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30 giugno 2012

I LICHENI UTILI BIOINDICATORI

Tratto da  Architettura ecosostenibile

 I LICHENI UTILI BIOINDICATORI
I licheni sono degli organismi viventi solo in apparenza semplici, in realtà sono composti da: un fungo (micobionte) e da un’alga (foto bionte) specializzatisi per vivere in perfetta simbiosi. Si trovano in quasi tutti gli ambienti terrestri, dalla montagna al mare, riuscendo a sopravvivere anche in ecosistemi fortemente antropizzati. 
 Tutte queste peculiarità hanno fatto sì che i licheni venissero preferiti ad altri tipi di bioindicatori per rilevare le emissioni nocive in atmosfera.......Forse pochi sapranno invece che i licheni possono essere utilizzati come bioindicatori dell’inquinamento atmosferico e ciò grazie alla loro particolare sensibilità, anche a minime concentrazioni entro i limiti di legge, nei confronti di sostanze tossiche quali: anidride solforosa e ossidi di azoto. In pratica, i licheni non hanno la possibilità di liberarsi delle sostanze contaminanti accumulate al loro interno -precisamente nel tallo- tramite meccanismi di escrezione attiva, come fanno invece le piante superiori........

Licheni-bioindicatori-schema


AAA  LE SOSTANZE NOCIVE E CANCEROGENE
I licheni sono degli ottimi bioindicatori poiché i cambiamenti ambientali possono influire sul loro ciclo vitale come abbiamo visto, ma funzionano anche come dei bioaccumulatori di diverse sostanze inquinanti senza subire danni per periodi di tempo più o meno lunghi conservando anche nelle parti morte la memoria storica degli agenti inquinanti.

Ci indicano dunque la presenza di sostanze nocive nell’aria come: radionuclidi, zolfo, fluoro, idrocarburi clorurati, metalli, polveri sottili e fumi, la cui presenza è dovuta principalmente alla combustione di fonti fossili, all’attività degli inceneritori e delle centrali termoelettriche. La metodica consiste nell’analizzare in laboratorio i talli lichenici mediante spettrofotometri, stimare i livelli medi di deposizione di inquinanti -emessi da particolari sorgenti puntiformi- e rilevare la presenza di sostanze cancerogene o comunque nocive.
Le sostanze che possono essere contemporaneamente dai licheni rilevate sono:      
  • cadmio
  • cromo
  • nichel
  • manganese
  • piombo
  • vanadio
  • zinco
  • elementi radioattivi (cesio 13
......Senza dubbio il bioindicatore può essere utilizzato per individuare possibili zone a rischio per la salute pubblica e quindi per pianificare una successiva ed efficace rete di monitoraggio strumentale risparmiando denaro. 

Ma in Liguria ?Come stiamo a licheni?E a SAVONA?

Tratto da Nonukes

Licheni come biomonitors


...........Campagne di biomonitoraggio mediante licheni nell’area di Vado Ligure

1. Nimis e Castello 1990 (Università di Trieste, specifica per l'effetto della centrale ENEL).
2. Nimis e collaboratori 1998 (Università di Trieste, specifica per l'effetto della centrale ENEL).
3. Giordani et al. 2000 (ARPA + Università di Genova, su scala regionale).
4. Giordani 2003 (Università di Genova, su scala regionale).
 

Biomonitoraggio nell’area di Vado Ligure - Campagna 1990 (Castello et al., 1994)
• Bioindicazione e bioaccumulo (lichene, corteccia) e concentrazione nel suolo.
• 82 stazioni di campionamento selezionate su base preferenziale.
Valori molto bassi di diversità lichenica in tutta l’area di indagine..
Fig. 1 = Da Bergeggi ad Albissola si è rilevato il fenomeno del “deserto lichenico”, situazione in cui, a causa del grave inquinamento, i licheni sono incapaci di sopravvivere.


Biomonitoraggio nell’area di Vado Ligure - Campagna 1998 (Nimis e collaboratori 1998)

