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31 luglio 2010

1)Inceneritori e cementifici nella Bat, "I cittadini-cavie chiedano risarcimento danni"2)Rossano calabro, interrogazione di Di Pietro sul carbone

Tratto da Andrialive
Inceneritori e cementifici nella Bat, "I cittadini-cavie chiedano
2 mln come risarcimento danni"
Clamorosa iniziativa del Coordinamento comitati per Città sana di Andria
Un certificato di buona salute che, in caso di malattia diventa una sorta di assicurazione per il risarcimento del danno. L'idea-appello ai cittadini dei comuni di Barletta, Andria e Trani è del coordinamento delle associazioni "Andria città sana".

Una presa di posizione forte che le associazioni riassumono così: «Cavie umane involontarie che riceveranno due milioni di euro se si ammaleranno di cancro. A pagare saranno i responsabili degli impianti inquinanti e gli amministratori locali che ne avranno permesso l'attività, compresi i consiglieri che votano a favore degli stessi».

«Invitiamo - si legge nella nota sottoscritta da Giovanni Del Mastro, Antonio Carbone, Roberto Ria, Domenico Damiano Piscardi, Antonio Caldarone, Riccardo Pugliese e Dino Leonetti - i cittadini di Andria, compresi quelli della frazione di Montegrosso, di Trani, di Barletta, di Canosa, di San Ferdinando e di tutte le città in cui sono previsti carichi inquinanti dovuti a cementifici, inceneritori, impianti a biomasse e industrie chimiche a dotarsi di un "certificato di buona salute" e di farlo registrare dal proprio medico di fiducia documentandolo con esami ematochimici e altri esami strumentali».

«Le cavie siamo noi cittadini - aggiungono - esposti alle polveri cancerogene del cementificio di Barletta, che ha chiesto di poter bruciare una maggiore quantità di gomme e plastiche, ad esempio. Le cavie saremo noi quando entrerà in funzione il nuovo cementificio che verrà costruito a poca distanza da Andria (4,5 km) , Trani (4,5 km) , Barletta (7 km) e Corato (12 km). Le cavie saremo noi cittadini di Montegrosso, di Canosa, di Andria e di Trani, di San Ferdinando e di altre comunità in cui sorgeranno impianti a biomasse. Prepariamoci a questo assalto del territorio e della nostra salute, assalto vissuto tra l'indifferenza (quasi totale) degli amministratori e l'ignoranza (totale) delle popolazioni».

Ma cosa farne di questo certificato di buona salute? «Informiamo i cittadini - spiegano nella nota - che abbiamo un’opportunità: chiedere il risarcimento dei danni.
Con i nostri "certificati di buona salute" redatti in data precedente all'esposizione e con quelli redatti in data successiva alla stessa, che invece attesteranno l’eventuale malattia, sarà possibile addebitare all'attività industriale la causa della patologia senza l'onere della prova e uno studio di verifica.

L’ European Commission Environment ha prodotto, infatti, una relazione sulle stime delle esternalità per l'inquinamento atmosferico nell'UE, fornendo i costi esterni in termini di euro/ton per SO2, NOx, COV, ammoniaca e particelle. Questa sorta di "tariffario" stabilisce l'ammontare del risarcimento dei danni dell'inquinamento alla salute, dunque».
«Qualche esempio: cancro (mortale o no) due milioni di euro; morte prematura un milione di euro; valore per ogni anno perso a causa di una malattia mortale cinquantamila euro
.
Tutto questo è stato recentemente dichiarato anche dalla dott.ssa Gentilini dell'Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente (ISDE) su http://www.aamterranuova.it/article3227.htm. Facciamoci fare i certificati, dunque, visto che non possiamo essere certi di fermare l'inquinamento».
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Tratto da Noalcarbone

Rossano calabro, interrogazione di Di Pietro sul carbone

Rossano Calabro (Cosenza). L’Italia dei Valori ha presentato al ministro dello Sviluppo Economico e al ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio una interrogazione a risposta scritta, a prima firma dell’onorevole Antonio Di Pietro e sottoscritta anche da Cimadoro, Piffari e Scilipoti. L’interrogazione è stata sollecitata anche dal Commissario regionale della Calabria, Ignazio Messina, per sapere se i ministri interrogati non intendano valutare la possibilità di negare l’autorizzazione alla riconversione a carbone della centrale di Rossano Calabro e come, in caso contrario, intendano tutelare la salute dei cittadini,l'impatto ambientale, specificatamente nella tutela del territorio. Tutto ciò, premesso che nel 2005 l’Enel aveva avviato un progetto sulla centrale termoelettrica di Rossano Calabro che aveva trovato la netta opposizione di tutti gli Enti Locali, direttamente e indirettamente interessati, che ritenevano il carbone una delle forme più importanti di inquinamento.

