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31 luglio 2009

2009707/30 "Savona: Roberto Bazzano intervista il cittadino comune"

Tratto da" Savona news "
Savona: Roberto Bazzano
"intervista il cittadino comune"


Caro cittadino savonese, cosa ne pensa delle interviste a Rossello e Pasquale in merito ai cosiddetti “temi dell’economia savonese”?

Un bello spot, non c’è che dire. Con argomenti diversi e diversi giri di parole, sia il sindacato che l’unione industriali auspicano la realizzazione dei progetti Maersk e Tirreno Power (e magari a breve anche un bell’inceneritore) in barba a chi, cittadini e istituzioni, queste cose non le vuole. Il tutto nascondendosi dietro il progresso, la lotta alla disoccupazione ecc.

Quindi la sua opinione in merito a queste dichiarazioni non è positiva?

Non è questione di positivo o negativo, ma di realtà: ognuno sta semplicemente tirando l’acqua al suo mulino, ovvero che il sindacalista sta preparandosi a guadagnarsi un posto in politica come i suoi predecessori e il direttore dell’unione industriali difende gli interessi degli iscritti alla categoria che lo paga, niente di nuovo sotto il sole.

Queste interviste sono un po’ come andare a chiedere al signor Marlboro se le sue sigarette fanno bene....

Dal sindacato mi sarei aspettato un po’ più di lungimiranza dato che la Maersk (che sta licenziando in tutto il mondo e anche a Genova) darebbe un colpo definitivo al nostro traballante turismo intasando la già provata autostrada con container e camion e facendo perdere lavoro a centinaia di persone del settore turistico vanificando il vantaggio dato dalle sue ipotetiche assunzioni.
Per capire questo, però, è necessario avere capacità di visione ed onestà intellettuale.
E’ molto più facile, invece, sobillare i cittadini contro il “partito dei no”, slogan che ha concesso il raggiungimento di risultati quali l’autosilo Bofill e quella cosa terrificante che si chiama Crescent. Credo che per noi cittadini sarebbe stato meglio se avesse vinto il famigerato partito dei no….
Oltretutto il buon Rossello continua a premere sul fatto che è necessario decidere, che bisogna decidere a tutti i costi… allora è meglio che si renda conto che anche un no è una decisione, a meno che non reputi “decisioni” solo quelle d’accordo con lui, come si usava ai tempi del Politburo.

Per quanto riguarda Tirreno Power, poi, i cittadini e i lavoratori gli ricordano che tra le responsabilità del sindacato c’è anche la salute dei lavoratori.

E per quanto riguarda la triade citata dal’Ingegner Pasquale “turismo porto e industria”?
Per prima cosa sostituirei industria con edilizia, dato che come industria in provincia di Savona ne abbiamo proprio poca e la maggior parte di essa sta in piedi con sovvenzioni statali (vedi Ferrania) alla faccia del concetto di imprenditoria e libero mercato… Al contrario l’edilizia tiene mantenendo la tradizione di cementificazione della nostra provincia. Poi vorrei dirgli che non serve mettere al primo posto il turismo se lo si ammazza con una piattaforma enorme e disastrosamente impattante.
Ma ci pensiamo a un ipotetico dialogo tra due turisti tra dieci anni?

“Dove vai a spiaggia quest’anno?” “Ho prenotato la cabina ai bagni Jolly a Bergeggi!” “Dove?” “A Bergeggi, proprio di fianco alla piattaforma. Lì l’acqua ha quel buon sapore di petrolio…” Ma siamo seri!
O si sceglie quel tipo di industria facendo saltare definitivamente il turismo e sapendo che da qui a pochi anni non servirà più a nulla o si cerca di fare qualcosa di serio per la piccola impresa industriale e artigianale non impattante per stimolarla e farla crescere con il turismo.
Pasquale dice giustamente che non si cura una carie con un antidolorifico, ma non la si cura nemmeno cospargendo la bocca di cianuro. Sennò per salvare il dente si uccide il paziente!

Ma è sicuro di quello che sta dicendo?

Vede, non bisogna essere dei cervelloni per capire che la piattaforma ucciderà il turismo e un nuovo gruppo a carbone aumenterà l’inquinamento e le malattie. Ci sono fior di ricerche svolte da medici indipendenti per chi si vuole seriamente documentare. E poi chi ci dice che Maesrk rispetterà i patti? Qualcuno li ha mai rispettati? Secondo gli accordi di programma - firmati anche dai proprietari - a Ferrania doveva finire diversamente e invece si va avanti a cassa integrazione usando come paravento i lavoratori. Di questo dovrebbe preoccuparsi il sindacato. Se tra pochi anni Maersk decidesse di licenziare (come è probabile) ci troveremmo tutti a mantenere altri disoccupati o cassintegrati senza poterci rivalere su nessuno come al solito e con una piattaforma enorme che ha costi di abbattimento enormi. Allora credo sia meglio evitare tutto questo a priori. Evitiamo di tapullare le falle con il chewingum come si fa di solito.

E allora cosa suggerisce il semplice cittadino?

A monte di tutto fare un serio marketing territoriale, decidere cosa si vuole fare del territorio e decidere cosa ci può stare sopra e cosa no, quali tipi di imprese di che dimensioni e con quali criteri.
Contemporaneamente sarebbe il caso che chi in questi anni non è riuscito o non ha voluto porre rimedio ai problemi del territorio - nemmeno con gli aiuti pubblici - alzi i tacchi, ammetta di non essere in grado o di non volere fare le cose e la pianti di dire castronerie o di favorire gli interessi dei grossi gruppi.
Ci sono ampi spazi in settori quali quello delle energie rinnovabili che possono favorire lavoro e sviluppo. Credo che spremere ambiente e cittadini per il lucro di pochi e poi utilizzare denaro pubblico per cercare di rimettere a posto le cose - come è successo in Valbormida con l’Acna - sia un modo criminale di comportarsi seppure più facile e redditizio a breve termine. Per la legge, è colpevole anche chi direttamente o meno consente o agevola lo scempio: il reato si chiama favoreggiamento. Purtroppo qui da noi chi affossa le imprese o danneggia il territorio in genere viene premiato.

Ma di marketing territoriale si parla da anni. Non crede che si siano già fatte delle scelte ben precise?
Ma dove vive lei? Ma si è guardato intorno? Oggi si sveglia uno e dice: qui ci metto una piattaforma, piuttosto che un fabbricone, una centrale o altro. Commissiona un paio di studi pilotati sul futuro del settore che gli interessa ed ecco che si è fatto il suo marketing territoriale e gli altri stanno zitti!
Io invece parlo di cose un po’ più serie.
Come cittadino non credo che chi è responsabile della crescita della nostra zona non sia in grado di avere idee, ma piuttosto che gli interessi delle organizzazioni sindacali e datoriali non coincidano con gli interessi dei cittadini.
Abbiamo visto tenere in vita con soldi pubblici cose assolutamente ridicole, inutili e non redditizie come quel cadavere chiamato pomposamente “aeroporto di Albenga” e ogni giorno abbiamo sott’occhio altri scempi che ci vengono proposti come “soluzioni ideali” mettendo in piedi una montagna di menzogne delle quali noi cittadini siamo stufi.
Arrivano, promettono posti di lavoro e commesse che se va bene si vedranno tra anni, rastrellano denaro e consensi e se ne vanno.
Ci trattano come gli indiani d’america: ci stanno comprando con le perline colorate e il whisky e il rischio è che quando ci riprenderemo dalla sbronza ci accorgeremo che ci hanno fregati!