Volta alla valutazione della qualità dell’aria in aree potenzialmente influenzate dalle emissioni della
centrale termoelettrica.
Utilizzate due metodiche:
– Bioindicazione (studio della biodiversità lichenica), in 52 stazioni di campionamento
– Bioaccumulo (27 elementi nei talli di Parmelia caperata, tra cui Al, As, Cd, Co, Cr, Fe, Hg,
Cu, V, Zn…. , in 21 stazioni di campionamento)
Fig.2 Campagna 1998: bioindicazione:
Fig. 2 Nel 1998 la mappa di qualità dell’ aria ha dimostrato la persistenza del deserto lichenico, caratteristico di una pessima qualità dell’ aria, paragonabile a quella delle aree maggiormente inquinate della Pianura Padana:
Nel complesso la situazione presenta un alto grado di alterazione: buona parte dell’area presenta condizioni della qualità dell’aria paragonabili a quelle delle aree maggiormente inquinate della pianura Padana..
 “Nella valle di Vado si evidenzia una situazione ambientale fortemente degradata, estesa anche alleprime colline fino a Segno e Piano.
Figura 3) Nella campagna di biomonitoraggio del 2000, eseguita a livello regionale, si è potuto evidenziare come le aree di cattiva qualità dell’ aria ( rosso, arancione e giallo) si estendano , a partire dall’ area di Savona, Albissola, Vado, Quiliano, fino all’ entroterra, interessando tutta la Val Bormida. La Provincia di Savona, con una densità abitativa pari a meno della metà di quella della Provincia di Genova, presenta una situazione di inquinamento diffuso che non ha eguali in tutta la Regione.  


Valga in particolare il confronto con la Provincia di Imperia, ove, a parità di densità abitativa, prevalgono condizioni di qualità dell’ aria molto migliori( colori verde, blu).


Biomonitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico in Liguria – campagna 2003 - Giordani 2004
Liguria: un caso anomalo?


• Contrariamente a quanto osservato in altre aree fortemente urbanizzate italiane ed europee (es.
Londra), non si è assistito ad un miglioramento della biodiversità lichenica. Questo dato è
particolarmente accentuato in P. Sv
( figg. 4-5).
FIG. 4 Biodiversità lichenica su scala regionale: la P Sv dimostra rispetto al resto del territorio regionale un indice di biodiversità lichenica molto più basso, a causa di una peggiore qualità dell’aria.
Fig. 5 = Biodiversità lichenica in P. Sv: anche nel 2003, nonostante anni di funzionamento ridotto della
centrale per lavori di ambientalizzazione, la qualità dell’ aria in tutta la Provincia di Savona si manteneva a livelli molto bassi ( prevalenza di colori rosso, arancione e giallo).Interferenze dovute all’ opera

Atmosfera.
I dati calcolati da Tirreno Power suggeriscono una minima incidenza delle emissioni della centrale rispetto ai valori misurati dalle centraline.
Tale affermazione non è condivisibile perché:
• I dati regionali sul contributo percentuale dei vari macrosettori alle emissioni regionali totali dimostrano come al contrario le centrali termoelettriche diano un contributo molto elevato all’ immissione di inquinanti nell’ ambiente, e come la provincia di Savona, con solo il 17% degli abitanti, sia la principale produttrice di polveri sottili, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, anidride carbonica ( oltre il 50% dell’ intera regione).
( Figg. 1,2,3).
Figura 1: CONTRIBUTO PERCENTUALE DEI VARI MACROSETTORI ALLE EMISSIONI REGIONALI TOTALI DEI PRINCIPALI INQUINANTI In azzurro il contributo delle centrali termoelettriche alle  emissioni regionali. (Dati ARPAL 2005)
Figura 2 ( Sopra, ARPAL 1995 )Gli spicchi gialli rappresentano la percentuale dovuta alla P. Sv all’ apporto totale dei principali inquinanti, che, come abbiamo visto, in Liguria, al contrario della quasi totalità delle regioni
italiane, è principalmente rappresentato dal contributo delle centrali elettriche.
Il Piano Regionale di risanamento e tutela della qualità dell’ aria della Regione Liguria 2006, , dimostra
ancora come nella zona 2b savonese, comprendente i Comuni di Savona, Quiliano e Vado Ligure
, dopo anni di funzionamento dimezzato della centrale, “la centrale termoelettrica è la prioritaria responsabile delle emissioni di ossidi di azoto (68.3%), PM10 ( 34.)%, SOx (97.7%), e di COV (37.9%).”

“Va considerato che le emissioni che derivano dalla centrale termoelettrica hanno ricadute sui tre comuni”.
Il grafico riporta in verde la popolazione espressa in percentuale rispetto agli abitanti totali della
Liguria. Le colonnine blu, azzurre e grigie i principali inquinanti.
Come è evidente la P. Sv, con il solo 17% della popolazione totale, produce dal 40 al 50% degli
inquinanti, superiore anche alla P. di Genova,
con un apporto pro – capite enormemente superiore
rispetto alle altre province, superiore anche di 4-5 volte rispetto alle altre province.
Il grafico, che riporta i dati pubblicati sul piano Regionale della qualità dell’ aria del 2006, ci dimostra come nei comuni di Savona, Quiliano e Vado la centrale a carbone, pur funzionando a regime dimezzato da anni, (colonnina verde), produca una quantità di inquinamento enormemente superiore a tutte le altre fonti ( traffico, industrie, riscaldamento).
........

28 giugno 2012

Quiliano PM 2,5 A di nuovo in corsa.......