Infatti, nel processo di combustione, il carbone produce ben 67 elementi tossici inquinanti tra cui l’arsenico, il cromo, il cadmio nonché elementi radioattivi come il piombo 210. Inoltre, il progetto integrato policombustibile presentato dall’Enel non analizza concretamente l'impatto sanitario ed ecosostenibile della zona presa in considerazione e non valuta i costi socio-economici per il territorio caratterizzato da attività agricole, turistico alberghiere e di pesca. Nel testo dell’interrogazione si sottolinea che la Regione Calabria con il piano energetico ambientale regionale (PEAR) approvato con delibera n.315 del 14 febbraio 2005 dispone, tra l'altro, che "è vietato, su tutto il territorio regionale calabrese, l'utilizzo del carbone per alimentare centrali per la produzione di energia elettrica". "Fino ad ora -si legge- l'Enel ha richiesto solo le autorizzazioni ai ministeri, bypassando le strutture regionali, provinciali e comunali, avvalendosi del decreto-legge n. 78 del 2009 per il quale,

però, in data 11 maggio 2010, la Corte costituzionale ne ha dichiarato l'illegittimità costituzionale.

Con questa sentenza, l'Enel dovrà tener in maggior conto tutte le indicazioni degli enti locali, nonché sottoporre il progetto a tutte le autorizzazioni degli enti preposti che non potranno essere sostituiti da commissari governativi

30 luglio 2010

REPORT: CARBONE AMBIENTE E SALUTE

Ai sindacati che spingono per un ulteriore potenziamento a carbone della centrale Tirreno Power e ai cittadini che hanno a cuore il futuro dei propri figli consigliamo un'attenta visione del video informativo del comitato" No al Carbone" prodotto con la collaborazione del Dottor Ghirga.

Riportiamo una frase riferita a Civitavecchia ma applicabile anche sul nostro territorio:

"LA SITUAZIONE SANITARIA DI CIVITAVECCHIA E' GIA' GRAVE E ANDREBBE ALLEGGERITA E NON PEGGIORATA DA UNA SCELTA ANTISTORICA"
Concludiamo con le parole dello Stimatissimo Dottor Ghirga, a cui come al solito vanno i nostri ringraziamenti, per aver in poche parole fatto capire l'importanza del problema

ADESSO RIMANE ALLA VOSTRA COSCIENZA E ALLA VOSTRA VOGLIA DI SALVAGUARDARE LA SALUTE DEI VOSTRI FIGLI,
DI SALVAGUARDARE LA VOSTRA SALUTE
DI SALVARE L'AMBIENTE
DI ESSERE SICURI DI QUELLO CHE MANGIATE
DI ESSERE SICURI CHE VIVERE IN QUEST'AREA E'UN ONORE
DI ESSERE SICURI DI VIVERE E DI NON VOLERE SOLAMENTE SOPRAVVIVERE

29 luglio 2010

REPORT: CARBONE AMBIENTE E SALUTE

Documento informativo realizzato dal comitato NO AL CARBONE di Tarquinia con la collaborazione del Dott. Giovanni Ghirga.

29 luglio 2010

Paolo Franceschi":NON GIOCATE CON LA VITA DELLA GENTE".

Riceviamo dal Dottor Paolo Franceschi Referente Scientifico della Commissione Salute e Ambiente Dell’ Ordine dei Medici di Savona.
ISDE Italia

NON GIOCATE CON LA VITA DELLA GENTE.

