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31 luglio 2011

IL GIALLO da Porto Tolle:Le pressioni dello 007 e l’ombra della P4. Spy story Porto Tolle

IL GIALLO

Tratto da Il Corriere del Veneto.it

Le pressioni dello 007 e l’ombra della P4. Spy story Porto Tolle

Mantovan, in cella per concussione, sentito a Trento. «Un agente segreto tentò di condizionare il pm». E Padova acquisisce il fascicolo Bisignani

PADOVA - Gli ingredienti per la spy story ci sono tutti: i servizi segreti, gli interessi economici e la politica. Sullo sfondo la Rovigo all'ombra di due colossi, il rigassificatore di Porto Viro e centrale Enel a Porto Tolle. Un anno fa un agente segreto rodigino dell'Aisi avrebbe fatto velate pressioni ai magistrati che mettevano in discussione gli investimenti dell'Enel. Il caso finisce a Trento, procura competente per i magistrati veneti, che archivia. Tutto tace. Fino a quattro mesi fa, quando lo stesso agente segreto viene pescato a chiedere mazzette a imprenditori ittici. E ora si scopre che il suo nome (e quello di qualche pezzo grosso) potrebbe essere collegato all'inchiesta P4 dei magistrati napoletani Henry John Woodcock e Francesco Curcio. Sul tavolo dei magistrati padovani che indagano sullo 007 sono infatti arrivati alcuni faldoni dell'inchiesta Bisignani& co. Ora si cerca un collegamento tra Padova, Rovigo, Roma e Napoli. Il filo rosso potrebbe e s s e r e proprio l'agente segreto rodigino. Ma partiamo dalla fine.

Il 29 marzo scorso il 57enne Ettore Mantovan, agente dell'Aisi (ex Sisde) viene arrestato al casello di Padova sud: ha in tasca una mazzetta di 50mila euro presa da Archimede Finotti, imprenditore ittico di Rovigo. Scattano le manette per concussione. Ma dalla vita di Mantovan emergono dettagli che la procura sta mettendo uno in fila all'altro. Lo 007 inizia come ispettore di polizia a Rovigo. E' lui a portare al pm Carlo Nordio elementi determinanti per scovare il «Compagno F»: Alberto Fontana, l'uomo che tirava le fila delle coop rosse. Chiuso il caso coop il 57enne fa tappa alla Dia di Padova e nel 2000 diventa agente segreto. Resta all'ombra fino al 2008. E qui inizia il capitolo Enel di Porto Tolle. Il colosso sul Delta del Po deve dismettere l'olio combustibile, volle passare al carbone. Il pm rodigino Manuela Fasolato fa fare una consulenza: Enel sostiene che le emissioni non inquineranno, i consulenti della procura dicono il contrario.
Una bella grana per l'Enel, che rischia il sequestro dell'area in caso di via ai lavori. Per gli ambientalisti la centrale potrebbe funzionare con il metano del vicino rigassificatore a Porto Viro, «bandiera» dell'Edison. Enel non ci sente. A sostenere il progetto-carbone ci sono tutti: Regione, sindacati. E anche Luciano Violante. L'ex magistrato e parlamentare del Pd è presidente di «Italia-decide», una lobby con la missino di agevolare le attività economiche del Paese. Enel è tra i fondatori della lobby.

A inizio 2010 Violante afferma che il progetto dell'Enel è buono e che spera «si ricomponga» la frattura con la procura. Meno di una settimana dopo Alfano manda gli ispettori a Rovigo. Cosa trovano? Trovano che il pm Fasolato non poteva chiedere consulenze sui piani dell'Enel, perché in quel periodo doveva trovarsi aRomaa fare gli esami ai nuovi magistrati. Il procedimento disciplinare è ancora in corso. Ma c'è un «secondo binario » che preme per la riconversione. E qui rientra in campo Mantovan. Il pm Fasolato viene a sapere da un ispettore di polizia giudiziaria che Mantovan avrebbe fatto pressioni perché la procura si dimostriun più «morbida» nei confronti dell'Enel. I pm Fasolato e Curtarello, espongono le loro perplessità alla procura di Trento, dove Mantovan viene sentito come persona informata sui fatti. Lui nega, Trento archivia. Poco dopo Mantovan si fa pescare a chieder mazzette. Lui dal carcere non dice una parola. Ma un vento caldo sale dal sud. Ed è l'inchiesta sulla p4. Il caso Bisignani fa emergere il «pilotaggio» delle nomine Enel. La ricerca dei collegamenti è appena cominciata.

Roberta Polese
30 luglio 2011
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Tratto da Rovigo oggi
POLITICA PORTO TOLLE (ROVIGO) Il Pd locale loda l'operato del consigliere regionale Azzalin.....

Un si con riserva

Porto Tolle (Ro) – Il Pd di Porto Tolle si dice soddisfatto per la modifica all'articolo 30 della legge istitutiva del parco, che dovrebbe permettere la riconversione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini, anche se spuntano qualche “se” e qualche “ma”....


Leggi tutto su Rovigo oggi

Leggi anche sul nostro blog

CENTRALE ENEL PORTO TOLLE: La Regione Emilia Romagna contraria alla riconversione a carbone.


