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31 marzo 2011

Prevenzione inquinamento: Ue condanna l’Italia per Violazione della direttiva IPPC del 2008

Tratto da ambiente.essenzialeonline

Prevenzione inquinamento: Ue condanna l’Italia
Violazione della direttiva IPPC del 2008. Solo questione di carte bollate? No: anche di soldi"

Arriva la condanna per l'Italia da parte della Corte europea di giustizia per le ripetute violazioni della direttiva Ippc, 2008/1/CE, la norma europea sull'obbligo di prevenzione dell'inquinamento tramite le cosiddette "Aia".
LA sigla, che sta per Autorizzazione integrata ambientale, corrisponde ad un documento che ogni Ministero dell'Ambiente degli stati membri deve rilasciare ai gestori degli impianti altamente inquinanti solo una volta appurato che siano state utilizzate le "Bat".

Altra sigla misteriosa che sta per Best availble technologies: se vuoi fare andare l'impianto devi dimostrare di utilizzare le migliori tecnologie attualmente disponibili per ridurre l'impatto sull'ambiente. Bene, la Corte ha accertato che, su 5.669 impianti in esercizio nel nostro paese, solo 4.465 erano dotati di Aia (e quindi utilizzano le Bat).
I restanti 1.204 impianti sono ancora in fase di autorizzazione, ma continuano a lavorare.(nota di UNITI PER LA SALUTE:ANCHE LA CENTRALE A CARBONE TIRRENO POWER DI VADO-QUILIANO fa parte dei 1204 che continuano da ANNI........A lavorare con AUTORIZZAZIONE Scaduta non adeguata alle migliori tecnologie disponibili......... )

Centrali elettriche, discariche, depuratori, fonderie e poli petrolchimici: c'è di tutto tra le aziende che devono essere sottoposte ad Aia e c'è di tutto tra quelle che ancora non hanno il pezzo di carta del Ministero.
Questione di malaburocrazia? Mica tanto: aggiornare le tecnologie costa moltissimo, anche perché durante i lavori di "ambientalizzazione" degli impianti la produzione si ferma, con ulteriore perdita economica per il gestore.

Ciliegina sulla torta: il termine ultimo affinché tutti gli impianti da sottoporre ad Aia fossero in regola (o altrimenti venissero chiusi) era il 30 ottobre 2007.
L'ambiente, in Italia, non è una priorità...

Allegati

  • Sentenza (52 Kb - Formato pdf)
    Il 31 marzo 2011, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha condannato l’Italia per inadempimento in relazione alla direttiva IPPPC.
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Tratto da Asca

CONDANNA AMBIENTE: CONDANNA UE A ITALIA 'INECCEPIBILE' PER LEGAMBIENTE

(ASCA) - Roma, 31 mar - ''La condanna europea nei confronti dell'Italia e' ineccepibile. In Italia, infatti, ci sono tuttora grandi IMPIANTI INDUSTRIALI che continuano ad emettere inquinanti in aria, acqua e suolo e ad operare al di fuori delle regole decise a livello comunitario''. Cosi' Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente ha commentato la condanna dell'Italia da parte della Corte europea di giustizia per la violazione della direttiva sulla prevenzione e riduzione integrate delle emissioni inquinanti dagli impianti industriali(direttiva Ippc, 2008/1/CE).

''Ancora molti siti industriali italiani - ha aggiunto Ciafani - sono privi delle nuove Autorizzazioni integrate ambientali (Aia) che dovevano essere rilasciate gia' dalla fine del 2007. Ne e' esempio l'Ilva di Taranto, uno dei piu' grandi complessi industriali d'Europa, noto negli anni scorsi per le sue elevate emissioni di diossina e per quelle di benzo(a)pirene. Ma anche per questo cancerogeno invece di intervenire per abbassarne le emissioni, il Governo con il recente Dlgs 155/2010 ha prorogato l'entrata in vigore del valore limite al 2012. Ci auguriamo pertanto che, dopo questa condanna, la Commissione Aia e il Ministero dell'Ambiente concludano al piu' presto le procedure di autorizzazione, evitando scorciatoie pericolose, che al danno farebbero seguire una imperdonabile beffa''.

Ritardi anche per quanto riguarda i registri Ines (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti) e E-PRTR (European Pollutant Release and Transfer Register) previsti sempre dalla Direttiva Ippc per il censimento delle emissioni inquinanti provenienti dagli impianti industriali.

