIONE DI KONRAD LORENZ:

“Negli Stati Uniti sviluppare un’area (to develop an area) sta per distruggere radicalmente ogni forma di vegetazione naturale, ricoprire il terreno liberato da uno stato di cemento e se esiste anche una fascia di litorale rinforzarla con un bell’argine di cemento; i corsi d’acqua intubarli, avvelenare tutto con anticrittogamici e infine vendere il terreno al miglior offerente…”
Questo concetto di sviluppo non sembra essere molto lontano da quello proposto dall’Autorità Portuale e dagli Amministratori del territorio vadese e savonese e i diversi progetti proposti, ne sono la prova.


LA VISIONE SVILUPPISTA
Ora che il referendum non lascia dubbi sull’espressione dei cittadini, che in modo schiacciante hanno respinto al mittente questo intervento sul loro territorio, comincia la perversa operazione d’interpretazione del risultato, l’identificazione in coloro che non si sono espressi, come utili per un risultato favorevole.
Ora che il referendum manifesta chiaramente il giudizio negativo della popolazione, l’imbarazzo politico di un Sindaco che l’ha permesso, si scontra con le pressioni dei poteri economici che pretendono di attuare il Programma comunque, in virtù di una visione “sviluppista” che i cittadini si ostinano a non comprendere.
Ora che il referendum ha manifestato un cambiamento nei comportamenti politici dei vadesi, che hanno votato per la prima volta fuori dagli schemi e dopo 60 anni di feudo indiscusso dei D.S., non ne hanno rispettato le indicazioni : si pensa di riconfezionare una Giunta con l’apporto dei soliti opportunisti.

Intanto la visione sviluppista dell’Autorità Portuale non è passata e questo non è certo un segno di regresso, ma una sofferta e meditata presa di coscienza dei cittadini.
Non “BECERI AMBIENTALISTI”, come in un’intervista li ha definiti proprio il Presidente, ma capifamiglia, donne, anziani, giovani che hanno capito quanto dietro alle promesse di falso sviluppo e di occupazione, ci sia spesso una distorta percezione di quello che sta veramente a cuore dei cittadini: la qualità della vita.

LA FRUSTAZIONE DEL BISOGNO

Chi motiva con lo sviluppo economico, la necessità dei propri progetti, fa leva soprattutto sui bisogni della gente. La strategia è di imporre alle persone la necessità di ambire a sempre più necessari bisogni. A Savona e Vado, basta far leva sulla mancanza di posti di lavoro per rendere credibile anche l’intervento più inutile.
Quale cittadino non vorrebbe un’inversione di tendenza e vedere i propri figli trovare un posto di lavoro senza emigrare? Così, paradossalmente, proprio coloro che da decenni si sono resi responsabili di una situazione di stallo e di miseria dal punto di vista occupazionale ormai fisiologica, oggi forniscono la cura e facendo presa sulla frustrazione dei cittadini, propinano l’ennesimo DANNO ECOLOGICO.
La gente però ha capito che, mentre il degrado ambientale aumenta a livelli inconcepibili, che i vadesi sanno bene di aver pagato sulla loro pelle, il progresso autentico stagna e il guadagno è e sarà sempre per pochi.

LA FORZA DEMOCRATICA

Il referendum ha anche prodotto una nuova stagione politica e culturale, perché i cittadini sanno ormai che il prezzo da pagare sul piano sociale e umano è enorme.
La democrazia torna così di moda e i movimento alleati a forze politiche possono fare la differenza, quella che il Sindaco di Savona vuole scongiurare evitando il referendum sulla Margonara chiesto dai Verdi.
I cittadini non hanno perso di credibilità , come sostiene chi conta, ma hanno finalmente capito che il prezzo da pagare è imparagonabile ai dividendi immaginari del fantomatico sviluppo e i beneficiari e le vittime spesso non sono le stesse persone.
Inoltre il prezzo da pagare non si conosce in anticipo, spesso è insidioso, a lunga scadenza e dunque non può che essere una minaccia.

LO SVILUPPO realmente esistente è una guerra economica dove si perpetra il saccheggio continuo dell’ambiente e del vero benessere della gente.
A Vado la presa di coscienza dei danni provocati dallo “sviluppo”, impone di aspirare a una migliore qualità di vita a un vero progresso e ciò è avvenuto con l’esercizio del diritto di cittadinanza.
Non miraggi, non falsi miracoli ma il diritto alla sopravvivenza, non solo biologica, ma culturale e rispettosa dell’uomo .

ANTONIA BRIUGLIA

25 gennaio 2008

2008-01-25 L'EUROPA ci ha sempre dato i MEZZI PER CALCOLARE L'IMPATTO DI UNA CENTRALE. BASTA USARLI!