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Leggi su La Repubblica di Antonio Cianciullo

L’accelerazione insostenibile


......La diagnosi è chiara, la terapia ancora da mettere a fuoco. Perna propone una difesa che faccia leva sulla coesione umana di fronte alla minaccia di eventi estremi potenzialmente sempre più catastrofici. Ma il percorso per arrivare a una governance mondiale in grado di affrontare la sfida è ancora tutto da costruire.
E la sfida posta dal cambiamento climatico costituirà proba
bilmente un banco di prova decisivo. Se si convogliasse l’1-2 per cento del Pil globale attualmente destinato a finanziare investimenti basati su tecnologie inquinanti mosse dai combustibili fossili verso l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili, il riciclo dei rifiuti e l’innovazione tecnologica si darebbe un segnale forte in direzione di una stabilità climatica ed economica.
Leggi tutto su La Repubblica


29 luglio 2011

1)Ucraina/ Incidenti in due miniere: 25 morti e 12 dispersi 2)Enel, i medici: "Dal carbone effetti lesivi sulla salute

Ancora vittime innocenti.........per il carbone
Tratto da Tmnews
Ucraina/ Incidenti in due miniere: 25 morti e 12 dispersi
Kiev, 30 lug.


(TMNews) - Sono almeno 25 i minatori morti e 12 quelli dispersi in due incidenti avvenuti nello stesso giorno, venerdì, in due miniere ucraine: nel primo, un'esplosione provocata da una fuoruscita di gas metano, in una miniera di Lugansk, nella parte orientale dell'Ucraina, ha provocato 18 morti e 12 dispersi. Altri due minatori sono stati estratti vivi ma con ustioni gravissime. L'incidente ha avuto luogo nella miniera di carbone "Sukhodolskaia orientale", dove già a giugno s'era prodotto un incendio, che aveva provocato l'evacuazione dei minatori.

In un altro incidente, dovuto al crollo di un pozzo nella miniera di Bajanova, nella regione di Donetsk, hanno perso la vita sette minatori, mentre altri quattro risultano dispersi. Circa 500 minatori sono stati evacuati.

Le miniere ucraine, concentrate principalmente nella parte orientale del paese, sono spesso teatro d'incidenti mortali a causa di sistemi di sicurezza obsoleti.

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Tratto da Città della Spezia

Enel, i medici: "Dal carbone effetti lesivi sulla salute"

. Anche in considerazione delle dichiarazioni fatte in conferenza stampa dalle amministrazioni, impegnate nel confronto per la concessione dell’Aia alla centrale "E. Montale", la commissione Ambiente dell’ordine dei Medici intende ribadire la propria posizione in merito. Intendiamo in questa occasione sottolineare nuovamente, come fatto fin dagli anni ’80, gli effetti lesivi sulla salute di centrali termoelettriche a carbone o prevalentemente a carbone come la nostra (visto lo scarsissimo utilizzo dei 2 gruppi a turbogas della stessa), tanto più ubicate in prossimità del centro abitato ed in un sito che, oltretutto esposto ad altre fonti particolari di inquinamento, presenta caratteristiche idrogeografiche e metereologiche del tutto inadatte a tale insediamento, come già riconosciuto e giudicato negli anni ’90.
Ricordiamo allora che i dati della letteratura scientifica ci dimostrano un sicuro effetto lesivo per la salute della combustione di fossili anche quando anche si dispongano misure di abbattimento delle emissioni che, come nel caso delle prescrizioni in oggetto, ridurranno alcuni parametri ma non possono raggiungere i limiti proposti dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Sempre dai dati della ricerca si evince poi che anche l’uso dei più moderni filtri non è in grado di fermare le particelle ultrafini che, unitamente ai microinquinanti metallici e organici, sono responsabili, oltre che di specifiche tumoralità, di un incremento di svariate malattie, tra tutte quelle broncopolmonari e ischemiche.

Riteniamo che a tali elementi si debba la necessaria considerazione tanto
più che i dati epidemiologici sulla mortalità e morbilità per tali malattie ci parlano sempre di tristi record per la nostra città
. Oltre agli eccessi di mortalità per mesotelioma pleurico (dovuto all’amianto) e tumore polmonare, oltre all’incremento di incidenza di linfomi e altri tumori ambiente correlati (in particolare per alcuni distretti), dobbiamo ricordare come nella nostra provincia vi siano tassi di mortalità per infarti, ictus e broncopneumopatie cronico-ostruttive molto più alti rispetto alle medie nazionali. Anche i tassi di ricovero ed il consumo di farmaci per tali disturbi sono sempre ai vertici delle classifiche nazionali e regionali. Non essendo stati sviluppati in passato i necessari studi che avrebbero dovuto essere intrapresi per stabilire le correlazioni tra le varie fonti di inquinanti (traffico, centrale termoelettrica, attività portuale ecc.) e tali ricadute sanitarie, riteniamo doveroso sostenere che ovunque si prendano decisioni su aspetti legati a tali emissioni si considerino tali questioni, tanto più che anche nella procedura di concessione dell’Aia è previsto un parere sanitario da parte del sindaco o potrebbe, in ogni caso, essere richiesta una VIS (Valutazione di impatto sanitario).
Ultimo motivo di preoccupazione il tema riproposto dalle recenti acquisizioni sulla vertenza Acam-Hera circa l’eventualità di smaltimento di rifiuti o derivati (Cdr) nella centrale Enel.

Su tale scelta ricordiamo il parere assolutamente negativo già espresso dall’ordine dei Medici.
La permanenza della combustione del carbone e l’autorizzazione data di recente per quella di biomasse,
precondizioni per l’utilizzo del Cdr, non possono non costituire quindi una ulteriore possibile minaccia in tal senso.
29/07/2011
Commissione Ambiente dell'ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri della Spezia
Tratto da Speziapolis


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"Tutta la storia ci insegna

che un risoluto movimento di uomini

che lottano senza tregua per i loro diritti

disintegra sempre il vecchio ordine,

come un oceano in subbuglio
sbriciola una grande scogliera."

