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25 marzo 2009

2009/03/26 "Acerra, Berlusconi anticipa a oggi la visita all'inceneritore e il Vescovo Rinaldi si rifiuta di benedirlo"

Tratto da "Ambienti blog di resistenza ambientale"

CON L’INCENERITORE DANNI AL DNA

A monitorare l’inceneritore di Acerra i medici dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente Bertolaso non li ha voluti. Probabilmente lo avrebbe messo in imbarazzo dare spiegazioni a colleghi o ex colleghi (Bertolaso è anche medico) sui benefici effetti di quell’impianto in un territorio per giunta già pesantemente colpito dall’inquinamento. Alla vigilia dell’inaugurazione, i medici dell’Associazione, sezione italiana dell’ISDE (International Society of Doctors for the Environment), ritengono che i rischi siano gravi. Li ricorda qui brevemente il dottor Gaetano Rivezzi, pediatra dello staff per l’assistenza neonatale nell’ospedale San Sebastiano di Caserta, che interviene in qualità di vicepresidente per il Sud Italia di Medici per l’Ambiente.

VELENI NELL’ORGANISMO DAL MEGAIMPIANTO DI ACERRA

di Gaetano Rivezzi - medico pediatra, vicepresidente di ISDE Italia ^

Impegnati per la tutela dell’ Ambiente e della Salute, riteniamo che la costruzione e la prossima accensione del megaimpianto di incenerimento di Acerra rappresenta un grave atto di irresponsabilità scientifica e sanitaria e un molto discutibile intervento industriale. Le nostre neomamme e i loro figli subiranno un molto probabile danno di salute irreversibile con l’accumulo degli invisibili contaminanti ambientali che si produrranno dall’incenerimento di ogni tipo di materiale, anche di plastiche, gomme, assemblaggio di sostanze chimiche.più o meno pericolose che si accumulano nel nostro organismo producendo danni al DNA.
Studi scientifici, documentati e resi evidenti anche dal nostro comitato scientifico dell’International Society Doctors for Environment, dimostrano il pericolo che l’ incenerimento industriale di questo livello arreca alla salute. Il controllo ambientale in questi anni è mancato, a volte è stato nascosto, oppure sottovalutato, nonostante i 15.000 animali abbattuti nel territorio Acerra-Nola-Caserta perché avvelenati da diossina nel 2003. E nonostante il rilievo nelle erbe e nei terreni di furani, pcb e diossine e metalli pesanti, come si vede dalle mappe dell’ Arpac, e il riscontro di Diossina e PCB diossino-simili nel latte di 100 donne di Caserta e Napoli. Le corrette modalità di funzionamento dell’impianto, e soprattutto il monitoraggio di salute che si prevede, non sono state ben illustrate, non consentendo ad esempio alla nostra associazione scientifica di partecipare alla fase di controllo.
Le innumerevoli risorse economiche impegnate in questa scellerata gestione - si tratta di 1,5 miliardi di Euro di soldi pubblici! - dovevano essere spese per il benessere e la salute dei cittadini della Campania, evitandoci l’umiliazione della spazzatura e la patologia ambientale che sta crescendo nella nostra popolazione con un netto aumento di malattie endocrine e tumorali.


Il vescovo di Acerra, Don Giovanni Rinaldi, annuncia: “Non benedirò inceneritore”
ACERRA - “Mi hanno chiesto di benedire l’inceneritore in occasione dell’inaugurazione del 26, ma non me la sento”. Questa la decisione di Don Giovanni Rinaldi, Vescovo di Acerra, all’indomani della condivisione del suo pensiero con i fedeli, prima della benedizione della messa celebrata domenica nella cattedrale. Il Nolano.it ha incontrato Sua Eccellenza questa mattina. “La mia scelta è frutto di una decisione presa in accordo con l’intero Consiglio Episcopale, col quale mi sono confrontato - ha dichiarato Rinaldi - In tutta coscienza non posso condividere un qualcosa contro cui ha lottato anch’io. Non è un mistero la mia presenza e la mia partecipazione alle manifestazioni di questi anni contro l’apertura dell’impianto - ha proseguito - perché ritengo che la vita, quindi per estensione anche la salute pubblica, sia il bene più prezioso e la cosa più importante che le istituzioni devono garantire”. leggi tutto l’articolo su ilnolano.it ^


Da Nola interviene Don Aniello Tortora : “La salute della gente è sacrificata al totem del profitto economico”
Giovedì 26 marzo sarà inaugurato l’inceneritore di Acerra. Sarà il secondo in Italia (su 50) e, in progress, quando arriverà a pieno regime, sarà capace di smaltire 200/300 tonnellate di rifiuti al giorno. Non tocca certo a me, né alla Chiesa, dare soluzioni o indicazioni tecniche ai problemi. Tocca alla politica e agli esperti. Ma quando è in gioco la salvaguardia dell’ambiente, la salute della gente, la dignità delle persone, il pericolo del saccheggio di un territorio svenduto per speculazioni economiche, in una parola, quando non si persegue il “Bene Comune”, la Chiesa ha il diritto-dovere di intervenire sul piano etico-valoriale. leggi tutto l’articolo su ilmediano.it ^


Tratto da ambienti.wordpress.

Berlusconi & Bertolaso hanno invitato 400 persone ad Acerra per l’inaugurazione dell’inceneritore.