''Anche in quest'ambito - denuncia Legambiente - l'Italia e' in forte ritardo: la sua validazione dei dati e' ferma al 2006 e ancora non ha aggiornato il registro nazionale con i dati del 2007 e 2008''.

1)La fonte energetica più pericolosa? Non è il nucleare 2)"Speranza di vita" e "speranza di vita SANA" non sono sinonimi. Parola di Medico

Tratto da Ecologiae


La fonte energetica più pericolosa? Non è il nucleare

Dopo tutto quello a cui stiamo assistendo in questi giorni proveniente dal Giappone, nessuno più si permette di dire (se non i più testardi) che il nucleare è sicuro.

Ma per essere onesti, bisogna anche ammettere che il nucleare non è la forma energetica più pericolosa di tutte.

Bisogna partire da un assioma, e cioè che ogni centrale può esplodere, solo che quando accade ad una nucleare, i tassi di mortalità risultanti, per non considerare il terrore generato, sono di gran lunga superiori a tutte le altre fonti messe insieme. Ma se volessimo contare i morti che provoca ogni fonte energetica, considerando anche quando funziona normalmente, scopriremmo che il carbone è più pericoloso persino di una bomba atomica.



Tutti sembrano dimenticare che la combustione del carbone emette continuamente un flusso incontrollato di mercurio e radionuclidi. Ci sono infatti degli impatti diretti e indiretti sulle vie respiratorie dovuti al flusso costante di emissioni di particelle provenienti dal camino durante la combustione del carbone. Come spiega Phil McKenna suNew Scientist:


Le particelle fini delle centrali elettriche a carbone uccidono circa 13.200 persone ogni anno solo negli Stati Uniti, secondo il Boston Clean Air Task Force. Gli incidenti mortali provengono dall’estrazione e il trasporto di carbone, e altre forme di inquinamento connesse. Al contrario, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica e le Nazioni Unite stimano che il tributo di morte per cancro dopo la catastrofe di Chernobyl del 1986 raggiungerà i circa 9000 morti.

I Governi nazionali e le organizzazioni scientifiche stanno cercando il modo per rendere sicuro il nucleare, ma dovrebbero rendersi conto che, se non passiamo alle rinnovabili, anche le altre forme che dovrebbero accompagnare l’atomo sono altrettanto o più pericolose. Perché non si fa lo stesso con il carbone? Questa fonte fornisce oggi al mondo più energia di quanta ne fornisca il nucleare, eppure a nessuno sembra importare delle vittime che fa.

....

Ancora una volta il ricorso alle rinnovabili si dimostra la scelta più saggia.

[Fonte: Treehugger]

Stralcio da Ecologiae


Inquinamento: oltre 13 mila morti negli Usa a causa del carbone

Gli autori hanno citato l’azione EPA nel 2005 nel quadro del Clean Air Interstate Rule come fattore fondamentale nella mortalità in declino. Anche se il CAIR è stato abrogato dalla corte federale nel 2008, i requisiti di riduzione dell’inquinamento rimangono in vigore ancora oggi, ed altre regole ancora più ferree sono previste per il futuro.

L’inquinamento da carbone negli Stati Uniti è solo il fattore più pesante dell’inquinamento atmosferico industriale, ma di certo non l’unico. Anche se con un numero molto ridotto, secondo il rapporto le emissioni di anidride solforosa e di ossidi di azoto delle centrali elettriche

continuano a richiedere significativi dazi sulla salute e la longevità di milioni di americani.

Nel complesso, afferma il rapporto

tra tutte le fonti di inquinamento atmosferico industriale, nessuna pone maggiori rischi per la salute umana e l’ambiente quanto le centrali elettriche a carbone.

Una relazione simile fatta l’anno scorso per valutare i costi sanitari e ambientali delle 400 centrali elettriche a carbone della nazione ha stimato che i costi nascosti della combustione del carbone ammontassero a circa 62 miliardi di dollari (48 miliardi di euro) l’anno.

Fonte: [Treehugger]

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Tratto da Savona News

Marco Caviglione: "Speranza di vita" e "speranza di vita SANA" non sono sinonimi. Parola di Medico

Sul sito della Commissione Europea per la Salute, i grafici che smentiscono la classica difesa degli industriali: "Si vive di più, quindi l'inquinamento non fa male." Ma COME si vive?