Il mugugno è libero e non costa niente, ma è facile protestare e basta. Dove sono le proposte concrete?
Belìn! Per prima cosa le proposte concrete dovrebbero venire da chi è seduto su una poltrona a dirigere in qualche modo la nostra zona e dovrebbero essere proposte compatibili, che arricchiscono l’ambiente in cui si vive e si lavora, non che lo distruggono!
Ciò nonostante un paio le faccio anche io come semplice cittadino. Visto che Pasquale dice che abbiamo una “vocazione” alla produzione di energia (idea virtuale) uniamola insieme alla nostra tipica ventosità (fatto reale) e iniziamo ad investire nell’eolico di ultima generazione. Ad Asti stanno perfezionando un progetto per un Kite (aquilone) che funziona ad alta quota, non ha impatto ambientale, produce una quantità di energia enorme e non inquina. Pensi un po’ che questa cosa la so io che sono un semplice cittadino, possibile che non la sappiano loro? Sono .........o semplicemente non gli interessa?
Un’altra proposta. Siamo la provincia più boscosa d’Italia e quella con più alto rischio di incendi. Perché non ci occupiamo seriamente della pulizia dei boschi, tracciatura dei sentieri ecc. ed utilizziamo la legna e gli arbusti di risulta dalla pulizia per alimentare la famosa centrale a biomasse che vogliono fare a Cairo?
In questo modo si occupano persone, si produce energia, si favorisce il turismo. Per me questo è un esempio di sviluppo compatibile, non le centrali a carbone o le piattaforme!
Caspita sembra proprio che lei abbia le idee chiare! Non è un cittadino qualunque.

Io sono un cittadino qualunque, ma vede, anche lei come i politicanti locali e i loro amici, pensa che i cittadini savonesi siano tutti abelinati, che possano essere comprati con un “favore”, con la promessa di un lavoro, con un po’ di corruzione all’incontrario e non vedano oltre il “domani”.
Chi ha figli e coscienza, però, pensa anche al loro futuro e non li vuole vedere in un mondo triste e distrutto, spremuti per pochi euro non sicuri da chi si arricchisce sulla vita degli altri.
Tutto qui
roberto bazzano

Mercoledì 29 Luglio 2009

28 luglio 2009

2009/07/29 "ACERRA COME CIVITAVECCHIA : impianti protetti, popolazioni indifese"Sorgenia, la Puglia e le fole della pubblicità".

Tratto da "Unonotizie "

SUCCEDE IN ITALIA: ACERRA COME CIVITAVECCHIA / impianti protetti, popolazioni indifese

CIVITAVECCHIA - ROMA (UnoNotizie.it)

Acerra e Civitavecchia condividono l'imposizione di un'opera dannosissima per la salute degli abitanti, in un caso l'inceneritore, nell'altro una mega centrale a carbone. La cordata protettiva degli impianti, affinchè entrino in funzione, è la stessa: Berlusconi, i Presidenti di regione e i sindaci.

Opere che avvelenano e uccidono ampi territori entrano in funzione per la complicità senza scrupoli tra i guadagni smisurati di chi inquina e le ambizioni, economiche e di carriera, di chi decide, a tutti i livelli.
L'inceneritore di Acerra e la centrale a carbone di Civitavecchia non hanno le carte in regola per funzionare. Questo spiega l'interesse dell'inquinatore a togliere l'autonomia di agire al controllore per fermare appena possibile l'impianto. Di fronte a dati scientifici inoppugnabili su emissioni e danni, i complici dell'inquinatore tentano di diffondere parole colpevolmente tranquillizzanti: "monitoreremo", "verificheremo se inquina e se inquina la faremo chiudere", "ci sono le centraline e i controlli", "non l'abbiamo voluta noi". Malafede allo stato puro, l'impianto l'ha voluto ognuno di quelli che hanno il dovere di parlare e traggono un vantaggio criminale dal suo funzionamento tacendo.

I controlli ambientali a Civitavecchia ed Acerra dovrebbero essere un presidio di difesa e in condizioni normali non potrebbero far altro che attestare come gli impianti ammazzano, invece a Civitavecchia come ad Acerra, gli Osservatori Ambientali seguono uno stesso diverso tragico destino. Chi inquina non vuole strutture di controllo antagoniste, bensì un controllore già testato.

E così il carbone a Civitavecchia lo presidia tal Dott. Coleine che nel 2003, nonostante una scandalosa Valutazione d'impatto Ambientale dell'Impianto, da consigliere comunale disse Si alla nuova centrale secondo la formula De Sio: "no, no, no e poi si", deliberando a favore del carbone dopo aver sostenuto a lungo e con veemenza la propria contrarietà. E a guardia dell'inceneritore di Acerra c'è tal Dott. Gennaro Volpicelli, già presidente della Commissione di collaudo dell'inceneritore, impianto per sua natura destinato a produrre quantità letali di diossina, sostanza che non riescono ad evitare nella nordica Brescia: figuriamoci cosa accadrà in terra di camorra. Non è un caso che proprio quando stava per essere superato, (34 rilevati contro 35 ammessi) il numero di sforamenti della quantità limite di polveri sottili, ad Acerra è accaduto un fatto ben noto a Civitavecchia: le centraline sono andate fuori uso.

L'Alto Lazio però non ci sta e sta portando avanti controlli autonomi, autofinanziati con il contributo di tanta gente, mirati a sapere cosa si respira, perché nessuno si fida dei finti controllori istituzionali. Conoscere in modo non taroccato la qualità dell'aria può dare risultati immediati per cacciare l'inquinatore e tutti i suoi complici.

Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia

www.cittadiniliberi.blogspot.com
www.nocoketarquinia.splinder.com

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Tratto da "BLOGOSFERE"

Sorgenia, la Puglia e le fole della pubblicità.

Trovo una segnalazione su Facebook che mi piace davvero riportarvi. E' opera del sig. Agostino Di Ciaula, che si definisce

"cittadino della città di Modugno e amministratore delegato della vita di mio figlio". Un ruolo di fondamentale rilevanza, che mi sento di condividere.

Agostino si diverte ad analizzare una pagina pubblicitaria uscita recentemente sulla Gazzetta del Mezzogiorno (qui accanto-cliccate per ingrandire), un annuncio della Sorgenia che parla in termini entusiastici della centrale termoelettrica a ciclo combinato appena aperta proprio a Modugno. I cittadini non devono esserne felicissimi, se si sente il bisogno di pubblicizzare centrali termoelettriche come se fossero SUV.

Eccovi l'analisi di Agostino.

Quello che non è scritto ve lo dico io:


1. Per dichiarazione della stessa Sorgenia il personale della centrale ammonterà a 50 unità a centrale in funzione. La Puglia non vedrà sicuramente modificati i suoi tassi di disoccupazione grazie alla magnanimità di Sorgenia. Sarei inoltre curioso di sapere quale parte della Puglia ha partorito questi fortunati figli, di chiedere loro cosa ne pensano del loro lavoro e cosa si prova a lavorare per chi ha colonizzato e violentato il loro territorio.

2. E' vero che il gas naturale è il "combustibile fossile più pulito", ma "più pulito" non significa affatto NON INQUINANTE! Tra un impatto “minore” ed uno “assente”, qui a Modugno si preferirebbe senza dubbio quest’ultimo, visto che Sorgenia ha avuto il cattivo gusto di costruire la sua centrale "ad altissima efficienza" in uno dei posti più inquinati della Puglia.
"Delle sue emissioni potevamo e dovevamo farne a meno."