Martin Luther King






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Tratto da Qualenergia

L’etica dell’energia nella visione di Hermann Scheer

La questione energetica è troppo strategica per essere lasciata ad economisti e tecnici; è una questione morale e politica, prima che tecnologica, diceva Hermann Scheer. In questo articolo di Marco Morosini del Politecnico di Zurigo, pubblicato sulla rivista QualEnergia, ricordiamo le sue idee, in attesa della pubblicazione in Italia del suo ultimo libro.

La prospettiva di creare un sistema energetico basato al 100% sulle fonti rinnovabili che viene oggi analizzata in diversi studi e documenti porterà nei prossimi anni a ricordare di Hermann Scheer, l’unico politico che per primo e sicuramente in tempi non sospetti, negli anni ’80, aveva già indicato questa strada con una visione lucida e concreta, ma spesso tacciata di integralismo dai suoi critici. Ad ottobre uscirà in Italia il suo ultimo libro "Der EnergeEtische Imperativ”, l’Imperativo energEtico, che affronta proprio la questione di un transizione energetica verso un’economia solare, come la chiamava Scheer. Se ne parlerà a Roma, il prossimo 6 ottobre, nel corso di un convegno organizzato da Edizioni Ambiente e Kyoto Club.

Etica e sussidiarietà: questi furono i pilastri dell’approccio di Scheer alla questione energetica, un ambito in cui il perdurante dominio di economisti e tecnologi forse pare legittimo a più di un lettore. Eppure troppo alta è la posta energetica per lasciarla in mano ai tecnici. Le diverse opzioni energetiche hanno infatti tali conseguenze sulle generazioni presenti e future e sulla natura da farne una questione morale e politica, prima che tecnologica. Infatti, mentre i benefici delle energie fossili e dell’energia atomica si concentrano maggiormente nella parte più benestante della popolazione mondiale, i loro costi umani – per esempio il cambiamento climatico - ricadono sproporzionatamente su coloro che meno o punto profittano dei benefici, cioè sulla parte meno abbiente e più debole dell’umanità e specialmente sulle generazioni future.

La sussidiarietà (se un ente più “in basso” è capace di fare qualcosa, l’ente più “in alto” deve lasciargli tale compito e sostenerne l’azione) era la seconda idea guida che Scheer applicò alla questione energetica: mentre le fonti fossili (carbone, petrolio e gas) e atomiche implicano la concentrazione in grandi impianti centralizzati e in potenti oligopoli privati o statali, una buona parte delle energie rinnovabili (solari, eoliche, da biomassa, geotermiche) sono per loro natura decentralizzate, locali e polverizzate in milioni di piccoli produttori.

Questa differenza ha profonde conseguenze politiche perché nel primo caso è favorita la concentrazione di potere e ricchezza, mentre nel secondo caso è favorita la loro distribuzione diffusa tra i cittadini, sia in una nazione sia sul Globo. Per questo l’opzione solare sarebbe importante anche per prevenire i conflitti, non solo per ridurre i danni ambientali.

Secondo Scheer la politica ha un compito limitato ma fondamentale: quello di accelerare un cambiamento che è già in atto nella società ma che è troppo lento, creando sistemi di incentivazione individuale verso le opzioni che danno benefici collettivi o che riducono i danni e i rischi collettivi (per esempio l’alterazione del clima).

Proprio sulla velocità di questo cambiamento riemerge l’etica: ormai da molti anni la questione non è sul “se” ma sul “quando” la società umana passerà completamente alle energie rinnovabili. “L’imperativo energEtico” questo il titolo dell’ultimo libro di Scheer – sarebbe quello di attuare questo cambiamento in pochi decenni invece che in secoli, cioè prima che i rischi e i costi umani delle attuali tecnologie fossili e atomiche crescano in modo esponenziale. Anche tuttora molti di coloro che propugnano l’espansione delle tecnologie fossili e atomiche dicono che si tratta di “tecnologie ponte” verso una futura economia solare, in attesa che le tecnologie per questa diventino “mature”. Per Scheer invece il momento di questa trasformazione è adesso, cioè nei prossimi due o tre decenni.

Non conosco un altro politico che abbia svolto quest’azione di catalizzatore più intensamente di lui......

A metà degli anni ‘80 si convinse che il controllo delle risorse energetiche era uno dei principali campi di conflitto tra i popoli. La svolta verso un’economia energetica solare, decentrata e locale gli sembrò uno dei compiti principali della politica per la pace.

Leggi su Qualenergia L'articolo integrale di Marco Morosini del Politecnico di Zurigo

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Tratto da Noalcarbone

29 luglio 2011

LA CONVERSIONE ECOLOGICA

La conversione ecologica si costruisce dal basso “sul territorio”: fabbrica per fabbrica, campo per campo, quartiere per quartiere, città per città.
Chiamando per cominciare a confrontarsi in un rinnovato “spazio pubblico”, tutti coloro che nell’attuale situazione non hanno avvenire: gli operai delle fabbriche in crisi, i giovani senza lavoro, i comitati di cittadini in lotta contro gli scempi ambientali, le organizzazioni di chi sta già provando a imboccare strade alternative: dai gruppi di acquisto ai distretti di economia solidale. E poi brandelli di amministrazioni locali, di organizzazioni sindacali, di associazioni professionali e culturali, di imprenditoria ormai ridotta alla canna del gas; e nuove leve disposte a intraprendere, e a confrontarsi con il mercato, in una prospettiva sociale e non solo di rapina.

