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31 gennaio 2020

Patrizia Gentilini : Cellulare e tumori, la sentenza di Torino è una pietra miliare

Tratto da Il Fatto Quotidiano 

Cellulare e tumori, la sentenza di Torino è una pietra miliare. Per me una boccata d’aria                   di Patrizia Gentilini 

Cellulare e tumori, la sentenza di Torino è una pietra miliare. Per me una boccata d’ariaLa recente sentenza della Corte d’Appello di Torino – che ha riconosciuto il nesso causale fra insorgenza di un raro tumore del nervo acustico (neurinoma) in un lavoratore esposto a telefono cellulare e l’uso per un tempo stimato di 12.600 ore nel corso di 15 anni – rappresenta una pietra miliare nella tormentata questione sulla pericolosità dei telefonini. 

Già la sentenza di primo grado aveva riconosciuto come malattia professionale la patologia in oggetto e questa ulteriore sentenza,
 che conferma quella di primo grado e rigetta il ricorso in appello avanzato dall’Inail, rende indubbiamente giustizia di tante
 reiterate prese di posizioni negazioniste sull’argomento.
La sentenza merita di essere letta per intero, in quanto è esemplare 
sia per la coerenza delle argomentazioni che per la  testimonianza dell’accuratissimo lavoro fatto dai Consulenti 
Tecnici d’Ufficio (Ctu). La prima impressione che ho avuto nel leggerla
 è stata da un lato di sincera gratitudine verso i magistrati che
 l’hanno emessa, ma dall’altro ho provato anche un senso di profondo scoramento nel dover constatare che il bene primario 
della salute è di fatto, ancora una volta, demandato alla 
magistratura, in quanto le istituzioni a ciò preposte si rivelano, 
come in questo caso, pesantemente carenti.
Al punto 8 della Sentenza di Torino, ad esempio, vengono riportate 
le argomentazioni dei Ctu in risposta ai consulenti di parte dell’Inail
 che citavano, a loro supporto, il Rapporto Istisan dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sul quale già mi ero espressa,riportando 
al riguardo la posizione dell’Isde. Vedere che proprio le critiche al Rapporto Istisan – a firma del Presidente del Comitato Scientifico dell’Isde, dott. Agostino Di Ciaula – vengono riportate dai magistrati torinesi è un indubbio riconoscimento della serietà della nostra associazione e del nostro impegno a difesa della salute pubblica.
Nello specifico viene citata la critica mossa agli autori del Rapporto Istisan, per avere considerato su 7 metanalisi – di cui 4 
evidenziano rischi e 3 no – solo queste ultime, pur se viziate da
 pesanti errori metodologici, quali ad esempio avere considerato esposizioni molto limitate (2 anni e 8 mesi). E’ ovvio che un breve periodo di neanche tre anni è del tutto insufficiente per vedere svilupparsi un tumore, patologia che richiede – come emerge 
dagli studi adeguatamente condotti – esposizioni superiori a 
10 anni o a 1.640 ore d’uso del cellulare. Continua qui 

27 gennaio 2020

In Europa una morte su 5 per inquinamento,Italia maglia nera( The Lancet)