......... “Probabilmente il progresso tecnologico non ha fatto solo danni…”
Ecco, allora guardiamole, le statistiche: ma non solo quelle che riguardano la durata della vita, perché sappiamo tutti benissimo che la speranza di vita media si è allungata grazie ai progressi della scienza medica.
Guardiamo anche quelle relative alla vita SANA, che vengono presentate sul sito della Commissione Europea per la Salute.
Scegliendo, come indicatore, l’aspettativa di vita alla nascita (Life expectancy at birth) e l’aspettativa di salute alla nascita (Health life years at birth), troviamo dati molto interessanti, che riportiamo qui sotto:

L’aspettativa di vita alla nascita è spettacolarmente in aumento: una galoppata verso l’alto che sembrerebbe dare pienamente ragione ad Atzori e in generale a tutta l’industria.



Ora, però, guardiamo l’aspettativa di SALUTE alla nascita.
Questa è quella degli uomini
:



E questa è quella delle donne:



Le cose cambiano un pochino, non è vero?
Purtroppo, se i grafici sono chiarissimi, le immagini non sono perfette e nella colonna destra non si leggono bene i nomi dei diversi Paesi a cui si riferisce il grafico. Si vede, però, la crocetta che indica l'Italia: quindi da questa potrete capire facilmente come siamo messi.
Poiché io sono un medico di famiglia e non uno specialista in oncologia, preferisco lasciare il commento di questi dati alla collega Patrizia Gentilini, oncologa e scienziata di fama mondiale, che così dichiara:

“E’ chiaro per tutti che nel nostro paese, a partire dal 2003 vi è un crollo dell’aspettativa di vita in salute, crollo che è ancora più repentino nelle donne che non nei maschi: la vita continua ad allungarsi, ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l’altro, non aveva mai fatto prima.
Cosa sta succedendo?
E’ evidente che la nostra salute sta rapidamente deteriorandosi per l’aumentare di patologie cronico-degenerative fra cui, in primo luogo il cancro, che purtroppo colpisce non solo gli anziani, ma sempre più spesso giovani e bambini.
Questo dato, del resto perfettamente coerente con l’aumento del 60%, nel consumo di farmaci di classe A nel nostro paese dal 2000 al 2009, dovrebbe suscitare estrema attenzione non solo fra cittadini e addetti ai lavori, ma ai più alti livelli istituzionali se non altro per i costi economici ed assistenziali che tutto ciò comporta.
E’ davvero sensato puntare tutta l’attenzione sulla ricerca di nuovi farmaci, senza di fatto mai puntare l’attenzione sulle cause di queste malattie, evitando fra l’altro di fornire ai cittadini informazioni scientificamente corrette, chiare, complete e dettagliate sui tanti agenti cancerogeni presenti nel nostro habitat?
E’ ora di passare dalle parole alle azioni: guardiamoci intorno, chiediamoci che ruolo hanno pesticidi, diossine, nichel, cadmio, cromo, piombo, mercurio, benzene, PCB, IPA ... e gli altri numerosissimi veleni presenti ormai stabilmente non solo in aria, acqua, cibo, ma nel nostro stesso corpo.
E’ ora di intraprendere azioni decise per ridurre la presenza di tali sostanze nell’ambiente, evitando ad esempio, di bruciare rifiuti o di inzuppare le nostre terre di pesticidi.
Non mi sembrano cose difficili da capire; di certo, senza tema di smentita, posso affermare che il cancro da cui certamente - nel 100% dei casi - si guarisce è quello di cui NON ci si ammala!
Riscopriamo quindi la Prevenzione Primaria, investiamo risorse per ridurre l’esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti e difendiamo una informazione rigorosa, indipendente, scientificamente corretta sui rischi ambientali, solo così potremo sperare di invertire la rotta e risalire la china".

Ogni ulteriore commento appare superfluo.
Aggiungo solo che la prevenzione primaria certamente diminuirà i fatturati delle industrie farmaceutiche dei chemioterapici...
ma farà senz'altro diminuire anche la spesa sanitaria complessiva, che in Italia, e non solo, continua ogni anno ad aumentare anche per le sempre più numerose indagini diagnostiche collegate alle neoplasie e alle malattie croniche in genere.

Leggi anche su Noalcarbone

“Salviamo i Bambini di Taranto”

No alle ciminiere dentro la città!
La situazione ambientale di Taranto è sempre più grave e occorre scendere in piazza uniti e numerosi per dimostrare che c’è una città che vuole un’economia più pulita che non causa inquinamento e distruzione.
Leggi l'articolo integrale

30 marzo 2011

STASERA LA PROBLEMATICA TIRRENO POWER ANCORA SU STRISCIA LA NOTIZIA.