Le posizioni prese negli ultimi giorni dalle organizzazioni sindacali confederali sul tema della centrale a carbone di Vado Ligure non può essere trascurato da ogni medico, che, per preciso dovere deontologico (articolo 5 del nuovo Codice di Deontologia Medica) “è tenuto a considerare l’ambiente nel quale l’uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini…”

Produrre energia non è un fine ma un mezzo per far funzionare la società in cui viviamo: è etico investire capitali per produrre energia con le metodiche meno inquinanti possibile, compatibili con la salute dei cittadini, evitando il combustibile più inquinante di tutti che è il carbone,
e quello più costoso e pericoloso di tutti che è il nucleare.

Nessun calcolo economico può giustificare la richiesta di perpetuare lo scempio ambientale causato dalla combustione del carbone, chiedendo, come fanno i sindacati, la costruzione di un terzo gruppo a carbone da 460 MW.

I sindacati sanno benissimo che gli attuali obsoleti gruppi a carbone 3 e 4 non “saranno adeguati al fine di abbattere in maniera sostanziale le emissioni”, come essi affermano mentendo sapendo di mentire; infatti questi gruppi, dopo le operazioni di ristrutturazione, inquineranno ancora da 2 a 3 volte di più di quanto farebbero se fossero adeguati alle migliori tecnologie disponibili: e inquinamento significa malattia e morte.

In questo caso la loro spudoratezza è puro allineamento agli obiettivi della proprietà, che sono quelli di aumentare la produzione, e quindi i profitti, senza investire il dovuto per ridurre l’ inquinamento utilizzando le tecnologie migliori.

I costi di tutto ciò ricadranno pesantemente sugli abitanti disgraziati di questa provincia.

I sindacati sanno che gli “investimenti previsti in energie rinnovabili” , con cui pensano di ingannare il cittadino sprovveduto, inducendo la falsa speranza di una produzione ecologica di energia, saranno invece principalmente indirizzati alla realizzazione di centrali termoelettriche a biomasse, sparse un po’ per tutta la Liguria, anch’ esse inquinanti : e inquinamento significa malattia e morte.

Stime di mortalità Statunitensi ed Europee parlano di circa 20 morti all’ anno per una centrale con valori di emissioni simili a quelle della centrale a carbone di Vado Ligure, il che porterebbe il conto a circa mille morti premature nel periodo previsto di funzionamento di una centrale a carbone che è di 50 anni. (La centrale di Vado è in funzione dagli anni ’60).

Ma gli ottocento milioni di Euro che sarebbero in gioco valgono anche il sacrificio di una sola vita umana ?

Se i sindacati pensano di si, allora continuino pure con le loro dissennate richieste, ma sappiano che così facendo perderanno ogni briciolo di umanità.

Se invece pensano di no, si impegnino a lottare per realizzare le soluzioni più idonee per coniugare lavoro e salute, che sono ben diverse da quelle che stanno perseguendo; noi saremo al loro fianco.

Dottor Paolo Franceschi Referente Scientifico della Commissione Salute e Ambiente Dell’ Ordine dei Medici di Savona.

ISDE Italia

28 luglio 2010

1)Ricavare uranio dalle centrali a carbone 2)Il solare costa meno del nucleare3)Taranto, metalli pesanti nei bovini 4)CRISTICCHI ANNULLA IL CONCERTO

Tratto da Nuclear news

Ricavare uranio dalle centrali a carbone


Ricavare uranio dalle centrali a carbone

Viene spesso sottolineato che le centrali a carbone emettono maggiore radioattività delle centrali nucleari. La causa sono le particelle di elementi radioattivi, in particolare uranio e torio, presenti nelle ceneri che fuoriescono dalle ciminiere. Sono proprio queste particelle che la società canadese Sparton Resources ha deciso di raccogliere per produrre combustibile nucleare.
Il progetto pilota di questa tecnologia, in corso alla centrale a carbone di Lingang, nella provincia cinese dello Yunnan (Sud del Paese) dimostra che
la concentrazione dell'uranio nelle ceneri di carbone è di 300 parti per milione: un ordine di grandezza paragonabile alle 1000 parti per milione, la soglia attualmente stabilita per procedere all'estrazione dell'uranio.