La conversione ecologica del sistema produttivo e del modello di consumo dominanti è un’utopia?
Sì, è un’utopia concreta nel senso che aveva dato a questo termine Alex Langer. È cioè un progetto praticabile, ma al tempo stesso radicalmente alternativo allo stato di cose esistente.
Il liberismo, la tesi fantasiosa che il mercato trova da sé il rimedio ai danni che affliggono il pianeta e i suoi abitanti, inchioda i suoi fautori a un eterno presente senza passato né futuro; fermo, in politica, al giorno per giorno; in economia, ai conti delle “trimestrali”; nelle consorterie accademiche, alle lotte di potere: rendendo tutti incapaci di un approccio prospettico.

There is no alternative (non si puo' fare altrimenti) e' la sentenza con cui il liberismo e tutti coloro che ne sono succubi, giustificano l'assalto alle condizioni di vita e di lavoro di miliardi di uomini e donne. Ma la crisi economica e quella ambientale si sono incaricate di rovesciare questa tesi. Senza un radicale cambiamento di rotta il pianeta e chi lo abita non hanno futuro.
Verità e capacità di pensare il futuro sono rimaste appannaggio di chi si ribella allo stato di cose esistente. Chi guarda al futuro dal punto di vista di un mondo diverso sa ormai, in termini generali, molte cose su come deve cambiare il mondo per sopravvivere e permettere a tutti di vivere meglio.
Sono “cose” che riguardano l’energia (l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili),
l’agricoltura (biologica, multiculturale, multifunzionale, di piccola taglia) e la sovranità alimentare, il recupero integrale degli scarti e dei rifiuti, la salvaguardia del territorio.


28 luglio 2011

1)DIRITTO AMBIENTALE. Voce ai cittadini: storica sentenza del TAR Piemonte 2)"Assalto del carbone sulla salute umana"

PER ESSERE SEMPRE INFORMATI SUI NOSTRI DIRITTI DI CITTADINI :UN PO' DI RASSICURANTE GIURISPRUDENZA AMBIENTALE

Tratto da Greennews.info

Voce ai cittadini: storica sentenza del TAR Piemonte

Con il commento dellAvv. Gianluigi Ceruti (Studio Legale Ceruti) Greenews.info inaugura una serie di interventi di taglio giuridico da parte di esperti di diritto ambientale. In questa prima puntata viene esaminata un’importante sentenza del TAR Piemonte: il cittadino ha diritto di sapere puntualmente dalle amministrazioni pubbliche perché le sue osservazioni non sono state accolte. La partecipazione del cittadino e dei comitati ai procedimenti amministrativi, con memorie e documenti, trova dunque ampia applicazione nelle valutazioni ambientali e nelle procedure di formazione degli strumenti urbanistici.
La sentenza n. 718/2011 del TAR Piemonte (Dott. Franco Bianchi, presidente, Dott. Ariberto Sabino Limongelli, estensore), pubblicata in questi ultimi giorni è una decisione che vorremmo definire esemplare perché pienamente rispettosa della funzione della partecipazione del cittadino al procedimento amministrativo attraverso la presentazione di osservazioni che, nel caso di mancato recepimento, debbono essere motivatamente controdedotte, nel provvedimento finale, dalla pubblica amministrazione procedente.

La sentenza in argomento si riferisce al caso di un cittadino che, dopo aver ricevuto la comunicazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico dell’avvio di un procedimento amministrativo in materia di rideterminazione di un contributo, aveva prodotto osservazioni che non erano state valutate dal Ministero stesso.

Nel ricorso al TAR Piemonte l’interessato aveva chiesto l’annullamento del provvedimento finale – dichiarato poi dai giudici amministrativi- per violazione dell’art. 10 della legge 241 del 1990, norma in virtù della quale hanno diritto di presentare memorie scritte e documenti – che l’amministrazione ha l’obbligo di esaminare (ove pertinenti all’oggetto del procedimento amministrativo) – i soggetti nei confronti dei quali il provvedimento è destinato a produrre effetti diretti e quelli che, per legge, debbono intervenirvi e ancora i soggetti portatori di interessi pubblici o privati, nonché di interessi diffusi costituiti in associazioni e comitati, ai quali possa derivare un pregiudizio dal provvedimento.

Nell’accogliere il ricorso la pronuncia del TAR ha annullato il provvedimento riconoscendolo illegittimo. Correttamente la sentenza rileva che “la funzione della partecipazione del cittadino al procedimento amministrativo attraverso la prospettazione di osservazioni e controdeduzioni è quella di far emergere interessi, anche spiccatamente privati, che sottostanno all’azione amministrativa discrezionale, in modo da orientare correttamente ed esaustivamente la stessa scelta della pubblica amministrazione attraverso una ponderata valutazione di tutti gli interessi (pubblici e privati) in gioco per il raggiungimento della maggiore soddisfazione possibile dell’interesse pubblico. E se ciò non comporta che l’amministrazione sia tenuta ad accogliere le osservazioni del privato, un rilievo invalidante del provvedimento amministrativo deve invece riconoscersi quando sia provato che l’amministrazione non abbia neppure esaminato le osservazioni e le controdeduzioni formulate dall’interessato a seguito della rituale comunicazione dell’avviso di avvio del procedimento (Consiglio Stato, Sez. IV, 22 ottobre 2004, n. 6959; Consiglio di Stato, sez. IV, 29 aprile 2002, n. 2280)”.