3. Il deficit di produzione di energia elettrica non è affare che riguarda la Puglia, che ha già abbondantemente dato, macinando i corpi dei pugliesi: produciamo l'82.2% di energia in più rispetto al fabbisogno regionale (Fonte Terna), con tutto ciò che questo comporta in termini sanitari ed ambientali. Avrebbero potuto costruire la centrale dove veramente ne avevano bisogno, in Regioni come Lombardia e Veneto, dove a causa del deficit energetico le "fiorenti industrie" del nord vivono con l'energia prodotta in regioni meridionali da loro colonizzate, come la Puglia, e sono troppo distanti per condividere con noi sia l'inquinamento prodotto (qui da noi) che i loro benefici economici (lì da loro). Ci sarebbe da chiedersi (putroppo solo in forma retorica) perché non sia stato previsto, nella mente dei legislatori e degli autorizzatori di questi impianti energetici, la conversione a gas di mostri inquinanti come Cerano o la stessa centrale ENEL di Bari, invece della sovrapposizione, a questi, di altre fonti emissive.
"La ovvia risposta si trova nelle leggi del mercato e della speculazione in danno dei cittadini, che ancora una volta si sono dimostrate prioritarie rispetto alla salute pubblica ed al bene comune."


4. La barzelletta più ridicola è quella del rispetto del protocollo di Kyoto. Le centrali alimentate a metano producono ENORMI quantità di CO2. Secondo stime di ARPA Puglia (che non mi sembra una associazione di fanatici ambientalisti) la centrale di Sorgenia produrrà, a regime, tanta CO2 quanta ne produce attualmente l'intera città di Bari: 2187 kt/anno, con buona pace del protocollo di Kyoto. Anche senza Sorgenia, nel 2006 le 38 aziende pugliesi inserite nel Piano nazionale di allocazione (Pna) delle quote di CO2 hanno emesso 45.3 milioni di t di CO2, ossia 6.2 milioni di t in più, pari al 15.96% del limite fissato dalPna, di cui ben il 40.6% relative alla sola provincia di Bari.

Quando Sorgenia scrive "nel pieno rispetto della nostra terra", a quale terra si riferisce? Probabilmente non alla MIA terra, la Puglia.
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28 luglio 2009 Tratto dal "BLOG DEL COMITATO PER TARANTO"

Scrive un operaio del sud

di Giuseppe Oliveri

Dal lontano 1861, unità d’Italia, che la nostra terra, come tutto il meridione, è stata considerata come una colonia; allora dai sogni espansionistici dei Savoia fino ad arrivare agli affaristi senza coscienza né conoscenza dei giorni nostri. Non è certo per negligenza nostra che siamo arretrati in infrastrutture, ricchezza pro-capite e altro, noi che abbiamo “l’arte di arrangiarci” per ogni bisogno, ed è proprio a causa dello stato d’abbandono istituzionale che abbiamo evoluto tale arte, come se non fossimo mai stati veramente italiani, come fossimo la servitù nella dependance della villa d’Italia. E’ triste scrivere questo, ma se nel 2009 sopravviviamo ancora in questa situazione non è solo responsabilità delle mafie, quella è stata una conseguenza all’abbandono in cui versiamo. E cos’hanno pensato questi arrivisti patentati e parentati: di distruggerci definitivamente. Non basta più sfruttarci alla bisogna, ora si è passati allo scoperto; ci regalano una morte lenta e genetica, che ti entra nel DNA, sotto forma di progresso, perché per regalare energia elettrica alle loro imprese, alle loro fabbriche, hanno bisogno di un luogo lontano per sfornare detta energia, egregio esempio di decentralizzazione, e poco importa se popolazioni a volte millenarie, scenari e paesaggi incantevoli, prelibatezze naturali scompariranno poco dopo il loro insediamento. Cosa resterà della nostra Puglia e di tutto il Sud Italia? Quando torno nella nostra terra mi viene un nodo in gola. Piazzeranno sul nostro suolo inceneritori di tutti i tipi e nomenclature per incrociar affari e quindi aver l’appoggio delle mafie locali, col grande business dei rifiuti. C’appesteranno l’aria con sostanze cancerogene che lasceremo come eredità ai nostri figli, deprederanno di ogni marchio di qualità i nostri prodotti, distruggeranno i nostri paesaggi, le nostre carni e i nostri ortaggi che ancora hanno un gusto succulento. Saremo destinati a un futuro d’emigrazione, o per meglio dire a una continuità perché in vero non abbiamo mai smesso di allontanarci malvolentieri dalla nostra terra .... Io ancora ci spero nel riuscire a lavorare e vivere nella mia terra, se avessi la possibilità non ci penserei un attimo, ma non con i presupposti di far diventare la mia terra un inceneritore, e questa vuol’essere un’esortazione ad emergere dalla catalessi e dall’inerzia, si deve lottare contro queste scelte coatte, l’ho faccio anch’io che vivo a 700 chilometri da casa. Facendo eco al direttore: alziamo la Testa, costruiamo un futuro per noi e per i nostri figli, sarebbe meraviglioso non esser più costretti ad emigrare e guardare sempre i nostri splendidi tramonti che preannunciano nuove albe.

Considerazioni di "Uniti per la Salute "

Riportiamo questo articolo perchè molto significativo di una parte dell'Italia stanca di essere considerata di serie B,che dignitosamente si ribella e chiede di essere tutelata e rispettata nei suoi diritti fondamentali e cogliamo l'occasione per girare l' invito a tutti i cittadini ed un’esortazione ad emergere dalla catalessi e dall’inerzia: si deve lottare contro certe...... scelte che penalizzano negativamente i nostri territori ,in Puglia come in Liguria come in ogni altra regione Italiana; ci associamo quindi al suo accorato invito ad alzare la Testa, per costruire un futuro ambientalmente migliore per noi e per i nostri figli.

2009/07/30 "DALLA LETTERA ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE" DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI"

DALLA LETTERA ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE" DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI

La Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti.
Deve proteggere soprattutto l'uomo contro la distruzione di se stesso.
È necessario che ci sia qualcosa come un'ecologia dell'uomo,
intesa in senso giusto.
Il degrado della natura è infatti strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana:
quando l'« ecologia umana » è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio.
Come le virtù umane sono tra loro comunicanti, tanto che l'indebolimento di una espone a rischio anche le altre,
così il sistema ecologico si regge sul rispetto di un progetto che riguarda sia la sana convivenza in società sia il buon rapporto con la natura
.