Per isolare l'uranio dalle altre sostanze presenti nelle ceneri, la tecnica elaborata dalla Sparton consiste nell'aggiungere acqua, acido solforico e acido cloridrico (in alcuni casi anche acido nitrico), in modo da formare una miscela semisolida. Gli acidi sciolgono l'uranio, che si può così filtrare prima con un setaccio per scartare i composti organici e poi con una speciale resina. Infine si separa l'uranio dalla resina con una soluzione di carbonato d'ammonio.

Il processo è economicamente conveniente: la complessità della tecnica è compensata dal risparmio sui costi di estrazione. Infatti
un chilo di uranio viene prodotto al costo di 60 euro: una cifra che consente un discreto margine di guadagno, calcolando il prezzo di vendita di 70 euro al chilo.

Per la Cina, leader del nuovo rinascimento nucleare ma povera di giacimenti di uranio, la ricerca di fonti alternative all'estrazione mineraria è una priorità strategica per non dipendere dalle importazioni: il Paese vuole ricavare uranio «da tutte le fonti possibili», ha dichiarato Wang Hongfang, manager della China National Nuclear Corporation (CNNC).

Leggi l'articolo integrale

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Tratto da "Il Corriere della sera"

UN ARTICOLO DEL NEW YORK TIMES SU UNO STUDIO AMERICANO

Il solare costa meno del nucleare

Il sorpasso al prezzo di 0,16 dollari a chilowattora. L'energia atomica costerà sempre di più

I costi di energia solare e atomica (da Ncwarn.org)
I costi di energia solare e atomica (da Ncwarn.org)
NEW YORK
- Oggi negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Lo afferma un articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University. Se si confrontano i prezzi attuali del fotovoltaico con quelli delle future centrali previste nel Nord Carolina, il vantaggio del solare è evidente, afferma Blackburn. «Il solare fotovoltaico ha raggiunto le altre alternative a basso costo rispetto al nucleare», spiega Blackburn, nel suo articolo Solar and Nuclear Costs - The Historic Crossover, pubblicato sul sito dell’ateneo. «Il sorpasso è avvenuto da quando il solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora» (12,3 centesimi di euro/kWh).
Senza contare che il nucleare necessita di pesanti investimenti pubblici e il trasferimento del rischio finanziario sulle spalle dei consumatori di energia e dei cittadini che pagano le tasse.

COSTI FOTOVOLTAICO IN DISCESA - Secondo lo studio di Blackburn negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, mentre quello di un singolo reattore nucleare è passato da 3 miliardi di dollari nel 2002 a dieci nel 2010. In un precedente studio Blackburn aveva dimostrato che se solare e eolico lavorano in tandem possono tranquillamente far fronte alle esigenze energetiche di uno Stato come il Nord Carolina senza le interruzioni di erogazione dovute all’instabilità di queste fonti.

COSTI NUCLEARE IN CRESCITA - I costi dell'energia fotovoltaica, alle luce degli attuali investimenti e dei progressi della tecnologia, si ridurrà ulteriormente nei prossimi dieci anni. Mentre, al contrario, i nuovi problemi e l'aumento dei costi dei progetti hanno già portato alla cancellazione o al ritardo nei tempi di consegna del 90% delle centrali nucleari pianificate negli Stati Uniti, spiega Mark Cooper, analista economico dell'Istituto di energia e ambiente della facoltà di legge dell'Università del Vermont. I costi di produzione di una centrale nucleare sono regolarmente aumentati negli ultimi anni e le stime sono costantemente in crescita.

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TRATTO DA "LA REPUBBLICA BARI"

Ambiente: Taranto, metalli pesanti in polmoni e fegato bovini

(Adnkronos/Adnkronos Salute) - Nella ricerca sono stati coinvolti solo animali allevati nella provincia di Taranto, divisa in quattro aree sulla base della distanza dalla citta'. Ebbene, "abbiamo notato la presenza dei metalli pesanti anche in una vitellino di quattro mesi e mezzo - dice la ricercatrice - Oltre a una differenza nei valori riscontrati negli animali allevati nella zona piu' vicina all'area industriale". Se le alterazioni notate negli animali piu' piccoli non erano ancora segno di una patologia, per altri soggetti, piu' grandi, le cose erano differenti.
E, secondo la ricercatrice, questi risultati devono far riflettere. "Lo studio dei bovini allevati in aree ad alto rischio di inquinamento ambientale puo' essere utile per stimare il pericolo di esposizione umana a contaminanti ambienti", nota la Morelli.
Il cui studio, nel frattempo, va avanti.
Sembra che ci sia l'intenzione di esaminare l'eventuale presenza di metalli pesanti anche negli organi di altri animali nati e cresciuti nella zona.