GRUPPO CONSILIARE DEL PRC ALLA PROVINCIA DI VITERBO:"200 MILIONI DI EURO PER "CURARE"I MORTI DELLA CENTRALE DI CIVITAVECCHIA.
CARBONE,MOZIONE UNITARIA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE


Mercoledì, 16 Gennaio 2008 ore 12:30


"200 milioni di euro per assistere le persone destinate a morire per le emissioni della futura centrale a carbone di Civitavecchia." Il dato sconcertante viene da un software dell'Unione Europea liberamente utilizzabile via internet sul sito istituzionale file:///E:/PRC.comunicato-carboneTVN.doc.
L'UE infatti mette a disposizione di tutti un programma, nel quale si possono immettere i dati relativi a centrali di varia entità.
Il software a questo punto elabora una serie di proiezioni sulle conseguenze economiche e sanitarie a carico delle popolazioni che ospitano tali impianti.
Inserendo i dati ufficiali (certo non sovrastimati) della Valutazione di Impatto Ambientale per la riconversione a carbone di Civitavecchia, ipotizzando un periodo di funzionamento di 25 anni, ne risulta l'amaro conto di 200 milioni di euro che verranno spesi per accompagnare alla morte i futuri terminali, ma anche 100 milioni per chi sarà colpito da patologie meno gravi. Risulterebbero poi circa 500 milioni di euro che il popolo italiano dovrà pagare sotto forma di sanzioni, per il relativo sforamento del protocollo di Kyoto.
Abbiamo una legislazione a “tutela” della salute che consente di mettere in conto un certo numero di morti in nome del profitto. Ciò permette dunque ad una ristretta platea di padroni (politici ed economici) la singolare facoltà di cancellare altri esseri umani per legge di mercato, senza per questo essere riconosciuti come assassini.
Nel caso del carbone a TVN , la Provincia di Viterbo ha dimostrato di essere un istituzione “resistente” alla logica del profitto sopra la salute, un'istituzione della quale stavolta possiamo ben dire di essere orgogliosi.
Sono passate due mozioni che assieme segnano la condanna netta della linea energetica seguita dal centro-destra e dal centro-sinistra, che si alternano alla guida del Paese. La richiesta di dimissioni formulata dal Consiglio di Viterbo farà senz'altro sorridere Bersani, sempre che questi trovi buffo essere un ministro senza popolo, tanto nella Tuscia, quanto a livello nazionale visto che non rispetta il vincolo contratto con gli elettori tramite il famoso programma dell'Unione.
Il Consiglio Provinciale ha ufficialmente condannato la condotta del governo Berlusconi, e del attuale sindaco di Civitavecchia Moscherini (di centro destra), contro i quali si sono espressi unanimemente gli stessi consiglieri del centro-destra a Palazzo Gentili dei quali abbiamo stimato il coraggio. Lo stesso senatore Marini, in veste di consigliere provinciale, ha votato un emendamento di Rifondazione anche contro il suo attuale gruppo nazionale e non ci pare poco.
Di fronte ad un vero attentato alla salute pubblica, dei piccoli amministratori, quali sono i consiglieri di Palazzo Gentili, hanno creato le condizioni perchè sulla vicenda del carbone di Civitavecchia, fosse formalmente respinto il principio di affiliazione/padrinaggio colle coalizioni politiche nazionali. Per una volta degli eletti dai cittadini hanno dimostrato di comprendere bene a chi debbano obbedienza.
Bersani, Prodi, Berlusconi, Matteoli sorridano pure, sorridano anche i vertici dell'ENEL. Noi invece sorrideremo quando la nostra gente sarà al sicuro dalla loro politica energetica.
Difendiamo la nostra terra, difendiamo le nostre vite.

I consiglieri provinciali

Riccardo Fortuna

Massimo Miccini

per contatti: Riccardo Fortuna 333-7221487


(tratto da Spoleto on-line: http://www.spoletonline.com/index.php?sezione=articolo&azione=leggitutto&id=46436&from=&paginafrom=)

24 gennaio 2008

2008-01-24 NO COKE AGLI OPERAI:DIFENDIAMO LA SALUTE

( Immagine tratta da: http://www.mednat.org/finanza/banca_italia.htm)


I NO-COKE PARLANO CON IL GRUPPETTO DI OPERAI CHE MANIFESTANO A TARQUINIA: DIFENDIAMO INSIEME LA SALUTE DEI CITTADINI E DEI LAVORATORI E CHIEDIAMO ALLE ISTITUZIONI PERCHE’ VICINO ALLE CIMINIERE SI CONTINUA A MORIRE SENZA CONTROLLI.