25 luglio 2009

"Inquinamento e malattie polmonari, l’esposizione da bambini provoca danni a lungo termine"Inceneritori e tumori: è omicidio colposo"

Tratto dal Blog di Stefano Montanari

Addio, Massimiliano

di Antonietta M. Gatti

Ieri è morto Massimiliano un bambino di Forlì a cui non è stata data la possibilità di avere un futuro. E’ morto all’età di 11 anni per una rara forma tumorale, un rabdomiosarcoma cresciuto fra la vescica e la prostata. Dopo anni di sofferenza, che non dovrebbero toccare i bambini, se ne è andato col suo carico di metalli pesanti dentro il corpo.
Avevo analizzato i campioni bioptici del bambino e avevo trovato metalli anche in forma molto sottile: nanoparticelle.
A parte una particella di Oro e Argento, la cosa più sconvolgente è l’aver trovato nanoparticelle di Tungsteno e/o carburo di Tungsteno. Ora uno si chiede come sia possibile l’ingresso di queste polveri nel corpo di un bambino. Non è un metalmeccanico che lavora in fabbrica. L’unica sua colpa è di aver vissuto in una casa costruita fra due inceneritori : uno di rifiuti urbani ed uno di rifiuti ospedalieri. L’aria, ma pure il cibo dell’orto, non sono dei migliori da quelle parti. Se n’è andato ed io, pur sapendo, non sono stata in grado di fare niente.
Nei miei studi avevo già indotto nei topi lo stesso tipo di cancro semplicemente impiantando nei loro muscoli nanoparticelle (una pratica che cerco di evitare sempre, ma quella volta non si poteva fare altrimenti). Tutti quelli che avevano ricevuto nanoparticelle metalliche si erano ammalati di rabdomiosarcoma. Quindi la correlazione fra un inquinamento ambientale molto particolare e la stessa patologia a mio parere è dimostrato.
Purtroppo non solo queste evidenze non devono essere dette: questi studi non vanno addirittura fatti.
Il 30 Giugno scorso l’avv. Bortolani, presidente della ONLUS, proprietaria legale del microscopio comprato grazie alla sottoscrizione lanciata da Beppe Grillo per studiare le nanopatologie, ha deciso di donare l’apparecchio all’Università di Urbino. La suddetta non ha mai acconsentito a farci entrare nel Consiglio di Amministrazione della ONLUS per la gestione trasparente economica e scientifica dello stesso, con la scusa che questa è una ONLUS famigliare che si occupa solo di delinquenti o presunti tali condannati per i loro reati alla pena di morte in America. I bambini si ammalino pure o muoiano: non interessano.
Ora, senza neanche informarci, la suddetta decide di donare il microscopio per altre finalità all’Università di Urbino con la clausola che noi lo possiamo usare “almeno” un giorno alla settimana. E’ ovvio che, abitando a Modena, la cosa non risulta facile non solo per me, ma soprattutto per i tesisti che lavorano con il microscopio. Con un lavoro “almeno” 1 giorno alla settimana questi rischiano di laurearsi fra 10 anni. Per non parlare del Progetto Europeo che io coordino che è ancora in corso.Sono andata all’Università di Urbino dando la mia disponibilità a trasferirmi presso la loro sede. Mi hanno risposto che tecnicamente è possibile, ma inattuabile.
Ho poi verificato che, così come hanno impostato le cose, ricerche su tessuti patologici non sono tecnicamente possibili. Dal momento che poi non ci sono scienziati esperti della materia (le nanopatologie sono una disciplina che è il risultato di un progetto europeo che io coordinavo), il microscopio servirà per altre finalità, non per quelle per cui era stato donato.
La motivazione addotta dall’avv. Bortolani per tale azione rasenta la diffamazione nei miei confronti e si può facilmente dimostrare che si tratta di bugie. Io ho lavori scientifici sulle nanopatologie e pure sulla nanotossicologia scritti anche con scienziati stranieri, non solo, ma io non sono affatto pagata per questa attività che svolgo part time pur di continuare gli studi sulle nanopatologie. Anche con la chiusura delle attività imposta dall’avv. Bortolani, però, non si pensi di imbavagliarmi: io continuerò ad andare in tribunale per difendere gli interessi di chi è vittima di persone perverse che compiono atti perversi sull’ambiente e su di loro, e lo farò con le analisi già eseguite. La famiglia di Massimiliano sa che può contare sul mio aiuto e, come loro, tanti altri. Ho già informato il Ministro della Difesa che non farò più alcuna analisi sui soldati perché mi sarà impossibile. La legge che recentemente è stata promulgata compensa chi si è ammalato per esposizioni di nanoparticolato bellico, che io ho dimostrato essere presente nei tessuti.
In questa situazione dichiaro che non sarà più possibile analizzare i tessuti di nessuno e che le nanopatologie sono morte.
Chiedo solo che i miei ragazzi riescano a finire le loro tesi.
Auguro all’Avv. Bortolani di non essere disturbata dal rimorso.

La Dottoressa Antonietta M. Gatti è la moglie del dottor Stefano Montanari.
Testo integrale dal Blog di Stefano Montanari "
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Inquinamento e malattie polmonari, l’esposizione da bambini provoca danni a lungo termine

Di Paola Pagliaro tratto d a "www.ecologiae.com"

Stephania Cormier, Professore Associato di Farmacologia presso l’LSU Health Sciences Center di New Orleans, ha dimostrato per la prima volta che l’esposizione precoce e persistente ai radicali liberi contenuti nelle polveri sottili colpisce a lungo termine la funzione polmonare. I risultati della sua ricerca sono stati presentati nel corso dell’11° Congress on Combustion By-Products and Their Health Effects svoltosi all’Environmental Protection Agency Conference Center in Research Triangle Park, N.C.

La Cormier ha effettuato ricerche per determinare come l’inalazione e l’esposizione a fattori ambientali quali allergeni, inquinanti e virus respiratori durante l’infanzia porti a sviluppare malattie infiammatorie e respiratorie, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva e l’asma da adulti.

Studi in laboratorio hanno evidenziato come le polveri sottili siano responsabili di disfunzioni legate proprio allo sviluppo di malattie polmonari, nonchè a variazioni nelle risposte immunitarie del nostro organismo, con danni permanenti.

Non è una sorpresa che gli aumenti dei tassi di particolato (PM) nell’atmosfera siano associati ad un aumento di ricoveri ospedalieri per sintomi respiratori inclusa l’asma, osserva il Dott. Cormier. Di nuovo c’è invece scoprire che l’esposizione a livelli elevati di particolato durante la prima infanzia suscita effetti a lungo termine sulla funzione polmonare e incide sullo sviluppo polmonare dei bambini.


Questi risultati potrebbero essere di particolare importanza perché la US Environmental Protection Agency, infatti, non regolamenta ancora le emissioni di polveri sottili.

Secondo il National Institutes of Health, più di 12 milioni di americani attualmente sono ammalati di BCPO e altri 12 milioni probabilmente lo sono ma non lo sanno ancora. L’asma è la malattia cronica più comune durante l’infanzia e colpisce, secondo le stime, 6,2 milioni di bambini solo negli Stati Uniti.