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TRATTO DA NOALCARBONE

FUORI LA MUSICA DALLE CENTRALI

CRISTICCHI ANNULLA IL CONCERTO A CERANO
Cristicchi spiega i motivi del forfait a Cerano:
“Dopo aver ascoltato entrambe le parti in causa e preso atto del clima di poca serenità sul territorio, ho deciso di non esibirmi nel concerto presso la centrale di Cerano, il prossimo 7 agosto, poiché le condizioni attuali riscontrate non permettono di esibirmi con la necessaria tranquillità d’animo”.

27 luglio 2010

No al Carbone ad Enel: "denunciateci tutti"

Tratto da Brundisium
Brindisi, 27/07/2010

No al Carbone ad Enel: "denunciateci tutti"

Da un’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica da Donato Leone Responsabile delle Relazioni esterne dell’Enel abbiamo appreso di una denuncia dell’Enel nei confronti del gruppo no al carbone.
Sempre nella stesso articolo si fa riferimento alla richiesta risarcitoria di 1,6 milioni di euro a Greenpeace mentre per il gruppo no al carbone la richiesta non è stata ancora quantificata.

L’arroganza dell’Enel non ha evidentemente limiti. Questa azienda in evidente difficoltà nella gestione dei rapporti con il territorio arriva a chiedere i danni a chi denuncia come insostenibile per l’ambiente e la salute la presenza di un impianto che brucia 8 milioni di tonnellate all’anno di carbone.
Il carnefice che pretende di diventare vittima innocente.
In questi decenni l’ENEL ha emesso centinaia di migliaia di tonnellate di sostanze altamente inquinanti, polveri sottili, Ossidi di azoto e di zolfo , metalli pesanti quali nichel, piombo arsenico cadmio e mercurio, diossine non dichiarate come accertato dalle ultime misure dell’Arpa sul camino del gruppo 3.
Dopo averci sottratto l’intero tratto a sud di Brindisi della costa con un nastro trasportatore,
dopo aver stoccato in questi anni decine di milioni di tonnellate di carbone in un carbonile a cielo aperto, dopo aver visto i terreni intorno al nastro trasportatore e la centrale interdetti all’agricoltura con un’ordinanza del Sindaco di Brindisi Mennitti, dopo gli arresti di funzionari dell’Enel accusati di disastro ambientale ed associazione a delinquere finalizzata all’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti pericolosi, questa azienda ci denuncia e si ritiene danneggiata.
Noi non ci faremo sicuramente intimidire. Cari signori dell’Enel l’aria a Brindisi è cambiata oggi si è ormai consolidato un forte movimento fatto di giovani che non sono più disposti ad abbassare la testa per la promessa di un posto di lavoro, né ad assistere inermi alla distruzione del nostro territorio e del nostro futuro.
Il 7 agosto, giorno programmato per il concerto di Irene Grandi, nella centrale di Cerano, noi saremo presenti a partire dalle ore 19.00!
Per contestare coloro che usano la musica, sinonimo di gioia, amore e vita, in un luogo simbolo di dolore (e di morte). In un luogo simbolo dell'arroganza di un'industria che prima opprime una comunità e poi, con due canzonette e una griffe sulle maglie, vorrebbe ripulirsi immagine e coscienza.
Chiediamo a tutte le associazioni, i movimenti e i cittadini di Brindisi e del Salento di essere al nostro fianco in questa battaglia di civiltà.