Dopo il caso delle lettere dall’oltretomba contro i no coke giunte ad alcuni quotidiani online, firmate da persone defunte, una delle quali madre di un dipendente Enel, i fautori del Carbone hanno mandato un gruppetto di operai della centrale a Tarquinia. I 40 operai hanno inscenato stamani una breve manifestazione a favore del carbone di fronte al palazzo comunale per essere ricevuti dal Sindaco Mazzola, da sempre contrario al Carbone. “Non so cosa siamo venuti a fare qui,- ha detto un giovane operaio, ad una delle mamme che lotta contro il carbone- ci hanno solo detto che due operai per ogni ditta dovevano andare a Tarquinia.” Una cosa molto strana, che ha creato non pochi disagi in città, è stato il black-out elettrico cominciato, casualmente, all’inizio della manifestazione. Al termine dell’ iniziativa, come per magia, la corrente è tornata in tutta la città. Una strana coincidenza, sottolineano. Anche le attività commerciali sono rimaste senza energia elettrica ed ora tutti i cittadini chiedono che su questa grave casualità sia fatta piena luce. Alcune mamme hanno poi parlato con gli operai spiegando loro che in queste zone le patologie monoclonali (leucemie) sono ormai consuete, i tumori invadono l'esistenza delle famiglie e dopo Civitavecchia anche da Montalto arrivano voci tremende a proposito di gravissime patologie nei bambini. I No-Coke chiedono il rispetto della salute degli operai e dei cittadini e vogliono sapere perchè in queste zone non sia rispettata la legge. Dove è finito, tuonano in coro- l’obbligo dello screening periodico per l’arsenicosi cronica in tutti coloro che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno vicino ad impianti che bruciano carbone o olio combustibile? L’ indagine è indispensabile per le alte emissioni di arsenico, semi-metallo che viene veicolato dalle polveri di un diametro decine/centinaia di volte il milionesimo del metro. Intanto sulla questione attende risposte il Sen. Fernando Rossi che ha presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri. Chiede di emanare con urgenza apposite direttive per salvaguardare la salute dei lavoratori e dei cittadini affinché le persone che hanno lavorato e lavorano nelle centrali a carbone o ad olio combustibile, nonché i cittadini che abitano nella zone di caduta delle micropolveri, siano periodicamente sottoposte ad apposito screening che ricerchi le tracce di arsenico. “Ci voleva un Senatore coraggioso per parlare del problema e lo ringraziamo, ma dove sono le altre istituzioni? Perché non controllano? Perché ci lasciano morire sapendo cosa accade in questi territori?”
Movimento no coke alto Lazio
nocoketarquinia@yahoo.it

21 gennaio 2008

2008-01-21 L'Ordine dei Medici Francesi...

Il CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ORDINI DEI MEDICI IN FRANCIA CHIEDE MORATORIA INCENERITORI !!!!
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UN COLLEGA FRANCESE SCRIVE: " I MEDICI NE HANNO ABBASTANZA DI ESSERE L' ULTIMO ANELLO DELLA CATENA, AD ASPETTARE I CANCRI, SENZA FARE NULLA SULLE CAUSE".... QUESTO IN FRANCIA,
E IN ITALIA? DOPO AVERE VISTO QUESTA SERA LA TRASMISSIONE DI FAZIO, E L'INTERVENTO DI UN SUO OSPITE, PENSO CHE IL "MALATO " PIU' GRAVE OGGI IN ITALIA SIA QUESTA MEDICINA ASSERVITA AI GRANDI INTERESSI ECONOMICI Per favore DIFFONDERE
Patrizia Gentilini

21-01-2008-01-21 NON SOLO LA COMUNITA' CIVILE, ANCHE...

In Chiesa, da chi è Timoroso di Dio, quello stesso Dio che la Costituzione ci garantisce di professare. Quello stesso Dio che è presente nelle aule di Scuola, nei Crocefissi che numerose volte con la "Legge" si è tentato di "togliere", sul pulpito della predica ho sentito con le mie orecchie citare per intero questo capitolo il n° 11, vers. 18, inerente il nostro testo Sacro chiamato Bibbia, nel libro dell'Apocalisse.
Il veros è:

(...)
18_ Le genti fremettero,
ma è giunta l'ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa ai tuoi servi,
ai profeti e ai santi
e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di annientare coloro
che distruggono la terra.

Meditate, questo sì che è pubblicamente applicare (in questo caso) la vita cristiana alla vita di tutti i giorni;
Quanti di Voi sono disposti Civilmente ad applicare un concetto di Precauzione e interesse, conoscenza, sapere, salvaguardia della salute, nostra e dei Nostri Figli.

