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05 marzo 2009
2009/03/05ULTIM’ORA - SEQUESTRATO IL TERMOVALORIZZATORE DI BRINDISI
Tratto da "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO"
ULTIM’ORA - SEQUESTRATO IL TERMOVALORIZZATORE DI BRINDISI
4 03 2009
Ambiente, sequestrati impianti
monitoraggio emissioni «Veolia»
BRINDISI - I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, nell’ambito di indagini, hanno sequestrato il sistema di monitoraggio delle emissioni in atmosfera dell’ impianto di termodistruzione di rifiuti gestito dalla società "Veolia servizi ambientali Tecnitalia" di Brindisi. A quanto si è appreso, sono stati anche sequestrati otto serbatoi verticali da 25 metri cubi ciascuno contenenti rifiuti liquidi e circa 1000 fusti presenti in un’area interna all’ impianto. Anche i fusti contenevano rifiuti di cui non si conosce la provenienza e di cui non si conoscono le caratteristiche chimiche.
Nel corso di una perquisizione, sono stati sequestrati anche un computer, documenti relativi alla gestione dell’impianto di termodistruzione, alle emissioni in atmosfera ed ai rapporti della società con altri enti e aziende. A quanto si è appreso, altra documentazione è stata sequestrata dai carabinieri del Noe di Lecce nella sede centrale dell’azienda "Veolia", a La Spezia e in altre aziende, lombarde e liguri.
Il sequestro è a scopo probatorio e servirà agli investigatori a capire se il sistema di monitoraggio ambientale dell’impianto del termodistruttore della Veolia Servizi Ambientali Tecnitalia Brindisi sia in regola oppure no. Quando stamani i carabinieri hanno compiuto l’operazione di sequestro della cabina di monitoraggio, sul posto hanno trovato altre situazioni apparentemente non in regola, come i fusti contenenti rifiuti, accatastati nel piazzale dell’impianto brindisino, che si trova nella zona industriale del capoluogo. Fusti per i quali resta un mistero non solo il contenuto, sul quale sono state avviate verifiche, ma, soprattutto, la provenienza visto che i carabinieri, in sede, non hanno trovato alcun documento riferito ad essi.
Al momento, non ci sarebbero iscritti nel registro degli indagati. La Veolia gestisce da poco tempo la struttura brindisina e sta fronteggiando anche uno stato di agitazione dei lavoratori che dura da alcune settimane. I dipendenti, infatti, temono per il proprio posto di lavoro. Tra i documenti sequestrati, anche quelli relativi ai rapporti dell’azienda con altre società italiane.
IMPIANTI GESTITI PER CONTO CONSORZIO ASI
Gli impianti sequestrati oggi a Brindisi dai carabinieri del gruppo di Lecce del Noe per la tutela ambientale sono gestiti, per conto del Consorzio brindisino per l’Area di Sviluppo industriale (Asi), dalla società privata leader in Italia nel campo della gestione dei rifiuti Veolia Servizi AmbientaliTecnitalia spa, azienda del Gruppo francese Veolia. Veolia Servizi AmbientaliTecnitalia spa, società operativa di Veolia Propretè in Italia, a Brindisi gestisce – è detto nel sito internet della società – una piattaforma polifunzionale costituita da un termovalorizzatore di rifiuti industriali e ospedalieri con recupero energetico, da una discarica per rifiuti pericolosi (ex 2e) e un impianto di trattamento dei reflui industriali. Veolia Servizi Ambientali Tecnitalia – che ha sede alla Spezia – gestisce, oltre agli impianti di Brindisi, il sistema integrato "Calabria Sud" - costituito dal termovalorizzatore di Gioia Tauro e cinque impianti di selezione e valorizzazione RD a Sambatello, Siderno e Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, Rossano (Cosenza) e Crotone, e dalla discarica in località Marrella a Gioia Tauro – il termovalorizzatore di Vercelli, il termovalorizzatore di Potenza e l’impianto di biostabilizzazione e produzione di Cdr della Spezia.
INDAGINI NATE DA MONITORAGGIO EMISSIONI
Sono oggi a 360 gradi, ma sono scaturite da sospetti sul sistema di monitoraggio delle emissioni, le indagini che riguardano l’inceneritore di rifiuti di Brindisi, un impianto che ha sul territorio una particolare rilevanza in quanto smaltisce varie tipologie di rifiuti, come quelli sanitari, a livello locale ma anche nazionale. Il sequestro è stato fatto nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura di Brindisi e cominciate, a quanto si è saputo, nello scorso mese di febbraio. Un’inchiesta relativa alla gestione dell’impianto nel corso della quale sono emersi sospetti riguardanti il sistema di monitoraggio delle emissioni in atmosfera. Il termovalorizzatore è attivo dal 2001 ed era gestito sino all’ottobre 2007 dalla Tmt del Gruppo Termomeccanica. Da due anni è gestito, per conto del Consorzio dell’Area di sviluppo industriale (Asi) dalla società Veolia Servizi Ambientali Tecnitalia, nata dall’acquisizione del 75% di Tmt da parte di Veolia Servizi Ambientali.
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