COMUNICATO STAMPA MOVIMENTO NO AL CARBONE

Italcoke, blitz della Procura: «C’è selenio negli scarichi»

Tratto da "IL SECOLO XIX"

L’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo del depuratore della cokeria: concentrazioni alte di selenio

Selenio. Un veleno simile all’arsenico che può entrare nella catena alimentar tramite l’acqua e i vegetali. Una sostanza tossico-nociva trovata in concentrazioni “altissime” nell’acqua che fuoriesce dal depuratore biologico della cokeria Italiana Coke di Bragno. Sottoposto ieri mattina a sequestro preventivo. È scattato all’alba il blitz degli agenti della polizia giudiziaria che hanno messo i “sigilli” virtuali all’impianto. Infatti il depuratore biologico è stato sottoposto a sequestro, ma è stato lasciato funzionare ugualmente, per non compromettere l’attività produttiva e soprattutto per motivi di sicurezza e incolumità pubblica.

In base a quanto deciso da chi conduce l’inchiesta -il procuratore capo Francantonio Granero e il suo sostituto Danilo Ceccarelli- è stato concesso un termine di due mesi all’azienda per mettersi in regola.

È il lasso di tempo secondo i periti della Procura per “spegnere” senza danni e rischi il depuratore. Se poi nel frattempo l’azienda si metterà in regola, il provvedimento di sequestro potrà essere rivisto. Intanto per garantire la correttezza delle operazioni i magistrati hanno indicato nel responsabile sicurezza ambientale Giancarlo Bruni, che risulta formalmente indagato per il malfunzionamento del depuratore, il custode giudiziario dell’impianto.


Gli inquirenti cercano di capire anche un’eventuale volontà dolosa nella gestione, e nel malfunzionamento dell’impianto, per capire gli sforamenti a fase alterne. In particolare di selenio. Il dubbio, su cui la polizia giudiziaria cerca di fare chiarezza, riguarda il comportamento di chi aziona l’impianto. Al centro dell’indagine anche il progetto di ristrutturazione e rifacimento del settore pronto da due anni secondo gli atti, ma non concretizzatosi sino ad oggi.

E così in base alle relazioni con gli sforamenti dei periti della Procura di Savona -notificate all’azienda- il giudice per le indagini preliminari, su richiesta del pm Ceccarelli ha firmato il decreto di sequestro eseguito ieri mattina all’alba.

Leggi l'articolo integrale

Tratto da Il giornale.it

Italiana Coke Sequestrato il depuratore di Cairo

È stato notificato dal giudice per le indagini preliminari Emilio Fois, su richiesta del pm Danilo Ceccarelli, il sequestro in via cautelare dell’impianto di depurazione dello stabilimento Italiana Coke di Cairo Montenotte. L’ordinanza di sequestro dell’impianto di trattamento delle acque fa seguito ai sopralluoghi tecnici che la Procura aveva ordinato alla Polizia giudiziaria nei mesi scorsi.
«È intenzione del Comune - aveva anticipato sabato il sindaco Fulvio Briano - intensificare i controlli sulla Cokeria di Bragno nell’ottica di tutelare la salute dei cittadini di Cairo e dei lavoratori che nell’impianto operano». Proprio il Comune interesserà l’Ist di Genova per migliorare la qualità dei monitoraggi dell’aria e la loro attendibilità.
L’azienda Italiana Coke rende noto che «è già da tempo allo studio un progetto operativo per conseguire l’ulteriore miglioramento delle prestazioni ambientali con particolare riferimento al settore del riutilizzo delle risorse idriche e in grado di soddisfare i rilievi esposti».

26 luglio 2010

Sindacati e ......Ampliamento Tirreno Power

Consigliamo ai sindacati "Fim, Fiom e Uilm di Genova che rilanciano il progetto di ampliamento della centrale Tirreno Power sempre a carbone" (leggi su Ivg) prima di fare delle affermazioni intorno al rilancio di un progetto di una certa politica industriale sul nostro territorio " sempre ricorrendo al solito, vecchio,obsoleto carbone"
di leggersi i numerosi articoli della letteratura Medica e Scientifica presenti sul nostro e su altri siti e di leggersi con molta attenzione le dichiarazioni dell'Ordine dei Medici di Savona e dei Medici ISDE a livello locale e nazionale.

Come sicuramente ben sanno ...... vi sono altri sistemi per creare più occupazione e per fornire "energia"più rispettosi dell'ambiente e della salute dei cittadini.



Riportiamo le dichiarazioni tratte da "Uomini Liberi"che ben rappresentano il pensare di molti cittadini preoccupati per i propri figli.