16 gennaio 2008

2008-01-14 COMUNICATO STAMPA

UNITI PER LA SALUTE - Comunicato stampa

In un pubblico incontro, con la presenza dell’Autorità Portuale, in merito all’ipotizzata piattaforma di Vado Ligure, abbiamo appreso che il suo esercizio porterebbe un traffico giornaliero di circa 700 autocarri per il trasporto container.
Riflettendo su questo numero abbiamo fatto due semplici conti: si tratterebbe di un autocarro ogni due minuti ovvero un serpentone di circa dieci chilometri che ogni giorno si muoverebbe sulla nostra già satura rete stradale e autostradale.
Qualcuno è in grado di valutare seriamente dove passerà questo enorme traffico?
Qualcuno è in grado di valutare preventivamente l’aumento dell’inquinamento derivante da 700 motori diesel in più che ogni giorno sarebbero in moto sul nostro territorio, già pesantemente gravato da insediamenti industriali?
Abbiamo appreso che l’amministrazione comunale di Vado intenderebbe proporre un monitoraggio sulla qualità dell’aria: molto bene, a patto che venga realizzato prima dell’eventuale inizio dei lavori per la piattaforma e che sia condizionante sulla scelta definitiva.
Ci pare che il monitoraggio dopo la costruzione della piattaforma sarebbe quanto meno intempestivo: se i risultati fossero, come temiamo, negativi per la qualità dell’aria, cosa si farebbe allora ? Si demolirebbe la piattaforma? Si chiuderebbe qualche azienda che già ora scarica in atmosfera, o si direbbe che ormai quello che è fatto è fatto?
Noi non siamo per dire dei NO a prescindere, ma per dire dei SI a seri programmi che valutino preventivamente gli impatti sul territorio e sulla salute: in questi giorni abbiamo ben presente dove possono portare improvvisazioni o scarsa lungimiranza.
Richiediamo quindi prudenza e precauzione alle Ns istituzioni e a tutti coloro che hanno precise responsabilità nella valutazione del futuro impatto ambientale affinché la tutela della salute sia sempre al di sopra del mero interesse economico.
Riteniamo che il problema non riguardi solo Vado ma tutto il comprensorio e noi, come associazione che ha come unico obiettivo la salute dei cittadini, pubblicamente esprimiamo le nostre pesanti e preoccupate riserve e quindi invitiamo i sindaci del territorio(di Vado, Quiliano, Spotorno, Noli, Savona e comuni limitrofi), come responsabili della tutela della salute dei loro cittadini, a pronunciarsi esplicitamente su come intendano accettare l’ulteriore aggravio di inquinamento dovuto al traffico delle centinaia di autocarri previsti e dove intendano far passare l’ ipotizzato “serpentone” giornaliero di TIR (lungo 10 chilometri ?!) e conciliare il tutto con la già problematica viabilità del territorio.

Siamo fiduciosi che a questo comunicato sarà dato lo spazio per la sua integrale diffusione e pertanto ringraziamo gli organi di informazione.



Valleggia (Quiliano) 14.01.2008

15 gennaio 2008

2008-01-15 Carbone, la Provincia sfiducia Bersani


Viterbo - Palazzo Gentili - Pd in imbarazzo - Rifondazione vota con la minoranza - La maggioranza va sottoCarbone, la Provincia sfiducia Bersani15 gennaio 2008 - ore 1,20

La Provincia sfiducia il ministro Bersani e rispedisce al mittente il carbone.
La Befana non c'entra. Si tratta della riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia, per la quale ieri a palazzo Gentili c'è stata una seduta straordinaria di consiglio, dove con la partecipazione anche in questo caso straordinaria di Rifondazione Comunista, l'opposizione è riuscita a far approvare una mozione di sfiducia al ministro per lo Sviluppo economico Pier Luigi Bersani.
Rifondazione non solo ha votato ma addirittura il consigliere provinciale Riccardo Fortuna è entrato gamba tesa dicendo: "Chiedo un'integrazione alla mozione. Che venga sottolineato che la linea portata avanti da Bersani è quella che intraprese Berlusconi".
A presentare la mozione era stato il consigliere Udc Francesco Bigiotti. "C'è un solo responsabile per il carbone a Civitavecchia - ha detto il capogruppo Udc - ed è Bersani".
Il ministro è stato giudicato colpevole di non aver voluto riaprire la conferenza dei servizi.
Una mozione che ha mosso qualche dubbio anche a chi dalle posizioni del ministro è lontano da sempre.
"Non ha effetti concreti - spiega Bengasi Battisti (Pd) - mentre i lavori vanno avanti. Occorre capire come fare per invertire la rotta, tutelando la salute dei cittadini".
Battisti alla fine si è astenuto e la mozione è passata con dodici voti favorevoli (opposizione e Rc) e dieci contrari. Come dire che la maggioranza è andata sotto.
In una sala di consiglio gremita di comitati arrivati non solo da Tarquinia, ma anche da Civitavecchia. Tra i presenti, anche il commissario Arpa Carruba che ha messo in discussione la valutazione d'impatto ambientale dell'opera.