  Tratto da Il Cambiamento

Due video tradiscono l'Ilva, 

ancora 'inquinata' l'immagine dell'azienda

Nell'arco di pochi giorni è andata a rotoli la strategia dell'Ilva di Taranto, che stava investendo molto per migliorare la propria immagine aziendale. Quel mondo perfetto descritto dagli spot si è di nuovo incrinato dopo che due video sono stati diffusi da un ambientalista tarantino, Fabio Matacchiera, del Fondo Antidiossina Taranto Onlus, che ha testimoniato come l'industria continui ad inquinare il mare circostante.

di Andrea Degl'Innocenti - 28 Giugno 2012

Ilva inquinamento
I guanti dell'ambientalista che ha girato i video rimangono visibilmente ricoperti da uno strato nero ed oleoso
È bastato un video di pochi minuti per buttare all'aria tutte le strategie di marketing dell'Ilva di Taranto, la più grande acciaieria d'Europa da anni ritenuta responsabile di malattie e inquinamento. Eppure ci avevano provato a ripulirsi immagine e coscienza con dispendiose operazioni pubblicitarie. Da qualche tempo era infatti in corso una promozione dello stabilimento nei confronti della città: veniva edita una nuova rivista, erano trasmessi spot al cinema, finanziate campagne pubblicitarie.. .

“Ilva, c'è un mondo dentro”, era lo slogan affisso alle pareti delle officine. Peccato che questo mondo descritto così minuziosamente, così perfetto, non esistesse. Già le sue deboli giunture avevano iniziato a scricchiolare a metà giugno, quando il giudice per l'udienza preliminare Giuseppe Tommasino aveva confermato il rinvio a giudizio per Emilio Riva, massimo rappresentante dell'azienda, ed altri 28 dirigenti in seguito alla morte di 15 operai deceduti fra il 2004 e il 2010 per malattia professionale. L'accusa ipotizzata dal gup sarebbe di disastro colposo e omissione dolosa di cautele sul luogo di lavoro.
Ma il crollo definitivo è avvenuto pochi giorni fa, con la pubblicazione di due video, entrambi opera dell'ambientalista tarantino Fabio Matacchiera, del Fondo Antidiossina Taranto Onlus. 
Il primo girato il 6 giugno ma diffuso solo attorno al 20, mostra delle chiazze di sostanze oleose nel mare di fronte agli sbocchi delle acque di raffreddamento dei canali 1 e 2 dell'Ilva.
Il secondo, diffuso il 26 giugno, è ancor più agghiacciante. Mostra Matacchiera mentre preleva dei campioni di sedimento dai fondali marini sempre in corrispondenza degli scarichi dell'industria. Come si vede dal video la sabbia, al pari dell'acqua, è completamente nera e bituminosa e lascia sui guanti dell'attivista uno strato oleoso e appiccicoso che non va via.
I due video, già all'attenzione della procura, sono stati accompagnati da un esposto indirizzato ai magistrati, con tanto di filmati e fotografie, in cui si denunciano gli episodi di inquinamento ambientale che spesso si verificano in corrispondenza degli scarichi dell'azienda, nei pressi della rada del mar Grande.
...........
Intanto i video girati dall'ambientalista hanno già fatto il giro della rete. Sembra dunque destinata a naufragare la strategia dell'Ilva che mirava a cancellare dalla propria immagine aziendale le macchie di danni alla salute e all'ambiente. D'altronde si sa, le macchie di petrolio sono fra le più difficili da mandare via. leggi tutto su

Il Cambiamento

POLVERI SOTTILI Quiliano Pm 2,5 di nuovo in corsa.......

Quiliano :PM 2,5  di nuovo in corsa.......





















































 Ecco gli ultimi valori su Ambiente in Liguria delle Pm 2,5 di Quiliano  e a buon intenditor bastano poche parole......Certo che per la nostra salute  tali valori........non sono certamente un toccasana.........


18/06/2012 00:0019/06/2012 00:0044

19/06/2012 00:0020/06/2012 00:0033

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22/06/2012 00:0023/06/2012 00:0030

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25/06/2012 00:0026/06/2012 00:0025

27/06/2012 00:0028/06/2012 00:0042

Brindisi, ''Facciamo Luce su ENEL'', in piazza Greenpeace e NO AL CARBONE


Tratto da Noalcarbone

ENEL, SOTTO PROCESSO CI SEI TU!

Roma, martedì 26 ore 11.30 presso la prima sezione civile del tribunale Greenpeace è chiamata a rispondere al giudice in merito alla querela per diffamazione presentata da Enel.
L'azienda, che si sente offesa nel decoro e nell'immagine, chiede una montagna di soldi, la chiusura di siti web e la sospensione dell'attivismo di Greenpeace.