Tratto da  Giornale Trentino 

In Europa una morte su 5 per inquinamento,Italia maglia nera


(ANSA) - ROMA, 27 GEN - Il 20% della mortalità in Europa è attribuibile a cause ambientali, e l'Italia è tristemente prima in Europa e undicesima nel mondo per morti premature da esposizione alle 'polveri sottili. Lo ricorda il rapporto The Lancet Countdow on Health and Climate Change presentato oggi a Roma con una tavola rotonda nella sede dell'Istituto Superiore di Sanità.    Il documento è frutto della collaborazione tra 120 esperti di 35 istituzioni di tutto il mondo, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Banca Mondiale, il University College di Londra e l'Università di Tsinghua, che ha analizzato 41 indicatori chiave, suggerendo quali azioni intraprendere per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi. "Questo incontro è stato voluto per sottolineare l'impegno dell'Istituto sul tema dell'impatto dei cambiamenti climatici sulla salute - dichiara Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss - un tema che per l'Istituto ha un valore assolutamente strategico. Costruire un futuro sostenibile deve essere per tutti un impegno imprescindibile perché la nostra salute e soprattutto quella delle generazioni future passa attraverso la salute del pianeta.    Stiamo lavorando perché anche l'Istituto possa testimoniare al più presto un modello di sostenibilità nell'organizzazione e attraverso le buone pratiche".    Solo nel 2016, ricorda il documento, sono state ben 45.600 (281.000 in tutta Europa), con una perdita economica di oltre 20 milioni di euro, la peggiore in Europa. A rischio sono soprattutto bambini e neonati che hanno sistemi immunitario e respiratorio ancora non del tutto sviluppati.(ANSA).  

IVG Savona, lo sciopero dei penalisti stoppa il processo Tirreno Power: udienza rinviata

Tratto da IVG

Savona, lo sciopero dei penalisti stoppa il processo Tirreno Power: udienza rinviata 

L'udienza era in programma domani, 28 gennaio, ma è stata rinviata a data da destinarsi

Savona. Dopo l’udienza del 14 Gennaio, in cui
 fu ascoltato Ugo Trucco, il nuovo capitolo 
del caso Tirreno Power avrebbe dovuto prendere 
vita domani, 28 gennaio, con una nuova udienza
 presso il Tribunale di Savona.
Udienza che però non ci sarà a causa di uno 
sciopero nazionale degli avvocati penalisti, 
previsto proprio per il 28 gennaio e della durata
 di un solo giorno. Gli avvocati intendono protestare contro la riforma della prescrizione entrata
 in vigore il 1° gennaio 2020, e come quello d
Tirreno Power anche altri processi saranno rinviati.

L’udienza di domani verrà recuperata in data 

ancora da definire. Il processo proseguirà con la 
prossima seduta, programmata per il 25 febbraio

26 gennaio 2020

Inquinamento causa Autismo e altre patologie.....

Tratto .https://www.milanochronicle.it/inquinamento-causa-autismo-e-altre-patologie-regione-lombardia-sta-a-guardare-2988/

Inquinamento causa Autismo e altre patologie.....


Il progressivo aumento della prevalenza di numerose patologie – immuno-allergiche, endocrino-metaboliche, cardiovascolari, neuropsichiatriche e neoplastiche – trova, infatti, nell’azione dei fattori ambientali la spiegazione più plausibile.
È quanto dichiarato in una nota dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA).
E anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità è dello stesso parere.
L’ambiente rappresenta uno dei principali determinanti della salute dell’individuo.
Già nell’ormai lontano 2005 l’allora Direttore Generale dell’OMSLee Jong-wook, esortava:
Restare a guardare è costoso e inaccettabile. Oggi, investimenti consistenti e mirati alla prevenzione e al controllo di queste malattie possono offrire un’opportunità concreta di progresso e miglioramento della salute mondiale.
E anche il Prof. Ernesto Burgio, Presidente del Comitato Scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e membro dell’European Cancer and Environment Research Institute (ECERI) conferma che:
La Pediatria italiana ha recepito questo allarme, dedicando i principali eventi scientifici degli ultimi anni al tema dei Primi Mille Giorni – periodo embrio-fetale e primi due anni di vita -, finestra temporale di massima vulnerabilità per l’esposizione ai tossici ambientali. Tra questi, numerose ricerche correlano gli inquinanti atmosferici – in primis il particolato ultrafine PM2.5 – al rischio di insorgenza di numerose malattie.
A maggiore conferma, le parole della Professoressa Cristina Panisi, pediatra e membro del Comitato Scientifico SIMA, tolgono ogni dubbio:
La più alta incidenza di tumori infantili in Europa e il fatto che 1 bambino italiano su 5 abbia disordini del neurosviluppo – 1 su 77 ha l’autismo – sono tra i dati più allarmanti nel nostro Paese. Non meno preoccupante è il progressivo aumento della patologia respiratoria cronica a partire dall’età pediatrica. Si tratta di dati epidemiologici che non possono essere ignorati e richiedono un confronto serio e urgente tra la comunità scientifica e le Istituzioni nazionali  .
Così prosegue la nota SIMA sui dati riguardanti l’inquinamento in Lombardia:
L’invito a non creare allarmismo non può delegittimare la rilevanza di questi temi e nascondere il fatto che in Lombardia, come nel resto d’Italia, non si stia affrontando il problema. I dati riguardanti l’inquinamento atmosferico in Lombardia negli ultimi giorni sono stati motivo di riflessione, preoccupazione e confronto di molti medici. L’esigenza di coerenza e la consapevolezza di condizioni ambientali assai sfavorevoli per la salute dei propri assistiti – soprattutto dei più piccoli e dei bimbi “in arrivo”, ancora nel grembo materno – sollecitano una presa di posizione della classe medica. Continua qui