[Fonte: Louisiana State University Health Sciences Center (2009, July 23). Infant Inhalation Of Ultrafine Air Pollution Linked To Adult Lung Disease. ScienceDaily. Retrieved July 24, 2009, from http://www.sciencedaily.com­ /releases/2009/07/090722123751.htm]

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Eco-News Tratto da "La Voce dell'Emergenza"

Inceneritori e tumori: è omicidio colposo

Sarà il sostituto procuratore della Repubblica di Forlì, Filippo Santangelo, titolare dell’inchiesta sugli inceneritori di Hera e Mengozzi, a decidere se procedere anche con l’accusa di omicidio colposo in seguito alla morte del bambino di 11 anni stroncato da una rara malattia, la “Rabdomia Sarcoma“. La patologia, un tumore ai tessuti molli, gli era stata diagnosticata nel 2006. Per alcuni esperti, la malattia potrebbe esser imputabile a sostanze inquinanti in aria. Quindi anche alle emissioni degli inceneritori. La vicenda del bimbo era finita in tribunale, con il pm Santangelo che aveva aperto un’inchiesta per abuso d’ufficio, falso ideologico e getto pericoloso nei confronti dei titolari dei due impianti.
Gli indagati sono il responsabile della divisione ambiente Romagna per il gruppo Hera, il 55enne Claudio Dradi, ed il responsabile dell’inceneritore di rifiuti ospedalieri, Enzo Mengozzi.
In aula si sono scontrati i periti nominati dal giudice per le indagini preliminari Michele Leoni e quelli delle strutture. A tutelare la famiglia l’avvocato Roberto Roccari. Tra le parti lese anche le associazioni come la sezione forlivese del Wwf ed il “Clan Destino“. Secondo Hera non c’è alcuna irregolarità in quanto gli impianti - costruiti secondo le migliori tecnologie internazionali - rispettano i parametri previsti dalla legge. Al momento sono state svolte tre udienze. La prossima è fissata per il 19 settembre. (romagnaoggi.it)

2009/07/23 "Un coro di No al Potenziamento della Centrale Tirreno Power"

"Un coro di "No al Potenziamento della Centrale Tirreno Power"

Tirreno Power Vado Ligure

Quiliano. Un maggiore protagonismo da parte degli enti locali territoriali nella vertenza sull’ampliamento della centrale di Tirreno Power. Sarà questa la politica su cui punterà Alberto Ferrando, sindaco di Quiliano, località che insieme a Vado Ligure ospita il sito.

Secondo il primo cittadino sarà inoltre prioritario un sempre più ampio coinvolgimento delle amministrazioni del comprensorio: “L’impatto di una centrale termoelettrica si fa sentire nel raggio di una cinquantina di chilometri - sottolinea -. Penso quindi che non solo Savona, Bergeggi, Spotorno e Noli debbano far sentire la loro voce, ma anche le cittadine del levante, che subiscono pure gli ‘influssi’ dell’impianto di Genova e sono letteralmente prese tra due fuochi”.

Ferrando sta lavorando per costruire, insieme al Comune di Vado, un tavolo che metta a confronto Tirreno Power, le associazioni ambientaliste e l’ordine dei medici, aperto al contributo ed alla partecipazione di tutti i consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione.

» Tirreno Power: Vado ligure il Sindaco Caviglia annuncia battaglia

Vado Ligure. “Ci vedremo con Tirreno Power nei prossimi giorni, confermo che ci sono stati contatti con la richiesta dell’azienda di un incontro. Studieremo nei dettagli il progetto, tuttavia resta fermo un punto: questa amministrazione è contraria a qualsiasi ipotesi di ampliamento del gruppo a carbone”. Il giorno dopo la presa di posizione di Tirreno Power sulla centrale termoelettrica di Vado Ligure il primo cittadino vadese Attilio Caviglia risponde al direttore generale Giovanni Gosio.

Il nuovo gruppo a carbone porterebbe ad un aumento delle emissioni inquinanti, e anche eventuali progetti con l’uso di nuove tecnologie sono tutti da verificare - prosegue il sindaco Caviglia - Comunque, metteremo al lavoro i nostri tecnici e quelli dell’Arpal per avere un quadro preciso della situazione ambientale”.

E in caso di via libera dai ministeri competenti: “Vedremo i decreti, in particolare quello del ministero dell’ambiente, spesso queste disposizioni contengono diversi paletti per le aziende. Nel caso le prescrizioni del ministero non fossero confacenti ai desideri del Comune ci opporremo con tutte le nostre forze all’ampliamento e qualsiasi piano di sviluppo energetico dannoso per la salute dei vadesi e dei cittadini del comprensorio”.

22-07-09 No al terzo gruppo a carbone: scende in campo anche il Comune di Noli Sindaco Repetto

Riceviamo dal" Comune di Noli" e pubblichiamo

COMUNICATO STAMPA COMUNE DI NOLI

Noli, 22 luglio 2009

L’Amministrazione Comunale di Noli esprime il proprio disappunto per la firma, da parte del Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo, del decreto che autorizza Tirreno Power alla realizzazione di un nuovo gruppo a carbone da 640 Mw, (in aggiunta agli attuali 1.420 prodotti da due gruppi a carbone e uno a metano).Stigmatizza il comportamento del Ministro, che in un mondo che cerca di ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera e che va verso l’utilizzo di energie rinnovabili, in palese contrasto con gli impegni assunti dal recente G8, autorizza a Tirreno Power, per soli fini speculativi l’ampliamento della centrale con l’utilizzo di combustibile fossile, non tenendo conto della contrarietà dei Comuni di Vado e Quiliano, della Provincia di Savona, della Regione Liguria, e di tutti i comuni limitrofi.
L’Amministrazione Comunale di Noli nel ribadire la ferma contrarietà ed opposizione al progetto di Tirreno Power, sia perché ritiene sbagliato ed ormai anacronistico produrre energia bruciando carbone invece di incentivare la produzione da fonti rinnovabili ed ecologiche, sia perché incrementare la combustione di carbone andrà sicuramente a peggiorare l’attuale qualità dell’aria, si dichiara fin da ora pronta a sostenere la battaglia istituzionale che dovrà coinvolgere tutte le amministrazioni locali.
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Tratto da Primocanale
24/07/2009


Sindaco Berruti: "No ampliamento centrale"
Il sindaco di Savona, Federico Berruti, questa mattina è intervenuto a Primocanale sul tema dell'ampliamento della centrale Tirreno Power di Vado Ligure: "Accetto l'invito lanciato dal neo sindaco Caviglia, lavorerò con loro per fermare quel progetto. Non ho nulla contro l'azienda che è sana e solida, tuttavia il mondo va nella direzione opposta al carbone"

Tratto da Ivg

Regionali 2010 e Tirreno Power: parla Franco Zunino assessore regionale all'ambiente guarda il Video


22-07-09 Ampliamento centrale elettrica: il Forum Ambientalista annuncia battaglia

Vado Ligure: Forum Ambientalista ricorre al Tar per centrale
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“Faremo ricorso al Tar per fermare il potenziamento a carbone della centrale Tirreno Power di Vado Ligure”. Ad annunciarlo è Ciro Pesacane, presidente del ...

22-07-09 Tirreno Power, “Ecologisti democratici” contro il terzo gruppo a carbone

Vado: ampliamento Tirreno Power, critiche dagli ecologisti

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Ecologisti democratici contestano la decisione del Governo sul potenziamento della centrale termoelettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. ...

Vado: caso centrale, Cobas "ecco il volto del Governo"

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"Infine,per chi aveva dei dubbi,si è manifestato il vero volto del centro-destra.Il Ministro dell'Ambiente,Prestigiacomo,ha autorizzato l'ampliamento del ...


Vado: centrale, l'intervento di Ravera e Olivieri (Prc)
Savona news - ‎21/lug/2009‎
"Si inneggia al federalismo, alle autonomie locali, ma il Governo Berlusconi prodece dritto per la sua strada incurante dei cittadini e dei territori. ...


Ampliamento centrale, Legambiente: “Impugneremo gli atti”
Il Vostro Giornale - ‎21/lug/2009‎
Savona. Duro commento di Legambiente al decreto con cui il ministro Stefania Prestigiacomo, su parere della commissione tecnica di Valutazione di Impatto ...

Vado: Uniti per la salute, una email sul decreto Via

Savona news - ‎20/lug/2009

"Apprendiamo dal sito del ministero dell'ambiente che il ministro Stefania Prestigiacomo ha firmato il decreto relativo alla Valutazione di Impatto ....