Brindisi, martedì 26 ore 18.30 presso Piazza Vittoria 
 si replica così:

119 morti premature all' anno
400 ettari di terreno interdetto alla coltivazione
700 milioni di euro il danno sanitario e ambientale (dati 2009).....
 Leggi tutto  su  Noalcarbone  e guarda il Video

27 giugno 2012

Tratto da QualEnergia

EPA contro CO2, storica vittoria per il clima negli Usa

L'agenzia per l'ambiente Usa ha tutto il diritto di regolare le emissioni di CO2, perché sono pericolose. Lo ha stabilito ieri una sentenza della Corte d'appello. Un pronunciamento che è un duro colpo per le lobby delle fonti fossili e che potrebbe portare a una sostanziale moratoria per le centrali a carbone negli Stati Uniti.

L'EPA, l'agenzia per la protezione ambientale Usa, ha tutto il diritto di regolare le emissioni di CO2.
 Lo ha stabilito ieri in una decisione storica il tribunale della Corte d'appello del distretto della Columbia. Una sentenza (vedi allegato) che è un duro colpo per le lobby delle fonti fossili e una vittoria sulla strada per la lotta al global warming.
La storia va avanti da un bel po': dal 2007, quando una sentenza della Corte Suprema (Massachusetts vs. EPA) stabilì che i gas serra sono da considerarsi inquinanti atmosferici pericolosi per via del loro effetto sul clima e che l'EPA poteva dunque regolarli avvalendosi della legge esistente, il Clean Air Act.
Da allora è stata battaglia legale: da una parte l'EPA, che vorrebbe imporre limitazioni sulle emissioni di CO2, dall'altra la lobby delle fonti fossili e dell'industria pesante, appoggiata da alcuni stati come il Texas, che sta facendo di tutto per evitare che ciò accada, compreso il ricorso su cui si è deciso ieri. In gioco infatti c'è l'applicazione di regole molto importanti come quelle che l'EPA ha già scritto nel 2010 sulle emissioni delle auto e quelle che sta scrivendo sulle emissioni delle centrali termoelettriche.
L'ultima sentenza (vedi allegato in pdf) ha dato ragione all'EPA: la sua interpretazione del Clean Air Act come strumento idoneo a regolare anche le emissioni di CO2 è “indubbiamente corretta”. .......
Dunque, dice la sentenza, non solo l'agenzia ha agito correttamente nel classificare la CO2 come sostanza pericolosa per la salute pubblica, ma ha anche il diritto di imporre limiti di emissioni a veicoli e impianti di produzione, decidendo essa stessa tempi e modi.
Soddisfatta ovviamente Lisa Jackson, la direttrice dell'ente, mentre i sostenitori del carbone gridano allarmati, com'era da aspettarsi, per nuovi possibili regolamenti che “puniscono chi crea posti di lavoro”.
La conseguenza più importante di questa decisione – se il prossimo passaggio alla Corte Suprema la confermerà - potrebbe essere infatti una sostanziale moratoria sulla costruzione di nuove centrali a carbone nel Paese. Secondo il regolamento che l'EPA vorrebbe imporre, infatti, le emissioni delle nuove centrali non dovrebbero superare quelle di una centrale a gas: per una centrale a carbone vorrebbe dire dimezzare di fatto le emissioni. In pratica non si potrebbero più costruire centrali a carbone a meno di dotarle di dispositivi per la cattura della CO2 (CCS), tecnologia ancora molto costosa e non pienamente matura.

Centrale di Vado Ligure, via ai controlli

Tratto da IL SECOLO XIX

Centrale Vado, via ai controlli


Vado Ligure - Il ministero dell’Ambiente ha aperto la procedura che dovrebbe portare, nell’arco di circa un mese, al rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale per i due gruppi della centrale termoelettrica Tirreno Power che sono attualmente in funzione. Ieri si è svolta a Roma la riunione dei tecnici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organismo che ha la competenza sull’iter procedurale per l’Aia, con i colleghi degli enti locali (Comuni di Vado e Quiliano, Provincia e Regione) per definire i passi da seguire in vista della conferenza dei servizi che sarà convocata tra una ventina di giorni.
 