24 gennaio 2020

Qualenergia: Il paradosso di far fare formazione ambientale per le scuole all’Eni

Tratto da Qualenergia 

Il paradosso di far fare formazione ambientale per le scuole all’Eni

Associazione Nazionale Presidi ed Eni avviano un programma di incontri nelle scuole per formare il personale docente su cambiamenti climatici, efficienza energetica, rifiuti e bonifiche. Ma le associazioni ambientaliste, sconcertate dall'iniziativa, chiedono all'ANP di ripensarci.

In Italia ci mancava pure il conflitto di interesse sulla formazione ambientale!
Nei giorni scorsi l’ANP (Associazione Nazionale Presidi) e l’Eni hanno annunciato l’avvio di un programma di incontri sui temi della sostenibilità ambientale per la formazione dei docenti delle scuole italiane.
I quattro macro temi che saranno trattati dagli esperti di Eni – spiega una nota stampa del cane a sei zampe – saranno: il cambiamento climatico, l’efficienza energetica, i rifiuti e le bonifiche ambientali.
I seminari, completamente gratuiti, sono iniziati il 21 gennaio scorso a Roma e proseguiranno a Milano il 28 gennaio (in diretta streaming sul sito ANP), a Bologna il 29 gennaio, a Cuneo il 12 febbraio, a Palermo il 13 febbraio, a Napoli il 17 febbraio, ad Ancona il 19 febbraio e a Bari il 20 febbraio.
Una volta concluso il ciclo dei seminari, i partecipanti potranno liberamente accedere a materiali, approfondimenti e percorsi didattici attraverso un’area dedicata del sito www.anp.it.
Naturalmente lo stupore e la preoccupazione delle associazioni ambientaliste non ha tardato a farsi sentire.
Greenpeace, Kyoto Club e Legambiente hanno diffuso una nota stampa congiunta che sottolinea quanto sia “paradossale che sia proprio l’Eni, che ha responsabilità non irrilevanti proprio su due dei temi che riguarderanno le attività di insegnamento, ‘cambiamenti climatici’ e ‘territori da bonificare’, ad essere chiamata dai Presidi a svolgere un ruolo chiave in questo percorso formativo”.
Un’attività che – proseguono le associazioni – dovrebbe invece essere svolta da soggetti terzi, rappresentanti degli interessi collettivi e non di un’azienda privata che, non solo fa profitti sfruttando le fonti fossili, ma che in questi anni è stata responsabile di grandi impatti ambientali sul nostro territorio.
Le associazioni ambientaliste – si legge nella nota congiunta – invitano l’ANP a ripensarci e a rivolgersi piuttosto a chi ha maturato una notevole esperienza nel settore e può quindi svolgere con competenza – e senza palesi contraddizioni, aggiungiamo noi – questi programmi didattici.
Solo pochi giorni fa – come ricorderanno i nostri lettori – Eni è stata multatadall’AGCM per 5 milioni di euro a causa di “vanti ambientali non fondati” sul gasolio addizionato con biodiesel (vedi QualEnergia.it).
Alla partecipata statale Legambiente ha dedicato un intero dossier (allegato in basso), in cui si spiega come la presunta politica rinnovabile, che secondo pubblicità e spot televisivi dovrebbe affiancare l’attività estrattiva, sia fatta di “molti annunci e pochi investimenti”......continua su qualenergia