Tapiro gigante con bavaglio

alla Federazione Nazionale

della Stampa Italiana

30 marzo 2011. Striscia la Notizia è stata testimone di mistificazioni ed eclatanti omissioni da parte degli organi di informazione italiani e, per questo motivo, Valerio Staffelli consegna a Roma un Tapiro gigante imbavagliato.

All'interno del video è ancora riproposta la problematica della centrale Tirreno Power a Savona e le relative omissioni ... degli organi di informazione italiani.


RADIOATTIVITA sul NORD ITALIA: RISCONTRATE TRACCE di CESIO 131


RADIOATTIVITA,NORD ITALIA: RISCONTRATE TRACCE di CESIO 131

Tracce dell’isotopo radioattivo iodio 131 sono state riscontrate nel Nord Italia. Lo ha reso noto l’ “Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale”, che ha condotto un’indagine scientifica assieme al sistema delle “Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente”.

La scoperta nasce dalla richiesta, avanzata lo scorso 12 marzo dall’ISPRA, d’intensificare i monitoraggi atmosferici per controllare i livelli di radioattività in seguito agli eventi che stanno coinvolgendo la centrale nucleare di Fukushima in Giappone.

I dati rilevati dalle agenzie Arpa di Piemonte, Valle d’Aosta, Bolzano e Lombardia, tra il 23 ed il 27 marzo, hanno permesso di riscontrare, in determinati campioni analizzati, la presenza di iodio 131 nell’ordine del decimillesimo o centomillesimo di Bq/m3. Valori simili a quelli riscontrati in Francia dall’Istituto di Radioprotezione e Sicurezza Nucleare tra il 24 ed il 26.

L’entità delle concentrazioni dell’isotopo radioattivo non è però tale da creare problemi essendo, secondo lo stesso ISPRA, irrilevanti dal punto di vista radiologico. Una tesi sostenuta anche dall’assessore all’Ambiente dell’Emilia Romagna, Sabrina Freda, che in seguito alle tracce di iodio 131 riscontrate nel fine settimana dalla sezione Arpa di Piacenza, ha deciso di convocare oggi un tavolo tecnico al quale hanno partecipato i rappresentanti oltre che degli assessorati regionali all’Ambiente ed alla Sanità, anche di Arpa.

“Le tracce rilevate – ha evidenziato Freda – non costituiscono nessuna preoccupazione per l’ambiente e la salute umana. Peraltro si tratta di dati in linea con quanto viene rilevato in queste stesse ore in Italia e in Europa”.

L’assessore emiliano ha inoltre assicurato che si continuerà a “monitorare la situazione quotidianamente”.

Angelo Fischetti

Ecco i valori su Ispra ambiente.gov

Tratto da Firenze.Repubblica.it

E' arrivata la nube di Fukushima:tracce radioattive anche nel terreno


Quantità minime, l'Arpat assicura: non c'è alcun pericolo. Rilevata nell'aria da sabato la presenza di iodio 131 derivato da fissione nucleare..........E la pioggia ha anche portato a terra lo iodio, il fallout è arrivato a 22 Becquerel a metro quadro, a occhio molto di più che nell’aria.

Leggi l'articolo integrale

Tratto da TM news

Aumenta il livello di radioattività nel mare davanti a Fukushima


Aumenta il livello di radioattività nel mare davanti a Fukushima

Tasso di iodio radioattivo 3.355 volte superiore

alla norma. Il governo pensa di coprire con

tetti speciali i reattori

Roma, 30 mar. (TMNews) - Un tasso di iodio radioattivo 3.355 volte superiore alla norma è stato rilevato nell'acqua di mare prelevata a 300 metri a sud della centrale nucleare di Fukushima, nel nord-est del Giappone. Lo ha annunciato oggi l'azienda che gestisce l'impianto, Tepco, confermando i timori sulla contaminazione. E intanto il governo valuta una soluzione per scongiurare la catastrofe.

Si tratta del livello più alto di iodio 131 rilevato dall'inizio dell'emergenza, scattata l'11 marzo scorso dopo il sisma e lo tsunami che hanno colpito il Giappone, danneggiando l'impianto nucleare. Domenica scorsa, era stato annunciato un tasso di iodio radioattivo 1.850 volte superiore alla norma nell'acqua prelevata ad alcune centinaia di metri da Fukushima.