Ma subito si è aperto un giallo. L’Aia è di fatto il documento con il quale si certifica la rispondenza alle normative degli impianti di produzione, soprattutto in fatto di rispetto dell’ambiente, ma i comuni di Vado e Quiliano, oltre ai comitati di cittadini, sono già pronti a contestare sia il percorso sia, ovviamente, le conclusioni. Anche perché, una volta ottenuta l’Aia, i due vecchi gruppi potrebbero continuare a funzionare, mentre Comuni e comitati hanno sempre sostenuto che gli impianti stiano operando con emissioni fuori norma.
I tecnici dei Comuni hanno sollevato perplessità sulle valutazioni degli esperti dell’Ispra, chiedendo una settimana di tempo per rivedere i dati contenuti nella bozza di verbale. «Dal punto di vista tecnico – spiega il sindaco quilianese Alberto Ferrando -, non condividiamo né il percorso né il risultato finale che sarà prodotto. Questa procedura si avvicina troppo all’Aia transitoria che era stata prospettata qualche tempo e respinta da noi».( LEGGI)«Alcuni dati sono cambiati rispetto alle valutazioni del passato – conferma il sindaco vadese Attilio Caviglia -, quindi i nostri tecnici hanno chiesto tempo per rivedere nel dettaglio i numeri. 
 Un’altra perplessità riguarda il fatto che verrebbe prevista un’autorizzazione provvisoria di due soli anni, mentre Tirreno Power necessita di almeno otto anni di funzionamento dei due gruppi attuali. (Nota di UPLS ?????) Dobbiamo però leggere con attenzione le carte prima di sbilanciarci in valutazioni certe».
La concessione dell’Aia agli attuali impianti .......L’Aia è una condizione che anche enti locali e comitati chiedono con forza. Ma dal loro punto di vista, il documento non potrebbe essere firmato senza drastici interventi di ambientalizzazione dei due gruppi.

ARCIREPORT:Nelle aree interessate dalle emissioni della centrale a carbone si muore di più

 Il terzo articolo pubblicato da Arcireport  n° 22 a  pag 7 sulla centrale a carbone di Vado Ligure

Nelle aree interessate dalle emissioni della centrale a carbone si muore di più.

Si è visto negli articoli precedenti come la Regione Liguria abbia deciso di rilasciare l’intesa per un nuovo gruppo a carbone da 460 MW nella centrale di Vado Ligure Quiliano (SV).
 In seguito, nel marzo 2012, il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso il decreto autorizzativo.

Questo iter si è sviluppato nonostante le ferme prese di posizione dell’Ordine dei Medici, le evidenze della perizia giurata in tribunale,la contrarietà di 18 amministrazioni comunali, di importanti associazioni e comitati.
Questo iter autorizzativo si è sviluppato nonostante:
- la forte dichiarazione dei sindaci dei comuni
su cui insiste la centrale
(Vado Ligure e Quiliano), che, consapevoli delle loro responsabilità nei confronti dei cittadini e del territorio, hanno espressamente richiesto come azione indispensabile ed urgente «prima di ogni ulteriore determinazione» una valutazione di impatto sanitario (VIS) in riferimento alla Carta di consenso di Goteborg;

- le ‘discrepanze’ in relazione al verbale della conferenza dei servizi del luglio 2011 (atto
propedeutico all’autorizzazione), evidenziate dai Sindaci di Vado Ligure e Quiliano: «Si ritiene che tali divergenze alterino in maniera significativa quanto discusso in sede di Conferenza in riferimento agli elementi sopra riportati, rappresentando una versione non conforme a quanto effettivamente disquisito in merito» e ancora «è evidente come nella versione definitiva del verbale i sopra esposti interventi siano stati modificati». (Dichiarazioni che fino ad ora non risultano mai smentite o confutate da alcuno. Riteniamo trattarsi di una denuncia di enorme gravità che viene non da due persone qualsiasi ma da due sindaci nell'esercizio delle loro funzioni);
 
- non ci risultino misurazioni pubbliche sulle emissioni ai camini! Gli unici dati sulle emissioni in nostro possesso sono quelle rilevate dalla stessa azienda;

- analogamente non risultino misurazioni pubbliche sugli scarichi idrici della centrale (oltre 900 miliardi di litri nel solo 2010 fonte della stessa azienda). Scarichi che confluiscono alla foce del torrente Quiliano;
 
- Arpal nella relazione sull’attività di monitoraggio (2010) indichi proprio in quel tratto di mare inquinanti nei sedimenti con valori elevatissimi. L’Ordine dei Medici in un documento ufficiale scrive «La presenza di metalli pesanti e di idrocarburi policiclici aromatici a livelli enormemente maggiori rispetto alle altre aree liguri, anche portuali, e di oltre cento volte superiori rispetto ai riferimenti normativi, indica una molto probabile derivazione di tali inquinanti dalla centrale a carbone, che rappresenta sicuramente, nell’area, la principale fonte di idrocarburi policiclici aromatici derivanti dai processi di combustione e di metalli pesanti presenti nel carbone (si pensi a questo proposito anche alle grandi quantità di tali sostanze presenti nelle acque reflue della centrale)».