23 gennaio 2020

Peacelink: Lo Stato contro lo Stato a Taranto in materia di bonifiche interne allo stabilimento Ilva

Tratto da  Peacelink
Il TAR del Lazio interviene a tutela della salute

Lo Stato contro lo Stato a Taranto in materia di bonifiche interne allo stabilimento Ilva

Il TAR del Lazio accoglie le tesi di ARPA Puglia e respinge il ricorso di ILVA in A.S. e impone di intervenire sull'inquinamento della falda. Occorre fare la caratterizzazione e le bonifiche delle aree interne degli impianti Ilva.
Fonte: ARPA PUGLIA - 22 gennaio 2020
Il TAR Roma, recependo integralmente le tesi sostenute da ARPA Puglia, difesa dall’avv.Laura Marasco, ha così riconosciuto che «dalla necessità di scongiurare ed Cumuli nei parchi minerali Ilva allontanare ogni possibile pericolo di inquinamento della falda» emerge la piena e specifica competenza dell’ARPA ad esprimere quelle valutazioni. Questa significativa, quanto attesa, sentenza “scongela” parte del complesso procedimento delle aree ex ILVA incluse nel Sito di Interesse Nazionale di Taranto e rimette in discussione gli esiti della ormai datata caratterizzazione eseguita tra il 2006 ed il 2007, che non teneva conto della presenza dei materiali di riporto e non fu mai completamente approvata in quanto anche essa oggetto di contenzioso amministrativo.

20 gennaio 2020

Il Sole 24 :Inquinamento, polveri sottili e particolati: quali sono i rischi per la salute?

Tratto da Il Sole 24

Inquinamento, polveri sottili e particolati: quali sono i rischi per la salute?