La casta sindacale e Tirreno Power
Scritto da uominiliberi
SENZA VERGOGNA!

Questo comunicato della "triplice sindacale" che sposa le tesi di Tirrenopower e della Sogea di Carlo De Benedetti,chiedendo a voce spiegata l'ampliamento a carbone della centrale di Vado-Quilianoleggifornisce un pessimo servizio sia ai lavoratori, sia ai giovani disoccupati, sia ai cittadini che hanno la sfortuna di risiedere nel raggio delle ricadute delle emissioni di tale impianto

Gli scriteriati estensori di questa presa di posizione non solo sembrano ignorare tutta la letteratura scientifica mondiale che ha posto in relazione la combustione del fossile con l'aumento delle morti dovute a patologie tumorali e cardiovascolari, ma anche le recentissime posizioni della unione europea che tendono a disincentivare l'uso del carbone nella produzione di energia.
Ed allora, dopo le posizioni dei comitati, dell' Ordine dei Medici, dei Comuni, della Regione Liguria, tutte concordi nel rifiuto di una proposta "indecente" quale quella caldeggiata dalla triplice, ci viene spontaneo chiedere loro e domandare a noi stessi, quale cupidigia di servilismo li abbia indotti ad assumere atteggiamenti tanto pericolosi quanto sprezzanti del comune sentire dei cittadini!!!!
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IN aggiunta AL SOPRACITATO ARTICOLO RIPUBBLICHIAMO UN PRECEDENTE POST CHE non ha bisogno di commenti.......


Riportiamo il post del 20 aprile che riporta le posizioni della

" CGIL di Civitavecchia "

La Cgil Funzione Pubblica: "No, noi non ci stiamo"

Tratto da TRCgiornale.it


"Le nubi che si addensano sulla nostra città e sul comprensorio sono estremamente più pericolose di quelle vulcaniche che hanno paralizzato i voli nel nord Europa. In un territorio già gravemente compromesso dall’insistenza in loco da mezzo secolo di centrali termoelettriche ed espansione portuale, che ormai copre tre quarti dello specchio marino civitavecchiese, le Istituzioni che considerano questo comprensorio servitù e la sua popolazione solo un intralcio, sferrano un attacco multiplo alla salute pubblica"

"Se si realizzasse, il combinato disposto dei progetti di incenerimento rifiuti a TVN, Carbone anche a TVS, mega discarica ad Allumiere e da ultima l’ipotesi, (ahinoi non tanto ipotetica), di ampliare il sito di smaltimento delle armi Chimiche e Batteriologiche ... costituirebbe un progetto di utilizzo del territorio che non ha eguali in scala nazionale e forse anche Europea..

Ci pare singolare, che ad oggi, la Politica continui ad esaminare tale realtà per segmenti, come dire che nel caso di uno tsunami ci si deve preoccupare di un’onda alla volta e che i resoconti che i Medici impegnati/illuminati periodicamente diffondono sulle insorgenze di malattie/allergie, ben oltre le medie nazionali, sono solo piccole scosse di assestamento….


Sarebbe interessante mescolare in laboratorio contemporaneamente tutte le sostanze chimiche che tali impianti immettono nell’aria che respiriamo... la chimica è una scienza esatta e Seveso qualcosa dovrebbe insegnare.

Ma forse la vera strategia è di catapultare sul territorio tutte le jatture possibili, per poi fingere mediazioni ed accoglierne solo alcune… come dire che il carbone inquinava meno….. di cosa ancora è da definire.

No, noi non ci stiamo. Ed in questo caso saremo orgogliosi di far parte del partito del no, tanto in auge nella dialettica di chi vuol fare senza regole e a proprio comodo.

Saremo del partito del no perché viviamo questo territorio, ma soprattutto perché sappiamo, con coscienza, che si può fare altro, a partire dalla differenziazione dei rifiuti, che oltretutto porta occupazione stabile e di qualità.
Siamo e saremo per le energie rinnovabili, per le stesse motivazioni.
Siamo e saremo con tutti i cittadini e con quella parte della politica che guarda soprattutto alla vivibilità ed alla salute pubblica come diritto Costituzionale, non sacrificabile agli altari degli interessi,siano essi di imprenditoriali o politici, troppo spesso mascherati da interessi Nazionali.