La possibilità di presentare osservazioni è prevista soprattutto nelle materie ambientale, igienico-sanitaria e urbanistica: così, ad esempio, nelle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e di formazione degli strumenti urbanistici.

Questa decisione del TAR Piemonte assume significativa rilevanza perché la partecipazione dei cittadini all’attività della pubblica amministrazione –principalmente con la presentazione di osservazioni, memorie scritte in genere e documenti è uno dei pochi momenti in cui il cittadino può contribuire all’attività amministrativa.

Che la pubblica amministrazione debba valutare le osservazioni del cittadino e spiegare puntualmente – seppure sinteticamente – le ragioni del loro mancato accoglimento, è un’esigenza fondamentale di civiltà giuridica e di democrazia, non essendo sufficiente, né giuridicamente accettabile, che la risposta negativa alle osservazioni del privato si possa desumere solo indirettamente dal contesto del provvedimento finale, come alcune pronunce ancora ritengono.

Ogni decisione della giustizia amministrativa che si muova nella direzione della recente sentenza del TAR Piemonte rappresenta perciò una concreta, compiuta attuazione dello Stato di diritto e si colloca nel solco della Costituzione, la legge delle leggi che risveglia sempre più le coscienze degli italiani.

Gianluigi Ceruti *

* Avvocato esperto in diritto ambientale e in diritto urbanistico

Tratto da Greennews.info

Delitti contro l’ambiente: un’odissea all’italiana

Dopo l’intervento inaugurale dell’Avv.Gianluigi Ceruti prosegue, su Greenews.info, la serie di commenti giuridici sui temi caldi del diritto ambientale. Nella puntata di oggi pubblichiamo l’approfondimento scritto dall’Avv. Paola Balducci (Università del Salento)...in cui si racconta l’odissea per l’affermazione del diritto penale dell’ambiente in Italia.

Lo studio del diritto penale dell’ambiente riguarda quell’insieme di norme penali che rappresentano uno strumento di tutela contro i comportamenti pericolosi o dannosi per l’ambiente e potenzialmente lesivi del diritto alla salute dei cittadini. Non v’è, infatti, chi non veda i punti di contatto tra la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del benessere della collettività sotto il duplice profilo della protezione del diritto alla salute e del diritto all’integrità fisica delle persone.

Non è senza rilievo ricordare che, soprattutto negli ultimi anni, l’interesse verso l’ambiente e la sua preservazione per le generazioni future si sia progressivamente radicato nella coscienza sociale, fino al punto da rendersi auspicabile il rafforzamento della tutela penale di tale bene giuridico.

Nella legislazione italiana la tutela dell’ambiente è stata sempre disseminata (ed in parte lo è tuttora) in numerose leggi speciali, ciascuna volta a reprimere fenomeni specifici di aggressione all’ l’acqua, all’aria, al suolo, al sottosuolo, al paesaggio. Più ardua diventa la ricerca se si persegue l’obiettivo di trovare una norma che si occupi espressamente della tutela dell’ambiente nella sua genericità ed unità. Sino all’entrata in vigore del d.lgs. 152/2006 (T.U. Ambiente) non esisteva, infatti, nel nostro ordinamento alcuna definizione legislativa, neppure a livello di legge costituzionale, del concetto giuridico di ambiente e anche oggi le definizioni del cosiddetto. Testo Unico Ambientale, sono alquanto parziali.

Anche nella nostra Costituzione manca un esplicito richiamo al concetto di ambiente richiamandosi genericamente i principi contenuti negli artt. 2, 9 e 32. Il primo riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità; il secondo riguarda la tutela del paesaggio; l’ultimo, infine, riconosce la salute come diritto fondamentale dell’individuo.

In particolare, l’elaborazione giurisprudenziale, sia costituzionale che ordinaria, ha portato, da un lato, a riconoscere e garantire l’ambiente – non come valore in sé, ma come bene strumentale per la protezione di un bene finale - all’interno dell’art. 32 della Costituzione, che identifica la salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività.......

In questo contesto, particolare importanza riveste la Direttiva Comunitaria 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente: per la prima volta, infatti, un atto comunitario ha posto espliciti obblighi di incriminazione in capo agli Stati membri, imponendo entro dicembre del 2010 (termine peraltro disatteso) di sanzionare con sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive”, una nutrita serie di condotte offensive dell’ambiente, distinte in 8 gruppi, in base alla tipologia di aggressione (sostanze o radiazioni ionizzanti, deposito di rifiuti), al suo oggetto (animali selvatici protetti, habitat naturali) e alle sue conseguenze (decessi, lesioni gravi, danni rilevanti alla qualità dell’aria).

Leggi tutto su Greennews.info

Poala Balducci*

* Avvocato e docente dell’Università del Salento

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Tratto da Phisycians for social Responsability

"Assalto del carbone sulla salute umana"

I PHISYCIANS FOR SOCIAL RESPONSABILTY hanno pubblicato un rivoluzionario rapporto medico, "Assalto del carbone sulla salute umana", che lancia un nuovo sguardo sull'impatto devastante di carbone sul corpo umano.
La combustione del carbone genera emissioni di mercurio, polveri, ossidi di azoto, biossido di zolfo, e decine di altre sostanze riconosciute come pericolose per la salute umana.
Questa relazione prende in esame il danno cumulativo inflitta da tali inquinanti su tre sistemi principali organi del corpo: il sistema respiratorio, il sistema cardiovascolare e del sistema nervoso. La relazione esamina anche il contributo del carbone al riscaldamento globale, e le implicazioni per la salute del riscaldamento globale.Leggi tutto
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Leggi su Il Corriere del Veneto