Tratto da Uomini Liberi ........LEGGI TUTTO L'INTERVENTO DI MIMMO FILIPPI
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2009/07/26 "Il MODA risponde a Rossello della CGIL : alcuni sì distruggono l’ECONOMIA e la SALUTE"

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Tratto da "Primonumero.it"

Un articolo che ci è piaciuto e che portiamo alla vostra attenzione perchè è una fotografia ,che ci deve far meditare,di molte realtà della nostra bella ma sfortunata Italia ...........e che deve soprattutto far capire a politici ,amministratori e cittadini qual'è la direzione giusta e intraprenderla con coraggio e deteminazione

Punto per punto, una risposta a Vitagliano

di Marcella Stumpo

Caro Gianfranco, dal lontano 1995 siamo su fronti opposti riguardo allo sviluppo e al diritto all’informazione: niente di nuovo, dunque, ma sento di dover rispondere ad alcune tue affermazioni, se non altro perché non c’è stata lotta civica per la crescita di questo territorio che non mi abbia visto in prima fila, insieme a tantissimi cittadini di buona volontà, sin dai tempi del Coordinamento Ambiente-Salute che certo ricorderai, almeno per i fastidi che diede al Nucleo e alle chimiche. Voglio perciò richiamare alcune tue frasi e provare a dimostrarti che spesso,come diceva un grande della nostra letteratura, “parli di nulla”.


“Mai…le valutazioni di impatto ambientale e sulla salute hanno evidenziato criticità”. Bene,vogliamo ricordare ai cittadini come vengono effettuate queste valutazioni, per esempio quella della turbogas, e cioè su dati e rilevazioni forniti dalla ditta proponente e non incrociati con quelli delle altre decine di impianti presenti sul sito? Vogliamo dire una volta per tutte che i dati relativi al Nucleo sono rilevati dal Nucleo stesso, che per anni dopo l’alluvione le macchine rilevatrici sono rimaste inutilizzabili, che i controlli previsti dalla legge sono svolti non a sorpresa, ma dietro preavviso ?


“Gli insediamenti di chimica…hanno dato lavoro stabile a oltre 400 addetti”. Parliamo dunque di congruità dei vantaggi rispetto ai rischi, come dici tu: tre impianti ad alto rischio in un’area ad elevata sismicità e rischio alluvionale, a valle di una diga, nella foce di un fiume, in una zona naturalmente destinata all’agricoltura di eccellenza e al turismo, senza nessuna conoscenza da parte della popolazione delle vie di fuga, di cosa fare in caso di incidente, nel buio più totale riguardo a quali sostanze si lavorassero e si producessero (almeno fino a che non abbiamo provveduto noi ad un minimo di informazione): beh,mi sembra uno splendido esempio di rapporto positivo danno-beneficio, soprattutto considerando che si è barattato il futuro di intere generazioni e si è calpestata l’opposizione popolare (c’è stata, Gianfranco, c’è stata, e da subito) per il classico piatto di lenticchie. 400 posti sono tanti nelle nostre terre, ma se ne potevano certo ricavare molti di più se solo si fosse stati capaci di una vera pianificazione territoriale in grado di guardare un po’ più lontano del solito immediato ritorno elettorale dei posti di lavoro promessi.


“I dati epidemiologici che io conosco…evidenziano..patologie che ..rientrano nei limiti medi…Mai c’è stata evidenza di una casualità diretta tra patologia e lavorazioni industriali”. Voglio qui dire molto chiaramente una cosa, e credo di essere una delle pochissime persone in grado di farlo: non esistono, ripeto, non esistono dati epidemiologici specifici relativi al Basso Molise, e più precisamente ai paesi insistenti sul Nucleo Industriale. Lo studio iniziato da noi della Fondazione Milani con l’Istituto Superiore di Sanità è ancora lontano dalla conclusione, grazie anche alla scarsa collaborazione di chi dovrebbe fornire alcuni dati, e non è mai stato fatta nessuna indagine mirata e specifica su zona ristretta che aggregasse popolazione, zona di residenza, attività lavorativa,mortalità, morbilità,inquinamento atmosferico e sostanze lavorate in zona. Quindi, di cosa parliamo? Eviterei certi toni messianici e di sicurezza assoluta, per amor di decenza, specie ricordando quante volte i cittadini spaventati dai troppi casi di tumore si sono rivolti alle autorità amministrative chiedendo chiarezza,senza ottenere altro che silenzi. Tu sei stato anche assessore alla sanità, se non sbaglio, quindi saprai a cosa mi riferisco…


Oltretutto, val la pena di ricordare ancora una volta che è diritto sacrosanto di ogni cittadino sapere esattamente cosa producono le industrie del suo territorio, qual è la situazione dal punto di vista ambientale, cosa c’è nell’aria, nella terra e nell’acqua intorno a lui, se ci sono incidenti, quali sono i piani di evacuazione: ti risulta che questi requisiti siano stati e siano rispettati nella gloriosa crescita industriale di cui ti vanti di essere stato l’artefice? E nella moderna letteratura epidemiologica ambientale l’onere della prova non è più quello della nocività, a carico dei cittadini, per fermare un’industria non voluta, ma è quello della assoluta non nocività, a carico delle imprese e delle amministrazioni, prima di dare un’autorizzazione.


Per la turbogas…convinto dell’assoluta compatibilità ambientale…le sue emissioni sono molto meno significative di quelle che derivano dal traffico e dal riscaldamento domestico…” Mi limito a rimandare chi legge ai dati spaventosi forniti a suo tempo dal dott. Armaroli e dal dott. Po sulla effettiva produzione di inquinanti e polveri sottili di una centrale turbogas e sulle conseguenze e i costi sanitari. Ricordo solo che in quello studio si paragonava l’impatto di una centrale come la nostra all’inquinamento totale prodotto dal traffico dello snodo autostradale di Bologna, uno dei più grandi d’Italia. Vale forse di più la tua competenza scientifica di quella di un ricercatore del CNR e di un medico specialista?


“Ogni attività insediativa arricchisce il territorio e il paese…nessuno ha ingannato i cittadini nel consentire l’insediamento di una attività… Sorvolo sull’assoluta genericità della prima affermazione, talmente priva di significato in se stessa da non meritare commento: cosa vuol dire? che si può installare tutto prescindendo dalle conseguenze e dai controlli? Perché sappiamo tutti che il punto dolente di tutta questa storia sono i controlli, vero? Quanto al non aver ingannato i cittadini, se la memoria non inganna me, le inchieste giudiziarie aperte sulla centrale ammontano a tre o quattro tra Milano, Larino e Campobasso. Qualcosina che non va ci sarà,che dici, o tutte le toghe rosse d’Italia si stanno concentrando per spirito persecutorio sulla turbogas di Termoli?


E infine, la ciliegina sulla torta, quella che ti induce a chiederti se c’è un limite alla sfacciataggine umana: ”oggi…non avrei dubbi nel rifiutare richieste di insediamenti sensibili…”. Vediamo se ho capito bene: consideri un titolo d’onore aver portato qui le industrie più pericolose e spesso inutili (sappiamo tutti che il Molise era quasi in pari come fabbisogno energetico prima della turbogas), ti definisci il padre del cosiddetto sviluppo delle nostre terre, e poi dici che ora basta così, grazie, abbiamo già dato? Quindi, se le parole hanno ancora un senso, ammetti di aver condotto questo territorio sull’orlo del baratro ambientale e sanitario. O forse vuoi dire che i troppi malati di tumore sono tutti ipocondriaci con patologie immaginarie? D’accordo,nessuno può dire perché ci si ammala, ma certo questa terra non è stata risparmiata da nessun esperimento folle di chi, come te, credeva che industrie inquinanti, agricoltura, turismo e pesca potessero allegramente convivere. E noi dovremmo anche ringraziarti oggi, immagino, perché, bontà tua,ora hai deciso che può bastare così.