Quelle elencate sono solo alcune delle evidenze che inducono associazioni, comitati,partiti a battersi a tutela e difesa dei loro diritti e per la salute, ma crediamo basterebbero le dichiarazioni dell’Ordine dei Medici della Provincia di Savona «nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della
centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari»

Al di là di ogni altra considerazione ribadiamo ancora una volta che ci pare logico e di elementare buon senso,che, prima di costruire altri impianti (per giunta a carbone), siano approfondite e migliorate la evidenze ambientali e sanitarie dell’intero territorio.
Info: unitiperlasalute@libero.it

26 giugno 2012

ENEL contro Greenpeace, incredibile boomerang mediatico

 Tratto da Ecoalfabeta

ENEL contro Greenpeace, incredibile boomerang mediatico

 La notizia sembra quasi incredibile: ENEL si è rivolta al tribunale per fermare la campagna di Greenpeace contro le centrali a carbone. ENEL chiede di condannare l'associazione ambientalista ad una multa di 10000 € per ogni giorno di prosecuzione della campagna e di 1000 € per ogni attivista che dovesse continuare questa attività.
E' un grave atto di intimidazione da parte dei "Padroni del vapore" nei confronti di cittadini che stanno tentando di rendere il nostro mondo un po' meno peggiore.
Naturalmente Greenpeace non si farà intimidire e questa mossa potrebbe tradursi in un vero e proprio boomerang mediatico per l'antiquato ente energetico italiano.
ENEL ha chiesto di bloccare questo sito.jpg
Se prima circolava soprattutto tra gli addetti ai lavori, ora la campagna contro il carbone si trova su tutti i giornali e molte più persone ne parlano. Il fatto che Golia-ENEL (70 miliardi di € di fatturato) voglia colpire Davide-Greenpeace (58 mila soci), si ritorcerà contro la multinazionale, il cui presidente Giovanni Mancini guadagna la bellezza di 4,5 milioni di € all'anno dalle nostre bollette.

 
Le vecchie centrali a carbone di ENEL producono 26 Mt di CO2 all'anno, circa il 6% delle emissioni italiane. La situazione in quest'ultimo anno è peggiorata, perchè mentre le emissioni italiane  tra il 2010 e il 2011 sono calate del 2,6%, il consumo di carbone nella penisola è aumentato del 7,9%.
Le centrali a carbone emettono decine di sostanze inquinanti e polveri sottili che causano ogni anno nei paesi industrializzati decine di migliaia di morti e centinaia di migliaia di attacchi cardiaci e di asma (vedi Toll from Coal). In un paese in rapido sviluppo come la Cina, dove le regolamentazioni ambientali lasciano molto a desiderare, si stima che ci siano almeno 400000 morti premature ogni anno causate dalle centrali a carbone......



Tratto da Ecoalfabeta

Il carbone fa male ai bambini


Lo sviluppo industriale ha fatto un passo avanti, poichè non guarda in faccia  nessuno e consegna i prodotti di combustione del carbone (tra cui nanoparticelle e PAH, idrocarburi policiclici aromatici) a tutti i bambini, buoni o cattivi che siano.
Da parte loro i bambini farebbero volentieri a meno di questi regali, dal momento che rubano il loro bene più prezioso: la salute.
Un gruppo di ricercatori di università cinesi e americane ha studiato l'effetto della presenza di una centrale a carbone sullo sviluppo di 217 neonati, le cui madri (non fumatrici) vivono a meno di 2 km dall'impianto. 110 di questi bambini sono nati nel 2002prima della chiusura della vecchia centrale,  mentre altri 107 sono nati nel 2005, dopo la sua chiusura. Tutti sono stati sottoposti al test di Gesell per la valutazione dei ritardi nello sviluppo.
Bambini%20con%20ritardo%20a%20Tongliang.JPG
I risultati (grafico qui sopra) sono piuttosto impressionanti. I bambini sottoposti all'inquinamento della centrale hanno il triplo di probabilità di presentare ritardi nello sviluppo generale e nelle abilità motorie e sociali. Presentavano inoltre peso, altezza e circonferenza craniale significativamente minori della media . Durante il periodo di funzionamento della centrale, la concentrazione di PAH era 3,5 volte superiore.
Questo è il lato oscuro e avvelenato della crescita economica.
I cantori dello sviluppo obietteranno che la centrale di Tongliang era vecchia e fumosa, mentre le nostre centrali sono naturalmente "pulite". A quando allora uno studio epidemiologico simile per i neonati nei presso delle centrali italiane? (inceneritori compresi, naturalmente).

Savona: Polveri sottili, è allarme rosso.