La sfida degli ambientalisti all’Enel:«Su Porto Tolle sarà guerra totale»

Le associazioni ecologiste: impugneremo tutte le norme, ricorsi anche all’Ue.Leggi Qui

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Tratto da La Repubblica

West Coast, pugno duro contro il carbone

Giro di vite contro le centrali a carbone su tutta la West Coast. Entra in vigore una nuova normativa che impone pesanti controlli e limitazioni su tutte le centrali a carbone, una riforma legata all’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria nei 156 parchi nazionali. Un caso di riforma che si auto-finanzia: i costi per le centrali sono 1,5 miliardi ma la riduzione dei danni avrà benefici per 8 miliardi.
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UNITI PER LA SALUTE: BENZENE SOTTO LA LENTE DEL CITTADINO

Per essere sempre informati sui monitoraggi ambientali .......riportiamo alcuni valori relativi al BENZENE del 27 luglio DELLA CENTRALINA DI VADO LIGURE , gli ultimi attualmente in rete sempre tratti da
Ambiente in Liguria BENZENE A VADO LIGURE

Sulla Direttiva 2000/69/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2000, concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell'aria ambiente leggiamo :

"Il benzene è una sostanza cancerogena genotossica per l'uomo ed è impossibile individuare un limite al di sotto del quale non vi siano rischi per la salute umana".

CHI DI COMPETENZA DOVREBBE CONTROLLARE E VERIFICARE LA FONTE DA CUI DERIVANO TALI LIVELLI DI BENZENE PER TUTELARE E FAR SENTIRE TUTELATI I CITTADINI ED I BAMBINI CHE VIVONO........SU QUESTO TERRITORIO.GRAZIE .


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27/07/2011 10:0027/07/2011 11:00 9.0

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27/07/2011 19:0027/07/2011 20:00 5.1

27/07/2011 20:0027/07/2011 21:00 7.0

27/07/2011 21:0027/07/2011 22:00 7.6

27/07/2011 22:0027/07/2011 23:00 4.1

27/07/2011 23:0028/07/2011 00:00 7.4


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Tratto da Noalcarbone

Un altro esempio di rinnovabili che funzionano

Interessante articolo da basilic.it, ottima notizia.
La mia domanda è: perchè questa notizia non l’ho trovata sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico o sentita al telegiornale delle 20:00?

"Un ambizioso progetto basato su fonti rinnovabili (ad emissioni ZERO, ma per davvero) sta per essere messo in cantiere nel deserto dell’Arizona. EnviroMission, questo è il nome dell’azienda australiana realizzatrice del progetto, alla cui base c’è un concetto vecchio come l’ uomo, la serra.

Per capirci meglio: siete mai entrati in una serra? In inverno quando fuori gela, dentro la serra fa caldino, in estate quando fuori è caldo, la serra diventa un forno (ed infatti le serre in estate hanno i lati aperti). Ora pensate a quando in inverno i vostri nonni andavano a fumare vicino al caminetto per non impuzzolentire tutta casa: il motivo era semplice, la cappa del camino aspirava il fumo, sia perché il fumo è caldo, dunque sale verso l’alto, sia perché la lunghezza dello scarico del camino crea un effetto “aspiratore”.

Bene, ora torniamo in Arizona, costruiamo una serra galattica, grande più di 100 campi da calcio e mettiamo al centro della serra un camino alto 800 metri…

Accadrà la seguente cosa: nella serra si creeranno temperature elevatissime con aria calda che tenderà a salire verso l’alto, il camino di 800 metri, creerà un effetto “aspiratore” gigantesco, che favorirà la salita di queste masse di aria bollente verso l’uscita del camino. Alla base del camino verranno posizionate delle turbine che genereranno energia sfruttando il vento caldo che verrà aspirato dal “camino”.
Semplice no??


Il costo dell’opera sarà di 750 milioni di dollari, (circa mezzo miliardo di euro) che saranno ripagati con appena 11 anni di produzione, mentre si stima che l’impianto funzioni per 80 anni….dunque 70 anni di produzione a costi praticamene zero (a parte una piccolissima quota parte manutentiva).

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Noalcarbone

27 luglio 2011

1)AMERICA "Toxic 20": I Peggiori Stati 2)"Via subito il carbone dalla centrale Enel" 3)USA: condanna esemplare grazie a studio ambientale italiano

PER CHI VUOLE TENERE BEN APERTI GLI OCCHI E PER GLI AMMINISTRATORI CHE DOVREBBERO AVERLI SEMPRE SPALANCATI
UN ARTICOLO DALL' AMERICA......SULLA TOSSICITA' DELLE CENTRALI A CARBONE
(scusate la traduzione on line) E.......


Tratto da PHYSICIANS FOR SOCIAL RESPONSABILITY

Medici PSR sollevano allarme: "Toxic 20" Peggiori Stati con maggior inquinamento atmosferico tossico dalle centrali elettriche

20 luglio 2011

PHYSICIANS FOR SOCIAL RESPONSABILITY uniti al Consiglio di Difesa delle Risorse Naturali nel rilascio di uno studio che identifica gli stati con l'inquinamento atmosferico dalle centrali elettriche ad olio e carbone più tossici

Il "Toxic 20"sono i peggiori stati, nell'ordine: Ohio, Pennsylvania, Florida, Kentucky, Maryland, Indiana, Michigan, West Virginia, Georgia, North Carolina, South Carolina, Alabama, Texas, Virginia, Tennessee, Missouri, Illinois, Wisconsin , New Hampshire e Iowa.