Concludendo, caro Gianfranco, credo che il concetto principale che ti sfugge sia questo: non si decide il futuro di un territorio sulla testa di chi ci vive,e non si prendono decisioni,da amministratore o da dirigente di un ente, senza aver in mente al primo posto il bene pubblico e solo quello. Perché etica e politica devono seguire gli stessi percorsi e avere le stesse regole, anche se a te fa comodo dire il contrario; diversamente, politica non è più quello che intendevano i greci, legato alla polis (l’insieme dei cittadini), ma diventa esercizio di potere e della convenienza individuale.

(Pubblicato il 22/07/2009)

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24 luglio 2009

2009/07/23 " La bella addormentata nel ministero dell'ambiente che rischia l'estinzione"nonostante il potenziamento di Centrali a Carbone

Tratto da" Greenreport"
"La bella addormentata nel ministero dell'ambiente che rischia l'estinzione"

La Bella addormenta, usando l'appellativo che Greenpeace ha coniato per il ministro Stefania Prestigiacomo, sì è svegliata, ma potrebbe essere ormai tardi per salvare il suo scettro e anche il regno, inteso come Ministero dell'Ambiente. L'elemento sul quale si gioca non solo il ruolo del ministro in carica ma, problema assai più grave, il dicastero stesso che amministra le materie ambientali è messo in crisi dall'articolo 4 del Ddl anticrisi approvato ieri dalle commissioni Finanze e Bilancio della Camera e che, come ha scritto la Prestigiacomo, «sopprime di fatto il ruolo del ministero dell'Ambiente nel delicato iter autorizzativo per la realizzazione di centrali di produzione e per le reti di distribuzione di energia, ed esautora ogni ruolo degli enti locali».

Una norma mai vista in precedenti atti di governo che non «hanno mai escluso le tutele ambientali e della salute dei cittadini, imposte dal diritto comunitario- sottolinea la Prestigiacomo- che invece, con questo articolo, passerebbero ad un unico soggetto che da solo, si pretende, dovrebbe sostituire le competenze dei 60 esperti della commissione Via-Vas, e dei 20 della commissione Aia nonchè di professionalità capaci di coniugare tutela ambientale e sviluppo».

E non è un caso che quest'articolo sia stato invece fortemente difeso dal collega Roberto Calderoli, che si dice «sorpreso e sconcertato per le dichiarazioni ed il risentimento espressi dal ministro Prestigiacomo», dal momento che da qualche tempo la Lega non fa mistero di un disegno volto a cancellare il ministero Ambiente, per accorpare le relative competenze al ministero dell'agricoltura, presieduto, guarda caso dal compagno di partito Zaia.

Ma al di là delle diatribe interne alla maggioranza e delle scaramucce tra colleghi ministri, il problema vero sta nello svuotamento progressivo del ministero Ambiente, su cui gran parte delle responsabilità risiedono proprio in chi lo ha condotto a questo punto, ossia la stessa Prestigiacomo, che si trova a difendere adesso un territorio già nei fatti depredato e che potrebbe essere ricordata solo per aver prodotto la Carta di Siracusa, che contiene tante belle cose e importanti per la salvaguardia ambientale, che lei è la prima a non portare avanti.

E i contenuti dell'art.4 del ddl anticrisi, che tra l'altro pare assai difficile a questo punto mutare, dal momento che come gran parte dei provvedimenti voluti dal governo pare essere destinato ad un voto di fiducia, non fanno altro che aggiungersi agli atti di indebolimento di cui il ministero è già stato oggetto. Quindi questa norma inserita come elemento di semplificazione per rendere più snello e veloce l'iter di autorizzazione delle reti elettriche, ma che per ammissione della stessa Prestigiacomo «potrebbe perfino applicarsi alle centrali nucleari» non fa altro che aggiungere un ulteriore tassello ad un disegno di indebolimento delle questioni legati alla tutela ambientale, che risultano poco congeniali all'idea di sviluppo che questo governo porta avanti come bandiera. Un disegno ampiamente condiviso dal ministro dell'ambiente sino a che non si è vista privare delle proprie competenze.

«Ha ragione il ministro Prestigiacomo quando afferma che il provvedimento anti crisi è deleterio per l'ambiente. Peccato che se ne accorga solo ora» ha dichiarato Ermete Realacci che ha rilevato come «il Dl prevede norme sicuramente gravissime che indeboliscono non solo il ruolo del ministero dell'Ambiente e delle istituzioni territoriali, ma anche la difesa dell'ambiente e della salute dei cittadini».

Dello stesso avviso Legambiente che dice che è una preoccupazione che esprime da tempo perché convinti «che l'indebolimento del ministero dell'Ambiente sia una deriva pericolosa e nociva per il Paese».
Peccato appunto che il ministro si ravveda solo adesso, quando potrebbe ormai essere davvero troppo tardi.

"Per lei o per noi?............."

Tratto da Strill.it

Centrale a carbone: nel DL anticrisi la norma "salva SEI"


di Antonino Monteleone - L'iter per la concessione dell'autorizzazione unica ai sensi della legge 55/2002 proposto dalla SEI Spa la società costituita per la realizzazione di una centrale a carbone da 1200 megawatt è fermo al Ministero delle Attività Produttive

in attesa delle determinazioni del Ministero dell'Ambiente. Ma nel frattempo la Regione Calabria, con delibera di Giunta n.686 del 6 ottobre 2008ha negato l'intesa e trasmesso la determinazione in conferenza dei servizi. Un atto finale perché l'intesa positiva, da parte delle Regioni interessate ai singoli progetti di costruzione di nuove centrali per la produzione di energia elettrica, prevista nella legge che descrive termini e modalità per l'ottenimento dell'' "autorizzazione unica" è - secondo interpretazione della Corte Costituzionale - un atto essenziale in mancanza del quale l'iter deve fermarsi senza appello.

Ma un comma del decreto anticrisi licenziato dalla Commissione Bilancio della Camera se approvato definitivamente riaprirebbe la partita escludendo il parere delle Regioni, quindi dei territori, da ogni procedimento autorizzativo per centrali elettriche su tutto il territorio nazionale e di qualunque tipo.

Come riportato da strill.it nei mesi scorsi la parola fine nella vicenda "Saline Joniche" non era ancora stata realmente scritta. Vuoi per il ritardo della Regione nell'adottare la delibera di denegata intesa che in sede di conferenza dei servizi ha preferito inizialmente far valere le ragione del piano energetico regionale (un atto giuridicamente subordinato alla legge nazionale); vuoi perché l'iter era stato sospeso - dalla stessa conferenza dei servizi - poiché le carte del progetto erano passate di mano al Ministero dell'Ambiente per le valutazioni di competenza.

Molti ricorderanno che fu proprio la SEI, il 19 settembre scorso, con una propria lettera - avendo capito che il parere contrario della Regione sarebbe stato definitivo a chiedere la sospensione dell'iter autorizzativo. Un'operazione più mediatica che di sostanza.