 Tratto da Il Secolo XIX

Polveri sottili, è allarme rosso

Simone Schiaffino

 Savona - Sono un nemico invisibile per la salute dei cittadini, e sono prodotte da diverse sorgenti: motori a scoppio, usura di pneumatici, freni e asfalto, impianti di riscaldamento delle abitazioni, in particolare quelli a gasolio.
Parliamo delle polveri sottili, chiamate anche Pm 10: uno dei fattori inquinanti che maggiormente è sotto la lente dell’Arpal. Il Dipartimento provinciale savonese dell’agenzia per l’ambiente ligure ha raccolto e comparato i dati dello scorso anno, sulla qualità dell’aria, ed i risultati - inviati a Comune e Provincia - non sono affatto buoni...........
Quello che balza agli occhi, osservando la relazione che Arpal ha scritto a Comune e Provincia, è l’entità dei superamenti: come detto il limite giornaliero è di 50 microgrammi di Pm 10; il 23 dicembre 2011, ad esempio, la centralina Arpal ha registrato un valore di 216; il giorno seguente di 116. Dati che, nonostante a livello di media annuale non ci siano violazioni della legge, la dicono lunga sulla qualità dell’aria che si respira a Savona, in particolar modo a Villapiana. «Il fatto che in questa zona di Savona, e non in altre, si verifichi il picco di inquinamento dipende da più fattori - proseguono da Arpal - C’entra la morfologia della città, e di alcune strade che creano il cosiddetto”effetto canyon” (incanalamento dell’aria) oltre all’influenza delle correnti aeree e del fattore meteorologico.........

E.....LA CENTRALE A CARBONE?????
Motori a scoppio, usura di pneumatici, freni e asfalto, impianti di riscaldamento delle abitazioni........... e  la centrale a carbone no?

Forse chi ha scritto l'articolo non sa e non conosce le problematiche per i cittadini correlate con le centrali a carbone ,o non sa che a Savona siamo ,per quanto riguarda le polveri sottili (e non solo)   sotto l' ombrello della centrale Tirreno Power  e che non è nascondendo la testa sotto la sabbia o ignorando la realtà   che si risolve la situazione.
Altri 40 anni di carbone sono troppi per un territorio  e per la salute dei cittadini già pesantemente condizionati da oltre 40 anni di combustione del  carbone. 
Leggetevi  il sottostante articolo Americano e ......metitate
 Publication

Tratto da Clean air task force

The Toll from Coal: An Updated Assessment of Death and Disease from America's Dirtiest Energy Source

Il pedaggio del carbone: una valutazione aggiornata della morte e delle malattie causate  dalla più  sporca fonte energetica americana.Pubblicato: settembre 2010

Tra tutte le fonti industriali di inquinamento atmosferico, nessuna presenta  maggiori rischi per la salute umana e l'ambiente come il carbone delle centrali termoelettriche.
 Le emissioni dalle centrali elettriche a carbone contribuiscono al riscaldamento globale, allo  smog da ozono ,alle  piogge acide, e la conseguenza più importante  di tutte dal punto di vista della salute pubblica - è l'inquinamento da polveri sottili.
 Nel 2000 e ancora nel 2004, il Clean Air Task Force ha commissionato studi approfonditi sull' impatto sulla salute causato dall' inquinamento  atmosferico da polveri sottili  alla nazione da  circa 500 centrali a carbone di grande  potenza. Ogni studio ha incorporato le ultime scoperte scientifiche riguardanti il ​​legame tra inquinamento dell'aria e la salute pubblica, così come le  informazioni delle  emissioni sino ad oggi. Entrambi hanno trovato che le emissioni provenienti dalle  settore dell'energia elettrica è causa negli Stati Uniti di migliaia di morti premature ogni anno e centinaia di migliaia di attacchi cardiaci, attacchi di asma, visite al pronto soccorso, ricoveri ospedalieri, e giorni di assenza.....

Usa, miliardi di dollari per limitare le emissioni ....E in Liguria?



Questo accade in America 

Tratto da  Il Secolo XIX

Impianti a carbone

Usa, miliardi di dollari
per limitare le emissioni

Genova - Le industrie statunitensi che si alimentano a carbone stanno affrontando il più grande crollo degli asset del decennio, rischiando di spendere miliardi di dollari per il controllo delle emissioni inquinanti imposto per legge. 
 La situazione riguarda alcuni tra i maggiori produttori di energia del paese, come la Exelon e la American electric power. Un’indicazione di quanto le suddette normative e la concorrenza del più economico gas naturale stiano effettivamente intaccando l’attività di chi utilizza carbone, ci sarà quando Exelon annuncerà i risultati della prima grande vendita di impianti a carbone negli Stati Uniti negli ultimi quattro anni.
Exelon, la più grande società energetica degli Stati Uniti, potrebbe ricorrere a uno sconto del 40 per cento per tre impianti in Maryland che ha intenzione di vendere entro la fine di agosto. Gli offerenti, tra cui la Nrg Energy, hanno messo a disposizione cifre tra i 600 e i 700 milioni di dollari per strutture il cui valore si aggirerebbe intorno al miliardo. «Questa sarà la prima operazione significativa per le attività dell’industria del carbone dalla recessione» ha rivelato Julien Dumoulin-Smith, analista di Ubs.
La Constellation Energy, comprata da Exelon quest’anno, ha speso un miliardo per rimanere conforme alle norme anti inquinamento. La vendita, la maggiore dal 2008, si colloca in un momento in cui le leggi per regolare le emissioni inquinanti sono particolarmente stringenti e la concorrenza da parte delle industrie alimentate a gas, i cui costi sono ai livelli più bassi degli ultimi dieci anni, è particolarmente agguerrita.