10 gennaio 2008

2008-01-10 Dati epidemiologici

Savona, 22.12.07

Mi risulta che sia stato completato il lavoro epidemiologico di aggiornamento dell’ Atlante di Mortalità della Provincia di Savona, disposto “obtorto collo” dalla Regione in seguito alle richieste scaturite dall’ impatto devastante dei dati riguardanti il decennio 1988-1998, che dimostravano un eccesso della mortalità totale e per le principali malattie, tumorali e non, collegabili all’ inquinamento atmosferico.

Tali dati, di cui per anni la popolazione era rimasta all’ oscuro, erano stati resi noti durante conferenza pubbliche in seguito alla richiesta della società Tirreno Power di ampliare la centrale a carbone.

In tali occasioni anche molti sindaci del comprensorio avevano dichiarato di non essere mai stati informati dagli organi competenti dell’ esistenza di tale problema epidemiologico.

Il lavoro era stato condotto da una equipe dell’ IST di Genova, elaborando in maniera indipendente i dati forniti dal registro della mortalità della Regione Liguria.

La correttezza scientifica ed il buon senso avrebbero voluto che per svolgere tale aggiornamento si ricorresse alla stessa equipe che aveva condotto lo studio precedente, allo scopo di escludere conflitti di interesse.

Pare invece che alcuni membri di tale equipe siano stati estromessi e che il lavoro sia stato affidato in gran segreto direttamente al personale del Registro di Mortalità della Regione Liguria, finanziato direttamente dalla stessa Regione con centinaia di migliaia di euro ogni anno.

Questo fatto non può che essere giudicato negativamente per un evidente problema di conflitto di interessi, e, qualunque siano i risultati del lavoro, getta oggettivamente un’ ombra sulla sua attendibilità, per le ovvie considerazione che ogni lettore può fare a riguardo.

