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06 aprile 2009
2009/04/06"A SAVONA IL PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI PREVEDE LA PERICOLOSA COMBUSTIONE DEL CDR NELLE CENTRALI A CARBONE....
Tratto da" Uomini Liberi"
In attesa dell’incontro con il Prof. Connett dell' 8 Aprile h.17,30 alla Libreria Ubik Savona sul Progetto "Rifiuti zero" alternativo alla pericolosa combustione dei rifiuti
ISDE E MODA DENUNCIANO
A SAVONA IL PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI PREVEDE LA PERICOLOSA COMBUSTIONE DEL CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) NELLE CENTRALI A CARBONE (Vado L. ) E NEI CEMENTIFICI
Gli Ambientalisti savonesi del MODA e i Medici per l’Ambiente ISDE di Savona, a tutela della salute della popolazione, prendono posizione contro il Piano Provinciale dei Rifiuti recentemente approvato nel Giugno 2007 che dichiariamo "non ecosostenibile" in quanto, pur non prevedendo l’inceneritore provinciale, di fatto promuove la pericolosa combustione dei rifiuti come CDR per produrre energia ( circa 40.000 tonnellate/anno su un totale di 200.000 t/a di rifiuti) in industrie locali provinciali quali cementifici, centrali a biomasse, centrali a carbone come indicato con chiarezza nel Piano.
Ricordiamo che il CDR, che è un derivato del rifiuto indifferenziato, contiene al suo interno composti chimici organoclorurati ormai ubiquitari e non eliminabili mediante pretrattamenti quali clorofenoli, clorobenzoli ed policlorobìfenilì che combusti danno origine a "microinquinanti" quali le pericolosissime diossine oltre ai metalli pesanti emessi poi con i fumi in atmosfera . Per tali "microinquinanti" non esistono sistemi di abbattimento e comportano elevatissimi rischi ambientali anche in concentrazioni molto basse (vedi "I prodotti di combustione negli inceneritori di rifiuti", Biologi Italiani n. 9 - ottobre 1995, Marchetti E.). Oltretutto la combustione del CDR in impianti "non dedicati" quali centrali a carbone o cementifici peggiora l’emissione di microinquinanti in quanto non vengono garantite nemmeno le condizioni tecniche di combustione per limitarne l’emissione.
Ecco alcune importanti precisazioni :
1. Il Piano Provinciale a... pag. 170... prevede la possibilità di bruciare il CDR anche nelle centrali in sostituzione del carbone (e quindi anche a Vado nella centrale a carbone Tirreno Power) "E’ emerso infatti un notevole interesse per la sostituzione del carbone (il cui costo è notevolmente aumentato negli ultimi anni) con il CDR "…" La Provincia di Savona ha già svolto una indagine di mercato in via ufficiosa, suscitando l’interesse di alcune società, che hanno manifestato la propria disponibilità a prendere in considerazione di utilizzare CDR di qualità prodotto nel territorio provinciale."
2. Il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato che il CDR da rifiuti urbani non può essere bruciato nelle centrali termoelettriche a carbone in quanto "le sperimentazioni condotte su impianti pilota mettono in evidenza che i metalli e il cloro presenti nel cdr sono rilevabili nelle emissioni allo stato di vapore o di composti volatili, e in alcune condizioni di esercizio, di composti organoclorurati".E ancora: ".. considerato che i microinquinanti sono rilevabili nel particolato fine e nei vapori, risulta problematica l’efficacia degli elettrofiltri come sistema di abbattimento per questi inquinanti" (vedi nota ministeriale inviata in Regione e Provincia in data 8 febbraio 1999).
3. La pericolosità della combustione di CDR è accertata sulla base della letteratura scientifica internazionale per la produzione, con i fumi emessi nell’aria, di nanoparticelle cancerogene, diossine e metalli pesanti ecc. Le malattie provocate dagli inquinanti degli inceneritori sono infarti, ictus, malformazioni fetali, Parkinson, Alzaimer e vari tipi di tumori (vedi studi del Prof. Stefano Montanari). Tale argomento è quello più importante se si vuole salvaguardare la salute della popolazione ma la Provincia pare non voglia nemmeno considerarlo.
Dietro l’incenerimento dei rifiuti si nasconde oltretutto un grande business: nel Decreto 387 per premiare l'energia pulita viene stabilita una agevolazione per ogni kilowattora prodotto di 9.74 cent./kwh che sommate al valore dell' elettricita' convenzionale (5,60 cent./kwh) fruttano cosi' ben 15,34 (dati 2004). Ma all‘Art 17, in barba alla Normativa europea si legge: "...sono ammessi a beneficiare del regime riservato alle fonti energetiche rinnovabili i rifiuti, ivi compresa, anche tramite il ricorso a misure promozionali, la frazione non biodegradabile e i combustibili derivati dai rifiuti" (CDR). Nel 2004, grazie a questo stratagemma, i novanta termovalorizzatori di biomasse e rifiuti, attualmente in funzione in Italia, hanno ricevuto incentivi per 144 milioni di euro, pagati letteralmente da tutti gli italiani e sottratti allo sviluppo delle vere fonti energetiche rinnovabili.
Questo "regalo" andrà anche a chi brucerà CDR in impianti industriali (centrali, cementifici, inceneritori o altro) per produrre energia elettrica, come previsto dal Piano Rifiuti della Provincia di Savona che anche se non costruirà l’inceneritore partecipa al capitale per costruire l’inceneritore di Scarpino a Genova potendo bruciarvi parte del CDR e limitando così la raccolta differenziata.
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA "RIFIUTI ZERO" NON E’ PURA TEORIA MA UNA STRADA CONCRETAMENTE REALIZZABILE A PATTO DI RINUNCIARE ALLA COMBUSTIONE DEL RIFIUTO COME CDR.
Questo il progetto "Rifiuti Zero" proposto dal MODA e ISDE per la Provincia di Savona senza CDR o inceneritori considerando una quantità totale di RSU in Provincia di Savona di circa 200.000 tonnellate/anno:
1. Riduzione dei rifiuti alla fonte di produzione per 30.000 t/a (15%)
2. Una seria raccolta domiciliare "porta a porta" che permetta di recuperare quasi tutte le 60.000 tonnellate/anno di rifiuto organico (30% del totale) e avviarlo a uno o più impianti di compostaggio con compost di qualità da utilizzare come concime in agricoltura.
3. Il recupero delle altre frazioni solide (plastica, metalli , carta, vetro, legno) per un totale di 100.000 tonnellate/anno (50% del totale) con raccolta differenziata grazie anche a finanziamenti "Obiettivo 2" della Comunità Europea.
4. Con queste premesse su 200.000 t/a si potrebbero recuperare almeno 190.000 t/a ed il residuo di 10.000 t/a (5%) potrebbe essere smaltito con sicurezza in discarica.
Savona, 6 Aprile 2009
Dr. Marco Caviglione (Medico)
Medici per l’Ambiente ISDE di Savona
Dr. Virginio Fadda (Biologo)
Dott. Agostino Torcello (Medico Pneumologo)
Ambientalisti Savonesi del MODA
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