La transazione potrebbe aiutare la American Electric, la GenOn Energy e la First Energy a capire se valga davvero la pena effettuare spese aggiuntive per limitare le emissioni e permettere così agli impianti di rimanere operativi. Secondo quanto rivelato da Dumoulin-Smith, gli impianti statunitensi si stanno convertendo all’impiego di gas e sono in procinto di ritirare 33.000 megawatt di alimentazione a carbone
dopo che la statunitense Environmental protection agency ha inasprito le regole per quanto riguarda le emissioni di mercurio e altre sostanze tossiche. 


Questo invece ......accade in Italia e più precisamente in Liguria

Riportiamo uno stralcio tratto da 

UNITI PER LA SALUTE REPLICA A PD e CGIL: "SENZA SE E SENZA MA"


.......Ribadiamo a proposito di leggi più o meno "permissive"  che intanto le leggi vigenti vanno semplicemente  rispettate "senza se e senza ma"
segnaliamo che  la regione Liguria  a proposito delle prescrizioni condizionanti per il gruppo a turbogas ha ammesso ufficialmente che "in effetti alcuni adempimenti non risultano ancora portati a  termine"  Come è stato possibile avviare gli impianti a turbogas  (in servizio dal 2007) se  nel verbale del 2011 le prescrizioni condizionanti non risultano ancora completamente ottemperate?
le leggi vigenti vanno semplicemente  rispettate "senza se e senza ma":
 gli impianti attuali a carbone sono sprovvisti di autorizzazione ambientale  (AIA) da almeno 5 anni
la stessa centrale a proposito dei sistemi di trattamento fumi ha dichiarato che “non permettono ulteriori improvement tecnologici
 il presidente della Regione  oltre a parlare di "inquinamento colossale" ha dichiarato “ due vecchi gruppi da 330 Mw che sono stati realizzati nel 1971 e che ormai hanno raggiunto la fine della loro vita produttiva...Hanno già 40 anni: non si può pensare di tirare loro il collo ulteriormente” ,
e gli stessi Isetta e Giacobbe avevano chiaramente dichiaratoMancano quindi i presupposti per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per quanto riguarda gli esistenti gruppi 3 e 4 ......Nel ribadire quindi l’opposizione di queste Amministrazioni al rilascio di una nuova autorizzazione per nuovi impianti, si chiede che quella relativa all’esistente sia subordinata alla cessazione della attività dei gruppi 3 e 4"
I sindaci Isetta e Giacobbe, non noi, parlano di cessazione della attività dei gruppi 3 e 4 come condizione preliminare al rilascio dell'AIA. Non ci risulta siano stati smentiti da alcuno.
Oggi invece ci viene proposto come "miglioramento" un altro grande gruppo a carbone e il mantenimento dei due vecchi gruppi così come sopra descritti per almeno altri  nove anni (non ci risultano smentite al nostro comunicato dell' 8 marzo 2011 a proposito di AIA  "transitoria".

 Ne riportiamo un breve stralcio: 
Riassumendo, se abbiamo compreso bene, e vorremmo sinceramente essere smentiti, la Regione Liguria nella delibera, invece di pretendere una ottemperanza dovuta da anni sui vecchi impianti, ha inserito una terminologia nuova “AIA per il periodo transitorio”. (Ci domandiamo per quale motivo la Regione abbia preso l'iniziativa di condizionare/adeguare/limitare una procedura ben definita per legge nazionale, credendo che ciò esuli dai suoi poteri).
Quindi, ripetiamo, se abbiamo compreso bene,  ci terremo i vecchi gruppi (per cui il presidente della regione ha parlato di inquinamento colossale), ancora per molti anni. Infatti il limite proposto per i fantomatico periodo transitorio ad esempio per SOx di 350 mg/Nm3, ci pare, dai diagrammi della stessa azienda, sovrapponibile ai quantitativi attualmente emessi  come medie mensili e dichiarati dalla centrale. Ragionamento analogo per ossidi di azoto e per.... Leggi tutto