Dottor Paolo Franceschi

07 gennaio 2008

2008-01-07 Effetti nocivi della combustione del carbone

La combustione del carbone, come quella di ogni altro composto del carbonio, produce anidride carbonica (CO2), oltre a quantità variabili di anidride solforosa, a seconda del luogo dal quale è stato estratto. L'anidride solforosa reagisce con l'acqua, formando acido solforoso. Se l'anidride solforosa viene rilasciata nell'atmosfera, reagisce con il vapore acqueo ed eventualmente torna sulla terra in forma di pioggia acida.
Le emissioni della combustione di carbone in centrali elettriche rappresenta la più grande fonte artificiale di anidride carbonica, che secondo la maggior parte degli studiosi del clima è causa primaria del riscaldamento globale. Oltre a questo, nelle emissioni degli impianti sono presenti molti altri inquinanti. Alcuni studi dichiarano che le emissioni delle centrali elettriche a carbone siano responsabili della morte prematura di decine di migliaia di persone, solo negli Stati Uniti. Inoltre, queste emissioni sono le principali responsabili delle pioggie acide di alcune nazioni. le centrali elettriche moderne utilizzano varie tecniche per limitare la nocività dei loro scarichi e per aumentare l'efficienza della combustione, anche se queste tecniche non sono utilizzate in molti paesi, visto che gravano sul costo degli impianti. Per ridurre le emissioni sono state proposte tecniche di "sequestro" della CO2, ma non in larga scala.
Il carbone contiene anche tracce di altri elementi, compresi l'arsenico e il mercurio, che sono pericolosi se rilasciati nell'ambiente. Il carbone contiene anche tracce di uranio e altri isotopi radioattivi naturali, che rilasciati nell'ambiente possono comportare una contaminazione radioattiva. Sebbene queste sostanze siano presenti solo in tracce, bruciando grandi volumi di carbone ne vengono rilasciate quantità significative. Una centrale a carbone, durante il suo funzionamento, emette nell'aria più radioattività di quella che emette una centrale nucleare di pari potenza. (vedi [3] (en) e [4] (en) per numeri e dettagli)
Il carbone minerale, qualunque sia la sua qualità (litantrace, antracite, lignite, torba) e per quanto vagliato e polverizzato, essendo residuo fossilizzato di materiali lignei e vegetali, contiene sempre, oltre allo zolfo, anche se in differenti dosi, maggiori quantità rispetto ai derivati del petrolio di metalli pesanti (quali nichel, cadmio, piombo, mercurio, cromo e arsenico) e di alogeni, in particolare fluoro, cloro e loro composti. L'acido solforico e gli altri acidi forti, come quelli cloridrico (HCl), fluoridrico(HF) e nitrico (HNO3) non sono, peraltro, gli unici prodotti indesiderati della combustione che, se perfetta, dovrebbe generare solo acqua sotto forma di vapore e anidride carbonica (o biossido di carbonio – CO2). E' infatti ben noto che un'ossidazione incompleta (e a maggior ragione lo sarebbe con un combustibile allo stato solido anziché liquido o gassoso) produce anche ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio (CO). Quest'ultimo, in particolare, è unanimemente riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale come un gas altamente tossico e nocivo se si considera che, respirato anche in piccole dosi, si sostituisce all'ossigeno nella sua insostituibile funzione vitale fissandosi rapidamente all'emoglobina del sangue, formando la carbossiemoglobina e causando situazioni di crisi nell'ossigenazione delle cellule. Basta, infatti, una concentrazione nell'aria (formata per circa il 21% da O2, per il 70% da N e minori quantità di gas inerti) di CO pari solo allo 0,7%, per impegnare circa la metà dell'emoglobina del sangue. L'azione tossica si manifesta con cefalea e vomito e porta rapidamente a uno stato di coma fino al blocco della respirazione, con collasso vascolare. La presenza del cloro, inoltre, comporta la formazione e l'emissione nell'ambiente circostante di microinquinanti quali le policloro-dibenzodiossine e i policloro-dibenzofurani; le diossine, in particolare, risultano nocive per l'uomo anche in concentrazioni di qualche ng/Nm3. Annesse a queste ultime vi sono le nanopolveri o nanoparticelle (aggregati molecolari con un diametro compreso indicativamente fra 2 e 200 nm, si parla in particolare di PM0,2 considerando che la doppia elica del DNA ha un diametro di circa 2 nm), più sottili e più nocive della PM10 o particolato fine (già responsabile di malattie cardiogene quali infarto, scompenso cardiaco, cancro polmonare, ictus) che danno origine alle nanopatologie.
Queste microscopiche particelle di materiale inorganico che contiene metalli pesanti come arsenico, cromo, cadmio, alluminio, penetrano nell'organismo umano e animale arrivando direttamente nel sangue (se ingerite attraverso cibi esposti alle polveri verrebbero poi per la gran parte eliminate tramite le feci e le urine, ma la quota residua entro circa un'ora passerebbe attraverso la barriera intestinale annidandosi nei tessuti degli organi, che non sono poi in grado di espellerle efficientemente perché bioincompatibili) entro 60 minuti dalla loro inalazione esercitando una forte reazione di autodifesa degli anticorpi macrofagi che, a loro volta sono incapaci di aggredire le polveri a causa della loro ridotta dimensione (inferiori a quelle di un virus e prossime o eguali a quelle molecolari). Il macrofago persiste nell'attacco alle nanopolveri, generando una infezione nel sistema immunitario che da l'origine al tumore, a loro volta le nanoparticelle oltrepassano le membrane dei globuli rossi arrivando fino alle cellule, dove, alterandone le caratteristiche (o alterando le caratteristiche del DNA), le trasformano in cellule tumorali.
Queste alterazioni sono presenti anche nello sperma dell'uomo che, fecondando la donna trasmette i geni modificati al feto, che a sua volta presenta malformazioni già dai primi giorni di sviluppo. Un'associazione di elementi simili è stata riscontrata al livello epidemiologico e in maniera rilevante nei casi di soldati ammalatisi durante la prima guerra del Golfo (sindrome del Golfo), e durante la guerra del Kosovo (sindrome dei Balcani), dove l'utilizzo massiccio di proiettili di uranio impoverito generava dallo schianto dei metalli coinvolti nella perforazione del proiettile sulle corazze, temperature fino a 2500/3000 °C, entro le quali questi sublimavano generando nanopolveri dalla caratteristica sfericità. La sedimentazione negli organi dell'uomo delle nanoparticelle genera infezioni e tumori (13 tipi di carcinomi conosciuti) a partire dal primo deposito fino ai venti anni di permanenza (nei casi di soggetti più resistenti). L'arsenico assunto nel sangue e causa di cancro ai polmoni, al fegato, alla vescica, al rene, alla pelle e all'intestino, si associano quindi agli effetti distruttivi i granulomi renali permanenti, alcune malattie del sangue come le trombosi (a causa dell'indotta trasformazione del fibrinogeno in fibrina), i tumori (come i Linfoma di Hodgkin) nonché tutti gli stati patologici causati da concentrazione di elementi inquinanti nell'organismo. I sedimenti di metalli pesanti non sono comunque espellibili dall'organismo e vi restano in modo permanente. Per ridurre a livelli accettabili le suddette immissioni nell'atmosfera di sostanze nocive, tossiche e corrosive, di incombusti e di particelle solide, cancerogene, contenute nei fumi, sarebbe necessario progettare e costruire dei filtri di concezione avveniristica che sarebbero, tuttavia, non idonei a trattenere le emissioni radioattive derivate dalla presenza del gas radon, che permane nelle particelle del minerale anche dopo la combustione ad elevata temperatura.