La risposta del Ministero delle Attività Produttive fu secca ed immediata: il procedimento è "già sospeso", dunque la richiesta di sospensione non cambiava di un millimetro la situazione che si era venuta a creare.

Era impossibile, nonostante il silenzio stampa, che un progetto da 1 miliardo di euro sparisse con una letterina dai piani di una multinazionale come Ratia Energia consorziata con il Gruppo Hera, Foster Wheeler ed APRI Sviluppo.

Vano ogni tentativo di contattare, tramite l'ufficio stampa SEI, l'amministratore delegato Fabio Bocchiola per capire qualcosa in più delle intenzioni della società.

Oggi è facile comprendere il perché.

Qualche segnale era arrivato quando sul sito si SEI (www.progettosei.it), fermo da mesi, era dapprima comparsa la notizia del cambio dei componenti la commissione VIA (valutazione d'impatto ambientale) avvenuta in forma di vero e proprio "spoil system" ad opera del nuovo Governo. Secondo gli ambientalisti una "epurazione" di elementi troppo "rigidi" in una commissione delicatissima che decide le sorti di progetti milionari che racchiudon le aspettative di gruppi impenditoriali molto influenti.

Nel testo approvato ieri all'articolo 4, Interventi urgenti per le reti dell'energia, vengono individuati "gli interventi relativi alla produzione, alla trasmissione e alla distribuzione dell'energia, da realizzare con capitale prevalentemente o interamente privato" per i quali il Governo nominerà "uno o più commissari" in grado di emanare "gli atti e i provvedimenti di competenza delle amministrazioni pubbliche, occorrenti all'autorizzazione e all'effettiva realizzazione degli interventi, nel rispetto delle disposizioni comunitarie, avvalendosi ove necessario dei poteri di sostituzione e di deroga di cui all'articolo 20, comma 4, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2".

Tradotto dal burocratese significa che - nel caso di una centrale costruita con capitale in prevalenza privato, proprio come quella nelle intenzioni di SEI Spa - il commissario agisce senza i vincoli del Ministero dell'Ambiente, ma, soprattutto, senza i vincoli delle Regioni che non potranno in alcun modo interferire su una materia che, comunque, costituzionalmente è regolata da legislazione concorrente.

Scongiurare il rischio di installare un impianto da 4mila tonnellate l'anno di polveri sottili, solfati e nitrati e 10 milioni di CO2 (dati ufficiali SEI) forse è possibile, per la Regione, impugnando la nuova disposizione davanti ai Giudici della Consulta.

Dopo gli impegni presi al G8 per la riduzione delle emissioni nocive ed il cambio di rotta di tutti gli Stati membri dell'Unione Europea che hanno puntato tutto su energie rinnovabili sarebbe un peccato mandare al diavolo le belle parole.

Posto che il carbone rappresente l'esempio scolastico del "non rinnovabile" ed altamente "inquinante".


23-07-2009 REGGIO CALABRIA: PRC, GOVERNO IMPORRA' NUOVE CENTRALI A CARBONE
(ASCA) - Reggio Calabria, 23 lug - ''Il Governo Berlusconi intende imporre ai territori la realizzazione di nuove centrali a carbone e a turbogas, senza che sulla decisione possano intervenire gli Enti locali e, in particolare, le Regioni. A subirne le prime conseguenze saranno la Calabria e la provincia di Reggio che, nonostante le lotte e il fronte comune messo in piedi dalle istituzioni del posto, rischiano di veder riemergere l'incubo della centrale a Saline Ioniche, progettata dalla multinazionale svizzera SEI''. Lo sostiene il Consigliere provinciale di Reggio Calabria, Omar Minniti, capogruppo del Prc.''Costruire nuove centrali sara' possibile, grazie ad un articolo del cosiddetto Decreto Legge anticrisi, il n.4, inerente gli 'Interventi urgenti per le reti dell'energia'.Tale articolo permettera' alle ''centrali costruite con capitale in prevalenza privato'' - e' il caso della SEI - di aggirare i vincoli delle Regioni e rendere carta straccia le Valutazioni d'Impatto Ambientale. Competera' al Governo la nomina di ''commissari'' con il compito di emanare ''gli atti e i provvedimenti di competenza delle amministrazioni pubbliche, occorrenti all'autorizzazione e all'effettiva realizzazione degli interventi''.
''Si tratta di una decisione gravissima - dice Minniti - che contraddice anche gli impegni effimeri e pro-forma contro l'inquinamento assunti dal Governo durante il vertice del G8, contro la quale e' necessario opporsi da subito con veemenza, anche attraverso il ricorso ai giudici della Consulta. E' opportuno che tutti i Sindaci, i Consigli comunali, la Provincia, la Regione, tutte le forze politiche e le associazioni, che in questi mesi si sono battute contro la 'morte nera' di Saline, facciano sentire, ancora una volta, il proprio dissenso, pressando anche sulla rappresentanza parlamentare calabrese e tornando ad occupare le piazze''.



ENERGIA: PD, RICONVERSIONE CENTRALE PORTO TOLLE MINACCIA PER AMBIENTE
(ASCA)
- Roma, 23 lug - ''Il via libera alla conversione a carbone della Centrale di Porto Tolle, una delle centrali elettriche Enel piu' grandi d'Italia, rappresenta una delle vicende meno trasparenti che hanno caratterizzato l'operato del Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo''. Lo afferma Alessandro Bratti deputato del Pd della commissione Ambiente della Camera: ''di fatto decreta la fine del Parco del Delta del Po costituendo una minaccia per l'ambiente e per la salute dei cittadini''.

''Il Ministro Prestigiacomo
- afferma Bratti - spaccia l'autorizzazione della conversione a carbone della Centrale elettrica come simbolo di trasparenza e di tutela del territorio. Il Ministro deve avere imparato molto dal premier in tema di messaggi che ribaltano la realta' dei fatti.Da diversi mesi - avverte - ho chiesto ufficialmente in Commissione ed in Aula di avere l'istruttoria tecnica della procedura di valutazione ambientale riguardo alla conversione della centrale e ad oggi, nonostante le rassicurazioni del Sottosegretario Menia, nulla mi e' stato consegnato. Inoltre - sottolinea il deputato - a proposito di trasparenza, per poter dare il via libera all'operazione di conversione a carbone, il Governo ha introdotto un apposito articolo nel provvedimento riguardo alle 'quote latte' per poter andare in deroga alla legge regionale del Veneto che prevedeva la riconversione dell'impianto unicamente a gas naturale. Una vera e propria resa del Ministro Prestigiacomo che ancora una volta ha dovuto abdicare al suo ruolo a favore della logica del Ministro Scajola volta a considerare la tutela ambientale un fastidioso orpello allo sviluppo economico''.

''Mi aspetto una forte presa di posizione da parte delle autorita' locali,dalle regioni e dalle associazioni ambientaliste. Le popolazioni di vaste aree della Pianura padana subiranno gli effetti negativi di questa operazione senza trarre nessun beneficio ambientale nel nome di vantaggi economici che non ricadranno se non in minima parte sulle comunita' interessate. La centrale che da diversi anni funzionava a scartamento ridotto, con l'operazione di riconversione a carbon fossile, contribuira' ulteriormente a peggiorare l'inquinamento dell'aria della Pianura padana, allontanando sempre di piu' la possibilita' - conclude Bratti - di raggiungere gli obiettivi di qualita' dell'aria sanciti dalle recenti direttive europee per la salvaguardia della salute umana''