Nei giorni scorsi si è parlato molto di misure anti inquinamento da particolati (le sostanze sospese nell’aria che hanno una dimensione fino a 100 micrometri, PM10, PM 2,5) in Lombardia, che si sono tradotte in uno stop alla circolazione dei veicoli più inquinanti, motori Euro 4 diesel compresi. A quanto pare però la situazione è più pericolosa di quanto si pensa. Secondo quanto riporta  la nota associazione milanese Cittadini per l’Aria, test svolti da Transport & Enviroment sui due veicoli diesel Euro 6 più venduti in Europa mostrano che le nuove auto di questo tipo continuano a violare i limiti di legge sulle emissioni di polveri sottili, con picchi di inquinamento fino a 1.000 volte i valori considerati standard.Certo, non è solo il settore dei trasporti a produrre particolati. Secondo il XIV Rapporto Qualità dell’ambiente urbano di ISPRA (ne parlavamo qui ), il 59% del particolato primario (quello cioè direttamente emesso dalle sorgenti inquinanti come dai tubi di scappamento delle auto) è dovuto al riscaldamento. Caldaie, stufe e caminetti, solo da metà ottobre a metà aprile, sono responsabili di più del 60% delle polveri sottili emesse nel 2015.
Salute infantile 
Gli effetti dell’esposizione sulla salute di adulti e bambini sono numerosi: problemi respiratori in primis, specie nei più piccoli, ma anche conseguenze al sistema cardiocircolatorio, allergie, ma anche tumori e problemi durante la gravidanza. Un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dal titolo Air pollution and child health  , pubblicato a ottobre 2018, evidenzia che l’esposizione all’aria inquinata durante la gravidanza aumenta la probabilità di partorire prematuramente e quella che i bambini abbiano basso peso alla nascita, oltre a incidere sul neurosviluppo del feto dunque sulle loro capacità cognitive.Non è però sempre così semplice stabilire con precisioni dal punto di vista quantitativo gli effetti dell’esposizione a uno specifico inquinante sulla prevalenza di determinate malattie, stabilendone il livello di responsabilità. Il limite di questo genere di indagine epidemiologiche è che si tratta in molti casi di problemi con un’origine multifattoriale.
Ospedalizzazioni
 Un articolo pubblicato sul British Medical Journal a dicembre 2019 ha evidenziato una correlazione fra l’esposizione prolungata, e anche a breve termine, a livelli anche nella soglia polveri sottili come a PM2.5 e ospedalizzazioni specie per insufficienza cardiaca congestizia, polmonite, aritmie cardiache e setticemia. Anche a livelli di inquinamento da PM2.5 inferiori alle soglie fissate dalle linee guida internazionali sulla qualità dell’aria, l’esposizione è associata a diverse cause recentemente identificate di ricoveri ospedalieri. Ogni aumento di 1 µg/m3 di PM2.5 è stato associato a 2.050 ricoveri extra ospedalieri e a 12.216 giorni di ospedale. Si tratta di uno studio statunitense, condotto dalla TH Chan School of Public Health di Harvard, che ha analizzato oltre 95 milioni di richieste di assicurazione ospedaliera nell’ambito di Medicare, di adulti di età pari o superiore a 65 anni negli Stati Uniti dal 2000 al 2012. 
Salute cardio-respiratoria
 A dicembre 2018 The Lancet Planetary Health pubblicava tre importanti studi sul tema della salute cardio-respiratoria in correlazione con l’esposizione alle polveri sottili, in particolare la prima revisione sistematic sugli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute cardio-respiratoria. Il risultato è stato che nei Paesi più poveri brevi esposizioni ai particolati sono correlate con un rischio più elevato di mortalità. Un aumento giornaliero di 10 μg /m³ di PM2.5 è stato associato a un aumento della mortalità per ragioni cardiovascolari dello 0,47% e allo 0,57% in più di mortalità respiratoria. Un aumento di 10 μg/m³ giornaliero di PM10 è stato associato invece a un aumento dello 0,27% della mortalità cardiovascolare e allo 0,56% della mortalità respiratoria.

Clima e vite umane: il caro prezzo del carbone...