02 gennaio 2008

2008-01-02 Lettera della Dott.ssa Gentilini

NON E’ QUESTA LA STRADA

Cari tutti voi che leggete,
in genere siete voi cittadini che prendete carta e penna per scrivere e raccontare ciò che vi capita in tema di salute e/o di buona e malasanità.
Questa volta invece sono dei medici che vi scrivono, nella speranza di suscitare dibattito e attenzione su temi che ci accomunano e che ci riguardano tutti da vicino perché toccano tasti intimi e profondi: la salute, la malattia ed in particolare la lotta contro il cancro.
L’ idea di scrivervi è nata dopo la lettura di una lettera comparsa il 18 dic. sulla prima pagina de La Repubblica. Si tratta di un giovane uomo che racconta la sua odissea contro il cancro, incontrato all’ età di soli 8 anni e si rivolge al più noto degli oncologi italiani con domande che non possono lasciarci indifferenti: “Perché la chemio mi nega la vita… ci dica Prof. come stanno le cose… Perché non è giusto fare tutti i giorni a pugni con la vita. Perché non è giusto che chi ama la vita non riesca mai ad incontrarla. Perché non è giusto che un bambino di 8 anni desideri morire” Questa lettera ci ha profondamente colpito e diciamo pure che le sue inquietanti domande ci hanno lasciato sgomenti, anche perché sono le stesse domande che anche noi – e non solo da ora - ci facciamo e che, evidentemente, stanno ormai affiorando nel comune sentire. Il noto oncologo non ha mancato di rispondere con il consueto garbo ed ottimismo, ma la risposta non ci convince: essa esprime solo un aspetto del problema, una faccia della medaglia, l’idea cioè che con la ricerca e con terapie sempre più personalizzate, intelligenti ed innovative si possa arrivare a debellare questa malattia. Anche noi siamo medici, molti di noi oncologi, ma, purtroppo, ci siamo da tempo convinti che non sia così. L’ avere puntato tutto su una Medicina sempre più tecnologica, orientata pressoché esclusivamente alla cura, ma sempre più lontana dalla ricerca delle vere cause delle malattie - la cui origine sembra quasi non interessare più a nessuno – non ci porterà alla meta perché, a nostro avviso, non è questa la strada . Se prestate attenzione, anche solo per un attimo, vi accorgerete che da nessuna parte si pone l’ accento sul non contrarre il cancro e quando lo si fa tutta l’ attenzione è volta allo stile di vita personale che certo è importante ma che da solo, per quanto salutisti si possa essere, non può certo proteggerci totalmente dal rischio. Non ci chiediamo più il perché ci si ammala e perché ciò accada sempre più in giovane età (dai dati di Lancet il cancro nell’ infanzia negli ultimi 30 anni è aumentato in media dell’ 1% annuo). Sembra ormai essere diventato socialmente accettabile l’ammalarsi di cancro, quasi che questo fosse l’ ineluttabile prezzo che il nostro tempo deve pagare al “ progresso”. Sembra che abbiamo dimenticato che la Medicina ha registrato i suoi più grandi successi quando determinate patologie sono state debellate o si sono drasticamente ridotte perché si è inciso sulle loro cause: perché abbiamo rinunciato ad essere altrettanto ambiziosi nei confronti del cancro?
Le parole di Lorenzo Tomatis forse potranno meglio esprimere questo concetto: Tomatis la chiamava: “la Grande Distrazione” … “una follia riduzionista sembrava essersi impossessata della mente di gran parte dei ricercatori”… “ogni laboratorio doveva scegliersi … il suo gene”; ma il ricercatore va a caccia della proteina alterata, senza più domandarsi il perché di quel danno…. Lorenzo Tomatis: questa è una buona occasione per ricordare questo grande ricercatore e scienziato nel cui insegnamento e pensiero tutti noi ci riconosciamo e che rappresenta l’ altra faccia della Scienza e della Medicina, quella che da sempre è schierata, senza ambiguità alcuna, a difesa della salute e della dignità dell’ uomo. Lorenzo Tomatis è sconosciuto al grande pubblico, non ha avuto gli onori dei media, ma ha dedicato tutta la sua vita – incontrando inaudite difficoltà- alla identificazione e classificazione degli agenti oncogeni e forse oggi non leggeremmo le amare parole del lettore se la strada indicata da Tomatis fosse stata seguita. Tomatis infatti si è sempre strenuamente battuto per la Prevenzione Primaria, ovvero per la tutela della Salute Pubblica attraverso la riduzione della esposizione ( ambientale, professionale ed in qualsivoglia altra forma) a sostanze tossiche cancerogene o comunque nocive per la salute umana che - come lui diceva - non smettono di essere tali una volta che escono dalle fabbriche o sotto latitudini diverse. Tomatis stesso definì la Prevenzione Primaria del cancro come una “corsa ad ostacoli, in cui l’ identificazione di un agente fisico o chimico come cancerogeno viene troppo spesso visto con scetticismo se non con aperta ostilità; alcune sostanze sono ritenute cancerogene in alcuni paesi e non in altri e quando riconosciute i limiti consentiti variano da paese a paese, come se il loro effetto cancerogeno potesse modificarsi passando i confini” e tutto ciò anche se solo la Prevenzione Primaria è in grado di difendere tutti : ricchi e poveri, giovani ed anziani.