"L'inquinamento del carbone sta uccidendo americani. E' in America la più grande fonte di inquinamento tossico dell'aria ", ha dichiarato il dottor Lynn Ringenberg, cofondatore del PSR di Tampa Bay (Florida) capitolo, che ha rappresentato PSR nella conferenza stampa che ha annunciato i risultati del rapporto......

Le centrali elettriche sono la singola più grande fonte di inquinamento atmosferico industriale tossico in 28 stati e nel Distretto di Columbia.

Da asma a morte prematura

Dr. Ringenberg ha osservato che le sostanze tossiche nell' aria da centrali a carbone sono neurotossine, come mercurio e piombo, sostanze cancerogene come il cromo esavalente arsenico e diossina e altri metalli e gas che si combinano per formare polveri sottili.

Queste sostanze causano o hanno effetti sulla salute che vanno da attacchi di asma ad una morte prematura da malattie cardiovascolari, ictus e cancro.

........il mercurio,provoca i danni al cervello , allo sviluppo dei feti,ai neonati e ai bambini piccoli, privandoli di un sano sviluppo neurologico e intelligenza nativa.

EPA propone garanzie

L'Environmental Protection Agency (EPA) sta attualmente sviluppando una più difficile salvaguardia per proteggere gli americani da questo inquinamento tossico. L'Agenzia sta prendendo commenti pubblici sulla sua proposta di "Mercurio e Air Toxics" standard fino al 4 Agosto 2011. Iscriviti ai commenti sul PSR è qui .

EPA stima che la riduzioni di inquinamento tossico, farebbe risparmiare ben 17.000 vite ogni anno entro il 2015 e prevenire fino a 120.000 casi di sintomi di asma infantile. Si eviterebbe anche più di 12.000 visite pronto soccorso e le visite in ospedale e si potrebbero evitare 850 mila giorni di lavoro persi ogni anno.

Industria contro la salute pubblica?

Nonostante questi enormi risparmi attesi in vite umane e salute, alcuni inquinatori e membri del Congresso stanno cercando di bloccare l'EPA e i suoi sforzi di aggiornare le protezioni della salute pubblica. La scorsa settimana, due comitati per la Camera hanno votato gli emendamenti per bloccare per almeno un anno le modifiche dell'EPA Mercurio e Air garanzie Toxics. Queste modifiche potrebbero passare al piano Casa già alla fine di luglio.

Nel frattempo, il presidente della potente Casa dell'Energia Fred Upton, ha promesso di bloccare l' EPA garanzie per un ' aria pulita. Uno dei più grandi inquinatori della nazione, American Power Electric, con sede a Columbus, Ohio, ha elaborato una legge per bloccare l'EPA e ha lottato contro gli attuali sforzi EPA.

Questi voti sono chiaramente a favore degli interessi e "sulla salute" del pubblico americano. Come ha osservato il dottor Ringenberg ,

"il potere velenoso minaccia la salute dei nostri bambini e delle famiglie".

"Come pediatra da oltre trent'anni, sono spinto assolutamente a sostenere l'EPA e i suoi sforzi per ridurre la minaccia per la salute dal carbone", ha aggiunto.

Lo studio, intitolato " Toxic Potenza: Come le Centrali contaminano la nostra aria e i nostri Stati ", ha analizzato i dati disponibili al pubblico nello Environmental Protection Agency Toxics Release Inventory (TRI). Le centrali elettriche sono i più grandi inquinatori industriali tossici per l'aria in 28 stati e nel Distretto di Columbia.

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Tratto da Spezia Polis

"Via subito il carbone dalla centrale Enel"

Il comitato "Spezia via dal carbone" alza l'asticella per la concessione dell'Aia alla centrale elettrica.
La Spezia. Il comitato di cittadini "Spezia via dal carbone" ha inviato questo pomeriggio al ministero dell'Ambiente alcune osservazioni sulla procedura di concessione dell'Autorizzazione integrata ambientale per la centrale Enel di Vallegrande.
"Nel documento - spiega Marco Grondacci, ricercatore di diritto ambientale e membro del comitato - chiediamo che vengano valutati con maggiore attenzione particolari aspetti sotto il profilo ambientale. L'amministrazione comunale interpreta in modo riduttivo quello che si può ottenere in termini di riduzione delle emissioni, noi, invece, riteniamo che il ministero, per la concessione dell'Aia, debba innanzi tutto valutare se l'impianto a carbone è effettivamente compatibile con il sito nel quale opera, prima di tutto sotto il profilo della salute dei cittadini. Chiediamo una valutazione seria delle polveri ultrafini e di parametri sanitari specifici e non la semplice riduzione degli inquinanti per adeguarsi alle normative".
Leggi, quelle cui fa riferimento Grondacci, che entreranno in vigore tra un paio d'anni, costringendo di fatto Enel a rispettarle al di là del rilascio dell'Aia, che invece ha una durata di otto anni.
"L'autorizzazione è attesa dal 2007 - prosegue Grondacci - richiedere un supplemento di istruttoria significherebbe rallentare l'iter di qualche mese, un sacrificio che ci possiamo permettere, se la posta in gioco è la chiusura della sezione a carbone, un fatto secondo noi assolutamente ragionevole".
I limiti che saranno presto imposti per legge, infatti, non potrebbero essere raggiunti dalla sezione a carbone della centrale della Spezia, sarebbe necessaria la realizzazione di una sezione completamente nuova, con tecnologie di ultima generazione. Un'ipotesi che, come hanno spiegato alcuni giorni fa il sindaco Federici e l'assessore comunale all'Ambiente Ruocco, l'amministrazione non ha preso in considerazione, per evitare che con l'investimento in un impianto nuovo, la presenza della centrale si consolidi per un tempo ancora più lungo.
"Non ha senso questo ragionamento - sostiene Grondacci -, bisogna invece puntare al massimo risultato ottenibile, senza procrastinare la discussione sulla dismissione del carbone.
Inoltre la proposta di realizzare il teleriscaldamento, così come quella di bruciare Cdr nella centrale, contenuta nel memorandum Acam-Hera, presuppongono ugualmente investimenti, quindi il consolidamento dell'impianto".