Tratto da Valori 

Clima e vite umane: il caro prezzo del carbone – Uno studio del CNR quantifica l’impatto del carbone sulla salute e i risultati sono sconcertanti: la mortalità vicino alle centrali sale del 49%.
Di Rosy Battaglia 
Uno studio del CNR quantifica per la prima volta l’impatto del carbone sulla salute: la mortalità vicino alle centrali sale del 49%
Vivere accanto a una centrale a carbone può portare a un aumento impressionante di mortalità per malattie cardiovascolari, respiratorie e tumori al polmone. La conferma arriva, per la prima volta, dallo studio «Mortality and hospitalization associated to emissions of a coal power plant», pubblicato su Science of the Total Environment.  «Il rischio sanitario è così elevato che, prima usciamo dal carbone, meglio è. La decarbonizzazione è necessaria, non solo per salvare il clima, ma anche vite umane». L’appello di Fabrizio Bianchi, responsabile dell’unità di ricerca dell’IFC- CNR di Pisa e co-autore dell’’indagine epidemiologica, è perentorio.
Un’indagine su 144mila cittadini
Lo studio dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa, ha elaborato i dati di mortalità e ricovero di 144mila cittadini che, dal 2001 al 2013, hanno vissuto intorno all’area della centrale a carbone di Vado Ligure. L’impianto ha operato dal 1970 fino a cinque anni or sono, quando la Procura della Repubblica di Savona fece fermare gli impianti per «disastro ambientale doloso». Il processo è tuttora in corso.
«Oltre alle note emissioni di anidride carbonica (CO2), che contribuiscono al riscaldamento globale, ci sono quelle di biossido di zolfo (SO2) e del particolato, che sono associate a effetti dannosi per la salute. I risultati confermano le conoscenze pregresse, ma è la prima volta che viene effettuata una quantificazione del rischio, purtroppo molto alto».
+49% di mortalità per malattie respiratorie e cardiocircolatorie
I dati epidemiologici, associati alle mappe di dispersione degli inquinanti elaborate da Arpal, confermano che, sui 144mila cittadini residenti nei 12 comuni, intorno alla centrale di Vado Ligure, c’è stato un aumento di mortalità del 49%. Nello specifico, per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%). «Questo modello di studio può essere preso a standard per le altre aree italiane e europee, interessate dall’esistenza di una centrale a carbone- ribadisce a Valori il dirigente dell’IFC-CNR.
In Italia 9 centrali ancora attive, in Europa 291
In Italia, dopo la chiusura di Vado Ligure e Genova, sono tuttora attive 9 centrali a carbone, su un totale di 291 impianti funzionanti in tutta Europa. Sparse tra Lombardia, Liguria, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Lazio, Umbria, Puglia e Sardegna di proprietà Enel, A2a ed Ep Produzione. Da sole, secondo i dati dell’osservatorio civico Europe Beyond Coal hanno prodotto nel 2015, il 9% delle emissioni totali di anidride carbonica del nostro paese. Pari a 39,5 milioni di tonnellate di CO2. Insieme all’immissione in atmosfera di quintali di inquinanti come il biossido di azoto (NO2) e di zolfo (SO2) e la produzione di ceneri e fanghi.
Gli studi epidemiologici su Brindisi
Proprio intorno alle due centrali, sono state realizzate, negli ultimi sei anni, diverse indagini epidemiologiche, alla base di un braccio di ferro tra le popolazioni residenti, epidemiologi pubblici e Enel, che ha più volte minimizzato e contestato gli studi. Così è successo nel 2015, con lo studio del CNR di Lecce e Bologna, che aveva calcolato «fino a 44 decessi l’anno attribuibili, nella zona di Brindisi, Taranto e Lecce dagli inquinanti emessi dalla Centrale Enel termoelettrica a carbone di Cerano». Studio che Enel aveva definito «fuorviante.
Nel 2017, un secondo studio epidemiologico sull’area di Brindisi....
Decarbonizzare: una questione di giustizia ambientale
«Bisogna spostare con urgenza l’attenzione sulle valutazioni preventive, anziché contare i danni sanitari che si sono già verificati» ribadisce Fabrizio Bianchi. «Oggi siamo in grado di fornire dati precisi sulla ricaduta degli inquinanti e del loro impatto sulle nostre vite» conclude il dirigente dell’IFC-CNR di Pisa. «Non dobbiamo guardare al passato ma fornire studi per un futuro sostenibile. Sia nell’ottica della decarbonizzazione che del cambiamento climatico. È una questione di giustizia ambientale».

Leggi anche il nostro post  del 31 ottobre 2018

Dottor Fabrizio Minichilli al ISES-ISEE 2018 Joint Annual Meeting: Il rischio per la salute di vivere vicino a una centrale elettrica a carbone in Italia.


Al di là di ogni altra valutazione e interrogativo, comunichiamo che recentemente lo studio retrospettivo di coorte residenziale del CNR di Pisa è stato vagliato dalla comunità scientifica internazionale che lo ha quindi accettato affinché ne sia presentato un estratto al congresso di livello mondiale di epidemiologia ambientale di Ottawa (Canada) ISES-ISEE 2018 Joint Annual Meeting.

Riteniamo debba essere sottolineata la valenza della valutazione scientifica di un tale livello internazionale che ci pare difficilmente contestabile.
Sotto l' intervento in programma il 28 di agosto alle ore 14,30


Intervento del Dottor Fabrizio Minichilli 

O02.03.50. Il rischio per la salute di vivere vicino a una centrale elettrica a carbone: uno studio di coorte residenziale nell'Italia nord-occidentale 
Dottor Fabrizio Minichilli, Unità di Epidemiologia Ambientale, Istituto di Fisiologia Clinica, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Italia
                         

Il tema della riunione annuale congiunta ISES-ISEE 2018 è " Affrontare le complesse questioni locali e globali in termini di esposizione e salute ambientale ".