Da subito inizieremo a confrontarci con tutti i soggetti che vorranno contrastare l’ennesimo scempio al nostro territorio a partire dalla ricerca di una posizione univoca nella CGIL.

Faremo la nostra parte, anche" per destare la cittadinanza resa narcolettica" da una politica che appare orientata verso la autocelebrazione, spesso narcisistica e “distratta” ed incurante dei reali bisogni dei giovani e dei cittadini in generale.....

Sappiamo già che, come in passato, i falchi riproporranno i bisogni occupazionali; questa musica l’abbiamo già ascoltata
. Ad oggi mancano circa 4000 lavoratori edili e metalmeccanici a TVN.

Dopo la riconversione, restano nella memoria solo dolore decessi ed infortuni, di sviluppo e occupazione duratura nessuna traccia
e qui la crisi non c’entra nulla, era già previsto che andasse così, con nessuna impresa in grado di acquisire connotati industriali, nessuna crescita nell’indotto,
solo palate di briciole, anzi… solo palate.
Il grande sogno è durato appena pochi anni… il carbone brucerà a TVN per altri 20. E intanto le centraline che dovrebbero informarci sulla qualità dell’aria sono stranamente ferme da tempo…".

Il Segr. Gen. Fp CGIL Civitavecchia Diego Nunzi



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Ripubblichiamo inoltre uno stralcio di un articolo di Di Maurizio Portaluri

Come si quantificano i danni delle Centrali a carbone.

La Scuola di Salute Pubblica della prestigiosa Università statunitense di Harvard a Boston ha recentemente pubblicato un interessante articolo sulla quantificazione dei danni correlati alla salute ed all’ambiente negli impianti di produzione elettrica degli USA che bruciano carbone.
Lo studio muove dalla constatazione che le centrali a carbone producono danni esterni agli impianti ma che esiste una variabilità ed una incertezza nella loro determinazione legate a diversi fattori.
Tra questi la quantità di sostanze inquinanti emesse, la loro distribuzione dovuta alle condizioni atmosferiche e la distribuzione della popolazione rispetto agli impianti medesimi.
Per questo i ricercatori di Harvard hanno voluto monetizzare il danno prodotto da 407 centrali a carbone sulla base della mortalità prematura nella popolazione connessa a queste attività ed hanno stimato che il danno prodotto varia da 30.000 $ a 500.000 $ per tonnellata di polveri sottili (PM 2.5), quelle cioè che entrano nell’albero respiratorio e nel circolo sanguigno, da 6000 $ a 50000 $ per tonnellata di SO2 emessa, da 500 $ a 15000 $ per tonnellata di NOx e da 0,02 $ a 1,57 $ per kilowattora di energia generata.
N
el modello utilizzato la mortalità della popolazione aumenta del 1.2% per ogni
aumento di microgrammo/m3 della media annuale di emissione del PM 2,5 (tipo polvere che qui da noi neppure viene misurato).

Alla luce di questo studio è lecito domandarsi
se le istituzioni locali ed i loro tecnici, al tavolo delle trattative con le aziende elettriche per definire i termini delle convenzioni e, a prescindere da queste, quando prendono decisioni sullo sviluppo locale e sui controlli ambientali e sanitari, tengano conto di queste valutazioni.
Se applicassimo i numeri del lavoro citato alla realtà locale risulterebbe che per 100.000 tonnellate di NOx emesse ogni anno il danno esterno è quantificabile tra i 50 milioni di dollari a 1,5 miliardi di dollari.
Danni che vengono pagati solo dalla collettività la quale continua comunque ad acquistare la stessa energia elettrica per la cui produzione riceve un detrimento.
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Alleghiamo infine uno stralcio tratto da "Energia alternativa non fonte di morte" pubblicato sul "Quotidiano di Sicilia"

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Comprendiamo la preoccupazione dei sindacati. Ma essi devono ricordarsi che non possono scambiare la salute dei lavoratori con uno stipendio, peraltro necessario.
"Sindacati illuminati "dovrebbero chiedere alla Regione piani strategici per attirare investimenti verso l’industria verde (energie alternative da fonti rinnovabili e biocarburanti) e verso l’industria blu (turismo).