Leggi anche:
Enel/Il comitato "Spezia via dal carbone" chiede maggiore trasparenza agli enti locali
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Tratto da Savona News

"L'unico modo di salvare il turismo e' preservare il territorio"

L'emergenza ambientale è un problema molto serio anche per il turismo. Mi appello a tutti gli operatori turistici: “non lasciate soli gli ambientalisti quando combattono contro le emissioni di CO2, contro la cementificazione della costa o per l'aria pulita”. La nostra generazione è chiamata a riparare i danni creati dall' illusione che la natura potesse essere saccheggiata senza limiti. Non è accettabile che nel 2011 si pensi ancora di produrre energia dal Carbone, raddoppiando l'impianto di Vado Ligure con conseguenze nefaste per la salute e disastrose per il cambiamento climatico.

Gli operatori turistici della provincia di Savona si sono trovati di fronte ad un problema inspettatto: una stagione metereologica totalmente instabile. Erano attesi sole e mare pulito, sono arrivati pioggia e onde alte fino a tre metri, causando una tempesta sull' economia locale già indebolita dalla crisi economica.

Il cambiamento climatico è arrivato anche a Savona: il tempo bello stabile non è più una certezza. Il turismo in Liguria si basa su tre pietre miliari: il mare pulito, il bel tempo, l'indiscutibile bellezza della terra ligure.

Ma cosa resta ormai nella nostra terra della Liguria di Cardarelli e Montale? La Liguria del mare blù, dei muretti a secco senza malta e degli ulivi plurisecolari è stata saccheggiata e l' unica certezza sembrava il clima mite: soleggiato e non afoso.

Il 2011 ha dimostrato che anni e anni di emissioni di CO2, rilasciate da centrali a carbone, cokerie, acciaierie hanno sconvolto il clima.

La conseguenza è che il turismo è in affanno: un bel guaio perchè stiamo parlando della principale opportunità di lavoro, visto l' inarrestabile deindustrializzazione.

La Liguria deve salvaguardare il turismo e per questo ha bisogno del mare e dell'aria pulita, delle bellezze del paesaggio e del clima mite. La buona volontà degli operatori che rinnovano gli ombrelloni, ammodernano gli alberghi o organizzano i Bus serve a poco.

Per mantenere vitale la fabbrica del turismo occorre innanzitutto preservare e riqualificare i beni comuni del nostro territorio.

La nostra generazione è chiamata a riparare i danni creati dall' illusione che la natura potesse essere saccheggiata senza limiti. ...........

Mi appello a tutti gli operatori turistici: “non lasciate soli gli ambientalisti quando combattono contro le emissioni di CO2, contro la cementificazione della costa o per l'aria pulita”.

L'emergenza ambientale è un problema molto serio anche per il turismo.

Possiamo riuscire a preservare e risanare quel patrimonio ambientale ereditato dai nostri padri ma dobbiamo essere in molti a volerlo. Dobbiamo impegnarci perchè quel patrimonio che è la nostra vera speranza per un futuro lavorativo e una soddisfacente qualità della vita.

Non è accettabile che nel 2011 si pensi ancora di produrre energia dal Carbone, raddoppiando l'impianto di Vado Ligure con conseguenze nefaste per la salute e disastrose per il cambiamento climatico.

Dobbiamo con calma e determinazione impegnarci per scelte sagge e lungimiranti, che consistono nella chiusura del ciclo del carbone e non nel suo raddoppio.Leggi tutto
Simona Simonetti - presidente provinciale dei Verdi

Leggi anche su Savona News

Di nuovo chiediamo: Quante volte ancora?

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Tratto da Ambiente e ambienti

USA: condanna esemplare grazie a studio ambientale italiano

Si è concluso di recente presso il Tribunale di Baltimora USA il processo contro la , intentato dai cittadini di Jacksonville. La società era accusata di aver volutamente rilasciato dall’impianto di una stazione di servizio circa 100mila litri di MTBE, additivo della benzina verde, assieme ad altri numerosi inquinanti. La sostanza è in grado di favorire l’ossidazione delle cisterne ed è particolarmente solubile in acqua: alla dispersione è dunque conseguito un inquinamento gravissimo della falda acquifera, con l’acqua risultata imbevibile dai rubinetti. Il processo ha visto la condanna della Exxon e ha accolto le richieste di risarcimento da parte dei cittadini per decine di miliardi di dollari.
Nel corso della requisitoria determinante è stata la testimonianza della dr.ssa Fiorella Belpoggi, direttrice del Centro di Ricerca sul Cancro “Cesare Maltoni” dell’ di Bologna. Si tratta dell’unico Istituto per lo Studio e il Controllo dei Tumori e delle al mondo ad avere svolto ricerche lunghe e approfondite sull’MTBE. La dr.ssa Belpoggi ha infatti potuto testimoniare che L’MTBE aveva determinato nel loro sistema sperimentale un aumento statisticamente significativo di linfomi, leucemie e tumori al testicolo.