Ecco, questa lettera ci dà l’ occasione di fare una profonda riflessione e di recitare anche un “ mea culpa”. Abbiamo inquinato irrimediabilmente l’ ambiente che ci circonda ed oggi sostanze chimiche pericolose si ritrovano costantemente nel sangue del cordone ombelicale dei neonati. Abbiamo spostato tutta l’attenzione sullo stile di vita personale e questo ci ha colpevolmente e progressivamente “distratto” dal ruolo che agenti fisici, materiali estratti dai loro reservoirs naturali, sostanze chimiche di sintesi, esercitano sulla salute anche a dosi basse o bassissime,. Abbiamo tutt’al più analizzato l’azione di singoli agenti, ritagliando per ciascuno di essi un ruolo su misura per singole, rare patologie ( pensiamo all’ angiosarcoma epatico per il cloruro di vinile monomero o alla leucemia per il benzene), ma abbiamo trascurato il fatto che spesso un agente oncogeno è un cancerogeno pluripotente e multiorgano. Abbiamo sottaciuto le interazioni e gli effetti sinergici che si producono; spesso non ritenendo sufficienti anche fondati sospetti - quasi che un veleno non fosse mai abbastanza “veleno” - per giustificare delle misure di prudenza che pure avrebbero potuto preservare la Salute Pubblica. Abbiamo dimenticato che identificare erroneamente un “falso positivo” e quindi adottare misure restrittive, ha ben minori conseguenze del contrario, ovvero trascurare misure preventive in presenza di un “falso negativo”. Per non parlare infine dei troppi esempi in cui ricercatori e scienziati acquiescenti, condizionati sempre più dagli interessi economici delle grandi corporation, hanno prodotto risultati ambigui e confondenti in modo da rimandare ogni misura di prevenzione, molto più attenti a non ridurre i profitti di chi comanda piuttosto che a proteggere la salute di tutti.
Si, cari cittadini, come medici e come oncologi vi diciamo che nella lotta contro il cancro abbiamo confuso i termini della questione, abbiamo identificato il termine “prevenzione” con la “diagnosi precoce” ed imboccando una strada a senso unico, quella della sola terapia, abbiamo identificato il successo della cura con la cronicizzazione della malattia e non con la sua scomparsa.
Non è questa la strada: la Storia della Medicina è lastricata da disastri annunciati, ricordiamoci che i guasti all' ambiente e alla salute crescono più in fretta di quanto è la nostra capacità di identificarli e correggerli e quanto più ci intestardiamo nel percorrere questa unica via, più il prezzo che pagheremo – e che soprattutto faremo pagare ai nostri figli- sarà inaudito. E’ veramente venuto il momento per tutti i medici, gli uomini di scienza e per tutte le persone di buona volontà di assumere le proprie responsabilità. Difendiamo non con le parole, ma con i fatti, l’ambiente, rimettiamo la Salute al primo posto anche per non essere accusati, un domani, di non aver fatto abbastanza per difendere un bene che la nostra stessa Costituzione ci riconosce come un diritto. Cambiamo rotta, usiamo prudenza, riscopriamo il principio di precauzione e di responsabilità, imbocchiamo la strada che Lorenzo Tomatis ci ha, per tutta la sua vita, instacabilmente indicato : ”adottare il principio di precauzione e quello di responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l’ occultamento di informazioni su possibili rischi, evitare che si consideri l’ intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare il progresso tecnologico. Portato alle sue conseguenze ultime il principio di Precauzione esprime la volontà di riacquistare il diritto alla definizione dei fini, riguarda quindi un ambito che oltre ad abbracciare quello della sicurezza sanitaria, alimentare, ambientale, abbraccia anche il territorio della bioetica. Invece di accettare una società che sta diventando sempre meno democratica, in cui le scelte sfuggono ormai completamente agli individui e domina il principio della crescita economica ad ogni costo, si può pensare ad uno sviluppo che si attui sui principi di Precauzione e Responsabilità, dando priorità alla qualità della vita e all’ equità sociale e ponendo il mantenimento della Salute al di sopra dell’ interesse economico”.