Tokyo, intanto, sta valutando di coprire i tre reattori danneggiati della centrale nucleare di Fukushima, per ridurre le emissioni radioattive, e di utilizzare un'autocisterna per eliminare l'acqua contaminata presente nell'impianto. Stando a quanto riferito dal quotidiano nipponico Asahi Shimbunun, il governo potrebbe ricorrere a delle coperture speciali per i tetti e le pareti degli edifici esterni dei reattori 1, 3 e 4, con l'impiego di strumenti di aerazione per scongiurare accumulo di gas e nuove esplosioni. Un altro progetto riferito dal giornale prevede di ancorare un'autocisterna nell'Oceano Pacifico, vicino ai reattori 1 e 4, per eliminare l'acqua radioattiva trovata nelle sala macchine e in un tunnel situato vicino al reattore 2, che porta all'esterno dell'edificio....

Kan ha ammesso ieri che la situazione alla centrale di Fukushima è "imprevedibile" e ha assicurato che il governo è in stato di "massimo allarme" per scongiurare una catastrofe ecologica, dopo la scoperta di plutonio nel suolo e di radioattività nell'acqua di mare.

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29 marzo 2011

"Le polveri fanno male al cuore"





Tratto da TRC giornale.it


Di Gennaro: "Le polveri fanno male al cuore"

"L'inquinamento atmosferico da polveri fini fa male al cuore. Numerosi studi lo hanno dimostrato e molti se ne aggiungono di continuo a sostegno di questa negativa correlazione. Due recenti studi pubblicati su JACC ( Journal of American Cardiovascular Cardiology ) nel novembre 2010 e nel gennaio 2011 riportano preoccupanti dati a conferma del danno da polveri fini. In uno di questi viene, infatti, dimostrata una chiara associazione tra esposizione a lungo termine al PM 2.5 e rischio di aterosclerosi carotidea".

"Nel secondo viene, invece, dimostrato come una breve esposizione di due ore ad una elevata concentrazione di polveri fini nell'aria respirata determina, in soggetti sani, un'alterazione delle proprietà elettriche del cuore che può predisporre alla comparsa di aritmie cardiache. Tanto più grave potrebbe essere questo effetto in pazienti affetti da altre patologie cardiache quali l'ischemia cardiaca, l'ipertensione etc.

Oggi anche i responsabili della gestione delle centrali termoelettriche sono a conoscenza dei questi dati. Non si potrà dire domani, di fronte a precise responsabilità nei confronti della salute dei cittadini, "io non sapevo " come già successo con il problema dell'amianto.

Ma, prima ancora delle implicazioni di carattere penale, considerazioni di carattere etico e morale dovrebbero indurre i responsabili gestionali ad evitare quelle pestilenziali nuvolaglie che sempre più spesso deturpano il nostro cielo.

Forse, però, è aspettarsi troppo da chi agisce sulla base di logiche di profitto e non del bene comune.

Non è troppo, invece, pretendere che chi deve parlare a difesa della nostra salute, ovvero il nostro sindaco, condanni quelle " nuvolaglie " e pretenda che il carbone sia "pulito" sia di giorno che di notte, con il vento o senza vento . con le nuvole o senza le nuvole".

Dott. Marco Di Gennaro


CONSIDERAZIONI DI UNITI PER LA SALUTE

Mette decisamente male.... pretendere che il carbone sia pulito,poichè il carbone pulito non esiste..;i nostri sindaci però,per renderlo un pò più pulito ,devono assolutamente pretendere che le normative ambientali siano rispettate ,che le industrie siano adeguate doverosamente alle normative di legge,AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE in primis,e per quanto riguarda il nostro territorio AUSPICHIAMO CHE I NOSTRI SINDACI CONTINUINO AD OPPORSI SEMPRE PIU' FERMAMENTE ALL' ULTERIORE POTENZIAMENTO A CARBONE.

VISTO CHE e' così difficile a SAVONA ,COME A CIVITAVECCHIA,COME A BRINDISI..... indurre i responsabili gestionali delle industrie energetiche ad evitare quelle pestilenziali nuvolaglie che sempre più spesso deturpano i nostri cieli poichè ,come dice molto bene il Dottor Gennaro è aspettarsi troppo da chi agisce sulla base di logiche di profitto e non del bene comune, MA E' UN DOVERE ETICO E MORALE(E.... non solo!) DELLE ISTITUZIONI PREPOSTE AI CONTROLLI.