A B&B ha provocato un certo disappunto Don Giovanni Rinaldi, vescovo di Acerra, che l’invito alla festa non lo ha accettato. I due campioni dei rifiuti, senza perdersi d’animo, si sono rivolti ai superiori: hanno convocato il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. E se avesse rifiutato anche lui? A quali più alti gradi si sarebbero appellati il premier e il suo sottosegretario? Al Vaticano? Ancora più su?
Il cardinale Sepe, perciò, probabilmente ad Acerra presenzierà. Per placare gli animi, che in questo caso somiglia molto all’addormentare le coscienze. La Chiesa è ferma e compatta nel difendere tutta la natura creata e ogni alito di vita. Molto coerente. Ma di fronte all’inceneritore le posizioni si complicano in modo preoccupante. Il problema teologico sarebbe: in che rapporto sono la natura creata e l’alito della vita con gli aliti velenosi e le micidiali nanopolveri che usciranno dalle ciminiere industriali di Acerra? Nella Chiesa Campana avremo lo scisma della munnezza?
Gli acerrani appaiono in generale confusi e malinconicamente rassegnati. All’inaugurazione dell’inceneritore, ma non a respirare ciò che diventerà l’aria di qui. Da anni ad Acerra non si sentivano tra la gente, in privato, tanti progetti di andare via per sempre. Soprattutto da quando, nelle ultime ore, si è saputo cheAndrea Gerlando, il secondo pastore morto per tumore da inquinamento ad Acerra, un anno fa, aveva il corpo impregnato di diossina e di altri “veleni vecchi” locali ^ .
Pubblicamente sono previste due manifestazioni di protesta. Una oggi, organizzata dal movimento campano Rifiuti Zero, corteo in partenza alle 16.30 da piazza Duomo di Acerra. Una domani, con presidio in piazza Castello a partire dalle 10 . Per dire le ragioni del no, a voce e per iscritto, con insegnanti, avvocati, medici. In sintonia con le manifestazioni organizzate dall’associazione nazionale Diritto al Futuro ^ nelle piazze di varie città italiane, dal 26 al 29 marzo, per denunciare la truffa del sussidio CIP6 concesso ai gestori degli inceneritori. Un “affare” in contrasto con la Direttiva 2001/77 dell’Unione Europea che esclude la possibilità di sovvenzionare con i “certificati verdi” fonti energetiche non rinnovabili e per niente “pulite”.
Un fronte battagliero è quello dei medici che non ci stanno ad assistere e a tentare di rimediare in silenzio agli effetti dell’inceneritore sulla salute pubblica. Loro lo sanno quello che potrà accadere ai nostri corpi con l’aerosol di Acerra. Hanno preso posizione i Medici per l’Ambiente, con un intervento del vicepresidente Gaetano Rivezzi ^ , e in un articolo oggi su la Repubblica edizione Napoli la giornalista Conchita Sannino ha raccolto l’appello di Felicetta Parisi, neonatologa all´ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. “Si capisca - ha detto la dottoressa Parisi - che i miei colleghi medici hanno il dovere di scendere in campo. Così, domani, i loro figli e i loro nipoti non gli diranno: cosa avete fatto. Dobbiamo dire no a questa bomba ecologica. Che va ad aggravare una strage che è già in corso. Tra poche ore si riunisce l´Ordine dei Medici di Napoli per dire la sua. Sono mobilitati alle 16.30 di oggi. Usciremo con il camice bianco e il nastrino nero”.

Tratto da Eco blog.it

Ma anche con la defezione del Vescovo Rinaldi, l’inceneritore sarà comunque inaugurato anche se sarà realmente attivo da novembre. Ma cosa si brucerà? Le ecoballeCDR-Q, ma dal video proposto su e girato dai ragazzi del meetup sembra che nel forno ci finisca davvero di tutto. ovviamente.

Intanto è arrivata la sentenza n. 1028/09 del TAR del Lazio a cui si erano aggrappati i cittadini che speravano di fermare l’inceneritore.

E la risposta spazza via ogni possibilità:

L’autorizzazione al costruendo termovalorizzatore di Acerra al trattamento di rifiuto tal quale in deroga all’aggiornamento del parere di compatibilità ambientale del 2005 è Ammissibile, ma improcedibile.

In sostanza Il TAR del Lazio dice di non essere competente in materia e che è necessario rivolgersi al Consiglio di Stato. Resta in piedi solo il ricorso alla Corte Europea.


INCENERIRE I RIFIUTI NELLA CENTRALE A CARBONE: UNA PAZZIA!

Dr. Ghirga Giovanni Portavoce del Coordinamento dei Medici per l’Ambiente dell’Alto Lazio

Gli inquinanti emessi dall’incenerimento dei rifiuti si disperderebbero come inquinanti gassosi nell'ambiente, insieme ad anidride carbonica, micro e nanopolveri, particolati secondari, pesticidi, diossine e molte altre sostanze tossiche.
Gli inceneritori, inoltre, sono anche dei produttori di rifiuti. La materia, infatti, non può essere distrutta ma solo trasformata in forme diverse.
Quando i rifiuti vengono bruciati, si formano nuove sostanze tossiche sotto forma di gas, di ceneri e di materiale intrappolato nei filtri.

Le ceneri, altamente nocive,rappresentano circa 1/3 del peso dei rifiuti bruciati dai quali originano e circa il 45 % del peso dei rifiuti stessi. leggi tutto

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