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19 luglio 2022

Comunicato 19 luglio 2022

                                 Uniti Per La Salute ODV

Associazione di Volontariato

Quiliano, 19/07/2022

Stiamo seguendo con molta attenzione, presso il tribunale di Savona, il processo per disastro ambientale e sanitario a carico di dirigenti e amministratori della centrale a carbone di Vado Ligure. Ne sottolineiamo ancora una volta l’importanza per tutti gli abitanti di questo territorio soprattutto per la gravità delle imputazioni di disastro ambientale e sanitario e perché ha come riferimento una vasta parte del territorio savonese.


Continua la sequenza dei numerosi consulenti delle difese: oggi è stata la volta di Stefania Chiaruttini, dottore commercialista, che, nella sua esposizione si è dilungata a specificare nel dettaglio la documentazione relativa alle spese sostenute dalla azienda per manutenzioni e miglioramenti relativi alle prestazioni ambientali degli impianti.

A domanda del PM ha fatto tutto un elenco di operazioni dal 2002 in poi affermando che per lei questi sono piani industriali. Dopo che il PM le ha fatto presente che nel comitato di gestione del 2013 si dice espressamente che la società non si era mai dotata di un piano industrialela consulente ha forse un po' rivisto le sue posizioni affermando che per lei, anche gli altri cui ha fatto riferimento sono piani industriali, e che tuttavia guardando i crismi e le forme il vero e proprio piano è quello del 2013.

A domanda dell’avvocato di parte civile Casellato ha ammesso inoltre di non aver parlato.con il consulente Cottica del capo d’imputazione; capo di imputazione che nella scorsa udienza lo stesso Cottica aveva affermato di non avere nemmeno letto. Ricordiamo che la consulenza della dott.Chiaruttini si fonda sulle valutazioni del Dott. Cottica, Ci si è fatti supportare per l’individuazione di tutti gli oneri  sostenuti da Tirreno Power in relazione ai temi di carattere ambientale dal Prof. Danilo Cottica” quindi di un consulente che ha affermato di non conoscere i capi d’imputazione.zione 

iAlla successiva domanda la Dott. Chiaruttini ha fatto un riferimento allo stesso importo di 428,7milioni di euro  che la dottoressa Pera (consulente P.M.) aveva indicato come dividenti distribuiti ai soci, tuttavia  detraendo da questa somma 208 milioni qualificandoli restituzione dei versamenti effettuati da parte dei soci (aumenti di capitale e riserva sovrapprezzo risalenti al 2003)

Alla domanda se ritenesse opportuno effettuare dei dividendi in un momento come quello, in cui le emissioni della centrale si mantenevano su valori considerevoli, ha risposto che la società aveva investito su interventi di natura ambientale,  e quindi avendo già investito si sono divisi gli utili.

La nostra considerazione è che la decisione di dividersi gli utili sia avvenuta in un periodo in cui i valori emissivi si mantenevano comunque alti e per contro gli esiti di questi interventi ambientali tanto magnificati non ci pare abbiano avuto un effettivo riscontro nelle emissioni inquinanti. Esaminando proprio la tabella inserita nel capo d’imputazione si evidenzia, tra l’altro, che  per l’anidride solforosa, si è avuta una emissione media (almeno fino al 2012)  di 5.000 tonnellate annue ! Per quanto riguarda le emissioni dello stesso inquinante, nello stesso periodo, i valori emissivi risultavano di gran lunga superiori al limite massimo MTD.

Visto che la consulente ha ribadito che questi investimenti ambientali sono stati fatti e che per questo motivo la società ha deciso di dividere gli utili, resta aperto quindi l’interrogativo sulla efficacia e adeguatezza dei citati investimenti visti e considerati i risultati delle emissioni.

04 luglio 2022

Comunicato 5 luglio 2022

                                      Uniti Per La Salute ODV

                       Associazione di Volontariato

                            Quiliano, 05/07/2022


A  domanda dell’avvocato di parte civile il consulente Cottica ha risposto di non avere letto il capo d’imputazione

 

Nella udienza di oggi presso il tribunale di Savona del processo a carico di 26 fra dirigenti e amministratori della centrale a carbone di Vado Ligure-Quiliano, abbiamo ascoltato il consulente delle difese dott. Danilo Cottica, chimico.

Come noto si tratta di un processo di assoluta importanza sia per le pesanti imputazioni di disastro ambientale e sanitario sia perché ha come riferimento una vasta parte del territorio savonese.

Il consulente si è diffuso nella descrizione di una serie di contratti sottoscritti dall’azienda riconducibili direttamente o (soprattutto) indirettamente alla riduzione delle emissioni in alcuni casi è stato piuttosto sfuggente nella descrizione delle tipologie impiantistiche: in gran parte ha esposto contratti di mera manutenzione  

Ha inoltre sostenuto che le tecnologie adottate erano all’avanguardia tuttavia ha completamente omesso di illustrare la relazione tra questa presunta avanguardia delle tecnologie con gli effettivi esiti emissivi che, invece come dagli stessi dati dell’azienda, risultano elevati per tutto il periodo di funzionamento dell’impianto dal 2003  almeno fino al 2013.

Osserviamo a titolo di esempio che, come risulta dai dati ufficiali, le emissioni di biossido di zolfo sono state negli anni di gran lunga superiori ai limiti delle MTD (massimo 200 mg/Nm3) salvo ridursi solo nel 2013 (come possa mai conciliarsi  una tale situazione emissiva con le tecnologie all’avanguardia decantate dal consulente della difesa rimane  un autentico mistero visto che sul punto non ha fornito alcuna spiegazione)

In definitiva questa consulenza ci ha suscitato diverse perplessità, come quando, aprecisa domanda dell’avvocato di parte civile, il dott. Cottica ha fatto una affermazionesconcertante per un consulente chiamato a fornire il proprio apporto nel processodichiarando di non avere letto il capo d’imputazione.

O come quando, parlando della qualità del combustibili (carbone)si è diffuso nello spiegare che questa qualità dipendeva dal grado di macinazione mentre ha dichiarato di non aver considerato la percentuale di zolfo presente nel carbone,  caratteristica fondamentale per distinguere se il carbone è di buona o cattiva qualità.

Altre perplessità ci sono sorte alla risposta date al Pubblico Ministero quando ha dichiarato di non conoscere l’ importante documentazione processuale riguardante le relazioni dei consulenti dell’accusa.

Nella sua relazione il consulente ha anche definito i cannoni per il lancio di acqua sul deposito di carbone” tecnologia efficace per il contenimento della polverosità diffusa” questo punto il nostro avvocato ha dato lettura di una intercettazione tra due dipendenti “ Hai presente il cannone come sta sparando adesso ?  ……Non ci va una goccia sul carbone e l’acqua va tutta attaccata al filo del gesso e tutta sulle piante” Ci pare che il consulente abbia risposto che probabilmente si trattava di un caso di ventosità. A nostro parere proprio in caso di ventosità si alza il polverino e proprio allora dovrebbero funzionare gli abbattitori delle poveri!