Essendo la capitale del Canada, Ottawa ospita una comunità diversificata e attiva di scienziati e responsabili politici impegnati nell'indagine sull'ambiente locale e globale e nella ricerca sanitaria. La riunione annuale congiunta ISES-ISEE 2018 includerà delegati di tutto il mondo e farà leva su competenze locali e internazionali per affrontare argomenti complessi locali e globali relativi alla scienza dell'esposizione e all'epidemiologia ambientale .....continua qui

Pubblichiamo il link  alla  relazione scientifica conclusiva, relativa allo studio epidemiologico di coorte residenziale su mortalita' e ricoveri ospedalieri per valutare gli effetti sulla salute dell' inquinamento da centrale a carbone  nei comuni di Savona , Vado Ligure , Quiliano e aree limitrofe e ricostruzione del quadro epidemiologico in relazione  all' impatto di emissioni puntiformi e diffuse in atmosfera 

19 gennaio 2020

Sindaco Isetta di Quiliano: Biodigestore a Quiliano? Con estrema chiarezza: No, grazie!”

Tratto da Ivg 

Biodigestore a Quiliano, il sindaco Isetta pronto a dare battaglia: “Contrari, agiremo nelle sedi competenti” 

Presa di posizione del primo cittadino dopo il via libera al gestore unico dei rifiuti nel savonese
Quiliano. “Nei giorni scorsi l’Assemblea dei Sindaci ha deciso di realizzare l’ambito unico provinciale dei rifiuti (esclusa Savona). La decisione era necessaria e conseguente alla situazione che si era determinata in questi anni. 

E’ necessario pianificare strategicamente gli investimenti d’ambito. E’ necessario includere
tutti i territori e formulare una proposta in grado di rispondere alle diverse esigenze territoriali.

In questo nuovo scenario può essere riproposta
una domanda: Biodigestore a Quiliano? Con estrema chiarezza: No, grazie!Parole chiare quelle del sindaco Nicola Isetta in tema rifiuti e sul nuovo impianto per il savonese.

“Quiliano in questi anni ha pagato un prezzo altissimo sotto il profilo ambientale. E l’ipotesi
di realizzare un biodigestore rifiuti nelle ex aree Tirreno Power rappresenta una scelta insostenibile, che non accetteremo in alcun modo” aggiunge “Invito tutti i soggetti interessati a partire da quelli istituzionali, comprese le società partecipate e i soggetti proprietari delle aree, attuali e futuri a considerare da subito la conferma di questo indirizzo e soprattutto ad evitare fughe in avanti ed eventuali azioni non discusse e non condivise in merito.
In conseguenza di ciò, ribadisco, questa amministrazione comunale valuterà con grande attenzione tutte le azioni necessarie a sostegno di questa posizione, riservandosi di agire anche presso le sedi competenti”.

“Abbiamo preso atto del fatto che il Piano d’Area Omogenea della Provincia di Savona per la gestione integrata dei rifiuti urbani, approvato nel 2018 in maniera definitiva dal Consiglio Provinciale contiene, anche una possibile previsione pianificatoria di localizzazione di un nuovo impianto di
biodigestione anaerobica per il trattamento del
rifiuto organico nel sito di Tirreno Power in territorio dei Comuni di Vado Ligure e Quiliano. 

Ma questa previsione non è comunque compatibile con le aree ricadenti nel territorio comunale di Quiliano, sia sotto il profilo della tutela ambientale della nostra comunità sia relativamente alla tutela della salute dei nostri concittadini e sia sotto il profilo economico produttivo e di scelte di utilizzo delle aree retroportuali”
Leggi anche 

Regione Liguria:Il 19 luglio spunta..... il Digestore 

nelle aree Ex Tirreno Power